|
-----Messaggio
originale----- Da: Maria Teresa Bassa Poropat <bassapor@psico.units.it> Data: giovedì 3 ottobre 2002 11.08 Oggetto: adesione alla protesta >Aderisco alla protesta che offende la nostra dignità di cittadini liberi e >ancora una volta testimonia la "debolezza di questo governo" che si illude, >eliminando persone scomode,di mettere a tacere le nostre coscienze.
|
-----Messaggio
originale----- Da: calogero <calomarto@libero.it> Data: giovedì 3 ottobre 2002 10.50 Oggetto: TV italiana: La Casa di Barbie >La chiusura di un programma televisivo qualunque, può avere diverse >motivazioni, ma in tutti i casi viene decretata da persone che la decidono >in base a criteri essenzialmente di mercato. >Per tale motivo, per esempio, continuano a sussistere trasmissioni d'infimo >ordine che, però, apportano convenienza economica e quindi la loro >produttività viene ritenuta il criterio predominante rispetto ad altri. >Ma ci sono anche criteri politici di scelta. Una trasmissione che deve >veicolare >determinati e preordinati stimoli culturali, pur dietro una facciata >anonima, continuerà a esistere giacché la sua funzione non è quella >dichiarata, ma "quell'altra". E' il caso di programmi fintamente popolari, >di cui sono piene le reti pubbliche e private, in cui tra ballerine, giochi, >frizzi >e lazzi si inseriscono "messaggi" al limite del subliminale innegianti lo >status quo etico e politico della nazione. In questi casi, è meglio che i >conduttori non siano giornalisti e, quando ci sono, che almeno siano >giornalisti giuggioloni e allampanati come ci si prefigge di far diventare >il pubblico. >Infine, ci sono i programmi volutamente outsiders, spesso relegati in orari >scomodi, che piacciono ai liberi pensatori e quindi non ai politici di >professione, ma che sono pur sempre i rappresentanti di una certa >fascia di ascolto, che come tale va giudiziosamente gratificata >di adeguato contentino. >Ora, tutto ciò costituisce un sistema che, per quanto amorale e >merceologico, funziona e si replica anche perché non ha alternative >efficienti. Infondo, i vecchi teleromanzi degli anni sessanta o il mai >dimenticato Studio Uno, non erano troppo diversi, in termini di strumento >politico, dai nostri sceneggiati e contenitori, giacché tutti servono al >sistema predominante per affermare e rafforzare le proprie linee e i propri >credi. >La libertà di espressione? Un ammennicolo dispensato fino a quando non >produce effetti secondari davvero lesivi dello status quo. Le strisce >satiriche >preserali >sopravvivono proprio perché fingono di irridere e di denunciare questi e >quelli, mentre in >realtà "fanfaluchizzano" tutto ciò che dicono e fanno perché lo dicono e lo >fanno in un surreale clima circense ed edonistico. Sono quasi spariti i >programmi di denuncia tosti e giornalistici, quindi veri; oggi si impone un >modello di denuncia che vuole sostituirsi all'inchiesta e perfino alla >magistratura, perché inchieste e magistratura non rispondono ai canoni >circensi utili a rimbambire la gente. Gli stessi politici, a cui trent'anni >fa la tv destinava (giustamentre e coerentemente) soltanto una "tribuna >politica", oggi mischiano contenuto e contenitore, salgono sui palcoscenici >più (apparentemente) inadeguati, e da lì promuovono lèggi, indirizzi, >opinioni, >attacchi personali, ecc. >Anche il Vaticano ha subdorato l'estrema convenienza di tutto ciò. >Insoddisfatto di uno Stato laico e secolarizzato, quindi preoccupato per la >propria sopravvivenza, è emerso dai propri siti e ha bussato in tv venendo >accolto con lecchinoso entusiasmo... Oggigiorno, mentre per vedere in tv un >giornalista verace, uno scrittore, un uomo di vera cultura, uno >scienziato (che non sia Zichichi) o addirittura un libero pensatore o un >ateo, bisogna sbavare per >anni e in orari impossibili, per vedere il papa o il cardinale di turno >nelle vesti di inappellabili facitori di politica e di pregiati commentatori >etico-sociali, basta sintonizzarsi su un canale qualunque in un qualunque >orario: lì che dice messa, lì che fa l'ospite opinionista, lì che promuove >un ente che si prefigge di risolvere, abbattere, sanare, e quant'altro. E >quando non c'è un abito talare, c'è il conduttore ispirato che ne fa le >veci, e che scoppietta tutt'addosso al telepubblico la propria isteria >religiosa >parlando di miracoli, angioletti, visioni mistiche e dogmi fascinosi. >Può, dunque, esserci vera indipendenza e vera autonomia dei giornalisti in >un sistema così drammaticamente fanciullesco? >Direi di no. L'unico vero indipendente e autonomo, attualmente, è chi >detiene il potere mass mediale; che oggi si chiama Berlusconi Silvio. Costui >si è sostituito >completamente al sistema di cui sopra, lo ha personalizzato, ne ha fatto >un giocattolo di sua proprietà. La tv italiana in mano sua è diventata una >sorta di Casa di Barbie. In essa, le micro bambole televisive si muovono >all'interno di un edificio-lager ben circoscritto, pesantemente dipinto a >colori vivaci e >artificiali, con la "libertà" di spostarsi da un piano-azienda all'altro, ma >rimanendo però sotto la >puntigliosa giurisdizione della Bambina-padrona-di-tutto, che adesso ha le >sembianze di un Ken potente e furbesco. >Non è fisicamente possibile che una di quelle bambole televisive possa >accorgersi della futilità della propria vita; come in un >vecchio telefilm di "Ai confini della realtà", il suo mondo è tutto lì tra >quelle pareti posticce, in costante (e incosciente) obbedienza a un padrone >che, come un dio, c'è e non c'è, che si percepirebbe solo se si uscisse >dalla Casa di Barbie... >Evidentemente, Santoro e Biagi, ciascuno a suo modo, hanno avuto per un >attimo coscienza di essere dei pupazzi, e si sono ribellati... anzi, no, >difesi. Ma il padrone della Casa se n'è accorto: perché quella difesa è >molto seria e vera, non è la solita manfrina che mira a un aumento del >cachet; e allora, in nome del diritto delle altre bamboline a non essere >svegliate da un paio di eretici, il padrone li ha defenestrati. >Trattasi di censura preventiva? Ebbene sì. Preventiva è la guerra, perché >non anche la censura? Quando non si hanno argomentazioni razionali per >controllare i fenomeni, si ricorre alla censura. La quale risolve il >problema, certo; peccato che lascia intonsi i suoi meccanismi produttivi. >Il sistema-Casa di Barbie deve sopravvivere e si >capisce bene perché non può permettersi che persone davvero in grado di >intendere e volere lo corrodano dall'interno. >Ma la parte più maligna non è questa. C'è da temere che la Casa di Barbie >prescinda dal governo e dal potere; che sia in qualche modo autoalimentata. >E, se fosse vero questo, come mai potrebbe essere possibile ribellarsi? >Ribellarsi a chi, e in quale scenario? > >Calogero Martorana >razionalista e ateo di Napoli |
-----Messaggio
originale----- Da: Massimo Torelli <massimotorelli@yahoo.it> Data: mercoledì 2 ottobre 2002 23.51 Oggetto: aderisco >la censura in atto è lo specchio fedele di cosa questi >signori pensano della democrazia... > >massimo Torelli >assessore del comune di Campi Bisenzio ( Firenze) |
|
-----Messaggio
originale----- Da: Mara.Muscetta <Mara.Muscetta@wanadoo.fr> Data: mercoledì 2 ottobre 2002 19.52 Oggetto: Santoro Penso che la stampa si debba muovere: c'é un limite a tutto. Oggi tocca a loro, domani a chi ? MARA MUSCHETTA |
-----Messaggio
originale----- Da: Anna Pelamatti <pelamat@univ.trieste.it> Data: mercoledì 2 ottobre 2002 17.14 >ADERISCO CON ENTUSIASMO E GRATITUDINE PER L'OPPORTUNITA' CHE MI DATE >DI ESPRIMERE LO SCONFORTO E LA RABBIA PER LA CENSURA CHE QUESTO >GOVERNO-REGIME STA IMPONENDO ALLA PLURALITA' DI IDEE ED ESPRESSIONE
|
-----Messaggio
originale----- Da: Leonardo Luca <leonardoluca@yahoo.it> Data: domenica 6 ottobre 2002 22.54 Censurare il pensiero critico,e comunque, eliminare l'opinione dell'altra parte è come chinarsi a capofitto in un'idea senza indugi di sorta è come tapparsi le orecchie davanti all'obiezione di qualcuno e, peggio ancora, "qualcuno" ha deciso questo anche per tutti noi. Questo è, non il primo ma uno dei più palesi passi che sono stati fatti da un anno e più a questa parte; io credo nelle nostre forze, credo che una morale nuova, non bigotta stia piano piano emergendo, ma credo anche che questo non sarà l'ultimo scempio della democrazia che verrà perpetuato, e che dovremo aspettarci anche di peggio. Un solo pensiero è quindi quello che conta: RESISTERE! LEONARDO LUCA. |
Perché scioperare? Trasmissioni giornalisticamente mediocri come il Fatto e Sciuscià è giusto che vengano meno; d'altra parte anche i quotidiani chiudono quando non tirano. Salutoni Giovanni Lani giovanni.lani@ilrestodelcarlino.it |
prima pagina.
contatore http://artenamir.interfree.it - WWW.NAMR.IT
e forum