Omar: «Annienterò l'America, non mi fermerete»

Il servizio pashtun della Bbc ha intervistato il mullah Mohammad Omar, leader dei taleban. Il dialogo è avvenuto per interposta persona, via telefono e radio: un intermediario taleban ha raccolto le domande su un satellitare e le ha trasmesse alla radio portatile del mullah. Le risposte sono state raccolte da un telefono collegato alla radio

MULLAH Omar, che cosa pensa dell’attuale situazione in Afghanistan?


«Voi, Bbc e radio fantoccio americane, avete seminato inquietudine. Ma l’attuale situazione in Afghanistan è legata a un progetto più ampio - la distruzione dell’America. Dall’altro lato, è in atto un vaglio dei taleban (chi è e chi non è leale). Vedremo queste cose accadere tra breve».

Che cosa intende per «distruzione dell’America»? Avete un piano concreto per realizzarla?


«Il piano sta andando avanti e, a Dio piacendo, è in fase di realizzazione. Ma è un compito immenso, che va al di là della volontà e della portata degli esseri umani. Se l’aiuto di Dio è con noi, accadrà in un breve lasso di tempo; tenete a mente questa profezia».

A quanto si dice, Osama bin Laden ha minacciato l’uso di armi nucleari, chimiche o biologiche contro l’America. Quanto lei sta minacciando è legato a ciò?


«Non è una questione di armi. Noi speriamo nell’aiuto di Dio. La vera questione è l’annientamento dell’America. E, se Dio vuole, l’America crollerà».

Negli ultimi giorni, avete perso il controllo di parecchie province. Sperate di riguadagnare il terreno perduto?


«Noi speriamo che voi assisterete allo stesso tipo di cambiamento che avete visto: perdere e riguadagnare terreno».

Qual è stata la ragione di una ritirata così precipitosa? Perché le vostre truppe sono fuggite dalle città? Avete subito perdite pesanti per i bombardamenti Usa o i vostri soldati vi hanno tradito?


«Le ho detto che il ripiegamento è legato a un più grande obiettivo. I taleban possono aver fatto alcuni errori, vagliarne la lealtà è un lavoro lungo. Questi problemi possono servire a purificare dei loro peccati i taleban in errore. D’altra parte è in corso anche un grande cambiamento».

Può dirci quali province sono attualmente sotto il vostro controllo?


«Ne abbiamo quattro-cinque. Non è importante quante siano sotto il nostro controllo. Un tempo non ne avevamo neppure una, poi arrivò l’ora in cui avevamo tutte quelle che abbiamo perso nel giro di una settimana. Per questo dico che il numero delle province non è importante».

La sua partecipazione al futuro governo è già stata esclusa, ma se una parte delle vostre forze decidesse di entrarvi in rappresentanza dei taleban in generale o dell’ala moderata, lei si opporrà?


«Non c’è una distinzione del genere tra i taleban. Tutti i taleban sono moderati. Ci sono due cose: l’estremismo ("ifraat", troppo) o il conservatorismo ("tafreet", troppo poco). da questo punto di vista, noi siamo tutti moderati - pratichiamo la via di mezzo. La lotta per un governo a base ampia va avanti da vent’anni, senza nessun risultato. Noi non accetteremo un governo di peccatori. Noi preferiamo morire piuttosto che entrare in un governo malvagio. Tenga bene a mente quello che le dico. Questa è la mia profezia. Crederci o non crederci - è un problema vostro. Aspettate e vedrete».

 

 

 

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