L'Italia al tempo del razzismo
Quando, dove e
come, c'è razzismo in Italia di cesare Piccitto Quando a Verona il giovane Nicola Tommasoli (1) viene ucciso con un brutale pestaggio da cinque skinheads di estrema destra.
Quando una coppia gay, Federico e Cristian (2), perché si tengono per mano a Roma vengono insultati, e presi a sassate e sputi. Quando vicino Verona, tre famiglie italiane di origine rom (3), parcheggiano e vengono successivamente sequestrate e torturate dai carabinieri per ore. Quando Stelian Covaciu (4), rom e missionario cristiano evangelico subisce a Milano un violentissimo pestaggio, con insulti razzisti e minacce da parte di due poliziotti in divisa. Quando a Milano un giovane italiano, Abdul (5), viene aggredito e ucciso da due uomini che pronunciano insulti razzisti e lo colpiscono con spranghe. Quando dei giovani, dopo la commemorazione per Renato Biagetti (6), vengono aggrediti da due militanti di estrema destra feriti con lame e catene. È evidente
che questa violenza proviene anche da quella xenofobia,
latente e culturale, riposta in angoli remoti del più
nero passato del popolo italiano. Se ci si aggiunge
certa dialettica e direzione politica dettata dal puro
sciacallaggio elettorale ne vengono fuori, adesso, le
cruenti conseguenze. Se in passato erano solo episodi
oggi sono purtroppo quotidiana cronaca nera. L'elenco è volutamente breve ma si potrebbe continuare per ore. Episodi similari negli ultimi mesi in Italia se ne possono trovare tanti, troppi. Possiamo continuare a non vedere, a sminuire o a mistificare la reale dimensione del problema, ma i fatti e le drammatiche cronache continueranno a rimbalzarci davanti agli occhi e a rimbombarci nelle orecchie.
Nessuno vuole sentirsi dire la verità, ma bisogna vedere in faccia la realtà e cominciare ad interrogarsi e confrontarsi su di essa. Nessuno può difenderci dal seme dell'odio verso l'altro, il diverso. Al razzismo, purtroppo, non possiamo prendere le impronte digitali e ricacciarlo indietro da dove è venuto. E' un qualcosa che sta pervadendo la nostra quotidianità da tempo. Il non scandalizzarsi più di tanto nei confronti di fatti del genere è già sintomo di quell'indifferenza, humus ideale su cui prolifera lintolleranza. L'iniziale modo per combatterlo può essere riconoscerlo e contrastarlo, riconoscere il razzismo lì dove si manifesta. Contrastarlo culturalmente evitando, poi, che continui a manifestarsi in violenza in ogni ambito e settore della società italiana.
Riconoscere e individuare i sintomi di una malattia è il primo necessario passo per poterla debellare. Lasciamo all'alta politica il problema sicurezza; chi fa informazione cominci seriamente a chiamare i fatti con i nomi che meritano, e a stimolare l'opinione pubblica ad un proficuo confronto. http://www.repubblica.it/2008/05/sezioni/cronaca/pestaggio-verona/due-fermati/due-fermati.html (2) http://tg24.sky.it/tg24/cronaca/2008/09/10/Coppia_gay_aggredita_a_Roma_e_caccia_ai_reponsabili.html (3) http://www.carta.org/campagne/diritti+civili/14943 (4) (5) (6) |