ITALIA Conflitto di interessi nei media : l'anomalia italiana In Italia, numerosi osservatori sono in allarme di fronte alla collusione in atto tra potere politico e media. Silvio Berlusconi, a capo di un grande gruppo editoriale e di tre reti private del gruppo Mediaset, è proprietario di un vero impero mediatico e mantiene, come presidente del Consiglio, unimportante capacità di influenza anche sulla televisione pubblica RAI. Quali sono i rischi per il pluralismo dellinformazione determinati da questa sovrapposizione di poteri, unica in Europa ? La libertà dei mezzi di comunicazione di massa è davvero in pericolo in Italia ? Reporters sans frontières ha condotto uninchiesta, a Milano e a Roma, dal 17 al 24 marzo 2003, nel corso della quale sono stati incontrati i giornalisti, i direttori dei principali quotidiani e settimanali e i responsabili di diverse testate televisive. In un rapporto intitolato "Conflitto di interessi nei media: l'anomalia italiana" (disponibile sul sito www.rsfitalia.org, l'organizzazione per la difesa della libertà di stampa fa il punto sulle reali conseguenze per i media derivanti dal conflitto tra gli interessi privati e il ruolo di presidente del Consiglio di Silvio Berlusconi. Se la stampa scritta sembra meno esposta agli effetti del "doppio ruolo" di Silvio Berlusconi, l'indipendenza della televisione è, per contro, al cuore di questo problema. Reporters sans frontières esamina nel dettaglio le conseguenze dirette sullautonomia della RAI, dopo il siluramento dei giornalisti pubblicamente fustigati da Silvio Berlusconi e i suoi ripetuti interventi nella gestione della RAI. Il rapporto pubblicato da Reporters sans frontières analizza inoltre le flagranti ingerenze che hanno pesantemente toccato il servizio pubblico: infragilita da una crisi didentità e istituzionale senza precedenti, la RAI segna il passo e spesso viene sorpassata dalla concorrente Mediaset. Questo dibattito ha infiammato anche il Parlamento che legifera sulle proposte avanzate dal governo Berlusconi per risolvere il conflitto di interessi e la riforma del sistema audiovisivo: ma nessuna delle proposte presentate dalla maggioranza di governo sembra poter porre seriamente rimedio a questa anomalia italiana. In conclusione nel suo rapporto, Reporters sans frontières formula quattro raccomandazioni così sintetizzate:
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