FARE LA GUERRA

Fare di guerra è la cosa più odiosa che si possa praticare. Ma gli scenari che si stanno predisponendo per il dopo appaiono ancora più inquietanti. Si ha l'impressione che si sia posto mano a tante distruzioni solo per poi avviare la fase della ricostruzione offrendo la possibilità ai tanti industriali del mondo di lucrarvi e sempre a spese del popolo iracheno, dato che il conto sarà rappresentato dai proventi del petrolio così come, del resto ha fatto, Saddam Hussein per riarmare il suo esercito. A questo punto cosa possono aver rappresentato i tanti movimenti pacifisti? Poco o nulla purtroppo. Diciamo che l'obiettivo da perseguire era ed è un altro: le fabbriche che producono armamenti. Se non facciamo in modo di eliminarle ci troveremo sempre con tali e tanti scenari di guerra. Pensiamo a cosa sta accadendo in Africa e le molte altre guerre regionali in corso e poco conosciute dal grosso pubblico solo perché sono "guerre di poveri" e lì la ricostruzione non è nemmeno immaginabile. Possono solo diventare delle "pattumiere" a cielo aperto e le terre concimate con il sangue umano. Vorrei, a questo punto, che i movimenti pacifisti facessero una seria riflessione sul "nemico" da combattere e studiare una strategia efficace per indurre tutti gli Stati del mondo se non ad abolire a ridurre fortemente la produzione degli armamenti siano essi convenzionali o di altra natura.

Riccardo Alfonso