INTERVISTA A Noam
Chomsky Roberto
di Nunzio - http://www.articolo21liberidi.org
pubblichiamo l'intervista
che Domenico Pacitti ha realizzato con Noam
Chomsky, intorno alla situazione italiana e al ruolo
del Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi.
Nel corso dell'intervista, Noam Chomsky spiega
quanto possano essere addirittura "banali"
le accuse che la società civile e parte del mondo
politico rivolgono a Berlusconi rispetto a quanto
accade negli Stati Uniti e suggerisce che l'unica
via ad una opposizione democratica debba passare
obbligatoriamente per una forma di protesta globale e d
organizzata a livello internazionale. (segue)
Domenico Pacitti, giornalista e professore
universitario, corrispondente del supplemento del Guardian
di londra "The Times Higher
Education Supplement", ed
editorialista di "World
ParlamentarianBruxelles, dopo aver
insegnato in Inghilterra,
è attualmente docente di lingua e letteratura inglese e
americana all'Università di Pisa.
L'intervista è stata redatta per "Terre
libere: altre forme di comunicazione",
inesauribile fonte di informazione e "controinformazione"
nel web, ed è la prima volta che viene pubblicata su un
organo di informazione.
Pacitti:
Silvio
Berlusconi, plurimiliardario magnate dei media, ha vinto
le elezioni italiane nonostante un gravissimo intreccio
di conflitto di interessi ed imputazioni altrettanto
gravi di fronte alla giustizia. Sembra che gli italiani
siano meno interessati alla questione morale e più
interessati a quello che Berlusconi possa fare per loro.
Chomsky:
Perché pensa che la
situazione sia diversa in Gran Bretagna e negli Stati
Uniti?
Pacitti:
È
questo che spero che ci spieghi.
Chomsky:
La risposta è che non
è diverso.
Pacitti:
Può
elaborare il concetto?
Chomsky:
Alcuni mesi fa qui
cè stata un'elezione. Ora, io non so in Italia, ma
qui la popolazione è sondata estensivamente,
in modo massiccio, cosicché noi abbiamo una conoscenza
abbastanza buona degli atteggiamenti pubblici. C'è,
infatti, ad Harvard un progetto chiamato
LElettore che Svanisce, che mi sembra
molto significativo. Si occupa di analizzare nei dettagli
i risultati elettorali per tentare di determinare perché
gli elettori stanno perdendo interesse nelle elezioni da
venti anni a questa parte. Una delle cose che viene
misurata è il senso di helplessness, di
impotenza cioè, ovvero si percepisce sempre di più che
non è possibile fare niente che agisca sul processo
politico. Il senso di impotenza ha colpito pesantemente
questanno, ben oltre ogni precedente. Di fronte
all'elezione approssimativamente il 75% della popolazione
ha percepito che non c'era alcuna competizione, che era
solo una sorta di gioco tra sottoscrittori ricchi,
boss di partito ed i media. Lindustria
delle relazioni pubbliche, della pubblicità, ha creato i
candidati, addestrandoli ad usare certi gesti e
determinate parole che i ricercatori di marketing
indicavano come utili ai fini elettorali. Alla fine
nessuno diceva ciò che pensava, nessuno capiva e molti
pensavano che si trattasse di qualcosa privo di senso,
solo una specie di gioco di marketing, di pubbliche
relazioni.
Pacitti:
E pensa
che ciò che sta accadendo in Italia sia simile?
Chomsky:
Posso dire che è molto
simile, ma io non conosco lItalia come gli Stati
Uniti. Questa è una tendenza che partì dagli Stati
Uniti e dalla Gran Bretagna e che risale alla prima parte
del secolo. Era naturale che dovesse nascere nei paesi
più democratici. Negli anni 20 qui si capì subito
negli altri paesi più tardi che non era
più possibile controllare la gente con la forza. I paesi
stavano diventando più democratici. Il diritto di voto
si stava estendendo. Il Partito Conservatore britannico -
abbiamo i loro verbali interni allepoca
della Prima Guerra Mondiale comprese che non cera
più alcun modo di tenere la generalità della
popolazione fuori del sistema elettorale. Compresero che
si andava verso il suffragio universale e che dovevano
perciò rivolgersi a quello che chiamarono guerra
politica. Sono chiamate pubbliche relazioni, ma
significa propaganda, cioè il tentativo di controllare
gli atteggiamenti delle persone ed i loro pensieri
dirigendoli verso altre preoccupazioni. Non potendo
controllare il popolo con la mera forza, lo si tiene
comunque fuori dallarena politica. Lo
stesso veniva fatto negli Stati Uniti. Infatti, si
registrava una crescita enorme dellindustria delle
pubbliche relazioni. Nelle società più avanzate, più
democratiche, cè da credere che appena una
società ottiene più libertà, la propaganda sostituisce
la violenza come mezzo di controllo del popolo.
Pacitti:
Berlusconi
è stato imputato in una serie di processi penali in cui
è stato condannato. Ma a causa della legge italiana
sulla caduta in prescrizione dei reati, in effetti
nessuna di queste sentenze è stata applicata. Un recente
libro elenca quattordici imputazioni contro Berlusconi.
Nell'ultimo decennio ha collezionato pene detentive per
un totale di sei anni e cinque mesi per corruzione,
finanziamento illegale e falso in bilancio.
Chomsky:
Per gli standard Usa si
tratta di banalità.
Pacitti:
Nel
1990, Berlusconi fu condannato per spergiuro dopo aver
negato la sua appartenenza alla loggia Massonica P2, una
organizzazione anti-comunista che ha usato i servizi
segreti per fini politici. La condanna di Berlusconi fu
annullata da un'amnistia generale. Il sostegno degli
Stati Uniti alla P2 sembrerebbe confermare quello che lei
sta dicendo.
Chomsky:
Precisamente. L'Italia,
come sappiamo, è stata il principale obiettivo degli
Stati Uniti fin dalla fine della Seconda Guerra Mondiale.
Lo scopo era quello di minare la democrazia in Italia.
Negli anni 40, c'era la grande paura che la
Sinistra vincesse unelezione democratica. In
particolare, nel 1948 la Sinistra aveva un grande
prestigio. Voglio dire che aver sostenuto la resistenza
contro il Fascismo era un fatto molto importante in quel
periodo, così come supportare i sindacati. Proprio
mentre la Sinistra si apprestava a vincere le elezioni,
gli Usa iniziarono a cospirare. Non so se a lei è noto,
ma il primo piano del Consiglio di Sicurezza Nazionale
[NSC1, si veda in proposito il memorandum in Storia
del Consiglio di Sicurezza Nazionale 1947-1997":
www.fas.org/irp/offdocs/NSChistory.htm ] riguarda
lobiettivo di minare la democrazia in Italia.
Questo era il problema dellepoca. E conclusero che
potevano minare il processo democratico ricorrendo
allarma degli aiuti alimentari e non credo
che ci sia bisogno di ricordarle che in quel periodo
cera molta gente letteralmente affamata alla
reintegrazione della polizia fascista (cosa che fu
effettivamente fatta) e ad altre cose del genere tra le
quali il sabotaggio dei sindacati. Se tutto questo non
fosse stato sufficiente e la Sinistra nonostante tutto
avesse vinto, gli Stati Uniti avrebbero tentato la carta
di una mobilitazione nazionale, appoggiando
nel contempo una serie di attività paramilitari contro
il governo. La politica del Consiglio di Sicurezza
Nazionale prevalse, e continuò fino agli anni settanta e
forse oltre. Voglio dire che le nostre conoscenze
arrivano solamente fino agli anni settanta perché lì i
documenti si fermano. Il sostegno alla P2 va inserito in
questo contesto. In altre parole, lo sforzo di minare la
democrazia italiana ha radici antiche. A confronto,
Berlusconi non sta organizzando attività militari per
rovesciare il governo. Ciò che accade oggi non è
corretto, ma non è grave quanto quello che è accaduto
in passato. Ed è lo stesso qui. A Clinton non è
accaduto di avere molti processi per corruzione. Ma
guardiamo il curriculum di Reagan e di alcuni
esponenti della sua amministrazione [1981-89].
Pacitti:
C'è
più di un sospetto qui in Italia che Berlusconi abbia
avuto un sostegno dalla Mafia siciliana alle elezioni
nazionali.
Chomsky:
Sì, ma da dove venne la
Mafia siciliana? Non nacque dal nulla. La Mafia, come lei
sa, era stata distrutta da Mussolini. E come fu
ricostituita la Mafia? Fu ricostituita quando gli
eserciti americani e britannici sbarcarono prima in
Sicilia e poi in Italia meridionale; e la stessa cosa
accadde in Francia meridionale e la criminalità fu
ricostituita come unagenzia per minare
la resistenza e minare la Sinistra.
Pacitti:
Quindi,
lei ha esaminato nei dettagli la vicenda italiana?
Chomsky:
Non ho fatto ricerche
originali ma ho valutato la vicenda comparando diverse
fonti. Quindi, per esempio, nel mio libro Deterring
Democracy uno dei capitoli [capitolo 11: la Democrazia
nelle Società Industriali], contiene dei riferimenti al
principale progetto statunitense e britannico dopo la
Seconda Guerra Mondiale: minare la resistenza contro il
Fascismo e ripristinare il tradizionale sistema politico.
Cè un riferimento allItalia, che viene
approfondito in un altro libro successivo, che si avvale
di rivelazioni ulteriori. E sullargomento c'è un
libro molto buono che ho recensito da qualche parte
[World Orders, Old and New, Londra, 1997]. Uno storico
italiano [Federico Romero, The United States and the
European Trade Union Movement 1944-1951, Nord Carolina,
1989-1992] giudica addirittura positivamente il fatto che
gli alleati abbiano disarmato la resistenza e riportato
il Comitato di Liberazione Nazionale
allordine, perché i liberi movimenti
politici e sociali da sempre ispiravano diffidenza agli
Alleati in quanto difficili da
controllare. Romero descrive gli sforzi degli
inglesi e degli americani finalizzati a minare i gruppi
operai e la resistenza contro Fascismo in Italia
settentrionale. Nonostante il giudizio positivo, la
descrizione è di grande interesse in quanto molto
accurata.
Pacitti:
E la
base per questo processo fu posta subito dopo la Seconda
Guerra Mondiale, giusto?
Chomsky:
Sì, e non solo per
l'Italia. È stato un fenomeno mondiale. Lo stesso è
avvenuto in Giappone. Uno studio notevole è appena stato
pubblicato ha vinto il premio Pulitzer [Hirohito
and the Making of Modern Japan di Herbert P. Bix] - su
come gli Stati Uniti riabilitarono lImperatore
Hirohito dopo la Seconda Guerra Mondiale come parte dello
sforzo complessivo di sostenere il Fascismo e minare la
Sinistra. È stato un fenomeno mondiale.
Pacitti:
Dunque,
i casi italiani di corruzione risultano assai meno gravi
della casistica americana?
Chomsky:
Menzionerò solo un
altro esempio per convincerla. In Francia, proprio
accanto lItalia, ci fu una grande resistenza
anti-fascista e forti movimenti operai. Il sud della
Francia fu colpito con intensità seconda solamente al
caso italiano. Lobiettivo era sempre il sabotaggio
della Sinistra e dei sindacati. Così fu restaurata la
Mafia corsa in Francia meridionale e quella è stata la
fonte del traffico di eroina nel mondo. Per ripagarli dei
servizi politici gli americani consegnarono
ai corsi il monopolio della produzione di eroina. E con
questo siamo alla French connection, giusto?
Così nacque il problema della droga nel dopoguerra.
Queste sono cose importanti. Basta dare unocchiata
al NSC1 che ho citato prima, il primo
memorandum del Consiglio di Sicurezza
Nazionale, così cruciale nel contesto, richiedeva
se necessario, come dicevo, la coercizione. Diciamo in
prima istanza il ricatto del cibo e - se non bastasse -
il sabotaggio delle elezioni. Gli Stati Uniti avrebbero
dovuto sobillare una mobilitazione nazionale,
e quindi preparare la guerra e sostenere le attività
paramilitari interne italiane.
Pacitti:
Da
quello che lei sta dicendo deriva che Berlusconi sarebbe
stato appoggiato fin dallinizio dalla Mafia, che a
sua volta è stata spalleggiata dagli Stati Uniti.
Chomsky:
Sì, gli Stati Uniti
avevano restaurato la Mafia, che in precedenza era stata
distrutta.
Pacitti:
Quindi
in Italia stiamo vedendo solo metà della
storia. Posso chiederle qualcosa di più sul caso
Berlusconi? So che non le piace dare consigli e senza
dubbio non me ne darà alcuno. Ma molta gente radicale in
Italia sta chiedendosi cosa fare. Cè chi ha
iniziato a scrivere libri che raccolgono i casi di
corruzione e di ingiustizia, dalla Mafia a Berlusconi
fino ai casi socialmente accettati di corruzione
accademica. So che lei ha posto il problema all'interno
di un contesto più largo, globale, ma c'è qualche
cosaltro che noi potremmo e dovremmo fare stando
qui e che non stiamo facendo e che va oltre un contesto
italiano?
Chomsky:
La risposta a queste
domande è la stessa, al di là di quale sia il caso
specifico. Non ci sono segreti che non siano stati
scoperti negli ultimi duemila anni. Nello specifico
italiano, tra Mafia connections, criminalità
e così via i fatti dovrebbero essere sufficientemente
conosciuti. Ma la domanda è unaltra: a chi importa
realmente? Per quanto posso capire, il vero problema è
che in Italia la gente grosso modo sa, magari non i
dettagli, ma effettivamente non gliene importa.
Pacitti:
E
perché pensa che non ci sia interesse e coinvolgimento?
Chomsky:
Il popolo subisce una
pressione tremenda, non solo in Italia ma in tutto il
mondo. Il tentativo è quello di rimuovere la popolazione
dallarena politica. Questo viene chiamato
neo-liberismo, un modello che ha il suo zoccolo duro in
Gran Bretagna e negli Stati Uniti - di nuovo i paesi più
avanzati - ma che si espande ovunque, col risultato di
invertire quello che accadde negli anni sessanta. Quello
che accadde negli anni sessanta aveva terrorizzato le
élite internazionali. Questo emerge in modo netto, e
forse nel modo più netto, in The Crisis of Democracy, il
più sorprendente documento sullargomento.
Pacitti:
Fu
pubblicato nel 1975 ed era il primo studio della
Commissione Trilaterale fondata da David Rockefeller.
Giusto?
Chomsky:
Sì. La Commissione era
una élite, una élite internazionale liberista, da
Europa, Stati Uniti e Giappone. Ed era formata
prevalentemente da persone dellamministrazione
Carter, che erano quasi interamente liberal
nel senso americano del termine, cioè socialdemocratici
ed internazionalisti. Tutta questa gente era
profondamente turbata da quanto accadeva in tutto il
mondo negli anni sessanta. Ciò che li turbava
maggiormente era la crescita della democrazia, cioè la
parte della popolazione le donne, i lavoratori, le
minoranze, gli anziani solitamente apatica e
passiva che entrava nellarena politica e tentava di
imporre le proprie richieste. Stavano entrando in un
territorio proibito. Iniziarono a pensare che il sistema
politico fosse nelle mani delle tirannie private, di
poteri privati, e stavano cominciando ad erodere proprio
questi poteri. Quella è la crisi della democrazia
secondo la Trilateral. Affermarono dunque che
troppa democrazia non va bene, occorre più moderazione,
era necessario riportare la gente allapatia ed alla
passività. Affermarono di essere turbati e richiamarono
le istituzioni responsabili dellindottrinamento
termine loro, non mio dei giovani. Si
riferivano alle scuole, ai funzionari, ai media, alle
chiese che anziché indottrinare stavano diventando
troppo indipendenti e pensanti, troppo
attivi. Avrebbero dovuto agire per invertire appunto
la crisi della democrazia. Ci sono stati da
allora sforzi notevoli per riportare le persone alla
marginalità, e questo tentativo assume molte forme. Una
forma è la minimizzazione dello Stato in
chiave neoliberista. Sottrarre le decisioni
allarena pubblica per portarle in mani private è
unaltra forma di privatizzazione. Un'altra forma è
la centralizzazione delle autorità finanziarie. La Banca
Centrale Europea ha autorità enorme e non è
responsabile di fronte al parlamento. Ancora più
importante è la liberalizzazione della finanza a partire
dagli anni 70, smantellando il sistema Bretton
Woods. Questo crea ciò che gli economisti chiamano un
parlamento virtuale, che deve dare retta agli
investitori, altrimenti loro possono distruggere
l'economia. Ciò restringe enormemente il raggio
dazione dei governi. Ma ci sono anche dei gruppi di
potere estremamente importanti che hanno in comune un
accordo sostanziale sulla necessità della
commercializzazione dei servizi. Lidea dominante è
quella di privatizzare i servizi, cioè tutto quello che
lo Stato può garantire istruzione, sanità, ecc.
Liberalizzando si aprono i servizi alla competizione
privata, e questo significa trasferirne il controllo ai
privati.
Pacitti:
È
precisamente quello che Berlusconi ha in mente.
Chomsky:
Precisamente. Ma è solo
una componente di un processo mondiale, dovuta ai
problemi che comporta la crescita del processo
democratico. Si sta concretizzando ovunque come un
tentativo di erodere la Sinistra. Non è più possibile
in Occidente controllare il popolo con la violenza. Non
lo puoi semplicemente sbattere in una stanza delle
torture. Occorrono altri mezzi. Uno di questi è la
propaganda. Un altro è un consumismo parossistico, che
cerca di condurre la gente verso consumi sempre più
massicci. Negli Stati Uniti leconomia ha sofferto a
causa delle politiche neoliberiste, come è stato il caso
in tutto il mondo, tale economia essendo sostenuta in
notevole misura dallo spendere dei consumatori. Il debito
delle famiglie supera il reddito. E questo viene
giudicato positivamente, perché intrappola la gente nel
debito. Così hai solo da lavorare duramente e non
pensare. Così fin dallinfanzia i bambini sono
inondati di messaggi che dicono: compra, compra, compra e
così via. Lo stesso avviene a livello internazionale. Il
Terzo Mondo è intrappolato nel debito imposto
dallimmensa propaganda del Fondo Monetario
Internazionale e della Banca Mondiale. Sono congegni
finalizzati a controllare le popolazioni e ad assicurare
il potere alle tirannie locali. Questo è quello che
avviene nellera della libertà.
Pacitti:
Pensa
che l'unica cosa da fare qui in Italia sia tentare di
svelare tutto questo?
Chomsky:
Occorre provare a
spiegare alla gente cosa accade. Non è una questione di
piccole corruzioni qui o lì. Questi sono fatti
marginali. Le persone hanno ragione a non essere
preoccupate di questo. Questo è corrotto, quello è
corrotto. E allora? Ciò che è veramente importante sono
i metodi profondi e sistematici di controllo della
popolazione. Uno dei padri fondatori degli Stati Uniti,
Alexander Hamilton, descriveva il popolo come una grande
bestia che deve essere controllata. Come la mise il
maggior compilatore della Costituzione, James Madison, i
ricchi della nazione devono controllare ciò che accade.
Pacitti:
E pensa
che noi dovremmo raccontare la verità continuando a
scrivere libri ed articoli?
Chomsky:
Noi dobbiamo
organizzare; dobbiamo organizzare le persone. Non servono
i libri se sono letti solo da alcuni accademici. Le cose
cambiano se essi riescono a raggiungere il grande
pubblico e diventano così parte degli sforzi
organizzativi; per esempio, quegli sforzi che sono
riusciti finalmente a creare azioni di protesta a livello
internazionale. E ciò emerge dalla organizzazione di
massa. Non è sufficiente scrivere libri. Gli obiettivi
della privatizzazione sono ovvi e non saranno fermati
scrivendo libri. Saranno fermati da una resistenza unita
su basi internazionali. Questa è la via per fermare il
neoliberismo.
Pacitti:
Lei è
daccordo che valga la pena scrivere sulla parte
italiana del quadro per chiarirlo?
Chomsky:
Ne vale la pena se tale
scrivere è parte di uno sforzo organizzativo. Se si
scrive qualcosa per lettori accademici che leggono in una
biblioteca, va bene. Ma scrivere serve davvero soltanto
se qualcuno lo trasforma in azione. Ma la cosa essenziale
è che le parole siano usate. Voglio dire, è come quando
si fa scienza. Possiamo usarla per aumentare la
comprensione e la ricerca, oppure in modo tale da
beneficiare il popolo? Se è così, va bene.
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