Magdalene - di
Peter Mullan Irlanda, anni '60: Margaret, Bernadette e Rose vengono mandate in un convento "Magdalene", riservato alle ragazze che si sono, in un qualche modo, "disonorate". Ma i Magdalene non sono normali conventi, sono strutture che assomigliano piu' a carceri: non si puo' uscire e le ragazze devono lavorare come schiave per tutto il giorno, maltrattate e umiliate dalle suore. Magdalene si propone di denunciare i misfatti della chiesa cattolica in Irlanda, ed e' proprio per questo la sua assenza di rigore cronachistico stona e non poco. Si ha la sensazione che piu' che un film di denuncia sia un semplice attacco al potere ecclesiastico, pregno di retorica anticlericale e di luoghi comuni e in cui la storia "vera" (il film e' tratto da un documentario della BBC) lascia spesso il posto a situazioni gratuite. Le attrici sono molto brave, e la storia e' avvincente, ma il film si colloca comunque ad un livello medio, senza elementi che possano far gridare al capolavoro. Se quindi sono comunque sterili le polemiche della Chiesa Cattolica, che dovrebbe pensare a scusarsi per i suoi errori piuttosto che a attaccare chi li mette in evidenza (sebbene magari in maniera esagerata), e' comunque inspiegabile l'accanimento con cui una certa intellighenzia di sinistra difende il "Leono d'oro" ad un film di caratura non elevata solo perche' attacca l'istituzione clericale. Nel suo genere era molto meglio il vincitore dell'anno precedente, quel "Monsoon Wedding" che e' stato tanto criticato ma che scontava soprattutto il suo voler essere troppo leggero (e infatti le parti peggiori erano i siparietti drammatici inseriti a bella posta per il pubblico festivaliero). Purtroppo, anche e soprattutto quest'anno, viene confermata la teoria per cui ci sono film di serie A (quelli di critica sociale) e film di serie B (quelli che vogliono semplicemente raccontare una storia). Voto: 7 -- Graziano Montanini - Reggio Emilia - 30 Anni |
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