CENTO
Pier Paolo Nato a ROMA il 10
luglio 1962 VICEPRESIDENTE della seconda commissione Giustizia dal 21 giugno 2001. di massimo d'andrea. Intervistiamo Paolo Cento, per ascoltare dalla voce dell'opposizione, il pensiero rispetto a questa problematica dell'informazione, del pluralismo dell'informazione, cosa attuano e cosa hanno intenzione di fare o faranno e quindi : Chiediamo a Paolo Cento, cosa ne pensa di quanto accade in RAI, e anche nelle redazioni dei quotidiani della carta stampata, rispetto alla censura oramai evidente ? Io Credo che quando l'ULIVO ha posto il problema in campagna elettorale, del conflitto di interessi e del monopolio informativo che ci sarebbe stato in Italia, in caso di vittoria di Silvio Berlusconi, poneva una questione, non di contrapposizione manichea all'attuale Presidente del Consiglio, ma proprio una questione democratica, che deve stare a cuore a tutti gli elettori sia del centrosinistra che del centrodestra. Perche' un'informazione, che dipende da una sola persona, nelle principali reti televisivi, pubbliche e private, e' un'informazione che determina una lesione,alla capacita' democratica di scelta del singolo cittadino, di informarsi autonomamente su una notizia. Credo che siamo e che stiamo vivendo una emergenza democratica. Abbiamo intervistato, di recente, il Segretario Nazionale dell'unico Sindacato giornalisti italiano, Paolo Serventi Longhi ed a lui abbiamo posto una questione in materia, cioe' se sia il caso o no, visto quanto e' accaduto a Santoro, Biagi, e tanti altri, di proclamare uno sciopero della categoria, per una liberta' di stampa, naturalmente l'esito e' stato favorevole, secondo lei si avverte questa necessita' da parte di tutti i giornalisti ? Credo che ovviamente, il clima da REGIME informativo, che si respira nel paese, e' un clima che parte dal monopolio televisivo, ma giunge anche agli organi d'informazione della carta stampata. Il rischio di autocensure c'e', perche' bisogna ancora risolvere il problema del rapporto tra : " Proprieta' " e il libero convincimento dei comitati delle redazioni dei giornali. Abbiamo dei giornali che si assomigliano, che non fanno piu' lavoro di inchiesta, che non danno voce a chi dice e comunica idee alternative, e in questo c'e' un'omologazione verso il moderatismo, sia di destra che di sinistra, quando in questo momento, sappiamo e vediamo, che la societa' esprime pulsioni e tendenze, molto piu' radicali tese alla ricerca della verita' e alla liberta' di informazione. E' vero che oggi uno sciopero dei giornalisti, su questo tema, sarebbe quanto mai opportuno. Ma non e' stata proprio la sinistra ad impostare una comunicazione moderata, tanto che proprio oggi gli si rimprovera di non aver avuto fino in fondo un comportamento - di sinistra - su alcune scelte di cui ne stiamo pagando oggi le conseguenze ? Credo che il problema riguardi i contenuti, e questi si trovano tutti nella radicalita' che la crisi del neoliberismo pone nelle scelte. Quando Bush, che si presenta all'elettorato americano come un moderato, fa la guerra preventiva, si comporta da estremista. Ma non perche' Bush e' cattivo, ma perche' il Liberismo oggi ha bisogno della guerra, per sopravvivere, come il pane. Chi si contrappone a quel modello sociale economico, culturale, neoliberista, non ha piu' margini di mediazione, almeno come li abbiamo conosciuti tradizionalmente. Il problema non e' legato a chi e' piu' di sinistra o a chi e' piu' di destra, il problema e' che alla crisi del neoliberismo, bisogna dare risposte alternative e chiare, se non si fa questo, si rischia di perdere e di lasciare dominare il liberismo con la sua crisi, per altri vent'anni in tutto il mondo. Lula, in Brasile, in questi giorni vince con un programma radicale, su cui costruisce alleanze di governo, certo deve andare al ballottaggio, ma e' molto competitivo. Quindi dimostra che un candidato con un programma radicale, non sempre e' destinato alla sconfitta, e guarda che in Brasile e in argentina e' piu' profonda la crisi del neoliberismo. Sperando di non fare la fine dell'Argentina, anche se in Europa si comincia a vivere la stessa paura, non le sembra che per poter risolvere questa crisi, il capitalismo abbia trovato solo due soluzioni. Quella americana, tutta rivolta a prendersi con l'esercito, con la guerra e la forza, il petrolio e quella Europea, che non avendo una potenza militare, tenta la via alternativa delle risorse energetiche puntando tutto su altre risorse meno inquinanti ? Non c'e' una separazione netta tra l'Europa e gli Stati Uniti, noi dobbiamo lavorare e tanto, perche' l'europeo cittadino,si rafforzi nell'indipendenza economica, politica e culturale dall'America. Ad oggi noi non abbiamo ancora saputo dare con decisione un'alternativa alla politica neoliberista. Hanno ragione gli ecologisti, nel porre come problema le fonti energetiche rinnovabili, come una grande questione, non solo economica, non solo ambientale, ma addirittura di assetto del pianeta dopo la caduta del MURO DI BERLINO. L'Europa deve attrezzarsi a mantenere e sviluppare una propria autonomia energetica, come una delle condizioni per la propria autonomia politica ed economica dagli Stati Uniti. Della giornalista di Bogota', deputata dei verdi Ingrid Betancourt, sequestrata da oltre 250 giorni, avete saputo notizie ? Non si sa nulla, l'America Latina e' stata spesso, un paese dove il conflitto si e caratterizzato in modo evidente nel secolo che ci ha lasciato, ed e' proprio in questo luogo, dove secondo me, si svilupperanno delle soluzioni. Da una parte il neoliberismo vive la crisi piu' profonda, dall'altra si stanno organizzando forze nuove e inedite, che non fanno parte solo della sinistra tradizionale o comunista, come quelle che ci sono state precedentemente. Anche questa vicenda della Bolivia e a cio' che e' accaduto alla candidata verde, e' una vicenda che ci dimostra l'attenzione che dobbiamo riporre in quel continente e nelle problematiche che stiamo attraversando. Tornando al problema della comunicazione. La sinistra ha puntato molto sulla cultura e poco, sia perche' non gli e'stato permesso,sia perche' non li ha mai ritenuti importanti, sui mezzi di comunicazione. Come si puo' recuperare, quali fonti alternative abbiamo per poter offrire ai cittadini anche una nostra opinione dei fatti che accadono ? Innanzitutto, bisogna fare questa battaglia per la liberta' d'informazione, che riguarda tv - radio e carta stampata. bisogna cominciare a introdurre un ragionamento, se questa e' la televisione che paghiamo con il nostro canone, sarebbe meglio utilizzare il canone per fare un'altra televisione. Io credo che la sinistra deve valorizzare in termini compiuti e non come ha fatto in questi anni, la comunicazione orizzontale. Quella comunicazione cioe, che nasce dal basso, come ad esempio i giornali alternativi su INTERNET che sono una grande novita' per migliaia di persone o le reti tra radio e tv comunitarie. Pensa all'esperienza fatta al G8 DI GENOVA, dove nonostante un'informazione da regime, sono riusciti, gli operatori alternativi dell'informazione, a rompere quel monopolio e a far emergere la verita' di quanto accadeva. INTERNET - COMUNICAZIONE ORIZZONTALE - e poi chissa forse e' giunto il momento di pensare ad una televisione fatta dagli elettori, dal popolo di sinistra, magari dirottando il canone verso questa rete, attraverso un'azionariato popolare. O vinciamo la BATTAGLIA,sul pluralismo dell'informazione nella RAI, oppure i nostri soldi per continuare a pagare l'informazione di BERLUSCONI, non dobbiamo piu' darli. in parlamento si pone questo problema sull'informazione da parte delopposizione ? ancora con troppi ritardi e troppi tecnicismi. La ringraziamo per la sua partecipazione. Redazione Namir. |
prima pagina.
contatore http://artenamir.interfree.it - WWW.NAMR.IT
e forum