COMUNICARE A SINISTRA.

Intervista con il Direttore del settimanale - CARTA - Pierluigi Sullo.

Di massimo d’andrea.

CONTRO LA CENSURA e per la LIBERTA’ DI STAMPA , sia quella televisiva che dei quotidiani della carta stampata, parlo con il DIRETTORE DI

- CARTA - , attenta e intelligente persona.

STIAMO VIVENDO IN UN PERIODO DI - REGIME DELL’INFORMAZIONE - O NO ?

Non so cosa intendi in particolar modo per REGIME, ma la situazione italiana e’ grave, perche’ mentre altrove ci sono tutti i meccanismi del mercato che vendono l’informazione, come un’industria, poco interessati a quella che una volta si chiamava : " opinione pubblica ", con tutti i fenomeni degenerativi, che per esempio IGNACIO RAMONET, direttore di Le Monde Diplomatique, o altri francesi hanno studiato, denunciandone i meccanismi.

In Italia c’e’ un’aggravante, ovvero che abbiamo un Presidente del Consiglio, proprietario di tutte le televisioni, e credo che questo esiste solo in un altro paese, che e’ la Thailandia, dove il premier e’ anche proprietario delle maggiori televisioni di quel paese. Questo significa, come ben sappiamo, che si sommano potere politico e potere dei media, nelle mani di una sola persona. Dunque Berlusconi, controlla sei televisioni su sei in Italia, infatti in questi giorni i tg - del primo e secondo canale, aprivano tutti con l’omicidio della povera DESIRE’, invece che con altre notizie economiche o di politica estera importantissime.

MA ALL’INTERNO DI QUESTE DUE REDAZIONI GIORNALISTICHE TELEVISIVE, CHE CI OFFRONO INFORMAZIONE RISPETTO ALLE NOTIZIE CHE GIUNGONO DAL NOSTRO PAESE E DAL RESTO DEL MONDO, CI SONO MOLTI GIORNALISTI PROGRESSISTI O DI SINISTRA, COSA E’ ACCADUTO, C’E’ UNA SORTA DI AUTOCENSURA PER SEGUIRE LE LINEE POLITICHE IMPOSTE ?

Diro’ una esagerazione se vuoi, ma le linee politiche, secondo me, non c’entrano proprio nulla. Mi fa specie vedere una giornalista come Lilli Gruber, che si e’ sempre presentata come una donna progressista, non voglio dire di sinistra, aperta e attenta all’informazione, proporre quel tipo di telegiornale, mi stupisco che lei non avverta nessuna contraddizione in questo. Il problema credo che sia un altro, la televisione, e lo dico per quello che vedo perche’ non l’ho mai fatta, omologa qualsiasi cosa. Tutto e’ uguale e tutto e’ il contrario, per cui non ha importanza che Lilli Gruber debba aprire il telegiornale come all’epoca del centrosinistra, sulle questioni politiche sociali o con Desire’. Questo e’ lo stile che ha portato avanti il direttore del tg2, Clemente Mimone, oggi direttore di questa redazione cosi’ come prima era direttore del tg1. Cio’ significa sicuramente che la bassa macelleria fa houdiens e si prendono due piccioni con una fava, perche’ questo tipo d’informazione depista i problemi reali del paese e " incanta " il fruitore.

GIORGIO BOCCA SCRIVE SPESSO CHE SONO LE HOLDING PUBBLICITARIE CHE DETERMINANO LE LINEE E LE NOTIZIE ANCHE DEI QUOTIDIANI E QUINDI DELLA CENSURA, DI CHI SONO LE MAGGIORI RESPONSABILITA’ ? IL CENTROSINISTRA NON SAPEVA CHE NON RISOLVENDO I CONFLITTI D’INTERESSI POI CI SI SAREBBE PRESENTATA L’ATTUALE PROBLEMATICA ?

Non lo dico io, ma un giornalista importante come Curzio Maltese, che spesso batte su questo chiodo. Se il centrosinistra a suo tempo avesse fatto una legge sul conflitto d’interessi decente, oggi questa situazione, ovvio, era inesistente. Pero’ questa la considero una responsabilta’ di secondo grado, perche’ il problema reale sull’informazione, il tutto, cioe’ la politica la vita sociale in generale, il destino dei beni comuni, che Riccardo Petrella chiama : " i beni comuni dell’umanita’ "sono dominati da un’unica legge, come scrive Bocca sul Venerdi e l’Espresso, ovvero da quella del mercato, dalla legge dell’economia. Dunque in un certo senso si puo’ anche dire che, se all’investitore pubblicitario e alle potenze dell’economia, va bene che le televisioni italiane siano gestite da uno che accidentalmente e’ anche Presidente del Consiglio, va bene cosi’, purche’ ad un investimento pubblicitario ci sia un incremento del fatturato, detto questo detto tutto. Ma, visto che una delle poche cose, di cui ci informano regolarmente, e’ l’andamento delle borse, in questo periodo non mi sembrano entusiasmanti.

PAOLO SERVENTI LONGHI, SEGRETARIO DELL’UNICO SINDACATO DELLA CATEGORIA, SEMBRA INTENZIONATO A PROCLAMARE UNO SCIOPERO PER LA LIBERTA’ DI STAMPA. PERSONALMENTE GIRANDO NELLE REDAZIONI DEI DIVERSI GIORNALI, ALCUNI SONO INTENZIONATI AD ORGANIZZARE IL TUTTO INSIEME ALLO SCIOPERO DEL 18 OTTOBRE, DICHIARATO DALLA CGIL. IL PROBLEMA E’ CHE DIFFICILMENTE SU QUESTA DATA TUTTI I GIORNALISTI PARTECIPEREBBERO, PERCHE’ SI DICHIARANO UNA CATEGORIA INDIPENDENTE, COSA NE PENSA LA REDAZIONE DEL VOSTRO SETTIMANALE ?

Intanto noi siamo una cooperativa, dunque sciopereremmo contro noi stessi. Pero’ uno sciopero ha dei valori generali a prescindere dalle condizioni pratiche personali e dal fatto di ostacolare la produzione contro il proprio padrone, come e’ nello schema classico di uno sciopero. IO PENSO CHE DOBBIAMO PARTECIPARE, se la categoria dei giornalisti, ammesso che poi sia una categoria perche’ ne dubito, si unisse, si assommasse allo sciopero del 18 ottobre insieme alla CGIL, in questo che noi abbiamo a suo tempo battezzato - sciopero non solo generale ma generalizzato - , va bene.

CERTO VISTO I TANTI TEMI D’AFFRONTARE…

Non solo i temi ma i pezzi di societa’ che sono interessati, il lavoro precario,la Fiat e cosi’ via. Questo sarebbe grandissimo, ma temo che non sia cosi’, per due ragioni ;

perche’ per un verso c’e’ in Italia, la sensazione, anzi la certezza da parte dei giornalisti, di non essere dei puri lavoratori indipendenti, ma di essere parte del potere. Quando un vero o presunto potente ti prende sottobraccio nel transatlantico della Camera per raccontarti qualche presunta indiscrezione, tu ti senti parte di un meccanismo del potere.

C’e’ quindi un problema ulteriore in quel genere di economia che chiamiamo neoliberismo, il fatto che non esiste piu’ la categoria di giornalisti.

Ci sono un certo numero di giornalisti che hanno il contratto di lavoro e che sono inscritti al sindacato e via dicendo, ma c’e’ una grande massa di persone che fanno il lavoro dell’informazione e della comunicazione del giornalismo, in forme, tra l’altro, innovative e alternative, vedi i siti INTERNET o altri mezzi di comunicazione mai visti prima, che sono superprecari.

Persone cioe’ che non riescono a diventare giornalisti, secondo tutte le regole, anche perche’ i giornalisti sono una categoria molto chiusa e che si difende, non voglio dire una corporazione perche’ e’ antipatico, ma sono un gruppo di persone che hanno messo degli ostacoli fra loro e il mondo. Ad esempio noi, abbiamo una nostra mutua, un nostro Istituto di Previdenza, del tutto separato da quello del resto umano. Tutta questa massa di persone che fanno giornalismo freelance, che un modo per non dire che sono supersfruttati, sottopagati e cosi’ via, in che modo si possono riconoscere in uno sciopero indetto dalla federazione nazionale della stampa ? tanto piu’ che se scioperano vengono anche cacciati.

IO CREDO CHE CERTE REAZIONI DOVEVANO ESSERCI PRIMA, QUANDO AD ESEMPIO CI SONO STATE DELLE AFFERMAZIONI BULGARE CONTRO SCIUSCIA’ SANTORO, BIAGI, ED ALTRE PERSONE ERA CHIARO COSA STAVA PER ACCADERE. MA PER FARE QUESTO, C’E’ ANCORA TANTO DA RISOLVERE ALL’INTERNO DELLA CATEGORIA GIORNALISTI.

Ma anche perche’ Biagi, Santoro e cosi’ via sono dei monumenti del giornalismo, persone molto corazzate, e quindi sai, un poveretto che si sbatte per vendere il suo pezzo, la sua fotografia, al di la delle questioni ideali, dal punto di vista pratico fa fatica a riconoscersi in uno sciopero.

E’ CHE SE COLPISCONO I GRANDI, I PICCOLI SI DANNO ALLA FUGA.

Certamente e’ cosi’.

LA SINISTRA HA SEMPRE PUNTATO SULLA CULTURA, SUI LIBRI, SULLE RIVISTE SPECIALIZZATE, ED ALTRO, INTERESSANDOSI POCO, PERCHE’ NON GLI VENIVA PERMESSO, DELLA COMUNICAZIONE E DEI SUOI MEZZI. QUALE FORME ALTERNATIVE POSSIAMO PROPORRE OGGI PER RECUPERARE UN DISASTRO COMPIUTO PRECEDENTEMENTE ?

Intanto dobbiamo cominciare a notare che la casa editrice EINAUDI, che e’ stata uno dei capi saldi della cultura di sinistra e comunista, in Italia dal dopoguerra ad oggi, appartiene a Mondatori e che Mondatori appartiene a Silvio Berlusconi, quindi si torna al principio dell’intervista. Comunque l’alternativa non e’ nell’inventare qualcosa di nuovo, e’ nel constatare il fatto che comincia ad esistere da qualche anno, al di la delle testate storiche del giornalismo di sinistra, uno intero sistema della comunicazione nato dal basso.

Indipendente dai sistemi economici politici.

Come quello che e’ stato causa ed effetto, di un fenomeno come il Forum sociale Mondiale di Porto Alegre e restando in Italia, alla vicenda di Genova, dove i giornalisti non capivano nulla di quanto accadeva, stando chiusi all’interno della zona rossa, mentre fuori da questa c’erano una quantita’ enorme, di quelli che normalmente si chiamano, giornalisti dei media indipendenti, o media-attivisti, con tutte le loro diversita’, a documentare, minuto per minuto immagine per immagine, cosa diavolo accadeva nelle strade di Genova e cio’ ha avuto un impatto enorme, anche sui giornalisti ufficiali, non solo sul pubblico.

Questo fenomeno d’informazione indipendente cresce di giorno in giorno e nel suo piccolo riesce a comunicare piu’ degli organi ufficiali, se mi permetti, il mio settimanale che si chiama CARTA, e’ una testimonianza di questo fatto.

Noi siamo nati, come settimanale un anno fa, come testata tre anni fa, giusto a cavallo delle manifestazioni di Siattol, le quali sono state uno squillo per le diversita’ nel mondo. Una serie di persone si sono unite, hanno messo dei soldi ed hanno creato un giornale indipendente che effettivamente esiste oramai da tempo ed ha un certo seguito. Questo vale per molti siti INTERNET per molte radio e via dicendo.

Se la sinistra, in generale, la smette di pensare che il problema e’ quello di andare a mendicare nella RAI, o a MEDIASET, o nei giornali della carta stampata, per avere un po' di spazio, miglioriamo tutti nell’alternativa.

Il problema e’ legato al fatto di crearsi i propri media, non i media faziosi di sinistra, ma media - sociali che sappiano raccontare, anche in modo attraente e piacevole, la realta’ delle nostre citta’ e della nostra società, sarebbe fantastico, ma dubito che la sinistra cambi modo di essere e pensare.

IL VOSTRO SETTIMANALE CARTA COME PROCEDE ?

Noi siamo un settimanale nazionale di 80, cento pagine alla settimana, abbiamo un sito internet, realizziamo una trasmissione radiofonica ritrasmessa in mezza Italia da una ventina di radio, abbiamo una news letter di 13 mila indirizzi email, siamo totalmente esposti al mercato, perche’ non ci protegge neanche la legge sull’editoria, quella che ha il FOGLIO di GIULIANO FERRARA, tanto per fare un’esempio , in quanto organo del partito della moglie di BERLUSCONI, e forse ci rientreremo solo dall’inizio del 2004 in poi.

Siamo una specie di miracolo di San Gennaro.

Come va Carta ? procede, e questo significa che ha trovato un suo senso, un suo pubblico, nonostante tutti gli ostacoli, la distribuzione, la tipografia che il mercato in generale ti impone compreso la pubblicita’, che per altro noi rifiutiamo. Siamo una specie di strano animale, ma come noi ce ne sono tantissimi in giro, magari piu’ piccoli, piu’diffusi su altri supporti eccetera. Questo significa che se si fa della buona informazione, racconti delle storie e non solo tristi, funzioni.

A PROPOSITO DEL NEOLIBERISMO QUANTO C’ENTRA LA SUA CRISI CON LA COMUNICAZIONE PERDENTE DELLA SINISTRA ATTUALE ?

Il neoliberismo in crisi genera la guerra con tutte le sue manifestazioni violente. La guerra non e’ solo quando un soldato americano spara su un talebano, la guerra e’ un clima, un’atmosfera, uno stato d’animo.

E’ ANCHE UNA SOTTOCULTURA QUOTIDIANA ?

Si certamente, ci viene raccontato che quanto accade, e’ una guerra civile globale, una cosa che si scatena anche contro il tuo vicino di casa, magari immigrato, perche ti spingono a sospettarlo terrorista. C’e’ una pressione costante sui media affinché si mettano in linea, anche con la paura e devo dire che lo fanno volentieri.

Grazie di tutto - redazione Namir.

 

 

 

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