Il vento della poesia non soffia più. È morto Pierangelo Bertoli
di red.



È morto stanotte, al Policlinico di Modena, il cantante Pierangelo Bertoli. Era ricoverato dallo scorso fine settimana e si era già sottoposto ad un periodo di cure pochi mesi fa. Viveva a Sassuolo, dove era nato il 5 novembre 1942, con la moglie Bruna e i tre figli, Emiliano di 22 anni, Alberto di 21, anche lui cantante, Petra di 16, alla cui nascita Bertoli aveva dedicato una canzone col suo nome.

Pierangelo Bertoli non ha probabilmente mai ottenuto i riconoscimenti che il suo coraggio e il suo talento meritavano. Entrato a pieno diritto a far parte di quella scuola emiliana che da Lucio Dalla a Gianni Morandi attraverso Francesco Guccini, Vasco Rossi arriva fino a Ligabue e ai gruppi del nuovo rock, Bertoli è stato un autore che conosceva bene il linguaggio della musica americana e che non ha mai diviso il suo lavoro artistico da un dichiarato impegno politico.

Nato a Sassuolo (Modena) aveva cominciato a occuparsi attivamente prima del sociale che della musica. Costretto su una sedia a rotelle, grazie all'interessamento del suo amico Francesco Guccini ha esordito nel '76 con un album dichiaratamente polemico intitolato «Eppure soffia». Il suo momento di maggior popolarità è stato durante gli anni '80 quando ha interpretato la sua canzone più celebre, «Pescatore» insieme a Fiorella Mannoia, pubblicando anche un album antologico in cui rende omaggio a colleghi come Paolo Conte e Fabrizio De Andrè. Proprio sul finire di questo decennio nel disco «Tra me e me» Bertoli ha inserito una canzone, «Sogni di rock and roll» dell'ancora sconosciuto Luciano Ligabue, rimasto legato a lui da sincera amicizia.

Probabilmente la sua scelta più sorprendente è stata quella di partecipare al Festival di Sanremo, lui sulla sedia a rotelle, impegnato a sinistra, sul palco che rappresenta da sempre «la tradizione». Eppure, insieme ai Tazenda, pescò nel suo repertorio uno dei suoi maggiori successi, «Spunta la luna dal monte». In fondo in questa canzone così legata ad atmosfere folk c'è la sintesi di quella che è stata la musica di questo personaggio singolare che ha sempre goduto del rispetto assoluto anche dei più intransigenti artisti rock italiani come Modena City Ramblers con i quali ha anche collaborato: le tradizioni della sua terra (c'è più di un suo brano in dialetto) ma anche il rock americano e il country, più una certa vena poetica utilizzata per dare maggiore leggibilità al suo messaggio politico così lontano dai compromessi tipici dell'ambiente in cui Pierangelo Bertoli si era fatto strada davvero «a muso duro».

Era molto legato alla sua terra ed era spesso impegnato in iniziative di solidarietà e beneficenza. Tra i suoi amici più cari c'era padre Sebastiano Bernardini, il cappuccino vicino alla Nazionale cantanti. Il 10 novembre scorso Bertoli aveva cantato per i detenuti del carcere di Sant' Anna a Modena e nella città estense nel giugno precedente aveva partecipato al Festival della canzone dialettale esibendosi in diversi brani in modenese.

Appena poche settimane fa era tornato sul mercato discografico dopo quattro anni di assenza con un nuovo album, «Trecentouno guerre fa», con quattro brani inediti e la riproposta di alcuni suoi pezzi storici, tra cui «Pescatore».

LUTTO NELLA CANZONE D'AUTORE

Addio a Pierangelo BertoliNato a Sassuolo (Modena), aveva 60 anni. Tra i suoi successi ricordiamo «Eppure soffia», «A muso d'uro» (1979), «Maddalena» (1984), «Una strada» (1989), «Spunta la luna dal monte» ROMA, 7 OTTOBRE 2002 - Pierangelo Bertoli non ha probabilmente mai ottenuto i riconoscimenti che il suo coraggio e il suo talento meritavano. Entrato a pieno diritto a far parte di quella scuola emiliana che da Lucio Dalla a Gianni Morandi attraverso Francesco Guccini, Vasco Rossi arriva fino a Ligabue e ai gruppi del nuovo rock, Bertoli è stato un autore che conosceva bene il linguaggio della musica americana e che non ha mai diviso il suo lavoro artistico da un dichiarato impegno politico.


Nato nel 1942, a Sassuolo (Modena) aveva cominciato a occuparsi attivamente prima del sociale che della musica. Costretto su una sedia a rotelle, grazie all'interessamento del suo amico Francesco Guccini ha esordito nel '76 con un album dichiaratamente polemico intitolato «Eppure soffia». Il suo momento di maggior popolarità è stato durante gli anni '80 quando ha interpretato la sua canzone più celebre, «Pescatore» insieme a Fiorella Mannoia e ha pubblicato anche un album antologico in cui tra l'altro rende omaggio a colleghi come Paolo Conte e Fabrizio De Andrè.


Proprio sul finire di questo decennio nel disco «Tra me e me» Bertoli ha inserito una canzone, «Sogni di rock and roll» dell'ancora sconosciuto Luciano Ligabue il quale è rimasto legato a lui da sincera amicizia. Probabilmente la sua scelta più sorprendente è stata quella di partecipare al Festival di Sanremo, lui sulla sedia a rotelle, impegnato a sinistra, sul palco che rappresenta da sempre «la tradizione».


Eppure, insieme ai Tazenda, pescò nel suo repertorio uno dei suoi maggiori successi, «Spunta la luna dal monte». In fondo in questa canzone così legata ad atmosfere folk c'è la sintesi di quella che è stata la musica di questo personaggio singolare che ha sempre goduto del rispetto assoluto anche dei più intransigenti artisti rock italiani come Modena City Ramblers con i quali ha anche collaborato: le tradizioni della sua terra (c'è più di un suo brano in dialetto) ma anche il rock americano e il country, più una certa vena poetica utilizzata per dare maggiore leggibilità al suo messaggio politico così lontano dai compromessi tipici dell'ambiente in cui Pierangelo Bertoli si era fatto strada davvero «a muso duro».

Bertoli era ricoverato dallo scorso fine settimana nel Policlinico dove si era già sottoposto ad un periodo di cure pochi mesi fa. Viveva a Sassuolo, dove era nato il 5 novembre 1942, con la moglie Bruna e i tre figli, Emiliano di 22 anni, Alberto di 21, anche lui cantante, Petra di 16, alla cui nascita Bertoli aveva dedicato una canzone col suo nome.

Era molto legato alla sua terra (il fratello gestisce un famoso ristorante a Sestola, sull' Appennino) ed era spesso impegnato in iniziative di solidarietà e beneficenza. Tra i suoi amici più cari c' era padre Sebastiano Bernardini, il cappuccino vicino alla Nazionale cantanti. Il 10 novembre scorso Bertoli aveva cantato per i detenuti del carcere di Sant' Anna a Modena e nella città estense nel giugno precedente aveva partecipato al Festival della canzone dialettale esibendosi in diversi brani in modenese.

Tra le sue ultime apparizioni quella in primavera per il programma di Rete 4 «La domenica del villaggio» assieme a Caterina Caselli, anche lei sassolese. Con gli altri artisti della cittadina, conosciuta come la capitale della piastrella in ceramica, aveva anche pubblicato un libro e un disco. Appena poche settimane fa, poi, Bertoli era tornato sul mercato discografico dopo quattro anni di assenza con un nuovo album, «Trecentouno guerre fa», con quattro brani inediti e la riproposta di alcuni suoi pezzi storici, tra cui «Pescatore».

Ha contribuito al lancio di Luciano Ligabue

Morto il cantante e autore Pierangelo Bertoli Aveva 60 anni. Tra i suoi successi «Pescatore» in duetto con Fiorella Mannoia e «Spunta la luna dal monte» con i Tazenda ROMA - È morto stanotte, al Policlinico di Modena, il cantante Pierangelo Bertoli. Nato a Sassuolo (Modena), aveva 60 anni.

I SUCCESSI - Tra i suoi successi ricordiamo «Eppure soffia», «Sera di Gallipoli» e «Per dirti t'amo» (1976), «A muso duro» (1979), «Pescatore» in duetto con Fiorella Mannoia, «Maddalena» (1984), «Una strada» (1989), «Spunta la luna dal monte»(presentata al Festival di Sanremo del 1991 insieme al gruppo sardo Tazenda). Il cantante e autore - che da anni era bloccato su una sedia a rotelle - aveva contribuito, circa dodici anni fa, anche al lancio del conterraneo Luciano Ligabue. LIBERO - Così si raccontava Bertoli in una recente intervista pubblicata su Internet: «Io sono nato libero. Mia madre era per la libertà assoluta. Ho cercato di vivere una vita normale. Mi è andata bene. Avevo un fisico "stortignato" dalle metà in giù ma molto forte. E l'ho trattato malissimo: ho faticato e fumato troppo, guidato tanto, fino a 800 km al giorno per 300 giorni all'anno. Oggi il corpo mi dà, e con ragione, qualche segnale di stanchezza: sento più spesso di quando ero giovane la condizione di handicappato». 7 ottobre 2002

Morto Pierangelo Bertoli

7 ottobre 2002

ROMA. È morto stanotte, al Policlinico di Modena, il cantante Pierangelo Bertoli. Aveva 60 anni. Tra i suoi successi ricordiamo «Eppure soffia», «Sera di Gallipoli» e «Per dirti t'amo» (1976), «A muso d'uro» (1979), «Maddalena» (1984), «Una strada» (1989), «Spunta la luna dal monte» (presentata al Festival di Sanremo del 1991 insieme al gruppo sardo Tazenda). Il cantante e autore - che da anni era bloccato su una sedia a rotelle - aveva contribuito, circa dodici anni fa,anche al lancio del conterraneo Luciano Ligabue.

Nato a Sassuolo il 5 novembre del '42, Pierangelo Bertoli ha esordito nel '76 con l'album 'Eppure soffia'. Un disco che mette subito in chiaro quali saranno i temi della sua produzione: impegno sociale, riscoperta delle radici, denuncia ma anche canzoni d'amore nel senso classico. 'Figlio' della stessa scuola musicale emiliana cui appartengono Dalla, Ligabue, Carboni, Morandi e anche Guccini e Vasco Rossi, Bertoli arriva al successo nel '79 con 'A muso duro', una sorta di 'manifesto poetico' che rivela lo spessore dell'autore.

All'inizio degli anni '80, anche le classifiche scoprono Bertoli grazie all'album 'Certi momenti' con il singolo 'Pescatore', cantato in duetto con Fiorella Mannoia. Ma il pezzo più 'forte' dell'album è quello omonimo, in cui Bertoli si schiera a sostegno dell'aborto scagliandosi contro la Chiesa. Gli anni '80 sono particolarmente prolifici per lui, con la pubblicazione di 'Album', 'Frammenti', 'Dalla finestra' e 'Petra'. Nell'86 Bertoli celebra i dieci anni di carriera con 'Studio & live', doppio album antologico. L'anno dopo, nasce il progetto 'Canzoni d'autore' come omaggio a cantautori vecchi e nuovi della scena italiana, tra cui Conte e De Andrè.

Quasi a sorpresa, arriva un buon successo e un piazzamento onorevole in classifica, e 'Spunta la luna dal monte' diventa anche un album di 'best' che resta uno dei più graditi al grande pubblico tra i tanti di Bertoli, tanto da vincere il disco di platino. Bertoli torna a Sanremo anche nel '92 con 'Italia d'oro', una canzone-invettiva molto amara che suona come una specie di profezia su Tangentopoli, che sarebbe scoppiata da lì a poco. L'autore denuncia sofferenze, ingiustizia e truffe politiche.

Bertoli aveva appena pubblicato il nuovo album dal titolo 'Trecentouno guerre fa', che lo ha visto tornare sulla scena dopo qualche anno di silenzio. L'album contiene quattro inediti e 14 brani in totale, tutti pezzi 'storicì di Bertoli come 'Pescatore', 'Spunta la luna dal monte', 'La fatica', 'Favola', 'Oracoli' e 'Così'.

 

 

 

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