Quale Pace?

Una guerra chiamata e tanto desiderata

di Silvana Grippi

 

Quando mi pongo delle domande sul perché “UNA GUERRA” non sempre trovo risposte adeguate: sono domande che lasciano senza fiato per quante supposizioni si possano fare. Mi rendo conto che si può parlare di diritti negati: diritto alla vita, diritti umani, diritti ambientali ed altri diritti per cui si potrebbe riempire fogli e fogli di motivazioni ma non sempre una ragione è unica.

In un articolo leggo "...organizzare un cambiamento di regime a Bagdad vuol dire cancellare gli accordi presi per lo sfruttamento delle risorse con una serie di compagnie russe e cinesi. Come nei film di OO7, la guerra viene fatta perché, ENI, TOTALFINAELF, LUKOIL e la CHINA NATIONAL PETROLEUM COMPANY, abbiano meno voce in capitolo?

Una nuova guerra voluta dal Presidente degli Stati Uniti. Perché? Che Bush avrebbe elaborato piani per un'invasione in Iraq si sapeva fin dall'inizio del suo mandato. Gli stessi addetti ai lavori di Washington avanzano sulla guerra spiegazioni diversissime, con una versione ufficiale accettabile: "liberare il mondo dai terroristi".

Una valida equazione può essere anche Guerra-Petrolio: ma quali siano le prospettive future nessuno se ne preoccupa, tanto i migliori clienti del Medio Oriente sono e saranno gli Americani.

Ma chi c'è dietro le quinte? i servizi segreti come ai tempi della guera del Golfo di Bush senior?

E qui ci viene da dire "Nel nome del padre, del figlio e dello spirito santo....".

Poveri noi mortali che nulla ci è dato sapere se non l’effetto mediatico della scena già scritta dal regista (bravo a farsi eleggere a portavoce di una società). Ma la geografia politica non possiamo lasciarla da parte dobbiamo fare i conti con la spartizione dei territori, delle sue ricchezze economiche nel sottosuolo. L'Asia che ruolo gioca in tutto questo?

Lo scenario internazionale non è cambiato dal fatidico 11 settembre - era già così - tuttavia le carte sono state rimescolate. Questo mi fa pensare che una mente superiore abbia previsto tutto ciò, ancora una volta a giustificazione di guerre future avvengono fatti che colpiscono l'opinione pubblica a tal punto che si giustificano azioni che altrimenti a mente fredda non potrebbero essere fatte.

La Russia e l'America giocano a scacchi tra il Kazakistan, Uzbekistan,Turkmenistan, Tagikistan e Kirghizistan....cosa hanno quelle zone di tanto misterioso? "Oro, incenso e mirra...?" Viene definito un triangolo geopolitico pericoloso: Russia-Usa-Cina.

Il Kirghizistan ha una base americana (Manas, presso la capitale Bishkek) ma mi pare d'aver sentito dire che il Partito comunista e i deputati di ispirazione religiosa denunciano questa presenza americana, inoltre avranno anche le truppe russe nel quadro di un Accordo di sicurezza collettiva (ASC)… che confusione.... allora non il petrolio ma potrebbe essere uno "scontro di civiltà" dove c'è in gioco la posizione geostrategica della regione nel quadro di uno scontro globale  e allora trovo scritto da una pubblicazione curata dall'Associazione "L'internazionale" di Napoli: “ ..E se i proclami di guerra di Bush fossero invece una proposta, un programma strategico già da tempo delineato sulla grande scacchiera mondiale, che trova nella perdita di due torri l'occasione di  una straordinaria accelerazione? 1991-2001: Da "operazione di polizia internazionale a "guerra2.. Nell'arco di dieci anni, siamo passati dalla rimozione della parola "guerra" e dal suo imbellimento sotto formule quali "operazione di polizia internazionale (contro l'Iraq nel 91) o "intervento umanitario" (contro la ex Jugoslavia nel 99), alla guerra Tout court..."..Le teorie sono tante ma la parola guerra è una sola. Questa per me si chiama "globalizzazione della guerra" per giochi imperialisti e supremazia di poteri.

Se il ruolo dell’ONU è così debole, mi domando, chi giustificherà i “crimini della fame” ?

Chi si occuperà dell’etica della pace?

A chi potremo dare le colpe?

E se in tutto questo l’ONU resterà a guardare, non si potrà parlare di debolezza, ma di autentica corresponsabilità di fronte al “massacro”.

Un vecchio slogan mi trova ancora concorde “guerra alla guerra”.

("Guerra e Petrolio” articolo di Michael T. Klare, Salon, Stati Uniti)…

(articolo di Fabrizio Vielmini "Che cosa vogliono gli Americani in Asia Centrale)

 

 

 

prima pagina.

 

 

 

contatore http://artenamir.interfree.it - WWW.NAMR.IT

e forum