GLI ULTIMI "COLPI DI
CODA" DI VETRELLA
Oltre all'assunzione di circa 200 laureati su programmi
che non sono mai decollati o peggio, interrotti, il
Presidente del CIRA, Sergio Vetrella, con incarico già
decaduto ed in condizione di "prorogatio",
assume con estrema impazienza, cinque laureati e accelera
la procedura di aggiudicazione della costosissima gara
per il "Global Service" di manutenzione.
Non a caso la complessa ed articolata gara
d'appalto, che richiede maggiore attenzione da parte
della Commissione aggiudicante, si concluderà in tempi
record: è prevista per i primi giorni di Agosto. Eppure
il CIRA avrebbe dovuto imparare la lezione visto che a
maggio scorso ha perso il secondo arbitrato relativo al
ricorso di una ditta per una gara di appalto per l'Icing
Wind Tunnel. Il giudice ha riconosciuto che sono stati
prodotti dei ritardi nelle procedure di autorizzazione
dei subappalti da parte dell'allora responsabile degli
acquisti Massimo Cavaliere (oggi in carica di Direttore
Generale del CIRA). In realtà tali ritardi erano stati
prodotti al fine di favorire - come poi si è verificato
- una ditta in particolare, la MIDACO, di proprietà del
cognato di Cavaliere. Il CdA del CIRA, chiamato ad
esprimersi in merito ed invece di sollevare dall'incarico
l'ingegnere, lo ha invitato a seguire un "corso di
formazione manageriale" che si è apprestato
diligentemente a seguire il 28 maggio 2006 negli Stati
Uniti.
Appare evidente - anche agli occhi del profano - che gli
"ultimi colpi di coda" del Presidente Vetrella
non troveranno ostacolo nel vecchio C.d.A. ormai
agonizzante.
Vetrella ha il dovere di attendere le indicazioni del
nuovo C.d.A. in merito alla sua posizione prima di
qualsiasi decisione che riguardi il CIRA, soprattutto
superminimi e aumenti di livelli o incarichi ai soliti
dipendenti "amici".
Vetrella non si preoccupa della valorizzazione dei
numerosi neoassunti (senza concorso), oppure del
posizionamento del CIRA, considerato che - oltre l'USV -
non è in corso alcun programma impegnativo. Ciò
incrementa la fuga dei cervelli, caso ultimo quello
dell'ing. Aerospaziale, Luca Falcolini. Egli nonostante
una laurea specialistica, ha preferito al CIRA un'azienda
non del settore aerospaziale.
Una vera fuga consumata in soli otto mesi di
cure alla "Vetrella". La fuga di cervelli è in
aumento poichè non vi sono seri programmi in corso,
così come sono in aumento le cause di lavoro per
mobbing. Una ovvia equazione: una gestione autocratica
che ha generato una vera e propria lobby interna (premi,
salti di livelli sindacali, superminimi) oltre che
esterna (consulenti, giornalisti, aziende, professori
universitari, etc.), non essendoci seri programmi i
ricercatori non hanno nulla su cui impegnarsi e
sviluppare la loro conoscenza e la loro crescita
professionale. Eppure la R.S.U. ha già evidenziato -
attraverso un comunicato stampa - con rammarico che gli
unici eventi registrabili al CIRA sono la ripresa della
"fuga dei ricercatori" ed il forte diffondersi
di sentimenti di sfiducia e preoccupazione. Quest'ultima
accentuata dalla decisione del Presidente Vetrella sul
progetto-suicidio AVIOCAR. Un vero disastro per
l'immagine del Centro Italiano di Ricerche Aerospaziali.
Il progetto Aviocar, infatti, è utile solo per
raccogliere i fondi del 5 per mille per tappare i buchi
dei conti dell'USV che nonostante il consistente
stanziamento (circa 80 milioni di Euro sottratti al PRORA
per la costruzione del Low Speed Wind Tunnel) ha seri
problemi di sgancio dal pallone e di planata.
Tra gli ultimi "colpi di coda" del Presidente,
la solita pletora scomposta di "nani e
ballerine" attendono con ansia gli ultimi
"ricchi premi e cotillons": passaggi di
livello, nuovi incarichi, premi e superminimi. Tutto a
discapito di chi combatte da anni questa rovinosa
gestione e che oggi si ritrova in ritardo con l'orologio
del mercato, della vita e della conoscenza. Con Vetrella
Presidente si attendeva il decollo del CIRA e della
Città di Capua ma purtroppo il CIRA non ha mai inciso
sulla competitività del sistema aerospaziale italiano
poichè ne è sempre restato a margine. Una forsennata
campagna stampa clamorosamente autoreferenziale ha ben
occultato, all'opinione pubblica, i sostanziali problemi
del CIRA glorificando i falsi difensori degli interessi
dello Stato.
Stato che da tempo è entrato a far parte con
una maggioranza, oggi rappresentata ancora dal
Centro-Destra: una gestione autarchica che non giova
all'immagine, alla produttività della ricerca ed
all'economia.
VI È OGGI UNA IMPELLENTE NECESSITÀ DI CHIAREZZA. E'
necessaria una posizione netta di tutto il
Centro-Sinistra (come lo è stato con il comunicato
"SPAZIO: UNIONE, il governo certifica fallimento
Agenzia" dei senatori dell'Unione Albertina Soliani
e Giampaolo D'Andrea (Margherita), Luciano Modica (Ds),
Tommaso Sodano (Rifondazione), Luigi Marino (Comunisti
Italiani) e Fiorello Cortiana (Verdi) in merito alla
gestione Vetrella-ASI) che non consenta al Presidente
(CIRA-ASI) di USCIRE DALLA PORTA E RIENTRARE DALLA
FINESTRA, poiché egli ha avuto ampio modo e troppo tempo
per dimostrare la sua incapacità gestionale.
Occorre riformare il CIRA mettendolo al servizio del
Paese e dell'intero comparto industriale. Occorre
determinare un sistema serio di ricaduta
sull'investimento anche in termini di valutazione
scientifica per evitare inutili fiaschi come l'USV o
l'AVIOCAR, utili solo a chi li genera.
L'Italia ha impellente necessità di un campo in cui
produrre il grano della conoscenza che possa essere
consumato dalle nostre industrie e se la Ricerca non si
veste dell'umiltà dei grandi, mettendosi realmente al
servizio del sistema produttivo, si avvizzisce in un
esercizio di vanità accademica che erode importanti
risorse.
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