Cè
il rischio per i nostri soldati di un caso di sindrome
del Libano? Antonio Camuso
Alla
luce della dolorosissima esperienza del Kosovo e della
Bosnia , nella quale soldati ed ufficiali delle nostre
forze armate, inviati in zone teatro di bombardamenti
NATO, hanno pagato sulla loro pelle i silenzi colpevoli
dellintreccio di interessi
politico-militar-industriali che avevano sostenuto
quelloperazione della NATO, proviamo ad esaminare
quali rischi concreti corrono i nostri soldati
inviati in Libano
1)Lesercito israeliano è dopo gli Stati Uniti la
macchina militare che fa uso di proiettili
alluranio in maniera massiccia:li troviamo in
dotazione agli elicotteri Apache, sui carri armati, e
addirittura tra i proiettili navali.
Poiché limpiego di elicotteri dattacco,
carri armati ed artiglierie navali è stato pienamente
documentato, in questo mese di guerra, anche dai
reportage giornalistici, non sarebbe lecito che il
Governo riferisse alle Commissioni Difesa e allo stesso
Parlamento quali passi si stiano facendo, presso il
governo israeliano per ottenere le mappe relative alle
eventuali zone bombardate con Uranio impoverito?
Non vorremmo che si ripetesse la vergogna del 2000 in cui
,fino allultimo, nonostante le denunce
particolareggiate dei nostri soldati malati o dei
familiari di quelli deceduti, si continuò a negare da
parte delle autorità militari e dai ministri di
allora, che vi fosse alcun nesso tra uranio impoverito ed
altre diavolerie sparate nei Balcani con le malattie
denunciate. Ricordiamo le polemiche che seguirono in cui,
dapprima si negò che proiettili alluranio fossero
stati sparati su quelle zone , poi limbarazzante
ammissione ed infine il balletto dello scarica barile su
chi doveva saperlo.
E sulle pagine del Manifesto (29/12/2000 e
12/01/01) e di Liberazione(9/01/01 e 24/10/01) che
il sottoscritto denunciò come fosse impossibile che i
nostri generali e lo Stato Maggiore della NATO che aveva
coordinato le operazioni del 95/96 e del 99 sui territori
della exYugoslavia, non avessero le mappe delle zone
bombardate con lUranio Impoverito e come
casualmente esse coincidessero con i
territori di competenza delle nostre forze di
peacekeping.
Solo qualche mese dopo si scoprì che quelle mappe erano
da sempre a disposizione delle autorità degli stati
aderenti allAlleanza Atlantica ma che nessuno aveva
voluto consultare..
2)Rischio nanoparticelle radioattive e/o da metalli
pesanti.
E quanto riscontrato dagli ultimi studi effettuati
sui pazienti affetti dalle varie sindromi del Golfo,
Somalia, Kosovo, dei poligoni militari, ovvero come dai
prodotti della combustione ad alta temperatura di metalli
pesanti e leghe di ultima generazione presenti in ordigni
altamente sofisticati si sviluppino nanoparticelle
potenzialmente cancerogene.
Questo è il caso dei proiettili ad Uranio quando
colpiscono superfici metalliche, ma soprattutto le
cosiddette Block Buster di ultima generazione, ovvero le
bombe ad alto potenziale con ogive protette da metalli
pesanti atte a perforare bunker superprotetti.
Consiglierei i nostri esperti militari, che stanno
predisponendo linvio dei nostri militari in Libano,
di andarsi a leggere le specifiche costruttive di
questultima generazione di Big BLU sia su Internet
ma anche, senza scomodarsi troppo, sulle stesse
pubblicazioni specializzate delle nostre Forze Armate, le
stesse sulle quali nel 1999 si parlava con ampi
particolari degli aerei A-10 (armati con proiettili ad
UI) presenti nelle basi di Aviano e di Gioia del Colle,
ma che al momento dello scoppio del caso risultò che i
nostri generali non leggevano nemmeno.
Quelle bombe, le Big Blu, fornite dagli USA sono state
massicciamente utilizzate dagli israeliani in quel
fazzoletto di terreno dove erano i bunker degli
hezbollah, Tiro e la stessa Beirut e dove prenderanno
posto per molto tempo le truppe ONU . Lì la
presenza di nanoparticelle è omogenea su tutta
larea che presidierà lONU a causa della
diffusione delle polveri sia a causa del vento che delle
stesse esplosioni.
3) Rischio ricostruzione.
E il rischio del caso di Sarajevo, dove i nostri
genieri nellambito di un operazione di
ricostruzione CIMIC si ritrovarono a spianare senza
alcuna protezione unaerea bombardata dalla NATO ed
entrati in contatto con le polveri radioattive,
nanoparticelle ed altri contaminanti si ammalarono.
Non è il caso che prima di gettarsi a capofitto
sullaffare ricostruzione Libano vengano esaminati
tutti i rischi che correranno militari e civili che
saranno impegnati in quelle opere?
Ricordiamo infine il rischio amianto e come la
lavorazione dellEternit, chiusa in
Italia, sia proseguita negli anni 90 proprio in Libano,
dove con essa fu rifatta lintera rete
fognaria ed idrica dopo la guerra civile e che ora è
stata gravemente colpita nel corso dei bombardamenti
israeliani aggiungendo un altro fattore di rischio.
In questo intreccio di responsabilità da interessi delle
multinazionali inquinanti e di in complesso
militar-industriale sempre più potente riusciremo mai a
sapere le vere cifre in costo di vite umane distrutte o
malate per sempre, ma anche di territori un tempo
paradisi dellEden e culla di civiltà meravigliose
ed ora ridotti a deserto e macerie
inquinanti?
Se questa la chiamano pace...
Osservatorio sui Balcani di Brindisi
osservatoriobrindisi@libero.it
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