CARO RATZINGER ANCHE QUESTA E` NATURA

Spunti per una riflessione su DICO e Pacs.

Per far riflettere sulle purpuree cazzate.

Eppoi, qual è l`origine della parola FAMIGLIA?


Nel libro IV delle Metamorfosi Ovidio narra dell’amore della ninfa Salmace per il figlio di Ermes e Afrodite. La ritrosia del fanciullo, il suo ritegno, cozzavano contro la bramosia che Salmace aveva di lui. Al punto che egli, un giorno, gettandosi nelle acque, si trovò avvinto dalla ninfa che ivi faceva le sue abluzioni quotidiane. Il giovanetto cercò di respingerla. Ma lei avvinghiandolo con forza tra le sue spire, pregò: “O dèi, nessun giorno stacchi costui da me, né me da costui!”.

Gli dèi ascoltarono la sua preghiera e fecero sì che i due corpi divenissero uno solo; sicché Ermafrodito fu mezzo maschio e mezzo femmina. Ma la storia è stata solo lo spunto per iniziare un discorso sulla fisiologia del sesso. Partiamo dalla “Mappa dei geni” che pare sia in fase di completamento. Tutti sappiamo che tra le 23 coppie di cromosomi che ciascun essere eredita per metà dal padre e per metà dalla madre, se l’embrione ha la 23ma coppia XX il nascituro sarà femmina, se invece il caso vorrà dargli in sorte al posto di XX un XY, allora sarà un bel maschietto.

Ma quello della Y è un affare molto delicato per il maschio, poiché questa Y gli farà correre il rischio di morire 26 volte in più della femmina nel primo anno di vita; col tempo, spesso, lo farà diventare calvo e incappare in molte malattie da cui le donne sono immuni. Rispetto alla femmina avrà in media vita più breve. Tutto questo per i maschi è un handicap. Ma veniamo adesso al dato. Il cromosoma Y, secondo i ricercatori del Massachussetts Istitute of Tecnology, guidati dal prof. David Page, il maggiore esperto al mondo di cromosomi Y, non sarebbe che una versione degradata e impoverita del cromosoma X.

Tutto questo significa che il cromosoma Y è molto labile, e lo diviene ancora di più se la madre al figlio ha trasmesso il gene dell’omosessualità che si trova in X e che si chiama xq28. Questo gene può dar vita immediatamente ad un individuo omosessuale (pare sia ereditario da parte di madre). Ma può attivarsi anche tardivamente in seguito a malattia o altro per cui, col tempo e senza colpo ferire (ovvero per cause ancora non ben conosciute), xq28 può entrare in azione e cambiare le carte in tavola ad Y. O meglio, può spingerlo a essere quello che potenzialmente è sempre stato per via di quest`eredità materna, ma che, presane coscienza, il pudore, per la società puritana e eterosessuale in cui è stato educato, gli ha impedito di essere: un gay. Cioè un essere appartenente ad un altro sesso. Questo tipo di sessualità non ha nulla a che vedere col vizio, ma con la spinoziana sacralità della Natura.

Capita di assistere a famiglie che si sfaldano perché all’improvviso il padre ha cambiato gusti sessuali. Probabilmente non ha cambiato per vizio, ma perché la Natura ha lavorato in tal senso. Dunque, è meglio precisare che questo tipo di apparente omosessualità (dico apparente poiché spesso l`oggetto della metamorfosi ha la scorza ancora del maschio, ma i geni e la sessualità della femmina) fa parte di uno dei 4 tipi fondamentali di omosessualità analizzati dal sottoscritto: a) omosessualità ormonale o dovuta alle cause di cui sopra; b) omosessualità nevrotica: quella motivata da rapporti conflittuali con l’altro sesso (e qui entra in funzione la psicanalisi); c) omosessualità indotta: quella che si produce nelle carceri, nei collegi e nei conventi; d) omosessualità per vizio: poniamo il caso di un uomo che abbia avuto moltissime donne e provi stanchezza per l’altro sesso.

Dietro la spinta ormonale, che comunque continua a fare il suo lavoro, si rivolge a partners del proprio sesso per provare qualcosa di diverso e di nuovo. Fin qui l’azione della Natura sull’uomo. E sugli altri animali? Riporto alcuni esempi. Lo sapete che le lumache sono animali ermafroditi? Si accoppiano e l’una perfora l’altra, ambedue sono produttrici poi di uova che inseminate si dischiuderanno dando vita a nuovi ermafroditi. E le galline? Il famoso etologo Conrad Lorenz, (riporta Danilo Mainanrdi in un articolo su Repubblica del nov. 2004) con due ricerche del 1935 e del 1940, ha dimostrato che in molte specie animali i comportamenti sessuali maschili e femminili coabitano. È risaputo storicamente che nel 1474 a Basilea una gallina fu addirittura condannata al rogo dall’Inquisizione in pubblica piazza per essersi trasformata in gallo. Allora ciò fu visto come atto stregonesco.

Oggi si è scoperto che non è altro che un sommovimento della Natura. Negli uccelli, è risaputo, che in una prima fase di sviluppo le gonadi sono indifferenziate, poi si evolvono in testicolo ed ovaie. “Mentre però, - afferma Danilo Mainardi - se si tratta di testicoli, ambedue le gonadi sono coinvolte; nel caso delle ovaie si sviluppa solo quella di sinistra, mentre quella di destra si mantiene indifferenziata, quasi fosse in attesa di qualcosa”. Normalmente nulla accade. Può accadere però che un tumore, la tubercolosi o altro accidente, distruggano l’ovaia attiva. E allora la gonade in attesa si trasforma in testicolo oppure in qualcosa di ibrido. Questo qualcosa si chiama OVARIOTESTIS. “Poi - è Mainardi che parla - dopo che è avvenuta la trasformazione cominciano a partire per via endocrina nuovi ordini tesi a modificarne la ‹‹facciata››, a ripescare comportamenti altrimenti sepolti”. La ristrutturazione, dunque, comporta anche una modifica morfologica: la gallina diventa gallo e si accoppia con le sue ex colleghe. Proprio il contrario di quanto avviene nel                                                                                                                                                                                                               maschio UOMO il cui aspetto rimane immutato a meno che non ricorra al bisturi!

Origine della parola FAMIGLIA: dal lat. FAMILIA per FAMELLA dall`Osco FAMEL dal antico lat. FAMUL onde FAMULUS= famiglio da FAAMA=casa. FAMILIA va ricondotta alle originarie componenti accadiche hammu (con aspirazine dell`h simile ad una ”F” (padre di famiglia) e hamïlu (persona, uomo, schiavo). Ovvero il complesso dei famuli (i famigli) fra cui nell`antica società domestica erano compresi ANCHE i figli, sottoposti alla patria potestà del pater familias. Poi, in senso ristretto, i famigliari consanguinei. Dunque, non solo i consanguinei sono insiti nel concetto di FAMIGLIA.
Che non è di origine naturale, ma sociale. Per estensione (vedi De Mauro pag.889 ed. Paravia 2000): insieme di persone legate da un vincolo comune di affetto o di amicizia.
Nella foto: fisiologia dell`ermafrodita.

Luca Torre www.losfoglio.it