LA PACE NON
C'E' di Giorgio Boratto
Una guerra vinta non porta la pace. Non ammainiamo le
bandiere arcobaleno.
La coscienza di pace conquistata in questi ultimi mesi
non si può mettere in
un angolo. La guerra diventata "spettacolo"
dell'Iraq, la guerra degli
anglo-americani, non deve farci dimenticare le altre
guerre. Non scordiamoci
della Palestina e di Israele. Non dimentichiamoci
dell'Afganistan, della
Cecenia, l'Uganda, la Sierra Leone, il Kashmir, e poi
ancora l'Etiopia,
l'Eritrea, il Chiapas, la Costa d'Avorio
In tutti
questi luoghi si continua
ad uccidere senza tregue. Continuano le atroci sofferenze
d'intere
popolazioni civili inermi.
Se analizziamo tutti questi conflitti scopriamo un
contenzioso economico;
tutti scontri di potere che avvengono per assicurare il
dominio di risorse
finanziarie, naturali e geopolitiche.
Sono tutte guerre, compresa quella dell'Iraq, che alla
base non hanno la
costruzione di spazi di libertà ma semplicemente
l'affermazione di una
volontà di dominio economico e politico.
La grande mobilitazione mondiale iniziata per fermare la
guerra all'Iraq non
deve fermarsi: non esistono motivi. Continuiamo a
incontrarci nelle piazze,
a marciare nelle vie, a stendere bandiere arcobaleno. La
nostra coscienza
deve continuare a costruire una scelta diversa della
guerra. Se qualche
missile o cannone ha smesso ieri di sparare, se qualche
generale ha piantato
una bandierina su una carta e dei civili corrono incontro
senza più paura a
dei militari, la guerra che ha seminato odio e morte, ha
ferito anime e
straziato corpi, non ha vinto niente. Bisogna ripartire
daccapo. Bisogna
sempre inventarsi la pace.
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