Nei primi quattro mesi del 2002 sedici giornalisti sono stati uccisi in vari paesi del mondo mentre nel corso del 2001 erano stati 55 i giornalisti ammazzati per motivi legati al proprio lavoro. Fra queste 71 vittime in soli sedici mesi, due i giornalisti italiani che hanno perso la vita: Maria Grazia Cutuli,uccisa il 19 novembre scorso in Afghanistan, e il fotoreporter Raffaele Ciriello, falciato da una mitragliatrice di un carro armato israeliano il 13 marzo scorso in Palestina, che vanno ad aggiungersi a tutti gli altri morti negli anni passati, da Almerigo Grilz (19 maggio 1987 in Mozambico), a Marco Luchetta, Alessandro Ota e Dario D Angelo (28 gennaio 1994, Mostar), da Ilaria Alpi e Miran Hrovatin (20 marzo 1994, Mogadiscio), ad Antonio Russo (16 ottobre 2000, Tblisi). Informazione senza frontiere e la Fnsi ricordano il sacrificio di questi colleghi e il coraggio di tutti coloro che nel mondo si battono e vengono perseguitati per il loro impegno per una informazione indipendente -
Non posso non aderire alla richiesta di esprimere un parere, proprio nel momento in cui ci lamentiamo della mancanza di una pluralità di informazione; il mio mestiere non è quello di una giornalista, e pertanto non sono proprio strutturata mentalmente a fare informazione, ma, tra le altre cose, mi annovero tra quelle persone indignate che, attraverso gli strumenti di comunicazione più disparati, sono riuscite finalmente a coagularsi intorno ad un rinnovato bisogno di libertà e democrazia. Eccomi qui dunque a cercare di mettere insieme un po' di considerazioni confuse per tentare di tessere un altro canale di relazione che ci aiuti con reciproca soddisfazione a dedicarci un po' di più all'antico e sempre più faticoso esercizio del pensiero.   Gridare "Ridateci Biagi e Santoro!" è stato facile e spontaneo per tutte le persone che nella radio e nella televisione non cercano solo spunti per momenti di relax, ( che troppo spesso vengono trasformati in volgari insulti all'intelligenza umana), bensì anche uno stimolo a capire e quindi ad approfondire una serie di problematiche, soprattutto sociali, che sono poi la base del nostro appartenere ad una comunità familiare, nazionale, globale. Per questo lo abbiamo gridato forte in tanti, e per essere più ascoltati abbiamo anche gridato:"vergogna! non c'è più il pluralismo dell'informazione!"; ma chi di noi ha mai potuto credere, a partire dal 14 maggio del 2001, che il nostro presidente del governo, imprenditore, operaio, indagato, padrone e parolaio ci avrebbe mai garantito una pluralità di informazione ( e tantomeno capire il significato di parole come vergogna, pudore, franchezza e via discorrendo)? E' giusto essere ancora scandalizzati per questo,... ma stupiti!!! E poi mi chiedo ancora: non è riduttivo per la profonda capacità di speculazione mentale e la profonda onestà intellettuale di Biagi e Santoro, definirli solo come portavoce della sinistra? Io penso che al di là di eliminare qualsiasi voce di dissenso, il nostro governo e i vari burattini che fingono con lui di prendere le decisioni giuste per il bene nostro, del paese e adesso anche della santa chiesa, hanno un assoluto bisogno di eliminare la capacità di pensare; come possono immaginare di rimanere a mangiarsi la ricca torta delle immunità, delle indennità, del mero ersercizio di potere, se non in assenza totale di valori, di contenuti e quindi anche di pensiero? La conclusione? Non ho ricette per rimediare ad una situazione che mi fa sprofondare in un mare di vergogna davanti al resto dell'Europa, ma ho voglia e bisogno di ricordare ogni volta che posso e ad ogni persona che posso che dobbiamo continuare a scambiarci le idee, e forse riusciremo a trovare un modo per riavere non solo Biagi e Santoro sui nostri schermi, ma anche i corrotti sui banchi dei criminali, i nostri giovani a fare servizio civile e non buttati allo sbaraglio in Afganistan, i nostri bambini un po' più ricchi di valori (e magari un po' più privati di regali effimeri), insomma un ritrovato modo di sentirci cittadini, fieri di esserlo e solidali con tutti coloro che subiscono le ingiustizie.

Scusate lo sfogo

Roberta Bossi

di Federico Orlando


Caro Sandro,
Ho letto con interesse quello che scrivi ai colleghi giornalisti e della Federazione Nazionale della Stampa. Tu ti meravigli che, di fronte ad un caso macroscopico di censura politica, di insulto professionale, di sbrego a tutte le regole dello Stato liberaldemocratico di diritto, quale è il caso che coinvolge Biagi, Santoro, te e altri colleghi, per editto bulgaro, ti meravigli, dicevo, che non ci sia stata un'iniziativa forte da parte della categoria dei giornalisti. Io penso che sia la Fnsi, sia L'Usigrai, sia la nostra associazione "Articolo 21" (centomila firme raccolte per "Il Fatto" e "Sciuscià", e tate altre in arrivo) abbiano operato, ciascuna nel proprio ambito, e quindi con la "diversità" che ciascun ambito comporta, affinché la categoria fosse presente, con spirito non rinunciatario, all'evento.

Ma concordo con te nel ritenere che una iniziativa più forte s'impone. I giornalisti non possono scioperare per il contratto integrativo cauti rispetto alla libertà di stampa, costringendo alla cautela le proprie rappresentanze.
Anche perché si rischia che si faccia luce, com'è giusto, sui casi Biagi e Santoro, ma che restino oscurati, e non è giusto, i casi di altre diecine e diecine di giornalisti alle prese con l'arroganza del potere: di registi, attori, di tecnici condannati all'ostracismo; di commissariamenti di fatto nel cinema, nei beni culturali, nel teatro. L'attacco è a tutta l'informazione, non solo a un paio di posizioni importanti.

E' necessario dunque fare emergere che la battaglia si farà e si farà non solo per Biagi e Santoro, che semmai saranno i colleghi "eponimi" della nostra resistenza, ma per una situazione generale che stenta ad emergere nelle sue dimensioni; e per convincere i colleghi non aggreppiati - che sono la stragrande maggioranza - che l'imbavagliamento di qualcuno riguarda la libertà di espressione di tutti, visto che, a lasciar passare una volta, poi tutti si troveranno prima o dopo a fare i conti col bavaglio.

L'INTERVENTO E' STATO PUBBLICATO DALLA REDAZIONE DEL SITO INTERNET - http://www.articolo21liberidi.org

-----Messaggio originale-----
Da: Susan Madden <
mash@infol.it>
A:
artenamir@genie.it <artenamir@genie.it>
Data: venerdì 4 ottobre 2002 21.12
Oggetto: firme per biagi, Santoro ed il resto!

Ci avete dato troppo poco tempo (!), scrivo quindi in fretta e senza avere potuto leggere la risposta al testo firmato da Santoro et al. Qui siamo in due ma devo sottolineare che non conosco nessuno che non condivide lo sgomento che sentiamo noi per quanto sta succedendo in Italia e che solo in modo superficiale viene percepito all'estero (nel senso che non c'è diffusione di informazione sulla portata e la gravita dei cambiamenti in corso in tutti i campi in Italia sotto questo "governo")

Vorremmo però aggiungere le nostre firme alla protesta contro quello che sta succedendo nel campo dell'informazione (TV soprattutto s'intende)- per non dilagare troppo, diciamo che siamo pienamente d'accordo con quanto espresso da Santoro ed altri rispetto al diktat Bulgaro e alle sue conseguenze

Qui si tratta anche specificatamente del caso di Biagi e di Santoro - e anche se non ci interessasse vedere i loro programmi lo troveremmo inammissibile il fatto che vengono attaccati dal potere politico e inaudito che vengono soppressi in un paese DEMOCRATICO (abbiamo tutti dimenticato cosa vuol dire???!!!?????!!)

Per conto mio personalmente, non ho mai vissuto un momento simile in un paese europeo (Italia incluso s'intende). Mi sento soffocata e se non avessi accesso ai media in altre lingue (inglese, francese e tedesco) non so proprio come potrei vivere una vita normale (benchè per essere veramente informati bisogna sempre e ovunque leggere, e molto e questo lo facciamo, nella vita normale oggigiorno una certa dipendenza dai media audio e audiovisive è una realtà per quasi tutti penso).

[Parentisi su Radio RAI 3

Anche se è da tanto che dipendo da stazioni radio come France Culture* per la cultura, per l'informazione e le attualità più pressante e meno, la radio RAI 3 ci ha sempre accompagnato nel tentativo di sentirci in un paese civile e con una cultura ricchissima (a contrasto con la sensazione che ci da la maggior parte delle emissioni televisivi incluso i telegiornali e questo non solo da ora, purtroppo). Da poco anche questa preziosa risorsa (anche se, negli ultimi anni, non era senza i suoi difetti) veniva erosa pian piano ma ora il processo sta accelerando - fra poco temo che non la potremo accendere nemmeno più (per ora c'è qualche trasmissione condotta da qualche conduttore di prima, ma sempre apprezzato, che si salvi). Che si vuole attaccare radio 3 ci porta a chiederci davvero "di che cosa hanno paura?" - e la risposta ci fa rabbrividire..............]

Non mi pare che si tratti di essere di destra o di sinistra politicamente - siamo andati ben oltre tali lussi - ogni persona di normale buon senso e quindi capace di ragionare deve essere non più solamente nauseato (disgusted, horrified…….) ma dall'indignazione si è passati ora alla paura pura………questo meraviglioso paese comincia ad essere davvero invivibile…….e noi (ed insieme a noi tanti altri, e non solo persone "di sinistra") non sappiamo più che pesce pigliare, come fare………

Firmiamo………..se solo potesse servire a qualcosa…………….

Susan Madden

Massimo Brizzi

-----Messaggio originale-----
Da: Carlo Ruta <
carlo.ruta@tin.it>
A:
Data: venerdì 4 ottobre 2002 4.29
Oggetto: Libertà di stampa.

Condivido l'appello di Santoro, Ruotolo e Iacona. Tutta l'informazione italiana, di qualunque colore e convincimento, dovrebbe essere al loro fianco, con Biagi, con tutti coloro che dicono liberamente, che non cedono sulla linea della dignità. E la risposta del segretario della FNSI mi sembra voglia andare in tale direzione. E' tuttavia importante che attorno alla vicenda si consolidi un movimento d'opinione il più vasto possibile, che si protenda oltre la giornata di sciopero generale del settore. La posta in gioco è troppo alta, perché non interessi tutto il paese civile. Qualcuno vuole lo svuotamento di un diritto fondamentale sancito dalla carta costituzionale, con l'articolo 21, e, per ciò stesso, la fine di una libertà che da quasi due secoli rimane un cardine indiscusso delle democrazie. Non dobbiamo consentirlo.       

Carlo Ruta   (www.accadeinsicilia.net

-----Messaggio originale-----
Da: Salvo Giorgio <
taliesyn@tiscalinet.it>
A: Data: venerdì 4 ottobre 2002 3.33
Oggetto: libertà di stampa e di parola

Aggiungo anche la mia voce per protestare contro il governo di centrodestra che, spesso in un colpevole quanto complice silenzio, sta piano piano rivoltando l'Italia al contrario, e che adesso sta cercando di spostare la sua azione destabilizzante anche all'estero, aderendo alle guerre sante dell'ineffabile George W. Mi chiedo, relativamente al problema in esame, cioè l'attacco governativo a Santoro, Biagi e Luttazzi, in COSA realmente costoro abbiano danneggiato Berlusconi, se è vero che il centrodestra ha vinto le elezioni. E le ha vinte spesso con maggioranze schiaccianti, come nel caso della Sicilia, regione dove abito, che ha consegnato alla Casa delle Libertà 61 seggi su 61. Una Sicilia che ha dimenticato troppo presto le belle esperienze di sindaci come Enzo Bianco (bocciato nel maggioritario e ripescato nel proporzionale) e Leoluca Orlando (sconfitto nelle elezioni per il Presidente della Regione dal berlusconiano Cuffaro), quei Bianco ed Orlando che sono stati i primi veri sindaci che, rispettivamente, Catania e Palermo abbiano mai avuto. Eppure i siciliani li hanno dimenticati, preferendo votare per Berlusconi e i suoi. Se ciò è accaduto, se i palermitani e i catanesi non hanno mostrato gratitudine nei confronti di due sindaci che hanno fatto rinascere le loro città, se i siciliani hanno regalato al centrodestra una vittoria dalle proporzioni gigantesche, qualcuno vorrebbe gentilmente spiegarmi qual è il "danno ricevuto in campagna elettorale" da Silvio Berlusconi a causa di Santoro, Luttazzi e Biagi? Forse il presidente del Consiglio e ministro degli Esteri ad interim voleva o sognava il 100% delle preferenze?  

Salvo GIORGIO Ragusa

-----Messaggio originale-----
Da: [Raptu5] <
raptu5@tin.it>
Data: venerdì 4 ottobre 2002 0.29
Oggetto: Re: LIBERTA' DI STAMPA

E' GIUSTO UNO SCIOPERO NAZIONALE DA PARTE DEI GIORNALISTI VISTO LA CENSURA IN RAI DI NUMEROSE TRASMISSIONI ?   MI SEMBRA IL MINIMO. BISOGNEREBBE FARE MOLTO DI PIU'.MA NOI TUTTI SAPPIAMO CHE CHI BLOCCA IL LENTO EVOLVERSI DELLA STORIA E' DA SEMPRE RAPPRESENTATO DAI LANZICHINECCHI FIGLI DEL POTERE CHE SI TRAVESTONO DA "MENTI LIBERE"PER OTTEMPERARE IL GIUSTO SPIRITO DELLA RIBELLIONE.  

Salvo Mica  

-----Messaggio originale-----
Da:
pierri2000@libero.it <pierri2000@libero.it>
Data: giovedì 3 ottobre 2002 20.49
Oggetto: LIBERTA' DI STAMPA

ciao , ma come si diventa giornalisti?Con qualche tessera di partito? Ditemi un giornalista totalmente "libero".Nessuno lo assume o è un emarginato.Ora tocca a Santoro e quel che ci offende è la totale indifferenza della gente comune, che si sorbisce Max e Tuc senza protestare, facendosi trattare da semideficiente .Questo lo stato dell'opione pubblica in Italia


Elvira PIerri

-----Messaggio originale-----
Da: Vezio Ruggieri <
vruggieri@uniroma1.it>

Data: giovedì 3 ottobre 2002 17.39
Oggetto: Libertà di stampa

La libertà di stampa è strettamente legata alla libertà d'opinione.
Controllare la libertà di stampa significa di fatto controllare la libertà concreta con cui si formano le opinioni. La libertà è nella libera ricerca dei fatti ma anche nel libero commento dei fatti stessi. Un giornalista non esaurisce il suo compito in una nuda o infiorettata esposizione dei fatti ma nella tessitura intellettuale delle notizie e del loro commento. Pertanto le categorie interpretative sono sempre presenti sia che un giornalista lo proclami o lo nasconda al pubblico e/o a se stesso. Chi pensasse che esista un giornalista non schierato è un sonoro imbecille! I più schierati sono quelli che proclamano a spada tratta la presunta neutralità dell'informazione. La qualità del giornalismo è infatti nel costruire una consapevolezza dei significati immediati a breve o a lungo termine degli eventi che sono raccontati. Chi pensa di poter separare l'evento raccontato dal suo significato contestuale è di nuovo un altrettanto sonoro imbecille! Per fortuna c'è in Italia ancora tanta gente libera che dimostra di scegliere programmi come quello di Santoro che svolgono un'alta funzione sociale mirante ad accrescere la consapevolezza degli ascoltatori.  L'alto livello di audience ne è una schiacciante ed evidente prova. Paradossalmente l'audience è considerata, nel mercato molte volte squallido della comunicazione, un indicatore determinante, utilizzato in modo generico e acritico; curioso che esso non valga solo in questo caso. Comunque noi pensiamo che in ogni intervento giornalistico ci possa essere un più o meno consapevole pericolo di manipolazione, superabile soltanto se garantito un reale confronto di opinioni molto diverse fra loro. Chi si dichiara contrario ad un confronto di opinioni si dichiara ufficialmente manipolatore. C'è una sorta di pudore a proclamare l'evidenza manipolativa di alcuni programmi così carichi di apparente fairplay che straripano invasivi dal video. Perchè non si chiede apertamente di poter discutere in televisione sulle modalità con cui interventi considerati neutri e obiettivi esercitano la loro influenza intervenendo su meccanismi psicologici profondi basati su un complesso di credenze antropologicamente sostenute che danno patina di verità a ben organizzati sistemi di millanterie? La difesa della libera informazione (caso Santoro) è sacrosanto, ma dovremmo saperci difendere da quella manipolazioni sotterranee che sono oggetto di studi assolutamente non casuali. Meccanismi di questo genere utilizzano degli stereotipi già formalizzati che si irrigidiscono ulterioriormente perché passano attraverso l'induzione di sentimenti di paura più o meno artificialmente evocati, ai quali si offre una fittizia ma comoda soluzione. Lo spettatore preferisce non pensare; l'abilità di Santoro é di sollecitare il senso critico attraverso una partecipazione emotiva interessante. La cornice socioculturale in cui si muove Santoro è chiara ed esplicita e non pericolosamente ambigua come quella di molti altri programmi. E' ora di dire apertamente quanto siano pericolosi altri programmi fatti da apparenti "pesci in barile". L'abbassamento del livello critico sembra essere un obiettivo forte negli attuali gestori della televisione. Il sostegno a Santoro parte da un atteggiamento difensivo, come se ci si dovesse giustificare. In realtà i veri accusati dovrebbero essere i manipolatori occulti, sedicenti portatori della verità. Quindi: contrattaccare! Vorremmo dare sostegno a giornalisti ingiustamente accusati di fare soltanto il proprio dovere, incoraggiandoli nel proseguimento di questa battaglia, perchè la loro battaglia è anche la nostra. Vorremmo che il capo dello stato fosse più esplicito e puntuale quando interviene sulla libertà di informazione poichè abbiamo avuto esperienze del fatto che anche semplici richiami o solleciti del capo della stato verso garanzie di libertà sono stati deformati ad usum delfini proprio da quella parte contro cui esse erano rivolte, esempio classico della pericolosità manipolativa. Il complesso delle credenze, che è un elemento strutturale su cui non può non fondarsi, in parte, ogni individuo, implica anche una automatica delega nei confronti di rappresentanti considerati pregiudizialmente come portatori di verità. Succede paradossalmente che alcune notizie sono vere perchè riferite dal telegiornale, come se avessero una sorta di autentica notarile. Anche su questo sarebbe interessante discutere così come non meno interessante sarebbe discutere circa l'effetto suggestivo e inquietantemente manipolativo di indagini statistiche che spesso hanno poco a che vedere con una reale procedura scientifica. E' assolutamente sano, secondo noi, che lo spettatore impari ad avere dubbi, anche su questi elementi cosiddetti scientifici, specialmente se il dubbio serve ad uscire da una prigione mentale utilizzata esclusivamente a vantaggio di interessi di singoli gruppi di potere. E' blasfemo parlare in televisione di psicologia di massa? Mette in discussione la struttura stessa del gioco farsesco che si è spesso portati a compiere? Perché solo alcuni hanno completa e incensurabile libertà di parole? Si giustifichino!  

 

Prof. Vezio Ruggieri, Cattedra di Psicofisiologia Clinica, Università degli Studi di Roma La Sapienza

Dott. Gabriele Marciano, psicologo, psicoterapeuta,ASL RM/FDott.

Fausto Rossini, psicofisiologo

Dott.ssa Maria Gravinese, psicologa

-----Messaggio originale-----
Da: Il sogno che continua <
ilsognochecontinua@inwind.it>

Data: martedì 8 ottobre 2002 2.08
Oggetto: la rai non ci rappresenta ?..... sciopero del canone?

LIBERE RIFLESSIONI SUL PROBLEMA DELL' INFORMAZIONE IN italia la RAI non ci rappresenta??. SCIOPERO DEL CANONE ??     un ' azione incisiva come lo sciopero del pagamento del canone RAI  è oggi  motivata dal fatto che la televisione pubblica deve rappresentare tutte le opinioni di un paese , cosa che oggi non avviene perchè le istanze  dell ' opposizione con l' allontanamento di Biagi e di Santoro non sono adeguatamente rappresentate .   Pensate un pò cosa potrebbe avvenire se la sinistra,   organizzasse questo sciopero offrendo ai cittadini anche il patrocinio legale degli avvocati sindacali .Milioni di ricorsi invaderebbero le procure e il sistema di finaziamento della Rai andrebbe in crisi ,e con esso anche il potere di questo governo basato sul controllo e la concentrazione dei mezzi di comunicazione di massa . La tesi oppositoria potrebbe basarsi sul fatto che in uno stato di diritto il 50% della popolazione non favorevole ad un governo avrebbe almeno diritto ad un canale televisivo ,( basterebbe almeno tornare alla rai 3 di Curzi , Guglielmi ,e Andrea Barbato ) a fronte di ben 6 emittenti nazionali,oggi sotto il controllo di un presidente del consiglio miliardario, propietario di 3 canali privati e che pretende di monopolizzare anche quelli pubblici ove si paga il canone.   MA E' FANTASCIENTIFICO PENSARE CHE L' ULIVO CHE SI DIVIDE SUL VOTO DELL ' INVIO DEGLI ALPINI IN AFGANISTAN possa a garanzia dei suoi elettori, indire una simile protesta ,quando appunto tra le file del centro sinistra vi è una larga parte che dichiarandosi CENTRISTA e  moderata  pensa che tutta la sua azione politica non  debba comunque  scontentare  i "padroni d' oltreatlantico" ...sia sul versante dell ' economia  che in politica estera.(se scoppiasse la guerra all ' Irak anche con una dubbia e inaccettabile risoluzione ONU..... l' Ulivo in queste condizioni si dividerà di nuovo )   Tanto che  l' onorevole Berlusconi non si dichiara affatto turbato  dall ' opposizione......... DESCRITTA COME UN ' ACCOZZAGLIA DI FORZE CONTRAPPOSTE e dice sorridendo .... nei confronti di chi ritiene che lui sia malato.... di godere di ottima salute , e che ... la poltrona la  occuperà molti anni ,vuol dire che questo  governante temerario è indifferente NON SOLO AGLI SCIOPERI e ai girotondi ,ma anche ad oltre il 50 % del paese reale .( ricorda un pò Benito Mussolini che quando all ' Italia furono imposte sanzioni lui rispose........... "me ne frego !!") il 18 ottobre c' è un altro sciopero generale , ma quanti scioperi ci vorranno a questo punto in italia per  tornare alla normalità di governi senza conflitti d' interesssi ?    Viene da rimpiangere i governi balneari della prima repubblica quando bastavano gli scioperi a farli cadere , tangentopoli ha descritto la corruzione degli stessi ,ma non c' è mai stata da parte di quei governi un' ostentata indifferenza al paese come stà avvenendo oggi   e mai si era posto sull ' informazione....... una simile concentrazione di potere e  interessi a vantaggio di una sola persona e dei suoi grupppi finanziari ,nè si era mai posto come oggi il reiterato attivismo interventista dell Italia in tutti gli scenari di guerra che si stanno profilando .   Evidentemente le cause già note del disastro quali :tutto il peggior repetorio del  Craxismo  , la   pidue  ,il debito pubblico ,  scellerate scelte elettorali  maggioritarie,e un centro sinistra che ha abiurato da tempo ai  i suoi principi ,  hanno germinato i frutti amari del  portarci  con questo governo   sull ' orlo di un  nuovo sistema autoritario ,....... subdolamente moderno , falso tecnologico e mediatico , ma non meno pericoloso di quelli tradizionali ,essendo non privo anche  di  inclinazioni militariste,  a cui porvi rimedio sarà alquanto costoso e difficile per il paese( nel senso del costo sociale della conflittualità atta ad opporvisi, per  non precipitare totalmente nella dittatura.......  ) .     

VITTORIO CRIVELLI 

 

 

 

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