Gesù  e legge 40

  di   Lidia Menapace  

     Quando si trasformò da Cristianesimo in Cristianità, la religione cristiana ebbe molti problemi culturali; ma avendo appena passato il suo bagno grecolatino li affrontò usando gli strumenti che venivano offerti dalle due grandi tradizioni dell'antichità. Come già ho detto, dall'antichità assunse anche cose in contrasto con la Scrittura, ad esempio lasciò da parte l'idea -che è nell' Antico Testamento- secondo la quale la terra è di Dio e la specie umana ne è solo usufruttuaria, sicchè per ricordare che non se ne è padroni e anche per riconoscere una sorta di personalità anche alla terra ogni sette anni si ha un anno sabbatico, durante il quale la terra riposa e ogni sette anni sabbatici si ha il Giubileo, anno nel quale tutta la terra viene rimessa in comune e redistribuita. Di tutto ciò più nulla, dopo i primi secoli nei quali era vietata secondo la Scrittura ogni proprietà individuale e si praticava la comunione dei beni, e anche la schiavitù non esisteva (che infatti tra i popoli antichi solo Israele non ammetteva).

La cosa più in contrasto fu addirittura di assumere la legge, dato che nella Scrittura e specialmente nel nuovo era definita mortale, solo la libertà dello spirito vivifica. Era una ispirazione -diremmo oggi- piuttosto anarchica. Ma è difficile reggere un potere politico senza legge, sicchè i cristiani andarono a cercare la legge lì dove era stata prodotta con maggior rigore abbondanza e politicità, cioè a Roma.  

  Non è che non vi fossero difficoltà, l'anima spiritualistica e l'ispirazione mistica e per dirla tutta, la vera religione non era morta e pulsava e si esprimeva ogni tanto in modi più o meno accetti, Fra' Dolcino no,  Francesco, il più eterodosso degli ortodossi sì:  in quella linea e non per nulla anche lui ripudia la proprietà  paterna e diventa povero. Insomma le difficoltà vengono affrontate via via, con maggiore o minore durezza e in modo sempre meno occasionale sulla scorta dell'adozione del diritto romano che non per caso viene riordinato da un imperatore romano cristiano, Giustiniano.  

 Viene elaborata una teoria secondo la quale il diritto non ha un'origine storica, ma è espressione della volontà e dottrina di Dio, come la legittima autorità religiosa e politica e sociale (omnis auctoritas a deo). Esisterebbe dunque un "diritto naturale" che risponde alla sana razionalità umana universale e perenne.    Non vi è dimostrazione di ciò, dato che il diritto è -se altra cosa mai- storico e positivo, ma la Chiesa usa la nozione di diritto naturale, una scuola di diritto detta giusnaturalismo a sostegno della propria tesi.    Una delle più solenni istituzioni definite di diritto naturale -anche se solo recentemente-  è  la famiglia fondata sul matrimonio  tra un uomo e una donna, dunque non modificabile e non  scioglibile.

Nella nostra Costituzione l'aggettivo che avrebbe trasferito nel diritto quasi per intero la definizione canonica (Indissolubile) non passò.    E' palesemente non vero: il ripudio esiste nell'Antico Testamento e Gesù Cristo lo modifica evolutivamente.     La scuola giusnaturalistica ha avuto anche grandi glorie e permanenza significativa, ma oggi è piuttosto  abbandonata, tranne che dalla Chiesa, che usa questo termine per difendere istituzioni di cui le giustificazioni sono storiche (dal dì che nozze tribunali ed are).     La cosa davvero incredibile è che il familismo non è affatto caratteristico del Cristianesimo che ha sempre privilegiato il celibato  o la vita monastica alla famiglia e dato del matrimonio una definizione meschina (rimedio della concupiscenza) e una finalità ridotta (la riproduzione).

Solo dopo che Engels ebbe pubblicato L'origine della famiglia, la Chiesa corse ai ripari e il papa Leone XIII, lo stesso delle encicliche sociali  inventò la festa della Sacra Famiglia, a dire il vero una famiglia un po' strana.     Come dico sempre, se vi fosse stata la legge 40 Gesù  Cristo, frutto -secondo il racconto evangelico- di una inseminazione eterologa se altre mai, non avrebbe potuto essere concepito.

Eppure la famiglia che la festa ci propone come addirittura Sacra è molto più profetica di quella che viene  obbligata dai testi e dalle regole pontificie di oggi. La madre è  trovata incinta prima del matrimonio, il padre sa di non essere il padre biologico e accetta con grande affetto e dedizione un figlio non suo, che poi scappa di casa a 12 anni e poi vive sottomesso e poi corre un' avventura tremenda fino alla morte: tutto fa vedere che i rapporti non sono importanti perchè legali, ma perchè d'amore. Che tocchi a me richiamare  il senso crisiano della famiglia? Certo no, ma almeno ricordare che per l'appunto per Gesù Cristo la legge uccide e l'amore vivifica.

Radici       Premessa dell'autrice :E' un tema del quale mi sono occupata altre volte, ma poichè i parlamentari che fanno parte della corte vaticana ricicciano ogni momento con le radici cristiane e la famiglia naturale,  proverò a mettere tutti insieme i pensieri che ho sul primo dei due punti. Un'altra volta la famiglia "naturale".     Come dico sempre, parlare di radici cristiane è un falso storico: "Europa" è più antico di "Cristianesimo". Si può piuttosto dire che, sbarcato dalla Palestina a Roma, il Cristianesimo viene perseguitato per un paio di secoli e poi vince con Costantino e passa un bagno di grecizzazione e romanizzazione molto profondo, sicchè è corretto dire che esso Cristianesimo ha radici grecoromane. Il bagno nella grecità è rappresentato soprattutto dall'assunzione del pensiero aristotelico (filtrato dalle traduzioni che dal greco ne fecero i filosofi arabi) e quello nella romanità soprattutto nel fatto che viene abbandonata la precedente veterotestamentaria opinione sulla proprietà della terra e si assume quella del diritto romano che da allora costituisce il Cristianesimo nel più solerte difensore della proprietà privata. 

Di lì viene la definizione della proprietà privata come "diritto naturale". Questo singolare rovesciamento fa sì che, quando il Cristianesimo vince e diventa fonte del potere politico, esso si trasforma in Cristianità o Cristianesimo costatiniano, che fu messo sotto accusa dal Concilio Vaticano II, oggi cancellato o almeno oscurato.  

  Comunque già dal principio il Cristianesimo, religione mediorientale  si intreccia con Ebraismo e Islam oltre che con la filosofia greca e il diritto romano.     Quando diventa Cristianità, ovvero potere politico, dà inizio a un processo millenario, punteggiato sì dalla costruzione delle meravigliose cattedrali paleocristiane, romaniche, gotiche che abbelliscono le contrade europee, del canto gregoriano, da tutta la pittura e scultura sacra, oltre che da molti santi e sante, benemerite anche per la storia civile, ma anche di tremende guerre per le investiture, che dal natale dell'800 da Carlo Magno fino a Francesco Giuseppe raccontano il Sacro Romano Impero .

Se si aggiungono le crociate e le guerre di religione, si può capire il Trattato di Vestfalia che nel 1648 sanciva la composizione del lungo sanguinoso conflitto tra le versioni differenti del Cristianesimo col dire che "cuius regio, eius religio": era un modo utile, ma niente affatto liberante, dato che metteva la confessione religiosa lecita sotto il dominio politico come oggi in Iraq e altrove l'appartenenza all'una o all'altra delle versioni islamiche giace nel patrimonio politico di una tribù o territorio.

    Inoltre  non è alieno dal conflitto anche con le altre religioni: ma voler parlare di radici ebraico-cristiane mi pare davvero troppo disinvolto, dato che gli Ebrei nei paesi cristiani sono quasi sempre stati perseguitati, nella forma più soft ghettizzati, nella più feroce sottoposti alla Shoah. Il rapporto con l'Islam è fortissimo in Spagna e in Sicilia, terre delle quali non si conosce la storia senza conoscere la presenza araba. Quanto alla Turchia, a parte che dalle zone dell'Anatolia vengono le più antiche comunità cristiane, i Turchi dopo gli Arabi sono legati alla storia d'Europa, tanto che a Lepanto ci fu il definitivo scontro navale (e le bandiere turche  conquistate sono state considerate dalla Cristianità trofei di definitiva vittoria nello "scontro di civiltà", fino a quando Paolo VI non le restituì a Tuichi, per segnare che una vittoria militare non può essere fondamento di alcun diritto e meno che mai fisionomia della religione cristiana). 

Un bel po' di anni dopo Lepanto i Turchi erano arrivati alle porte di Vienna (1770) e lì furono sconfitti da Eugenio di Savoia, generale mercenario al servizio dell'imperatore d'Austra, "Prinz Eugen, der edle Ritter", il principe Eugenio, nobile cavaliere, come dice un famoso e popolare Lied tedesco. Ma i rapporti con la Turchia, antichi quanto il mito di Europa e il passaggio del Bosforo, non  si limitano affatto a questo, tanto è vero che l'alleanza con gli Imperi centrali, dalla quale noi ci allontanammo col famoso "giro di valzer" all'inizio della prima guerra mondiale, includeva anche la Sublime porta.  

  E' tempo di uscire da questi enormi pasticci che hanno seminato l'Europa di re cattolicissimi o cristianissimi, di alleanze ferree fra Trono e Altare, di imperatori sacri e romani, che praticavano una morale privata molto poco coerente con i titoli che si davano (Francesco Giuseppe aveva la sua amante nello splendido castello di Schoenbrunn, per dire). Una delle radici, questo si potrebbe dire davvero, è che persone palesemente fuori dalla morale cristiana,  poi fanno prediche a tutti indicando la retta via. Esempio di doppia morale che non mi pare una gloriosa radice della quale vantarsi.

    CI è voluta una fatica plurisecolare, lotte sanguinose, per affermare la laicità della politica, dell'arte, del pensiero, della scienza (e questo si chiama Machiavelli, Tasso, Giordano Bruno, Galileo) che dà luogo alla laicità dello stato e alla definizione giuridica del rapporto di cittadinanza e dei diritti conseguenti .     Buttare via un tale patrimonio -come sembra fare Benedetto XVI- è davvero antistorico. Ma non basta aspettare che una ipotesi antistorica crolli da sè. Prima di crollare può fare danni gravissimi.     Sicchè la lotta contro le "radici" è giusta e va fatta con un qualche spessore. Serve anche la battuta anticlericale, non dirò di no, dato che spesso è anche divertente, ma è meglio l'argomento serio e la documentazione.