APPELLO PER LA SALVAGUARDIA
DEI MUSEI E DEI BENI ARCHEOLOGICI E ARTISTICI IN ITALIA L'istituzione della figura del 'super manager' con i poteri assoluti che gli vengono delegati nell'ambito della nuova "Direzione generale per i musei, le gallerie e la valorizzazione" e il progetto di messa a reddito del patrimonio artistico e archeologico che la sottende sono scelte profondamente sbagliate nel presente e irrimediabilmente dannose nel futuro. Vedere equiparato a merce di scambio quel patrimonio e insieme cancellata la sua tradizione di tutela provoca un senso di forte disagio e una ferma reazione di rifiuto. La necessaria riforma della gestione dei beni culturali in Italia deve assicurare valore alle competenze e alla formazione tecnico-scientifica e nel contempo alle istanze storiche ed educative della valorizzazione, in modo da garantire la conservazione nel presente e la consegna al futuro delle opere, e da impedirne lo svilimento e il degrado. Chi amministra e governa il paese non ha la potestà di mettere a rischio il patrimonio che ha garantito all'Italia una posizione primaria nella cultura occidentale, minacciando quell'insieme straordinario, costituito dalle opere e dai loro contesti, dalle loro vicende storiche e conservative, territoriali e museali. Ciò non significa escludere la collaborazione di competenze in grado di assicurare un adeguamento delle risorse, ma significa guardarsi dal pericolo di innescare meccanismi di consumo a perdere. Un'eredità unica e inalienabile non può essere equiparata a qualsiasi altra forma di capitale, neppure col pretesto della grave crisi economica. La comunità scientifica internazionale dichiara il proprio sconcerto e richiede la revoca immediata di tale Direzione generale, denunciando la necessità di un radicale ripensamento. |