TERRORISMO ISLAMICO

Bologna, venerdì 13 Settembre 2002

Penso che onestà intellettuale dovrebbe impedire di fare di ogni erba un fascio e di affermare che è in atto una guerra tra due civiltà, quella occidentale e quella islamica. Ma non è forse oggettivamente vero ed assodato che i mondi islamici sono più di uno, come analogamente più di uno sono i mondi occidentali? E allora onestà intellettuale impone di distinguere. La qual cosa non sembra che il magistero cattolico bolognese abbia il coraggio e l’onestà di fare. (VEDI QUI DI SEGUITO E ANCHE IN ALLEGATO)

Affermare, come fa il suddetto magistero, "l’avevo detto" tempo fa, è – a mio modestissimo avviso – un tentativo (con sicumera e convinzione di avere la verità assoluta in tasca) di ripetere l’errore a suo tempo commesso.

Affermare e diffondere il concetto che "Gesù è l’unico salvatore del mondo", non implica a mio avviso il dover contemporaneamente diffondere astio (e anche forse odio) per chi professa una fede diversa e di conseguenza auspicare una non meglio definita "guerra santa", in nome di un Dio cristiano che invece, se non erro, proclama amore e misericordia per tutti.

Nella mia ignoranza biblica penso infatti a Efesini 4,6: "Un solo Dio Padre di tutti, che è al di sopra di tutti, agisce per mezzo di tutti ed è presente in tutti." Penso anche al Concilio Vaticano II ove, nella dichiarazione "Nostra aetate" si esorta al "dialogo e (al)la collaborazione" con le religioni non cristiane (N.A. 858), si afferma che la chiesa "stima anche i musulmani" (N.A: 859) e "esecra, come contraria alla volontà di Cristo, qualsiasi discriminazione tra gli uomini o persecuzione perpetrata per motivi di razza o di colore, di condizione sociale o di religione" (N.A. 871).

Se questo mio ragionare è errato, vi prego di aiutarmi dicendomi in quale punto e perché: grazie!

Shalom-salaam a tutti, ma proprio a tutti… in particolare a quella parte del Magistero cattolico che presume di poter evangelizzare con modalità che, a mio modesto avviso, forse non sono poi molto evangeliche….

Domenico Manaresi, tentativamente cristiano, senza aggettivi

Mitt. Domenico Manaresi - via Gubellini, 6 - 40141 Bologna - tel&fax 051-6233923 – e-mail: bon4084@iperbole.bologna.it

Biffi insiste: "Ricordate, quel terrorismo è islamico

MICHELE SMARGIASSI - LA REPUBBLICA – CRONACA DI BOLOGNA - GIOVEDÌ 12 SETTEMBRE 2002

NON terrorismo e basta, ma terrorismo islamico. Guai a scordarsi che quella violenza ha un nome, "una matrice, un'etichetta" dice il cardinal Giacomo Biffi: guai anche metterlo tra parentesi per esigenze di diplomazia politica, pena tornare a vivere un incubo di "lacrime e sangue". Parlando a tutti i sacerdoti della diocesi bolognese, riuniti come ogni anno al seminario di Villa Revedin per la "Tre giorni del clero", l’arcivescovo di Bologna non ha potuto fare a meno di ricordare, amara soddisfazione, di essere stato buon profeta quando, "ben prima dell'11 settembre del 2001", previde appunto un futuro di sciagure per quelle autorità pubbliche che avessero sottovalutato il pericolo dell'aggressione musulmana al mondo occidentale. "Ora, dopo il tremendo crimine di NewYork, quel pericolo non può più essere ignorato. Eppure si cerca ancora di eludere il problema: con comprensibile prudenza politica si cerca di ridurre la minaccia a una pura questione di terrorismo senza etichette. Quasi che questa violenza non avesse radici culturali".

Quelle parole, "lacrime e sangue", che il cardinale pronunciò un anno prima del crollo delle Twin Towers, tornano oggi, nero su bianco, volutamente ricomprese da Biffi nell'imponente volume (oltre 800 pagine) che resterà la sua eredità di guida della Chiesa bolognese: il Liber Pastoralis Bononiensis (edizioni Dehoniane, in libreria a giorni), dove pur non essendo una "lettera pastorale" (era un intervento a un convegno Caritas) quel testo sui rischi dell'immigrazione incontrollata figura accanto ai dodici messaggi solenni scritti dall'arcivescovo ai suoi fedeli nei diciott'anni della sua presenza a Bologna: dalla vigorosa Guai a me sulla rievangelizzazione alla lettera sulla Città di San Petronio nel terzo millennio che innescò lunghe polemiche sulla "petronianità", appunto, di Bologna. Scelta non casuale, quell'inclusione. Come non lo è stata, probabilmente, la scelta del giorno per presentare il volume: ieri, 11 settembre, data indelebile.

MENTRE Biffi parlava ai sacerdoti, d'altra parte, il suo vescovo ausiliare Claudio Stagni leggeva in cattedrale, davanti ai vigili del fuoco, un'omelia anch'essa tutta dedicata alla catastrofe di New York. Nella quale un passaggio che sembrerebbe portare a conclusioni diverse da quelle del cardinale ("Può essere salutare fare l'esperienza dell'impotenza, dell'insicurezza, dell'interdipendenza se questo ci aiuta a vivere con maggiore rispetto verso le persone e il creato, senza approfittare della propria forza per opprimere il più debole") è subito temperato da una proposta in perfetta sintonia biffiana: "Questa potrebbe diventare una giornata di preghiera perché la Vergine Santa protegga i nostri paesi dal diffondersi della religione islamica: si potrebbe recitare il Rosario perché i cristiani sappiano custodire la loro fede da tutti i pericoli"

La difesa della fede cristiana dalle aggressioni esterne ma anche e soprattutto dai cedimenti interni è, in fondo, il filo conduttore dell'intera pastorale di Biffi a Bologna, come il Liber (anche il titolo, amorevolmente rubato a un progetto incompiuto del cardinal Poma, suona volutamente solenne) testimonia con efficacia. L'"insipienza" la sottovalutazione con cui troppi guardano ai problemi legati all'immigrazione (a partire dagli imprenditori che, sferza Biffl, "chiedono rumorosamente lavoratori immigrati, pronti a buttarli per strada alla prima crisi") sono solo due facce della debolezza della cultura europea, sostiene il cardinale, di fronte alle sfide di altre più aggressive culture. Con le quali il "dialogo" può trasformarsi in una trappola scivolosa e mortale: "Chi è che non vuole il dialogo? Ma se ci scordiamo che il Cristianesimo non è negoziabile, non è trattabile, allora è la fede nella Resurrezione che rischia di essere la prima vittima del dialogo inter-religioso". E ai preti Biffi sente il bisogno di ricordare che "Cristo è l'unico Salvatore. Non è un optional".

MICHELE SMARGIASSI


Mi scuso con coloro che già conoscono questo testo.
Domenico Manaresi

 

 

 

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