<<ALLARME
- LE NUOVE DISCARICHE DEI GAS KILLER
COSTA D'AVORIO, LA NAVE DELLA MORTE>>di angela mamma
Quello che non riesco a trasmettervi è l'effetto
dell'immagine che accompagna gli articoli: l'espressione
degli occhi scuri e grandi di un bimbo di pochissimi
anni, sostenuto dal braccio della mamma, con escoriazioni
vive visibili sul viso ed in altre parti del corpo.
Gli effetti di una società che non pone limiti
all'industrializzazione se non quelli della libera
concorrenza e del libero commercio ............ ma che
fine fanno i più elementare diritti umani?!
<< Località che fino ad ieri erano meta degli
scarichi illegali ma che oggi, nel nuovo quadro del boom
industriale dell'Estremo oriente, potrebbero essersi
trasformate in fonti di emissione di partite illegali di
rifiuti tossici. Lo smaltimento clandestino ormai è
arrivato a fatturare record , 15 miliardi di euro a
livello globale>>.
<<....la nave Khian Sea che, nel 1986, scaricò su
una spiaggia Haitiana 4 mila tonnellate di ceneri di
rifiuti urbani di Filadelfia.>>
<<Il disastro di Abidjan comincia il 19 agosto
scorso, quando la Probo Koala - un cargo battente
bandiera panamense, di proprietà della società
norvegese Celtic Legend Shipping Inc, noleggiato dalla
Trafigura - attracca nel porto della capitale della Costa
d'Avorio. La nave è autorizzata a scaricare 581
tonnellate dei rifiuti in un'unica discarica. Invece i
barili di sostanze pericolose si moltiplicano e invadono
11 luoghi. Assieme alle sostanze tossiche arrivano i
problemi sanitari: nausee, vomito, irritazione agli
occhi, problemi respiratori. Le richieste di soccorso
diventano migliaia e scatta l'allarme. Il governo
annuncia il reclutamento di mille medici per far fronte
all'emergenza.>>
<<Secondo la Trafigura si tratta di una mistura
poco pericolosa derivante dal lavaggio delle cisterne
della nave. Ma secondo la procura olandese la Probo Koala
era una vera e propria <<raffineria di petrolio in
navigazione>> che tra maggio e giugno ha
trasformato 70 mila tonnellate di benzina.>>
Scoppia la protesta .................................
ALLARME - LE NUOVE DISCARICHE DEI GAS KILLER
La Repubblica del 3 ottobre 2006
Le nuove rotte dei veleni partono dall'Europa e dagli
Stati Uniti e costeggiano la costa occidentale
dell'Africa, o passano per il canale di Suez, fino a
raggiungere i paesi emergenti dell'Asia: località che
fino ad ieri erano meta degli scarichi illegali ma che
oggi, nel nuovo quadro del boom industriale dell'Estremo
oriente, potrebbero essersi trasformate in fonti di
emissione di partite illegali di rifiuti tossici. Lo
smaltimento clandestino ormai è arrivato a fatturare
record , 15 miliardi di euro a livello globale: una
crescita esponenziale rispetto al debutto di questi
traffici, a metà degli anni ottanta. Il primo episodio
rilevante di smaltimento di rifiuti pericolosi in Paesi
non Ocse è stato quello della nave Khian Sea che, nel
1986, scaricò su una spiaggia Haitiana 4 mila tonnellate
di ceneri di rifiuti urbani di Filadelfia. Inizialmente
la nave avrebbe dovuto liberarsi del carico alle Bahamas
ma, dopo il rifiuto delle autorità locali, iniziò un
viaggio di 16 mesi che la portò a toccare Repubblica
Dominicana, Honduras, Panama, Bermuda ed Antille
Olandesi. Nel gennaio 1988, la nave riuscì a disfarsi di
parte del carico, in totale 14 mila tonnellate, ad Haiti.
In seguito cercò senza successo di liberarsi del resto
dei bidoni in Senegal, Marocco, Yugoslavia, Sri Lanka e
Singapore. Nel 1997 Greenpeace, assieme a gruppi locali
haitiani, ottenne che la città di Filadelfia si
riprendesse le ceneri che furono poi smaltite nel 2002 in
una discarica statunitense, 16 anni dopo la partenza
della Khian Sea.
(a.cian.)
COSTA D'AVORIO, LA NAVE DELLA MORTE
Otto vittime tra cui 3 bambini ad Abidjan: rivolta contro
il governo costretto alle dimissioni.
La UE: ora il giro di vite sullo smaltimento delle scorie
Rifiuti proibiti scaricati dall'Europa in Africa: 85 mila
intossicati
La Repubblica del 3 ottobre 2006
Di Antonio Cianciullo
SOLFURO DI IDROGENO - Tra i veleni che la nave
"Probo Koala" ha scaricato c'è il solfuro di
idrogeno, un gas che odora di uova marce e crea problemi
al sistema respiratorio.
MERCAPTANS - sono sostanze molto volatili che causano
nausea e problemi al sistema respiratorio. In un ambiente
chiuso possono provocare anemia.
L'ACQUA - una parte dei rifiuti sarebbero stati scaricati
in mare, creando un inquinamento della catena alimentare
e la possibile presenza di veleni nell'acqua.
19 agosto - La Probo Koala scarica illegalmente in Costa
d'Avorio tonnellate di sostenze tossiche provocando
finora 8 morti e 85 mila intossicati.
14 settembre - La casa del direttore del porto della
capitale viene saccheggiata e incendiata. Il governo
sotto accusa è costretto alle dimissioni, la nave
sparisce dalle coste.
17 settembre - Si apre un'inchiesta. Finiscono in carcere
due dirigenti francesi della compagnia olandese Trafigura
che aveva noleggiato l'imbarcazione.
27 settembre - La Probo Koala viene bloccata da
Greenpeace nel porto di Paldiski, in Estonia. L'UE
promette nuove regole sul trasporto di sostanze
pericolose.
Barricate di protesta nella capitale, l'auto del ministro
dei Trasporti assaltata dalla folla e il governo
costretto a rassegnare le dimissioni, due dirigenti della
multinazionale Trafigura (una corporation svizzera con
sede fiscale in Olanda) nelle carceri di Abidjan, un giro
di vite legislativo annunciato dal commissario europeo
all'Ambiente. Lo scandalo dei rifiuti tossici in Costa
d'Avorio, con 8 morti e 85 mila richieste di assistenza
medica, ha causato un terremoto politico senza
precedenti: per la prima volta le navi dei veleni hanno
provocato l'azzeramento del vertice istituzionale di un
paese. E hanno riportato il calendario a metà degli anni
ottanta, quando le barche cariche di rifiuti tossici
facevano la spola tra i porti dei paesi industrializzati
e le coste africane creando un'onda di risentimento che
non si è ancora placata. Anche perché, nonostante
l'approvazione della Convenzione di Basilea che
regolamenta i movimenti internazionali di rifiuti
pericolosi, le ecomafie continuano a controllare lo
smaltimento illegale.
Il disastro di Abidjan comincia il 19 agosto scorso,
quando la Probo Koala - un cargo battente bandiera
panamense, di proprietà della società norvegese Celtic
Legend Shipping Inc, noleggiato dalla Trafigura -
attracca nel porto della capitale della Costa d'Avorio.
La nave è autorizzata a scaricare 581 tonnellate dei
rifiuti in un'unica discarica. Invece i barili di
sostanze pericolose si moltiplicano e invadono 11 luoghi.
Assieme alle sostanze tossiche arrivano i problemi
sanitari: nausee, vomito, irritazione agli occhi,
problemi respiratori. Le richieste di soccorso diventano
migliaia e scatta l'allarme. Il governo annuncia il
reclutamento di mille medici per far fronte
all'emergenza. Le discariche vengono chiuse e i rifiuti
ordinari riempiono le strade sostituendo un nuovo
problema al vecchio problema.
Nel giro di pochi giorni il quadro sanitario si aggrava.
Quando si arriva a 3 bambini e 5 adulti morti, a 23
ricoveri e a 85 mila richieste di intervento medico, si
scatena la rivolta. La casa del direttore del porto viene
saccheggiata e incendiata. Alla periferia di Abidjan le
barricate bloccano il traffico e un'auto riceve un
trattamento speciale. A bordo c'è il ministro dei
Trasporti Innocent Anaky Kobenan: viene afferrato,
malmenato e trascinato di peso sul luogo dove è stato
depositato il carico di veleni, perché possa dare una
valutazione diretta della situazione. Il governo, frutto
di un precario equilibrio raggiunto dopo una fase di
guerra civile, non regge a una simile pressione: il
presidente della Costa d'Avorio, Laurent Ghagbo, lo
scioglie e nomina un <<esecutivo di unità
nazionale>>.
E mentre gli arresti non si
fermano, si cerca di capire cosa effettivamente
contenessero i barili scaricati illegalmente. Secondo la
Trafigura si tratta di una mistura poco pericolosa
derivante dal lavaggio delle cisterne della nave. Ma
secondo la procura olandese la Probo Koala era una vera e
propria <<raffineria di petrolio in
navigazione>> che tra maggio e giugno ha
trasformato 70 mila tonnellate di benzina.
<<La Probo Koala aveva tentato di scaricare il suo
carico mortale nel porto di Amsterdam il 2
luglio>>, racconta Roberto Ferrigno, un consulente
di Greenpeace che da vent'anni studia le rotte dei
veleni. <<Ma poi il capitano della nave, informato
del costo dello smaltimento regolare, oltre 300 mila
dollari, decide di salpare alla ricerca di soluzioni più
convenienti: sembra che abbia anche sostato nel porto
spagnolo di Algesiras. Alla fine è arrivata a Abidjan e,
affidandosi a Tommy, una società locale, ha scaricato
centinaia di tonnellate di rifiuti tossici. Due attivisti
di Greenpeace si sono incatenati alla Probo Koala, ora
ormeggiata in Estonia, per impedirne la fuga>>.
Una vicenda particolarmente
imbarazzante per la Costa d'Avorio che ha giocato un
ruolo rilevante nella campagna condotta
dall'Organizzazione per l'Unità africana per arrivare,
nel 1991, alla Convenzione di Bamako: un accordo che,
dando un'interpretazione restrittiva degli accordi di
Basilea, pone un divieto secco di importazione di rifiuti
pericolosi. <<Questo divieto continua ad essere
aggirato dai nuovi pirati dei rifiuti che praticano lo
smaltimento in doppio petto>>, ricorda Enrico
Fontana, responsabile dell'Osservatorio ambiente e
legalità della Legambiente. <<Tramontata la
stagione delle carrette del mare da caricare e affondare
in mare aperto, ora è arrivato il turno delle partite di
contaminati mimetizzate in carichi dall'apparenza
ordinaria>>.
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