Donne
in Afghanistan
Di
Giovanni Sardo
Subject:
FIRMA ANCHE TU LA PETIZIONE A SALVAGUARDIA DELLE DONNE
AFGHANE Oct 3 2000, 21:08
Grazie per l'attenzione!
Care amiche/cari amici,
per favore non ignorate questo messaggio. Tratta di
qualcosa che noi tutti, uomini e donne,
dobbiamo affrontare.
Non so se questa iniziativa servirà a qualcosa ma spendi
tre minuti della tua vita per fare la tua parte. Madhu,
il governo dell'Afghanistan, ha scatenato una guerra
contro le donne. Da quando i Talibani hanno preso il
potere nel 1996, le donne hanno dovuto portare il burqua
e sono state picchiate e lapidate in pubblico perche' non
portavano gli abiti dovuti, anche se questo significava
semplicemente non coprire gli occhi nella maniera dovuta.
Una donna e' stata picchiata a morte da una folla di
fondamentalisti irati per aver mostrato casualmente un
braccio mentre guidava. Un'altra è stata lapidata a
morte per aver cercato di lasciare il paese con un uomo
con cui non era imparentata.
Le donne non hanno il permesso di lavorare e nemmeno di
uscire all'aperto in pubblico senza un parente maschio;
professioniste come docenti, traduttrici, dottoresse,
avvocatesse, artiste e scrittrici sono state costrette a
lasciare il lavoro e chiuse nelle loro case.
Le abitazioni in cui e' presente una donna devono avere
le finestre oscurate con la vernice in modo che non sia
vista dall'esterno. Devono portare calzature silenziose
in modo da non essere mai sentite.
Le donne vivono temendo per la loro vita che potrebbero
perdere per la minima infrazione. Dato che non possono
lavorare, coloro che non hanno parenti maschi o marito
muoiono di fame o elemosinano nelle strade, anche se in
possesso di laurea. La depressione sta diventando così
diffusa da raggiungere livelli di emergenza. Non c'è
modo, in una società retta a tal punto dalla legge
islamica,di conoscere la percentuale di suicidi con
sicurezza, ma chi lavora nel paese stima che la
percentuale di suicidi fra le donne che non possono
trovare cure adatte per la loro profonda depressione e si
toglierebbero la vita pur di non vivere in quelle
condizioni - sia aumentata significativamente. Le cure
mediche per le donne sono quasi del tutto assenti. In uno
dei rari ospedali per donne un giornalista ha trovato sui
letti corpi immobili, quasi del tutto privi di vita,
avvolti nei burqua, privi della voglia di parlare,
mangiare o fare altro, a consumarsi lentamente. Altre
donne sono impazzite e sono state viste rannicchiate in
un angolo, a dondolarsi di continuo o in lacrime, la
maggior parte di loro terrorizzate. Un dottore ha
considerato l'idea, una volta esaurite le poche medicine
disponibili, di lasciare queste donne di fronte alla
residenza presidenziale per protesta.
Siamo al punto in cui l'espressione "violazioni dei
diritti umani" e' adeguata a descrivere la realta'.
I mariti hanno potere di vita e di morte sulle loro
parenti donne, in particolare sulle loro mogli, ma la
folla impazzita ha altrettanto diritto di lapidare o
picchiare una donna, spesso fino alla morte, per aver
esposto pochi centimetri di pelle o nell'idea di aver
ricevuto una incomprensibile offesa. Le donne hanno
goduto di una relativa liberta', della possibilita' di
lavorare, di vestire piu' o meno come volevano, potevano
guidare e apparire in pubblico da sole fino al 1996. La
velocita' della transizione e' la principale ragione
della depressione e dei suicidi; donne che erano
educatrici o medici, o semplicemente abituate alle piu'
elementari liberta' sono ora duramente limitate e
trattate come esseri subumani nel nome del
fondamentalismo islamico. Non si tratta della loro
tradizione o "culture", ma di qualcosa di
estraneo, ed e' estremo anche per quelle culture dove il
fondamentalismo e' la regola. Chiunque ha il diritto ad
una vita umanamente tollerabile, anche se donna in un
paese musulmano. Se possiamo minacciare l'uso della forza
militare nel Kosovo nel nome dei diritti umani, in favore
dell'etnia albanese, i cittadini del mondo possono
certamente mostrare in maniera pacifica la loro rabbia
per l'oppressione, gli omicidi e le ingiustizie commesse
contro le donne dai Talibani.
RICHIESTA:
Nel firmare questa petizione, concordiamo nel considerare
l'attuale trattamento delle donne in Afghanistan
totalmente INACCETTABILE e meritevole di un'azione da
parte delle Nazioni Unite. La situazione in Afghanistan
non sara' tollerata. I diritti delle donne non sono in
alcun posto un problema secondario ed e' INACCETTABILE
per le donne nel 2000 essere trattate come subumani e
come una proprieta'. L'eguaglianza e la decenza umana
sono un DIRITTO non una liberta', che uno viva in
Afghanistan o altrove.
Seguono firme.
01) Monica Zoppe'. Milano. Italy
02) Andrea Buzzi, Milano, Italy
03) Roberto Furlan, Milano, Italy
04) Rachele Dottori, Milano, Italy
05) Alessia Corpino, Rome, Italy
06) Maria Solange Auteri, Rome, Italy
07) Arianna Schiavoni, Roma, Italy
08) Marco Di Luzio, Roma, Italy
09) David Vicario, Roma, Italy
10) Alessandra Catalani, Rome, Italy
11) Silvia Catalani, Rome, Italy
12) Gianluca Cerlini, Latina, Italy
13) Junior Silvestro Pomenti,Latina,Italy
14) Elisa Pomenti,Latina,Italy
15) Luciana Abenda,Latina,Italy
16) Elisabetta Muraglia, Latina, Italy
17) Stefano Giancola, Latina, ITALY
18) Rita Scipioni, Frascati(Rm) ITALY
19) Roberta Guerrieri, Roma, Italy
20) Paola Sabbatini, Frascati(Rm), Italy
21) Dominique Katsers, Rome, Italy
22) Karina De Castris, Rome, Italy
23) Fabrizio Fiorini, Frascati(Rm), Italy
24) Enrico Colagrossi, Roma, Italia
25) Lorena Coppola (Na), Italy
26) Emanuele Coppola, Torino, Italy
27) Stefania Galli, Torino, Italy
28) Antonietta Greco, Torino,Italy
29) Gandin Luca, Torino, Italy
30) Deborah Lucchetti, Torino, Italy
31) Anna Chiesa, Torino, Italy
32) Alfonso Zuccala', Lecce, Italy
33) Orsola Fornara, Roma, Italy
34) Chiara Magri, Torino, Italy
35) Giannalberto Bendazzi, Milan, Italy
37) Marcello Acquarone, Parma, Italy
38) Alfonso Romano, Salerno, Italy
39) Mimmo Zappia, Milano, Italy
40) Manuela Colombo, Milano, Italy
41) Marco Piccioni, Roma, Italy
42) Raffaella Bedini, Roma, Italy
43) Massimiliano Pomponi, Roma, Italy
44) Alessio Valente, Roma, Italy
45) Claudio Sandroni, Roma, Italy
46) Aldo Sodero, Torino, Italy
47) Giulio Radeschi, Torino, Italy
48) Roberto Recupero, Torino, Italy
49) Alvisa Palese, Udine (Italy)
50) Rodolfo Sbrojavacca, Udine (Italy)
51) Daniele Coen, Milano (Italy)
52) Vittorio Caimi, Monza (Italy)
53) Marina Bosisio, Monza (Italy)
54) Patrizia Rodriguez, Milano (Italy)
55) Giovanni Scannavini, Milano (Italy)
56) Angelo Maggioni Monza (Italy)
57) Carlo Maria Teruzzi, Monza (Italy)
58) Désirée Merlini, Monza(Italy)
59) Paolo Migliavacca,Monza(Italy)
60) Dario Diffidenti, Cormano (Italy)
61) Alessandro Liberati Modena (Italy)
62) Gustavo Zanoli Ferrara (Italy)
63) Giovanni Lamura (Italy)
64) Grazia Colombo, Milano, (Italy)
65) Fabio Pederzini, Trento (Italy)
66) Mauro Buffa, Trento (Italy)
67) Paola Pontelli, Gemona (UD) Italy
68) Alessandro Pontelli (UD) Italy
69) Paola Ursella (UD) Italy
70) Elena Lizzi (UD) Italy
71) Fausto Molaro (UD) Italy
72) Lisa Molaro (UD) Italy
73) Luciano Lizzero Udine Italy
74) Maria Tabò Udine Italy
75) Premru' Clara Trieste Italy
76) Terzo Unterweger, Trieste, Italy
77) Fabio Carini, Trieste, Italy
78) Enrica Lemut, Genova, Italy
79) Fulvio Sluga, Bagnaria Arsa (UD) Italy
80) Simona Ugolotti, Genova, Italy
81) Greta Ugolotti, Genova, Italy
82) Claudio Rossi, Genova, Italy
83) Massimo Angelini, Voltaggio (AL), Italia
84) Manuela Trinci, Pistoia, Italia
85) Lucia Vallini, S. Miniato (PI)
86) Enrico Piccolo, Lucca
87) Stefania Putzu, Oristano, Italy
88) Vincenzo URRU, Oristano, Sardinya
89) Costantino AGUS, Oristano, Sardinya
90) Demetrio Daga, Cagliari, Sardegna
91) Alessia Lai, Cagliari, Sardegna
92) Paola Tessitore, Milano, Italia
93) Letizia Capannini, Paris, France 94) Cristiano
Franconi, Roma, Italy 95) Wendy Maichel Garcia, Roma,
Italy 96) Stefano Manzi, Livorno, Italy
PER FAVORE COPIA questo messaggio in uno nuovo, firma
alla fine e inoltralo a tutti i tuoi indirizzi. Se ricevi
questa lista con più di 300 firme, per favore mandane
una copia a sarabande@brandeis.edu mailto:sarabande@brandeis.edu>
Anche se decidi di non firmare per favore fai circolare
la petizione.
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Redazione
Namir
Il
problema delle religioni e dei dogmi e' una realta' che
prima o poi dovremmo affrontare tutti, la violenza che
esse contengono all'interno dei loro codici espressivi,
spesso e' veramente fuori dai limiti umani. La redazione
Namir aderisce all'appello e si domanda quante altre
guerre dobbiamo vivere in nome di una religione che in
realta', da sempre, ha celato e coperto altri poteri ?
ma anche,
...... le religioni da sempre hann determinato diversita'
culturali, che se non superano un concetto di violenza
fisica sugli altri che la seguono con liberta', devono
continuare ad esistere ed imparare a coesistere con le
altre realta'.
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