ORA EVITIAMO CHE FINISCA IN FARSA

 

 

Un senso di umano e civile ritegno suggerirebbe, se non di stendere un velo pietoso sull’efferata tragedia che ancora non è del tutto conclusa nell’Iraq, almeno quel tanto di riservato pudore e di moderazione che potrebbero evitare almeno che questa inconsulta tragedia finisse in una più tragica farsa.

Quel che ieri si è visto e sentito in TV e persino nel nostro Parlamento, infatti, fa accapponare la pelle, provocando in quanti non amano abbandonarsi alla belluinità dei sentimenti, un senso di disagio interiore e di pudore.

Non dico del comportamento di quelli che,  tra gli iracheni, si sono abbandonati a forme di allegrezza sfrenata o, peggio, ad atti di gratuito vandalismo, ma ai commenti con cui i giornalisti hanno voluto dar prova del loro asservimento alla necessità dello spettacolo e della loro capacità- di piaggeria verso chi può.

Chi è come me vecchio ricorda di aver già visto e di aver pure magari partecipato  scene consimili l’8 settembre del 1943, quando l’improvvido comunicato di Badoglio annunciò l’armistizio e la continuazione della guerra,  e poi anche il 25 aprile del 1945 più a nord, dove la tragedia, lungi del cessare divenne se possibile più feroce e comunque sicuramente più vergognosa ed inaccettabile, pur se in qualche caso umanamente comprensibile.

Ma non si tratta dello stesso quadro umano e sociale, e non si tratta neppure di qualcosa d’altro che possa in qualche modo far assimilare le situazioni considerate. Quelle del secolo scorso furono vere liberazioni da un evento provocato da chi non poteva accampare attenuanti per il suo comportamento efferato, mentre quelle attuali risultano forzate, affrettate, delittuose e, in ultima analisi, inutili perché sostituibili con procedimenti forse più lenti ma sicuramente efficaci  e tali da non richiedere spargimento di sangue e tante sofferenze e miserie.

 In altre parole, e per i volutamente duri di comprendonio, mentre un secolo fa era stato Hitler ad accendere la miccia e ad attaccare e gli altri si videro costretti loro malgrado a rispondere, dopo aver falllito tutti i tentativi di mediazione, in questo caso l’iniziativa improvvida è stata di Bush, che ha voluto essere sordo ad ogni richiamo alla moderazione e alla paziente attesa che fossero esperiti altri tentativi prima di dar corso allo sfogo degli istinti belluini di chi ha tanta potenza e la vuole spendere per poterne produrre altra e ridar fiato al debilitato ciclo produttivo  ad una congiuntura economica quasi da recessione.

Che c’è allora da festeggiare se ci son volute più di cinque settimane per aver ragione di un predatore al livello di gatto da parte di un felino che è, al confronto, al livello della tigre del Bengala, la mangiatrice di uomini? Chi e come avrebbe potuto solo per ipotesi ipotizzare che avrebbe avuto la meglio Saddam Hussein o che magari avrebbe potuto tirarla tanto a lungo da valer la pena di ripetere il muoia Sansone con tutti i filistei? Vero, anche questa seconda ipotesi non si è avverata, ma non sono certo mancate le vittime innocenti, né mancheranno ancora, perché le conseguenze della sete di Bassora o della privazioni subite d’altro genere saranno pesan ti, ancora tanto pesanti e per non poco.

Pure gli osanna della stampa parlata e scritta non sono stati più sconfortanti e vergognosi degli inni di lode e di gloria uditi in Parlamento: due tipici modelli? Giuliano Ferrara a “Otto e Mezzo” de “LA 7” La Russa alla Cam,era dei Deputati (ma c’p stato di peggio, molto di peggio, solo  che gli autori erano di più modesta levatura).

E si è sentito ancora una volta parlare di antiamericanismo, con una improntitudine che non è insipienza mentale, chè i personaggi sono tutt’altro che insipienti intellettualmente, bensì voluta ipocrisia e gratuita menzogna, messe in campo solo per screditare chi non se la sentiva e non se la sente di adorare il Bush certo americano, ma non l’America tout-court se non per il periodo in cui avrà l’infausto mandato di rappresentarla.

Chi può credere che a personalità come quelle con cui sto polemizzando sfugge che Carter – premio Nobel per la pace – fu anch’egli, per il periodo in cui fu presidente, America, e che anche Clinton  lo fu, pur se, a differenza di Bush non solo non attaccò l’Iraq ma cercò anzi una via di conciliazione tra Israele e Palestinesi?

Ma questo non serve nell’era in cui bisogna tener su il tono  dell’acriticità acrimoniosa, in presenza di un governo in cui un Primo Ministro plurinquisito ed anche condannato si giova di una forza politica il cui leader consigliò una signora di nettarsi il sedere con la Bandiera nazionale, e che vuole una devolution capace di ridividere l’Italia in tanti statarelli, per la maggior gloria dei pedoni della pedonia, senza che forze sicuramente avversarie al mio  modo di pensar la politica ma altrettanto sicuramente oneste e valide come Alleanza Nazionale ed altre abbiano a ridire per non perdere i vantaggi dell’interessato sdoganamento operato dall’epulone nei loro confronti.

Ed è in quest’atmosfera di vago e di falsamente rassicurante che tutto va a remengo e tutto finisce con il marcire, anche la limpidezza di coscienze e di intelligenze come quelle di non pochi dei nostri politici e rappresentanti della stampa parlata e scritta e di molti cittadini che si lasciano trascinare da tale andazzo. Come dimenticare che per la prima volta nella storia dei governi democratici e non solo italiani, la maggioranza politica ha operato e sta operando per riformare le leggi penali per toglier loro il potere di far pronunciare condanne nei confronti dei reati commessi dal presidente del consiglio e da altri uomini del potere?

Pure questo sta accadendo e non da oggi: nessuno accetterebbe, non dico in politica, ma in alcun campo di competizione,  che si cambiassero le regole a giuoco iniziato, ma questa maggioranza di governo voluta da Berlusconi questo caèarnoa,emtesta facendo e nessuno se ne vergogna, anzi…. si preferisce dileggiare, con i magistrati, anche chi non si dichiara d’accordo-.

Tuttavia onestà vuole che, dopo aver così decisamente e sacrosantamente criticato e attaccato i costumi nostraniper la loro troppo grossolanamente ostentata deferenza verso il padrone che ne sostiene la parte politica, io riconosce che gli americano, anche i poteri americani, e persino i poteri militari, sono stati più prudenti di nostrani commentatori nel cantare vittoria e nel gridando gli osanna. Meritavamo davvero di dover ricevere una lezione del genera proprio dagli americani? Sì, il “proprio” è appropriato, perché nessuno come loro ha dato più recente prova di voler pensare a sé prima che agli altri, degli americani,  al punto da non accettare alcun  accordo per la diminuzione degli inquinanti nell’atmosfera, causa non ultima dei dissesti che stanno aumentando i disagi e le sofferenze delle popolazioni meno sviluppate. Gli americani di oggi, a stare con i comportamenti messi in campo dai loro governi, non accettano alcuna limitazione al loro benessere e continuano a consumare ed a inquinare fregandosene bellamente di chi poi ne soffrirà: nessuna lampada si deve spegnere delle troppe lampade che illuminano le notti delle loro metropoli, nessun fermo di circolanti nelle loro strade, nessuna limitazione alle altre forme di emissione di gas nocivi nell’atmosfera. compresi quelli. E questa è esperienza diuturna non malevola deduzione.

Vero è che n nessuno è perfetto e tutti abbiamo i nostri difetti, il nostro tallone di Achille, ma farci superare in prudenza proprio da loro, che sono i pervicaci iniziatori di quest’infame guerra non ci onora di certo

Io non riesco a togliermi dalla mente lo strazio di quelle donne che a Bassure si disperavano per le condizioni in cui erano state poste insieme a tutti i loro concittadini: prima c’era poco per tutti ma quel poco era sicuro, adesso invece, per giorni e giorni neppure l’acqua, un’acqua che non sia veleno sicuro e fonte di morte, né protezione sufficiente atta ad impedire l’arraffamento da parte dei prepotenti di quelle poche risorse che fino ad ora si è riusciti a distri buire. Terribile, veramente terribile! E se ne sarebbe potuto fare a meno, solo che si fosse pazientato e atteso che gli Ispettori ONY finissero il loro lavoro iniziato così bene.

Dove sono i famosi mezzi di distruzione di massa che hanno impedito a sentir il signor Bush di attendere che ciàò avvenisse? Dovermo attendere che qualcuno ce li porti per salvare da una figuraccia la fretta presidenziale?

Di più: Bin Laden è ancora uccel di bosco, cosa si è fatto perché lo diventi anche Saddam? I servizi di Intelligence servono o non servono? Certo, se si mettono in moto gli eserciti servono a meno, perché si mette sull’ìavviso chi deve essere indagato e perseguito; era prima che si doveva farli funzionare. Né si chiede che si fossero messi in campo dei camicaze.

E t uttavia, malgrado quanto qui appena detto, torno a dire, conclusivamente che quella di averci fatto insegnare la prudenza nel dar fiato alle trombe del trionfalismo è un’onta che la nostra coscienza nazionale non meritava, perché nessuno ha mai potuto darci lezioni di umanità.

Il berlusconismo e la destra che lo serve pedonicamente ossequiando e professandoci “servitor loro, ci ha condotto a subire anche quest’onta. Che il bruciore duri almeno fino alle prossime elezioni, perché questo sì è un nostro difetto: quello del dimenticare facilmente i mali che abbiamo subiti, col rischio più volte attualizzato di ricadervi con facilità da sciocchi.

Rieti, giovedì 10 aprile 2003

 

Luigi Melilli