La stampa di
regime sta per tornare. di antonella serafini
Con una proposta del centro destra,
fra non molto il giornalismo lo potranno fare solo le
persone che operano
sotto stretto controllo dell'ordine dei giornalisti.
Pubblico il comunicato stampa ricevuto dal presidente
della Free Lance International
Press.
Spargete la voce a tutti gli organi di stampa che
conoscete
Prima di farvi leggere il testo (che a molti può
risultare troppo pesante),
vi faccio il riassunto in parole povere della questione:
IL nostro Premier, per vincere le elezioni, si è messo
d'accordo con tutte
le più grandi corporazioni in cambio di voti. Compagnia
delle Opere, Opus
Dei, Massoneria, ordini professionali e altro
In cambio dei voti, gli ordini hanno detto (linguaggio un
po' terra terra
ma serve per far capire l'importanza della cosa):
"Noi ti appoggiamo ma
tu devi far fare le riforme dell'ordine da noi
stessi."
Il premier ha accettato e ora, a elezioni vinte, deve
saldare il debito.
La riforma degli ordini la fanno gli ordini stessi. In
parole povere, al
posto della riforma si fa una controriforma a favore
delle lobbies e contro
la libertà di stampa.
Questo è quanto. Per chi vuole approfondire il discorso,
segue il testo
del presidente dell'associazione italiana Free Lance
Roma 20-05-2003
cari colleghi,
come suppongo già sappiate, è in dirittura d'arrivo la
legge sulle riforma
delle professioni. E' una legge oscurantista, contro
riformista, dettata
con imperio da quegli stessi ordini che, nati in un primo
momento come forza
ausiliare della pubblica amministrazione, per
maggiormente tutelare gli
utenti, in un secondo momento sono diventati
corporazioni a difesa e gloria
dei propri iscritti contro tutto e tutti. Questi
interessi corporativi di
cui difficilmente i media parlano (e vi lascio
immaginare il perché), da
decenni stringono in una morsa d'acciaio il nostro Paese
impedendone un
armonico sviluppo, soprattutto per quanto attiene le
libere professioni.
La maggioranza dei senatori e deputati è iscritta
agli ordini professionali
e sono quindi portatori degli interessi di questi ultimi.
Non passa legge
che le corporazioni non vogliano. Sono presenti in tutte
le forze politiche
dell'arco costituzionale e il momento è propizio per far
approvare la riforma
da loro confezionata su misura.
L?art.3 del manifesto del Colap (Coordinamento delle
libere associazioni)
approvato il 27 luglio 1999 enuncia il presente
principio: ?conferma degli
ordini che si rivolgono ad attività professionali per le
quali permane un
effettivo interesse pubblico da tutelare, in quanto
attengono ad interessi
costituzionalmente garantiti o comunque di grande rilievo
sociale. Abolizione
di tutti gli altri?.
Noi della Free Lance International Press, in aderenza a
questo principio,
in occasione dell?assemblea tenutasi lo scorso 8 maggio a
Roma, siamo intervenuti
ribadendo che mentre il diritto alla manifestazione del
proprio pensiero
è sancito costituzionalmente dall?art.21,
l?obbligatorietà dell?iscrizione
all?ordine dei giornalisti non solo non è sancito dalla
Costituzione, ma
non è prevista in questo caso neanche l?obbligo
dell?istituzione di un ordine,
e abbiamo esposto le nostre ragioni perché la riforma o
meglio la controriforma
venga disattesa.
Succintamente, secondo la nuova riforma: tutto ciò che
è professionale deve
ricadere tra le professioni già esistenti, quindi
nessuna nuova professione
sarà resa possibile (è da notare però che in Italia, i
liberi professionisti
che non hanno un ordine professionale, quantitativamente
sono il doppio
di quelli iscritti agli ordini - tre milioni contro un
milione e mezzo -.
Gli unici elementi che contraddistinguono i non iscritti
agli ordini è la
non obbligatorietà della tassa annuale coercitiva a
favore di chi li rappresenta
e, quindi, appartenenza alle associazioni libere.
Inoltre, le libere associazioni
non gestiscono casse di previdenza di milioni di euro,
come invece accade
nel caso degli ordini.
Esaminando la riforma si evince che per poter esercitare
la professione
bisogna essere obbligatoriamente laureati e aver superato
l'esame di Stato,
e non (come sarebbe invece giusto fare) dimostrare la
propria professionalità.
Il disposto stabilisce poi che le associazioni di
professionisti, i cui
membri sono iscritti agli ordini, devono essere approvate
e controllate
dai medesimi e solo questi sono abilitati a istituire
corsi di formazione
etc. Per maggior comodità vi alleghiamo la proposta di
riforma.
Noi che da anni ci battiamo per una informazione
più libera e proprio
contro quei centri di potere che a parole si riempiono la
bocca di "deontologia
professionale" ma di fatto limitano proprio quella
libertà tanto decantata,
siamo destinati a sparire poiché l'ordine dei
giornalisti avocherà tutto
in base alla nuova riforma annunziata dal nostro Premier
come toccasana
per risolvere i problemi del Paese.
Questa mattina, in un convegno dibattito sulla riforma
delle professioni
organizzato presso il Cnel, Il sottosegretario al
Ministero di Grazia e
Giustizia, onorevole Vietti, il quale ha la delega alla
riforma delle professioni,
mentre in un primo tempo dichiarò che non avrebbe dato
seguito alla proposta
della riforma se non ci fosse stato l'assenso del Colap,
dopo il diniego
del medesimo ha dichiarato di voler procedete ugualmente
e presentare la
riforma, sotto forma di emendamento, in Senato perché
venga discussa e approvata.
Non ci rimane altro che fare appello a tutte le
forze sane della Nazione
perché questo autentico, silenzioso "golpe" in
atto venga arrestato e la
liberà di stampa salvaguardata.
Free Lance International Press
Il presidente
Virgilio Violo
antonella serafini
3495539479
www.censurati.it
"Non è grave il clamore chiassoso dei violenti,
bensì il silenzio spaventoso delle persone oneste"
M.L. King
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