Berlusconi e
Vespa Uno dei Due Mente
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«Il premier
ha deluso, i suoi elettori lo puniranno»
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"Il
vostro governo non esiste"
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Un megalomane
che si fa dettar legge da Ferrara MILANO «Hai letto leditoriale di Ferrara? Bene cavaliere, devi fare così, cavaliere avanti, due passi avanti, mai uno indietro, ogni giorno una richiesta nuova, su con la voce... Quel tipo lo porta alla rovina...». Non dice esattamente «quel tipo». Giorgio Bocca usa unespressione di maggior calore. Leditoriale del Foglio di ieri, ripensando al Porta a Porta dellaltro ieri, sembra un incitamento alla violenza (metaforicamente): « Presidente, attento ai serpenti... Si decida a usare tutta la sua forza politica... e blocchi subito con la solenne e inflessibile decisione di una maggioranza unita le tagliole pronte a scattare. Se le dicono di abbassare i toni, li alzi...». Esemplare per la chiarezza delle intenzioni.
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«L'anomalia Berlusconi» un
pericolo per l'Europa, scrive Le Monde
Un editoriale e un'intera pagina del quotidiano parigino Le Monde datato 25 maggio (ma in edicola dalle 13 del 24 maggio) sono dedicati alle vicende si Silvio Berlusconi, ai suoi processi, alla politica italiana ridotta ad un tema unico. Ma soprattutto alla prospettiva, vista con una certa apprensione, che il nostro premier diventi, dal 1° luglio, presidente di turno dell'Unione europea. Qualcosa di simile aveva scritto, il 9 maggio, anche il settimanale britannico The Economist e questi interventi sulla stampa europea rischiano di moltiplicarsi nelle prossime settimane. In un momento così delicato della sua storia, «l'Europa, che deve molto all'Italia, avrebbe potuto sognare di essere guidata da un uomo dall'indiscussa leadership politica e morale. Non sarà questo il caso», scrive Le Monde in un editoriale intitolato «Le cas Berlusconi». Il quotidiano francese sottolinea che la presidenza italiana dell'Unione Europea arriva «in un momento particolarmente difficile per Berlusconi mai come ora sotto i riflettori della giustizia del suo Paese» e tutto questo inevitabilmente avrà ripercussioni sull'Europa. L'editoriale di Le Monde si apre con una premessa: «Venendo dalla Francia, le lezioni di morale sulle relazioni tra la politica e la giustizia, e più precisamente sull'atteggiamento di questa a indagare sui vertici dello Stato, non sono necessariamente le benvenute». Ma fatta la dovuta premessa, «è difficile non tornare sull'argomento, mentre il premier italiano si appresta ad assumere, per sei mesi, la presidenza dell'Ue». Presidenza che inizia il primo luglio in «un momento particolarmente delicato: crisi economica quasi generale, identità politica scossa dalla questione irachena, infine, momento chiave per le nuove istituzioni», che dovranno garantire il funzionamento dell'Europa a 25. È dunque in questo panorama che comincerà il semestre italiano, con Berlusconi oggetto di un'azione, «una volta di più, della giustizia milanese»: «I capi di imputazione sono gravi - scrive Le Monde - Il primo ministro e futuro presidente dell'Unione rischia da tre a otto anni di carcere. Lui smentisce, contrattacca, si indigna, si dice vittima di un complotto fomentato da una manica di «magistrati faziosi». Vuole guadagnare tempo, per ottenere la prescrizione. E, confermando la sensazione che dà di essere entrato in politica per proteggersi dalla giustizia, cerca di far passare un progetto di legge che gli garantirebbe l'immunità giudiziaria, almeno temporaneamente». Ricordati i guai giudiziari, il quotidiano sottolinea che tutto ciò «riguarda l'Europa», avendo Berlusconi chiamato in causa «due uomini, che la giustizia milanese ha scagionato, Romano Prodi e Giuliano Amato, rispettivamente presidente della Commissione europea e vice presidente della Convenzione. L'attacco quanto meno cade male, perché annuncia relazioni poco serene tra il futuro presidente dell'Unione e due dei responsabili con cui dovrà collaborare strettamente». Ma «l'anomalia» Berlusconi non finisce qui, conclude Le Monde, ricordando che da due anni «il patron di Forza Italia promette di risolvere il conflitto di interessi, aberrante e scioccante per la democrazia, tra la sua occupazione delle tre principali emittenti private del Paese e la sua funzione di premier. Si attende sempre una decisione soddisfacente su questo argomento, come, più in generale, un gesto che indichi che uno degli uomini più ricchi del Paese separa radicalmente gli interessi del suo gruppo da quelli dello Stato». |