I musulmani d`Italia contro  il terrorismo

      

I musulmani d`Italia 

contro  il terrorismo

Consiglio Direttivo                                                                                                                              

                  il portavoce

Gent.mo sig. Ministro

non posso che esprimerLe tutta la mia delusione e amarezza per lo stile con il quale il dicastero che Ella dirige ha    affrontato la prima prova di antiterrorismo che questi tempi duri Le hanno imposto.

Il solito pattuglione nei luoghi, che in mancanza di veri centri sociali, fungono da aggregazione dei cittadini extracomunitari: call center e money transfert e qualche strada di quei quartieri degradati che i nostri concittadini lasciano volentieri (ma a caro prezzo) ai "nuovi cittadini".

Risultato: 40 arresti, ci dicono i comunicati della Sua sala stampa,  28 dei quali per violazione delle norme in materia di soggiorno. Gli altri per reati contro il patrimonio". Per un centinaio di persone, irregolari secondo la Bossi-Fini, sono state avviate le procedure di espulsione.

Bene, anzi male e non perché l'efficienza sia in discussione, quella facile, quella contro i più deboli, che stanno in strada perché non sanno dove stare, che sono identificabili perché hanno un colore diverso, ma perché non è così che si fa antiterrorismo e Lei lo sa bene.

Già, perché operazione è stata presentata dal Ministero come di contrasto al terrorismo e l'aggettivo "islamico" si è sprecato per indicare l'ambiente in cui cercare i terroristi; dal canto suo tutta la stampa ha insistito su quell'aggettivo. Un esempio per tutti il TG3 delle 00,45 di stanotte che ha strillato: "40 persone legate all'estremismo islamico sono state tratte in arresto questo sera" : All'indomani dell'operazione realizzata nel Regno Unito, che avrebbe sventato un "inimmaginabile" attentato e all'allarme sociale provocato, ci sembra che il governo di cui Ella è esponente di spicco e di qualità, non abbia voluto o potuto dare un segno di discontinuità con la prassi del precedente esecutivo.

La realtà islamica in Italia, di cui noi siamo religiosamente e socialmente parte importante e responsabile, ha dato prova in questi anni difficili, di assoluta, organica estraneità a fenomeni eversivi e si è fatta carico di un pesante fardello di mediazione culturale per favorire i processi di integrazione. E questo a fronte di una persistente incapacità istituzionale di affrontare questa nuova realtà con saggezza e misericordia. Eppure ogni volta che si vuole/si deve tranquillizzare (o far preoccupare) il paese vediamo che il copione è sempre lo stesso e sinceramente consunto e desolante.

Ci rassicuri signor Ministro, rassicuri noi una volta tanto, dica a chiare lettere che noi musulmani stranieri e italiani siamo risultati estranei, una volta di più, ad ogni attività suscettibile di mettere in pericolo la sicurezza collettiva e l'ordine pubblico. Lo dica   nella Sua conferenza stampa che il Ministero ha annunciato dopo la riunione del Comitato Nazionale  per l'ordine e la sicurezza pubblica del prossimo lunedì 14.

Ci conforterà nei nostri sforzi e Gliene saremo grati.

                                                                                             Hamza Roberto Piccardo

Portavoce del Consiglio Direttivo UCOII

12 agosto 2006

In allegato

Documento contro il terrorismo approvato dalle associazioni islamiche italiane il 31 luglio 2005

Proposta di interrogazione parlamentare dopo un'analoga operazione nello scorso luglio.

• Affinché non s'interrompa irrimediabilmente un'apprezzabile prassi di convivenza e di dialogo tra i musulmani che vivono in Europa e i loro concittadini di altre o nessuna religione,

• affinché la follia omicida di una fazione microscopica del tutto estranea alla comunità islamica non possa compromettere e rendere impossibile la vita di tutti gli altri musulmani e musulmane che vivono in Occidente,

• affinché la dottrina, l'esegesi e la giurisprudenza islamica non siano utilizzate per seminare morte e devastazione nelle nostre città e nelle nostre vite,

noi dirigenti UCOII, insieme ai rappresentanti delle associazioni islamiche e ed imam delle moschee in Italia, affermiamo che:

1- La rivelazione coranica che sta alla base della nostra religione e la sunna (prassi) del Profeta Muhammad (pbsl) hanno confermato quanto era contenuto nelle rivelazioni che erano state date ai profeti (pace su tutti loro). "...credono in quello che è stato fatto scendere su di te e quello che è stato fatto scendere prima di te" (Corano II, 4), e cioè l'unità, unicità di Dio e l'obbligo morale dell'uomo e delle comunità di essere attori del bene in questa vita terrena per ottenere il bene nell'Altra vita.


Questo obbligo morale è sintetizzato nell'imperativo del "ordinare il bene e condannare il male" condizione sine qua non per rimanere nel sereno equilibrio tra gli obblighi di questa vita e quelli finalizzati alla vita eterna. In questa prospettiva generale è un imperativo del musulmano e della musulmana adoperarsi con tutte le sue capacità e tutto il suo impegno alla realizzazione della pace e della concordia tra le creature umane e tra le forme comunitarie e statuali che esse si sono date per organizzare la loro vita terrena.

          " raccomandano le buone consuetudini e proibiscono ci ? che è riprovevole"
                                                                                                                               (Corano XXII, 41)

2- Ogni comportamento che scientemente nuoccia alla sicurezza collettiva e tenda a destabilizzare le società introducendo elementi d'insicurezza o rischio collettivi, per qualunque scopo dichiarato esso venga perpetrato, è oggettivamente una fitna (un'eversione malefica), estendendo questo termine ad ogni forma di terrorismo,  guerra civile, e aggressione contro le creature innocenti.
Infatti l'azione del musulmano e della musulmana dev'essere improntato alla benevolenza e alla misericordia nei confronti di tutte le creature in forza di una misericordia generale che Iddio ben chiarisce nel Corano quando rivolgendosi al Suo Inviato (pbsl) dice: "In verità tu sei una misericordia per i mondi".
Fa parte dell'etica islamica la sincerità e nei confronti di tutti gli esseri e pertanto non è tollerabile nessuna ambiguità nel discorso  e nei comportamenti.

"Non spargete la corruzione sulla terra, dopo che è stata resa prospera"             (Corano VII, 56)

3 -Nella totalità dei paesi occidentali (intesi convenzionalmente come Europa e le Americhe ) la condizione religiosa dei musulmani e la loro relazione con lo spazio pubblico  è retta da impianti costituzionali e leggi ordinarie che ne garantiscono sostanzialmente la libertà di culto e di associazione.
Questi ordinamenti e queste leggi rendono possibile la vita delle musulmane e dei musulmani, e le restrizioni che sono state recentemente introdotte in alcuni paesi, per quanto inopportune ed ingiuste, come la legge sul divieto del foulard islamico nelle scuole francesi, non inficiano il quadro generale di eguaglianza di fronte alla legge.
In queste condizioni il musulmano e la musulmana, siano essi cittadini di quegli Stati o stranieri residenti in forza di un documento di soggiorno o comunque presenti sul territorio nazionale, sono tenuti al rispetto della legge generale, alla lealtà e alla collaborazione  nei confronti delle istituzioni che le garantiscono,

 " Se inclinano alla pace, inclina anche tu ad essa e riponi la tua fiducia in Allah.".
                                                                                                (Corano  VIII, 61)
Nei confronti dei correligionari, sottoposti alla dura prova della guerra  e del terrorismo , la solidarietà, nel rispetto delle leggi che reggono gli Stati europei ed occidentali in genere, puo' ?essere variamente espressa ed esercitata sotto il profilo umanitario e, ove possibile, attraverso un'azione informativa, di lobbing o di massa per esercitare pressioni politiche mediante legittime forme di protesta previste nell'ordinamento democratico finalizzate a far cessare la violenza e l'ingiustizia. Un' azione che può e deve essere condotta in intesa con la grande maggioranza della popolazione italiana che ha espresso e continua ad esprimere la sua contrarietà ad ogni forma di violenza.
Aldilà di queste forme solidali e politiche la sola altra azione lecita è la preghiera dei credenti affinché la misericordia di Dio muova verso gli oppressi e li sollevi.

"Aiutatevi l'un l'altro in carità e  pietà e non sostenetevi nel peccato e nella trasgressione "
                                                                                                        (Corano V, 2)

Il rapporto dei musulmani con i credenti di altre religioni o le persone che non hanno alcun riferimento religioso o spirituale dev'essere improntato alla bontà e alla giustizia in nome della comunanza umana e in nome della misericordia e giustizia che il musulmano deve applicare nei confronti di tutte le creature. Nel Corano sta scritto: "In verità abbiamo onorato i figli di Adamo" (Corano XVII, 70), intendendo tutte le creature umane che sono meritorie di rispetto e di amore.
Il Profeta (pbsl)  chiarì che vi sarebbe stata una ricompensa per la bontà verso qualunque creatura, umana o animale.
La prima forma di giustizia e bontà risiede nel rispetto della vita, dell'incolumità, dei beni e dell'onore delle persone, a qualunque religione, etnia o nazionalità appartengano.
"Allah non vi proibisce di essere buoni e giusti nei confronti di coloro che non vi hanno combattuto per la vostra religione e che non vi hanno scacciato dalle vostre case, poiché Allah ama coloro che si comportano con equità". (Corano LX, 8)

Nella fattispecie oggettiva delle minacce che sarebbero state rivolte contro l'Italia da parte di organizzazioni terroriste, ribadiamo la centralità del lavoro di prevenzione e di educazione alla cultura della pace, della legalità e della cittadinanza attiva, nel rispetto delle diversità e delle appartenenze religiose e laiche, svolto da quasi tre decenni dalle associazioni islamiche in Italia, da sempre all'avanguardia in questo campo e la ferma determinazione a continuare questo lavoro nell'interesse del bene del paese.

Considerato quanto sopra ed analizzando le azioni del terrorismo realizzate dalla cosiddetta Al Qaidah, siamo certi di affermare che nessuna base giuridica o giurisprudenziale sta alla base di siffatti comportamenti.

Infatti, la giurisprudenza islamica fa  assoluto divieto di colpire i non belligeranti, le donne, i bambini, gli anziani. Basterebbe questa reiterata trasgressione ad escludere ogni legittimità alle azioni terroristiche che colpiscono in paesi islamici e occidentali, centinaia di persone innocenti tra le quali cittadini e residenti musulmani.

 "Allah non guida gli ingiusti"

(Corano IX, 109)


Per queste semplici ragioni e alla luce del fatto che:

a) anche se fosse una reazione ad altre pregresse ingiustizie, il terrorismo è reazione scomposta e criminale del tutto inaccettabile dalla coscienza e dalle menti dei credenti.

b) l'iper-mediatizzazione e la forma delle rivendicazioni espresse con terminologia religiosa danneggiano gravemente l'immagine dei musulmani alzando un muro di diffidenza e di vera e propria paura rendendo impossibile la trasmissione del messaggio dell'Islam


c) la destabilizzazione che esso provoca nelle società che ne sono vittime assume ampiezza e profondità tali da compromettere seriamente la convivenza tra i musulmani e i loro concittadini di altre o nessuna religione e rischia di renderla impossibile.

Noi sottoscritti dirigenti della comunità musulmana ed  imam , rappresentanti delle realtà islamiche in Italia affermiamo solennemente:

1- l'incompatibilità
del metodo terrorista con la dottrina, la giurisprudenza e la cultura islamiche.

2- la condanna
assoluta e incontrovertibile delle azioni che conducono a stragi di innocenti o tendenti alla destabilizzazione delle società e al conseguente disordine sociale e civile.

3 - la repulsione
nei confronti delle rivendicazioni che usano strumentalmente e blasfemamente le parole del Corano e del Profeta*


e invitiamo tutti i musulmani e le musulmane d'Italia a:

a) non attribuire nessuna valenza islamica a queste azioni anzi a ritenerle una grave eversione (fitna) dalla quale è obbligatorio separarsi e difendersi con estrema chiarezza e responsabilità.

b) ricordiamo che stante quanto sopra affermato è fatto assoluto divieto di  fornire supporto materiale o anche solo logistico, verbale o appoggio morale a persone di cui si potesse ragionevolmente sospettare attitudini o convinzioni aberranti in merito all'uso della violenza con la demagogica pretesa di far trionfare la causa islamica colpendo gli innocenti o le strutture civili e politiche delle società.

c) relazionarsi lealmente con  le istituzioni dello Stato e denunciare progetti di attentati o formazione di gruppi a questa finalità costituiti ed organizzati, di cui si fosse venuti a conoscenza.

Disse il Profeta Muhammad (pbsl): "Aiuta tuo fratello, sia che faccia il bene sia che faccia il male", "Come mai potremmo aiutarlo a fare il male?", chiesero i Compagni. "Impedendogli di farlo" concluse l'Inviato di Allah


 Bologna 31 luglio '05