LIBERTÀ DI
STAMPA INTERVISTA AL SEGRETARIO GENERALE DEL SINDACATO GIORNALISTI PAOLO SERVENTI LONGHI. dalla redazione NAMIR www.namir.it di Massimo DAndrea. QUALI SONO LE ULTIME BATTAGLIE DI CUI SI E OCCUPATO IL VOSTRO SINDACATO ? S.Longhi Il sindacato unico e unitario dei giornalisti, e lorganizzazione rappresentativa di categoria che realizza e stipula il contratto di lavoro e quindi i trattamenti economici di stipendi, i trattamenti normativi e lapplicazione in tutte le aziende delletica dei giornalisti, i principi morali e professionali che i giornalisti devono applicare. Naturalmente un sindacato di questi tempi e in generale, si occupa anche dei rapporti con le ISTITUZIONI, tra i giornalisti e il governo, il Parlamento, la legislazione che riguarda la politica sociale nel mondo del lavoro. Le ricordo che siamo una categoria di dipendenti, soprattutto, ma anche di lavoratori autonomi e di tanti precari, quindi ci occupiamo di tutti quei problemi che riguardano il mondo della comunicazione dellinformazione. Le leggi sulle televisioni, sui giornali, sulla carta stampata levoluzione del mercato, della pubblicità . A GIORNI AVRETE LA RIUNIONE DEGLI STATI GENERALI DI COSA SI TRATTA ? S.Longhi - Lunedì e Martedì prossimo ce la riunione degli organismi e dirigenti della Federazione della Stampa, dellordine professionale, perché i giornalisti, come gli ingegneri e i medici hanno l'ordine professionale, della previdenza che si chiama INGI e tanto altro. Ci riuniamo ed esaminiamo la situazione attuale, che stiamo giudicando molto grave da diversi aspetti. MA NON SI RISCHIA, ESSENDO UN SINDACATO UNICO, CHE PER ALCUNE BATTAGLIE, COME QUELLA DELLA LIBERTÀ DI STAMPA, TANTI GIORNALISTI CHE FANNO PARTE DI UNAREA POLITICA PARTECIPINO E TANTI ALTRI NO ? S.Longhi - Certo, come dire,questa può essere unanomalia positiva, quella dell'unicità della rappresentanza, perché ci impone delle mediazioni, e un sindacalista deve saper mediare. Io credo che il dialogo sia fondamentale, e poi pero bisogna prendere una decisione. Negli ultimi anni il gruppo dirigente del sindacato che e stato democraticamente letto, ha scelto una linea prettamente innovativa, fortemente ,come dire, CONFEDERALE, cioè presente anche sui grandi temi della politica e della società. Su queste grandi scelte, politiche e dinformazione, non siamo tutti daccordo, ma la linea che ha portato il sottoscritto ad essere confermato Segretario Generale della Federazione, e una linea che ha avuto una minoranza dopposizione, che ha votato contro che si e espresso in maniera critica. Ce una minoranza che rispetto certi temi può raggiungere anche il 30 per cento di dissenso, ma la maggioranza che ha scelto la linea INNOVATIVA cioè, diciamo di BATTAGLIA e una maggioranza vasta. Quindi io spero e penso, che le ulteriori scelte che dobbiamo fare siano condivise dalla maggioranza e quindi dalla gran parte dei giornalisti. ABBIAMO TUTTI SEGUITO CON INTERESSE, SIA LA LETTERA DI MICHELE SANTORO INVIATA PUBBLICAMENTE ALLA SUA PERSONA, SIA LA SUA RISPOSTA, CI SONO SVILUPPI IN PROPOSITO DELLA LIBERTÀ DI STAMPA ? S.Longhi
- Sviluppi sulla vicenda Santoro non ci
sono, gli ultimi riguardano lofferta che
ce stata da parte del direttore di Rai Tre
Ruffini, di far entrare Sciuscià e
il Fatto , nel palinsesto di Rai Tre, una proposta
che deve essere pero avallata dal Presidente della
Rai Baldassarre e dal Direttore Generale Sacca. Da
quello che posso aver capito, mi sembra un proposta
generosa e onesta di Ruffini, ma temo che non avrà molto
seguito per le opposizioni di chi guida lazienda. MI SEMBRA PERO CHE ANCHE LA DIRIGENZA DI RAI TRE SIANO STATE ULTIMAMENTE FORTEMENTE CRITICATE ? S.Longhi
- Bravo, non solo Ruffini, ma anche il
direttore del tg3 DI BELLA. Quindi la situazione non
e molto positiva per chi esprime, non dico una
posizione netta di contestazione, ma una linea autonoma.
Credo davvero che sia giunto il momento di intervenire,
perché vedi, Michele Santoro può piacere o non piacere,
Biagi altrettanto, ma non e concepibile che i
palinsesti informativi della Rai, vengono fatti a Palazzo
Chigi e su indicazioni. Io credo che le esternazioni del
Presidente del Consiglio, dichiarate in Bulgaria, su
Biagi e Santoro, non siano state opportune e hanno fatto
di questi due giornalisti, per fortuna, due punti
di riferimento per chi ama la libertà in questo paese. LE
POSSO DIRE CHE NELLAMBITO GIORNALISTICO, SANTORO E
BIAGI, NON SONO COSI RAPPRESENTATIVI COME SI
CREDE ? S.Longhi
- Ma io mi riferisco allopinione
che hanno i cittadini dei due professionisti. I
giornalisti hanno una idea molto strana della professione
e tendono molto a non mitizzare, giustamente, le figure.
Tieni conto che questa posizione, non molto amichevole
nei confronti di questi grandi giornalisti, non osserva
che per lopinione pubblica Santoro e Biagi, sono
diventati una specie di simboli, ma lo devono essere
anche per noi, perché ci aiutano a sostenere le
posizioni di tutti i colleghi, perché non sono solo
questi due giornalisti che vengono colpiti ogni giorno e
sui quali ce una pressione
antidemocratica. Io penso che oggi tutti i giornalisti
sono a rischio, a rischio e lautonomia
professionale, lindipendenza di tutta la nostra
categoria. Noi dobbiamo dare forza, certezze, coraggio ai
singoli, anche utilizzando, per la mobilitazione, questi
grandi esempi di giornalismo. Quando dico :
utilizzando non voglio far torto a Biagi e
Santoro, perché sono accadute delle cose odiose nei loro
confronti, ma non e la battaglia per loro o solo
per loro, ma una battaglia per far crescere la difesa
della LIBERTÀ DI STAMPA. MA
E SEMBRATO POCO CHIARO QUESTO PASSAGGIO ALLA GRAN
PARTE DEI GIORNALISTI. S.Longhi
- Non sono pessimista, ci sono state
tantissime testimonianze dallinterno della
categoria, di grande preoccupazione per quello che sta
succedendo. MA
SE I SEGNALI ERANO COSI EVIDENTI, DAI TEMPI DELLE
PAROLE PRONUNCIATE IN BULGARIA, PERCHÉ NON FARE
UNO SCIOPERO PRIMA, VISTO CHE QUANTO SI AFFERMAVA IN
QUELLA CIRCOSTANZA ERA MOLTO PIÙ FAZIOSO DI QUANTO SONO
STATI ACCUSATI I DUE GIORNALISTI ? S.Longhi - Le motivazioni ci sono, riguardano
molti punti che ci hanno distolto dallattenzione
dovuta, ad esempio quella del precariato che riguarda e
interessa molti della nostra categoria e altri 250 mila
problemi. Ma oggi possiamo intervenire, e chiaro
pero che gli organismi del sindacato devono
decidersi, e chiaro che ci sono al nostro
interno sensibilità diverse e preoccupazioni diverse.
Certo che uno sciopero riuscito e un grande
elemento politico e sociale di forza, uno sciopero
fallito esprime solo debolezza. Quindi ora stiamo
valutando se la categoria comprende in pieno quello che
sono le preoccupazioni. Sono certo che lo sciopero si
farà, perché il livello dello scontro con il Governo,
con gli imprenditori, con le ISTITUZIONI, nostre
controparti e veramente altissimo, forse la
situazione piu grave che si sia mai
determinata dal dopoguerra ad oggi. Credo che tutto
questo ci porterà alla mobilitazione, perché ciò si
sta maturando allinterno della categoria, anche se
alcuni esprimono preoccupazioni e dubbi e di tentare una
riapertura al dialogo. Insomma stiamo cercando di fare
questo sciopero, mantenendo unita almeno la maggioranza
del nostro sindacato, e di ascoltare le opinioni della
minoranza. ASCOLTANDO
ALCUNE REDAZIONI, HO SENTITO CHE QUANTO PROPONEVANO ANCHE
AL SINDACATO, ERA DI FARE UNO SCIOPERO DELLA CATEGORIA
GIORNALISTI INSIEME A QUELLO DEL SINDACATO CGIL IL 18
OTTOBRE, COSA NE PENSATE ? S.Longhi
- Io penso che non sia una buona idea,
lascerebbe molti colleghi giornalisti perplessi, perché
allinterno del nostro sindacato ce una
grande voglia di autonomia da tutti, anche se la
stragrande maggioranza dei giornalisti ha posizioni
vicino alle mie, molte aperte ai problemi della società.
Io credo che bisogna fare uno sciopero in una data
diversa dal diciotto, con alcune motivazioni unite a
quelle della CGIL . Faccio un esempio, noi siamo come la
CGIL contrari al cosi detto PATTO
DELLITALIA che riguarda larticolo 18, i
licenziamenti senza giusta causa, perché sarebbero
devastanti per noi giornalisti e abbiamo forti
critiche sulla legge della comunicazione presentata da
GASPARRI, quindi ci sono delle critiche comuni al
sindacato della CGIL e allo sciopero proclamato per il
18. Pero noi pensiamo ad una nostra iniziativa, da
estendere anche agli altri lavoratori, a tutte le
Confederazioni alle Associazioni e alle organizzazioni in
una data diversa, che a questo punto, visto i tempi, non
puo che essere successiva a quella del 18. MI
VIENE DA CHIEDERLE SE AVETE AVUTO PRESSIONI POLITICHE ? S.Longhi
- Noi, abbiamo contatti politici
continui, con le Istituzioni, con il Governo, con la
Presidenza del Consiglio, con il Ministero del lavoro ,
con quello delle Comunicazioni. Pressioni al sindacato
vere e proprie no, chiaro e che in alcuni incontri,
come quello avuto a fine Luglio con il Ministro Maroni, e
alcune blandizie, tendono a cercare di evitare che noi
programmiamo questo sciopero, ma noi andiamo avanti per
la nostra strada, anche perché nessuna di quelle
motivazioni che ci spingevano ad organizzarlo, sono
cadute. Noi siamo un sindacato libero, e difficile
fare pressioni sulla nostra categoria. Forse le reali
pressioni ci sono quando i nostri colleghi devono
scrivere qualcosa sul proprio sindacato dei
giornalisti, visto che di noi si parla poco. FACCIO
UNA SCHEMATIZZAZIONE SEMPLICISSIMA, DI CUI QUASI MI
VERGOGNO, MA COSA RIMPROVERATE ALLA DESTRA E ALLA
SINISTRA POLITICA DEL NOSTRO PAESE ? S.Longhi
- Rispondo alla seconda parte della
domanda, semplicemente, perché il tutto e molto
più articolato e complesso. Noi rimproveriamo
allattuale Centro Sinistra del paese, cioè
allopposizione, allUlivo e a Rifondazione,
anche se hanno responsabilità diverse, il fatto che
tutte le leggi che riguardano la Comunicazione, sono
state da parte loro incompiute. Cioè quando il
Centrosinistra governava, non ha mantenuto fino in fondo
gli impegni che si erano programmati, le faccio
unesempio plateale. LA LEGGE SUI CONFLITTI
DINTERESSI che oggi Frattini presenta con una
proposta che sembra una presa in giro per i cittadini
italiani, forse poteva essere affrontata e risolta prima,
cosi come la legge GASPARRI. CIOÈ
LA SINISTRA NON SI E COMPORTATA DA SINISTRA
LASCIANDO RIFORME DELICATE INCOMPIUTE ? S.Longhi - La sinistra non ha fatto quelle
riforme che nel nostro settore della Comunicazione erano
assolutamente essenziali. E alcuni del centrosinistra che
lo affermavano, non sono stati presi in considerazione. MA
COME MAI LA SINISTRA DAI TEMPI DEI TEMPI, NON HA MAI DATO
IMPORTANZA ALLA COMUNICAZIONE, LASCIANDOLA ALLA DERIVA E
COME RECUPERARLA ? S.Longhi - Oggi e difficile recuperare,
e stata sottovalutata la centralità del problema,
ripeto, solo pochi si sono battuti con le unghie e con i
denti per queste riforme. Oggi ci ritroviamo con un
Governo presieduto da uno dei più grandi imprenditori
della comunicazione, come facciamo a pretendere da
questo, una riforma pluralista democratica, che
afferma le libertà l' autonomia e i diritti dei
cittadini ad essere correttamente informati ? Siamo in
una situazione di grande difficoltà e certo alla
PROTESTA deve corrispondere una PROPOSTA, di forma e
politica. Ma con i numeri che ci sono oggi in Parlamento
e difficile pensare che ciò sia attuabile.
Parliamoci chiaro, il Conflitto dInteressi e
problema serio, non e solo un nostro sospetto nei
confronti del Presidente Berlusconi e di quello che vuol
fare. Ce
una realtà, guardate lo stato di devastazione del
servizio pubblico della Rai, ce un crollo del
seguito e degli ascolti in questo momento, oltre il
previsto. DICONO
CHE DALLE SETTE ALLE DODICI LA RAI VIENE SEGUITA PIÙ
DELLE ALTRE TV PRIVATE. S.Longhi
- Io sono un attento lettore della
televisione. Osservo e giudico e posso assicurare che
ce un crollo della qualità del prodotto,
proprio nelle ore di maggior seguito, che sono quelle
dalle 19,00 alle 24,00 di sera e anche i TG, vanno male. PROPRIO
NEI CONFRONTI DEL TG1 E TG2 CI SONO MOLTE CRITICHE PER IL
LORO CAMBIO DI SCALETTA INTERESSE E LINEA POLITICA, MA
NON LE SEMBRA CHE ALLINTERNO DI QUESTE REDAZIONI CI
SIA STATO ANCHE UN APPIATTIMENTO DA PARTE DEI GIORNALISTI
COSA VUOL DIRE FARE IL GIORNALISTA OGGI ? S.Longhi - Io sono il leader di questo sindacato
e lo difendo, perché ci credo, al giornalismo di base.
E facile per il cittadino identificare il
conduttore con quello che dice. Il conduttore, cosi
come altri giornalisti, come ad esempio quelli
allinterno di una redazione come il tg1 o tg2,
certamente hanno la loro responsabilità le loro
autonomie che in alcune circostanze hanno autocensurato,
pero il giornale e il giornale del direttore
e dei rapporti di questo con lazienda che lo ha
assunto. La linea politica non la fa il conduttore, la fa
lazienda. Ora certo le responsabilità dei singoli
devono emergere, ma io so per certo che ci sono forte
tensioni allinterno di certe redazioni. I colleghi
che hanno una coscienza professionale si battono tutti i
giorni per modificare una scaletta per
valorizzare alcune notizie importanti al quale non si
vuole dar voce, ce una dialettica
accesa con i direttori. Purtroppo il nostro contratto di
lavoro, le regole del mercato, la linea politica, sono
quelle che il direttore comanda. Se questo ordina di fare
un TG sbilanciato a favore del governo, questo viene
fuori cosi come accade per il tg1 e tg2. noi
dobbiamo lavorare tutti insieme, nei prossimi giorni, e
ne parleremo, perché il problema di come fare una
informazione corretta e un problema molto ma molto
serio. NOI
COME REDAZIONE NAMIR STIAMO ANCHE PENSANDO DI
LANCIARE UNO SCIOPERO DELLACQUISTO DEI GIORNALI DA
PARTE DEGLI UTENTI, CIOÈ DEL CITTADINO, PERCHÉ VEDIAMO
QUESTO APPIATTIMENTO ANCHE SULLA STAMPA E PARLO ANCHE
DELLA STAMPA DI SINISTRA. INSOMMA SEMBRA REGNARE LA
PAURA, NEGLI ARTICOLI DEI GIORNALISTI, PERCHÉ SE SI
TOCCANO PERSONAGGI IMPORTANTI COME BIAGI E SANTORO, GLI
ALTRI COME SI SENTONO DIFESI ? S.Longhi - Ma infatti quando io dico di
difendere questi due giornalisti, intendo difendere tutta
la categoria. E chiaro che ce un
problema di crisi dellinformazione e non soltanto
alla Rai, non soltanto al tg1 tg2, ci sono
pressioni sempre più forti, degli editori per interessi
personali, in questo paese i conflitti di interessi non
riguardano solo quelli del Presidente Berlusconi.
Ce una crisi vera, su che tipo di
informazione fare, linteresse del cittadino e
lultimo dei problemi. E infatti e noto a
tutti che ce stata una forte riduzione, nei
mesi estivi, un crollo della vendita dei quotidiani. Non
si può pensare di fare informazione tutta asservita agli
interessi pubblicitari, personali, industriali,
produttivi, globalizzati o meno. Se si fa questo tipo di
informazione si perde credibilità e la gente si rende
conto. Per quanto uno spettatore televisivo o un lettore
di un quotidiano può sembrare distratto, comincia ad
accorgersi che le notizie che legge sono distorte che gli
editori corrispondono al contenuto degli articoli che
questi sono orientati in un certo modo. Ce
una crisi del prodotto, nellinformazione nelle
idee, sottolineo quello che accennavi, sembra esserci una
grande paura tra i colleghi, certo non generalizzo, ma ci
sono molti timori. Preoccupazioni per il posto di lavoro,
per le pressioni, per il mobbing, per i tentativi di
intimidazione attuati nelle redazioni, tra capi e
redattori, insomma, nella nostra struttura gerarchica,
vedo delle forti preoccupazioni e come primo timore,
quello di mettersi in collisione con il potente. ELIMINANDO
QUESTI TIMORI E QUESTE PAURE MI POTREBBE DARE UNA DATA
PER UNO SCIOPERO PER LA LIBERTÀ DI STAMPA ? S.Longhi
- La mia opinione e quella
di una data immediatamente successiva a quella del
diciotto, fine Ottobre primi di Novembre, naturalmente
sperando che il sindacato e quindi i giornalisti, seguino
le proposte che faremo. COSA
NE PENSA DI INTERNET IL SINDACATO ? S.Longhi - Con Internet abbiamo provato ad avere
un contatto, con tutte le redazioni presenti in rete, ma
poi ci siamo detti che queste, come NAMIR
INDYMEDIA LIBERI DI ARTICOLO 21 ed altre,
devono rimanere libere, sono necessarie e fondamentali
proprio per questa loro caratteristica che in altri
luoghi sarebbe stato difficile da perseguire. LA
CENSURA SI E SEMPRE ATTUATA DAI TEMPI DEI TEMPI, IN
MODO EVIDENTE E NON, CHI PERDE E CHI VINCE CON LA CENSURA
? S.Longhi
- Certamente perde la cultura e la
libertà, vince il potente, cioè vince chi vuole
sostituire la cultura, in senso esteso, con una linea
monopolistica, con un pensiero unico. Io temo che pur
essendo questo un governo democratico, che discute in
Parlamento, eletto democraticamente dagli italiani, il
rischio che trasformi la propria azione di governo sul
fronte culturale, somigliando ad un regime ,e un
rischio serio. Io spero che le opposizioni, ma anche
allinterno della maggioranza ci siano delle azioni
per frenare la censura. Ce
molta arroganza, e io credo che alcune scelte,
contro quel regista, contro quellattore,
quellopera, diventano una forma di schieramento
anticulturale. Faccio un esempio su tutti, la critica che
viene rivolta ad un genio della cultura mondiale,
riconosciuto come Dario Fo, non e una critica
motivata, articolata nella sua espressione, e un
modo per demonizzare etichettare inquadrare, luomo
di cultura che si considera avversario per farlo sparire.
Questo e unazione antidemocratica e non
voglio aggiungere altro. Io dico
che noi come tutti gli italiani dobbiamo cominciare
seriamente a preoccuparci. LA
RINGRAZIAMO PER AVER PARTECIPATO E SOSTENUTO QUESTO TEMA
SULLA LIBERTÀ DI STAMPA ora che il nostro dovere
lo abbiamo fatto, attendo un dibattito aperto e quindi
delle risposte-proposte anche da parte degli altri
giornalisti e dei cittadini critiche riflessioni,
su uno sciopero che mai come oggi da parte della
categoria e necessario attuare. |
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