Contro le occupazioni l'attività della Giunta Cofferati
è sempre frenetica,
mentre sul problema della casa lamministrazione
comunale non fa
assolutamente nulla. Le famose casette olimpiche (i
mini-alloggi per
lavoratori) sono sparite e ci sono molti dubbi che si
possano vedere prima
della fine del mandato amministrativo. Allo stesso tempo,
sono aumentate le
case pubbliche vuote e le persone in lista d'attesa nelle
graduatorie
dellERP. Del bando per lautocostruzione e per
l'autorecupero non si sa
più niente. LAgenzia metropolitana per l'affitto,
in un anno di vita, ha
trovato appena 15 alloggi. Sono circa 10 mila le famiglie
che si rivolgono
al Comune per problemi abitativi. Questo dato si ricava
dallincrocio delle
domande dei vari bandi pubblici del nostro territorio. Di
fronte a questa
situazione, lamministrazione comunale non ha mai
visto la questione della
casa come una priorità.
Sono passati 10 giorni dalla inaugurazione,
da parte di Bologna città
libera, di otto appartamenti del Comune, vuoti e
scomparsi, in via Azzo
Gardino 14
così come erano passati 5 mesi da
quando il Coordinamento degli
Spazi Sociali Autogestiti aveva denunciato, con
uniniziativa pubblica, lo
stesso scandalo
così come erano passati 4 anni da
quando quegli alloggi
erano stati ultimati e potevano essere tranquillamente
assegnati a famiglie
in lista dattesa nella graduatoria ERP. Da allora,
lAmministrazione
comunale (che ha perso le tracce dellintero numero
civico) non ha compiuto
nessun atto che potesse rimediare a questa gravissima
disattenzione.
Nel frattempo, venerdì 31 ottobre, è stata sgomberata
una casa occupata (da
tre ragazze della Famiglia Bresci) in via Tibaldi 44. La
motivazione è
stata: era un alloggio assegnato dobbiamo darlo ai
legittimi assegnatari.
La cosa curiosa è che, appena gli agenti della polizia
municipale sono
entrati, sono stati seguiti da una squadra di muratori
che ha distrutto con
la mazzetta tutti i sanitari dellappartamento, ha
murato la porta
dentrata e così è stato fatto anche con altri tre
alloggi dello stesso
numero civico. Staremo a vedere per quanto tempo
resteranno in quello stato
di abbandono
E paradossale quello che sta avvenendo in città.
La giunta Cofferati e il
PD danno la colpa alle occupazioni se le case ERP non
vengono assegnate
ma
le occupazioni a Bologna non sono più di una decina e
gli alloggi pubblici
vuoti sono 850. Alleanza Nazionale e Lega Nord, invece,
danno la colpa agli
immigrati che portano via le case popolari alle famiglie
italiane aventi
diritto (anche qui, viene raccontato il falso: nel totale
degli
appartamenti assegnati, solo il 10% è stato consegnato a
nuclei famigliari
stranieri
il problema è che sono troppo pochi gli
alloggi disponibili
rispetto alla domanda di casa).
Centro-destra e centro-sinistra alimentano assurde
guerre tra poveri (gli
uni, italiani contro migranti; gli altri, assegnatari
contro occupanti), ma
nessuna di queste forze politiche si pone il problema di
come affrontare
seriamente lo scandalo degli alloggi pubblici vuoti
(erano 643 allinizio
del mandato di Cofferati, sono arrivati a 850 in questi
giorni).
Non sono gli immigrati o i pochi occupanti a portare via
le case popolari
agli aventi diritto, sono poche le case
pubbliche rispetto al fabbisogno.
Date unocchiata a questi dati e forse si capirà da
dove bisogna cominciare
per affrontare questo gravissimo problema sociale.
GRADUATORIA ERP ED ASSEGNAZIONI
Dallo scorso 28 giugno è
esecutiva la nuova graduatoria ERP (Edilizia
Residenziale Pubblica), contiene
6406 nuclei famigliari aventi diritto,
nella precedente graduatoria erano 5461. Nel corso di
questi anni il numero
di assegnazioni medie annue da parte di ACER è stato
attorno alle 400 unità
(in teoria, per esaurire lintera lista
dattesa occorrerebbero 16 anni).
Nel primo semestre del 2008 sono stati assegnati
232 alloggi. Al 15 giugno
2008 gli alloggi disponibili sono
75, con una previsione, da qui a fine
anno, che risentirà dei tagli dei finanziamenti a
livello centrale.
Allinizio del corrente
mandato amministrativo gli alloggi pubblici
in
attesa di manutenzione straordinaria o
di ristrutturazione, per renderli
idonei allassegnazione, erano 635.
Per aiutare la riflessione è bene dire che le
occupazioni senza titolo che,
a dire dellamministrazione, impedivano
lassegnazione agli aventi diritto
in graduatoria erano di 24 alloggi.
Ebbene, al momento ci sono 850 alloggi vuoti,
di proprietà del Comune di
Bologna, in attesa di
essere ristrutturati, per cui non pare
esistere
alcuna prospettiva nel breve periodo
mancando certezze sui finanziamenti
dal Governo centrale per il Piano casa.
Il Governo in carica (il
Ministro Tremonti) prevede un finanziamento
extragettito di 150milioni di euro complessivi per quella
che, ironia della
sorte, viene definita
emergenza sfratti, mandando
in cavalleria i
650milioni di euro complessivi
già definiti e stanziati dai
Governi
precedenti (150milioni dal precedente
Berlusconi e 500milioni dal Governo
Prodi), di cui mancava solo la resa in disponibilità
agli enti locali.
Quei finanziamenti per Bologna rappresentavano un
ingresso extragettito di
5milioni e 500mila euro,
già considerati nel piano di investimenti del
bilancio previsionale e destinati al recupeso di 243
alloggi ERP.
A causa di questa decisione
del governo Berlusconi, le risorse oggi
disponibili consentono solo di mantenere il
turn over della disponibilità
di alloggi per manutenzione ordinaria.
La media di circa 400
alloggi questanno non sarà raggiunta. Quindi la
situazione, già gravissima, peggiorerà.
In più, ACER ha individuato in 110.000.000 di euro
il fabbisogno economico
per affrontare gli interventi di manutenzione
straordinaria sul patrimonio
di edilizia
residenziale pubblica
(850 alloggi inutilizzati
da
ristrutturare, la realizzazione degli
ascensori nei palazzi con più di 4
piani oggi sprovvisti, la messa a norma in
diversi edifici degli impianti
elettrici e di riscaldamento). Da
questa cifra, ACER ha selezionato gli
interventi prioritari individuando interventi per
39.000.000 di euro.
Ma nessuno dice come questi soldi verranno trovati.
GRADUATORIA CANONE CALMIERATO
La graduatoria per laccesso al canone
calmierato è esecutiva dal 9 luglio
2008, contiene 2341 aventi diritto, 366
in più rispetto alla graduatoria
precedente. La previsione di
disponibilità per il canone calmierato è di
circa 25/26 alloggi pubblici.
FONDO SOCIALE PER LAFFITTO
Al bando per il fondo sociale per
laffitto, appena scaduto, sono state
presentate 7329 domande, 579 in più rispetto
allanno precedente.
Considerato che anche sul fondo sociale per
laffitto si parla di tagliare
i fondi a livello centrale, la
previsione fatta da parte del SUNIA è di
circa 550 euro di intervento per ogni avente diritto,
cifra insufficiente a
pagare anche un solo mese di affitto a Bologna.
La richiesta di intervento pubblico in aiuto al pagamento
al canone oneroso
rappresenta per le famiglia
lanticamera della insolvenza, per
cui è
prevedibile una nuova ondata di sfratti.
GLI SFRATTI IN CITTÀ
Dallanalisi dei dati che abbiamo ricevuto dalla
Corte dAppello di Bologna
si rileva come nel triennio
2006-2008 circa l80% dei provvedimenti di
sfratto vengono emessi dal
Tribunale per morosità. E un segnale molto
chiaro sulle trasformazioni economico-sociali dei nuclei
familiari presenti
nella nostra città.
Raffrontando i dati del Tribunale con quelli degli
Ufficiali giudiziari si
rileva che potenzialmente si sono
accumulati oltre 2400 provvedimenti di
sfratto che potrebbero essere
resi escutivi richiedendo
lintervento
dellUfficiale giudiziario.
Solo per lanno 2008 (periodo
gennaio-agosto) i provvedimenti di sfratto
emessi sono stati 1162 e di questi 295 sono stati
eseguiti, ne resterebbero
ancora da eseguire 867.
Questi numeri, proiettati
sullintero anno
corrente, diventerebbero 1743
provvedimenti di cui 1300
da rendere
esecutivi.
Raffrontando questi dati drammatici con
quelli ricevuti dal Settore casa
del Comune si scopre che la
capacità di risposta allemergenza sfratti
delledilizia residenziale pubblica è estremamente
esigua.
A fronte di migliaia di
sfratti, gli alloggi assegnati attraverso le
graduatorie ERP e canone Calmierato sono stati 110 le
assegnazioni a nuclei
familiari che nel punteggio della graduatoria avevano la
voce sfratto.
LA SITUAZIONE ITALIANA
In Italia, oltre l80% delle famiglie è
virtualmente proprietario della
casa in cui vive: di questi
tempi, però, questa statistica è parecchio
teorica, in quanto non tiene conto
dellindebitamento decennale a cui tante
famiglie sono costrette. Con
laumento dei tassi dei mutui, poi, molti
rischiano di non farcela a pagare la rata mensile e la
spada di Damocle del
pignoramento è sempre più una drammatica realtà.
Oltre a questa situazione,
esiste il grave problema
della casa in
affitto. Infatti, anche se solo il 17,2% vive
in unabitazione in affitto
(e tale valore è in costante calo
era il 18,8% nel 2005), è anche vero
che nel periodo 1991-2007, i
canoni di affitto a prezzi di mercato sono
aumentati, nelle aree urbane, del
66,7%, a fronte di una crescita delle
disponibilità familiari del 20,8%.
Il dato è ancora più preoccupante se si
considera che accedono al mercato
dellaffitto prevalentemente le
famiglie meno abbienti, quelle per cui
laffitto a prezzi di
mercato arriva a pesare fino ad oltre il 30% del
reddito.
Secondo stime della Banca
dItalia, nel 2004, il 15,5% delle famiglie,
corrispondenti in termini assoluti a 3,3
milioni di famiglie, si trova in
condizione di disagio abitativo. Tale stima è
stata costruita considerando
sia il disagio di tipo
economico (quando il costo dellaffitto
o del
pagamento dei mutui raggiunge
il 30% del reddito disponibile), sia le
condizioni di sovraffollamento.
Se il termine Social
Housing indica, in molti paesi europei,
linsieme
delle attività finalizzate a
garantire un alloggio a chi non riesce ad
accedere al mercato della casa, in Italia, si
parla di Social Housing per
indicare quelle politiche
abitative che vanno al di là dei tradizionali
interventi di edilizia residenziale pubblica e che
si realizzano grazie al
partenariato tra istituzioni pubbliche,
soggetti privati e mondo del non
profit.
Un arcipelago di progetti ed iniziative con
cui si cerca di rispondere ad
unampia area di domanda
abitativa, collegata a diversi fenomeni: dalla
povertà relativa (che nel
2006 ha riguardato l11,1%
delle famiglie
residenti in Italia) allaumento delle famiglie
monoreddito e monoparentali
(in Italia le separazioni
sono aumentate del 57% e i divorzi del
74%
rispetto al 1995), dalla crescita
della popolazione straniera residente
(+90% rispetto al 2007)
ai giovani che pur
lavorando non possono
permettersi unabitazione propria
e continuano a vivere con i genitori,
agli studenti universitari fuori sede.
In rapporto con gli altri paesi europei,
lItalia registra una tra le più
basse percentuali di alloggi di edilizia sociale
pubblica: il 4%, a fronte
del 36% dellOlanda, del 22%
dellUK e del 20% della media comunitaria.
Lofferta abitativa pubblica in
Italia, dagli anni 80, si è ridotta del
90%.
Rispetto al numero complessivo di tutte
le case in affitto, in Italia le
case pubbliche sono il 18%.
Negli altri paesi dEuropa si arriva alle
percentuali dellOlanda (69%) o della Gran Bretagna
(76%).
Sono più di 15 anni che, nel nostro paese (e
al governo si sono alternati
centro-destra e centro-sinistra), non ci sono
finanziamenti per ledilizia
pubblica.
Il governo Prodi aveva, per la prima volta deciso
di destinare 550 milioni
per ristrutturare case popolari
vuote da ripristinare. Era una cifra
insufficiente, rispetto al fabbisogno, ma rappresentava
una piccola boccata
dossigeno. A Bologna sarebbero dovuti
arrivare 5 milioni e 500 mila euro.
Il governo Berlusconi, attraverso il decreto
Tremonti, ha bloccato questi
fondi, quindi la situazione diventerà drammatica.
Da qui si capisce la
strumentalità delle posizioni della Lega Nord e di
Alleanza Nazionale che cercano
di dare la colpa agli
immigrati che
porterebbero via la casa agli italiani poveri. In
realtà è il loro governo
che attua politiche tese solo a favorire la
speculazione edilizia e non il
bisogno sociale di una abitazione accessibile
alle fasce più deboli della
popolazione.
Se ci sono
gravi responsabilità dei
governi centrali, anche le
amministrazioni comunali non hanno mai sentito la
questione abitativa come
una priorità. In più di
quattro anni di mandato qualcuno di voi ha mai
sentito il sindaco Cofferati parlarne?
LA CASA E UNA PRIORITA SOCIALE
Apriamo una campagna in città,
per porre allattenzione di tutti questo
problema. Lavoriamo per costruire
una forte mobilitazione: creiamo le
condizioni per dare vita, nei prossimi
mesi, a una grande manifestazione
per il diritto alla casa.
Per quanto riguarda Bologna, occorre battersi in
consiglio comunale e fuori
affinché nel prossimo bilancio le politiche sulla
casa siano adeguatamente
finanziate.
Ecco una proposta concreta:
i 24 milioni di euro
previsti per la
ristrutturazione di Palazzo dAccursio devono
essere trasferiti alle spese
di ristrutturazione degli 850 alloggi pubblici vuoti da
ripristinare.
Al tempo stesso, è necessario promuovere
uninchiesta sociale sul bisogno
abitativo a Bologna, partendo da questi punti:
a) svelare le caratteristiche del dato della cosiddetta
"casa in proprietà"
e la portata dell'indebitamento di tante famiglie verso
le banche;
b) 10.000 nuclei familiari
si rivolgono al Comune, incrociando diversi
bandi (domande: 6.406 bando ERP, 2.341 canone
calmierato, 7.329 contributo
sociale per l'affitto - risposte: 400 alloggi ERP
assegnati all'anno, 40/50
alloggi all'anno per il
canone calmierato, 550 euro una tantum per il
contributo per l'affitto);
c) il mercato privato
dell'affitto: il costo delle
locazioni per
appartamento o per stanza o per posto letto;
il fenomeno degli affitti in
nero;
d) le residenze collettive
(albergo popolare, studentati o
collegi
universitari, i ferrohotel, i residence per lavoratori
single);
c) le residenze sociali
(dormitori pubblici, asili notturni, centri di
prima accoglienza per migranti e profughi).
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