INTERVISTA A
SANDRO CURZI "Vorrei una informazione
'normale'"...
di Stefano
Corradino
A pochi giorni
dallo sciopero generale proclamato dalla Cgil, i
giornalisti si interrogano sulla necessità di una
manifestazione che ponga laccento sulle violazioni
perpetrate della libertà dellinformazione, che
rimetta al centro il tema del monopolio privato e del
conflitto di interessi, e che faccia del pluralismo delle
voci una battaglia di civiltà.
Ne abbiamo discusso con Sandro Curzi, direttore
del quotidiano Liberazione
Che momento sta
vivendo linformazione nel nostro Paese?
Siamo arrivati ad un punto estremamente critico. So che
è brutto usare la parola regime e sono in molti ad
utilizzarla in modo distorto, ma nella comunicazione è
utilizzata con cognizione di causa.
Siamo allegemonia del pensiero unico. Cè
unomogeneità e una disinformazione che fanno
impressione. Basti pensare alla questione pace-guerra,
che è il tema, e vedere come il sistema
informativo è assolutamente impreparato ad affrontarlo.
Un'informazione
piatta ed omologata, quindi. Ma tu pensi ad una
televisione pubblica di sinistra che si
opponga ad una governativa?
Assolutamente no. Io aspiro ad una televisione normale.
Il cui unico obiettivo sia quello di dare una
informazione completa, non omologata, accessibile.
Non omologata,
magari alla Biagi e Santoro, che però sono stati messi
fuori gioco
Non voglio esprimere giudizi sui casi di singoli
giornalisti. Certo è che, soprattutto in questi giorni,
in cui la minaccia della guerra è diventata di terribile
attualità linformazione pubblica si è
adeguata, non ha alcun taglio critico, non
approfondisce, non scava nelle ragioni profonde degli
avvenimenti. In questo la mancanza di giornalisti come
Biagi e Santoro si sente
Un po di
nostalgia anche per la tua Telekabul
La nostra Telekabul non prendeva ordini da nessuno e
soprattutto informava. Io che la dirigevo, non ho mai
fatto mistero delle mie idee, ma le mettevo in evidenza
in un editoriale, dove ci mettevo la mia faccia e il mio
nome
E questa trasparenza faceva di
Telekabul una rete corretta.
Mi ricordo di una sorta di referendum fatto negli
ambienti del Fronte della Gioventù (la componente
giovanile del vecchio Movimento Sociale Italiano). dal
quale scaturì che i giovani di destra preferivano
guardare Rai3, anche se non era proprio in linea con le
loro posizioni
Adesso è il
direttore del Tg3 Di Bella ad essere accusato di voler
ripercorrere le tue orme
No, non è così. Lui è un giornalista bravo e serio, ma
moderato. Io ero rosso, sanguigno
Paolo
Serventi Longhi, in unintervista a NAMIR ha
riproposto il tema dello sciopero dei giornalisti. La
riforma dellarticolo 18 e molti punti della legge
della comunicazione presentata da Gasparri sono per il
segretario della Federazione Nazionale della Stampa
motivi sufficienti per manifestare il proprio dissenso e
la preoccupazione per le sorti di uninformazione
davvero libera. Ma lui non crede che lo sciopero debba
coincidere con quello del 18 ottobre proclamato dalla
Cgil...
Penso anchio che vada
identificata unaltra data, successiva al 18.
Ci sono grandi divisioni in questo momento nel mondo
dellinformazione, e uno sciopero dei giornalisti va
preparato molto bene, e dovrà preceduto da assemblee e
confronti serrati e approfonditi tra gli addetti ai
lavori.
Per arrivare davvero preparati ad una grande iniziativa
del giornalismo italiano.
Per quanto riguarda liniziativa della Cgil penso
che il sindacato di Epifani debba, in ogni caso, mettere
al centro dello sciopero generale, il tema della libertà
dinformazione.
L'INTERVISTA E' STATA PUBBLICATA E
REALIZZATA DALLA REDAZIONE DEL SITO INTERNET - http://www.articolo21liberidi.org
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