Abbey Road

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Abbey Road si può definire l'ultimo album in studio inciso dai Beatles; il successivo Let It Be (pubblicato nel maggio del 1970) contiene infatti brani registrati in precedenza (fra il dicembre 1968 e il gennaio 1969) ed è in gran parte una registrazione live (seppure di brani inediti e con ampie rielaborazioni in studio).

Abbey Road ha una struttura unica nella discografia beatlesiana. Il lato B, infatti, è costituito quasi interamente da un lunghissimo medley in cui ballate e brani rock and roll si susseguono senza soluzione di continuità, con temi ripresi e variazioni, fino a un imponente crescendo finale. Questa formula anticipa le suite che caratterizzeranno gran parte della produzione rock degli anni settanta. Fra i temi che si susseguono ce ne sono molti divenuti celebri, da She Came In Through the Bathroom Window a Golden Slumbers, fino al celebre finale, in cui il potente crescendo introdotto da Carry That Weight si risolve all'improvviso nella delicata melodia di The End, una canzone di una sola strofa: "and in the end the love you take is equal to the love you make".

Fra gli altri brani celebri, sul lato A spicca Come Together di Lennon (destinata a diventare uno dei suoi cavalli di battaglia nei concerti come solista) e Something, che assieme a Here Comes the Sun è la più celebre canzone di George Harrison. Octopus's Garden fu la seconda e ultima composizione di Ringo Starr nei Beatles.

Le celebri strisce pedonali di Abbey Road

È decisamente un album importante e il suo altissimo livello ha quasi del miracoloso[2]: i quattro musicisti erano allora impegnati, a parte forse McCartney, nelle loro personali avventure e disavventure soliste (pensiamo solo all'eroina per John Lennon), e partecipavano solo raramente alle registrazioni, e quasi mai tutti insieme. Poteva uscirne un album stanco, raffazzonato, slegato al suo interno (come capiterà al successivo Let It Be), e invece siamo di fronte ad una vera pietra miliare, non solo per i Beatles ma per l'intera musica rock.

I motivi di questa eccellenza sono vari: la raggiunta maturità compositiva di Harrison, l'idea assolutamente rivoluzionaria per i tempi (e forse tuttora) del medley nel secondo lato, l'incipit fulminante della lennoniana Come Together e la soave The End di McCartney nel finale, la celebre copertina, l'uso accorto del Moog che non scade mai in abuso, lo sberleffo della ghost track Her Majesty, l'evoluzione tecnica di Ringo Starr, l'eccellente ricamo compiuto dagli archi. Tutto contribuisce a dare una sensazione di armonia e compattezza che spiegano come questo resti ancora oggi uno degli album più venduti del quartetto, un autentico longseller.

La rivista Rolling Stone ha inserito l'album al 14º posto della sua lista dei 500 migliori album[3].

La storia dell'album

Il Rooftop Concert e l'abbandono del progetto Get Back

Per comprendere bene Abbey Road è necessario fare un salto nel passato. Il 30 gennaio 1969 i Beatles suonarono per l'utima volta dal vivo, in quello che passerà alla storia come il Rooftop Concert. Il giorno dopo gli ormai ex-Fab Four si trovarono in sala d'incisione per registrare i video delle ultime tre canzoni che avrebbero dovuto completare l'album Get Back e fissarono per il 3 febbraio la riunione d'affari della Apple, la loro società. Quella sera segnarono la fine della loro carriera di gruppo, spaccandosi: da una parte Harrison, Lennon e Starr volevano assumere il manager degli Stones Allen Klein per rimettere in sesto la disastrata Apple, e dall'altra McCartney che invece voleva affidarne la gestione allo studio legale Lee Eastman Inc. La discussione, durata fino a tarda notte, non portò da nessuna parte. Quando i tre se ne andarono, lasciando McCartney da solo nella sala riunioni, si raggiunse l'apice di quella che Lennon definì la "morte lenta"[4], iniziata con il decesso del manager della band Brian Epstein nell'estate del 1967.

Il faticoso inizio del progetto Abbey Road

Con la certezza che ormai la calma era tornata, Paul riunì i Beatles ad Abbey Road sotto l'attento controllo di George Martin per il 26 aprile. L'obiettivo era di registrare un numero di brani sufficienti per coprire almeno una facciata entro giugno, mese che Lennon aveva richiesto di vacanza per la sua campagna pacifista in compagnia della moglie Yoko Ono. Il più impegnato nel progetto era ovviamente McCartney, al punto che per una settimana prima dalla data di inizio registrazioni si presentò ad Abbey Road per provare la giusta performance vocale di Oh! Darling. Il risultato è ovviamente incredibile, la migliore interpretazione del bassista negli album dei Beatles e forse dell'intera carriera. Per la verità Harrison si teneva piuttosto distante dal progetto e le assenze di Lennon non erano affatto diminuite. Arrivò l'estate e le uniche canzoni registrate erano, oltre alla già citata Oh! Darling, la scherzosa Octopus's Garden di Ringo e la bellissima You Never Give Me Your Money, ballata dolente composta da McCartney traendo spunto dalla discussione del 3 febbraio. Nei primi giorni di giugno la EMI, desiderosa di calmare i fan che non comprendevano perché le canzoni eseguite sulla terrazza non fossero ancora in vendita, fece uscire come singolo The Ballad of John and Yoko, Lennon iniziò i suoi bed-in di pace assieme alla moglie e registrò Give Peace a Chance, che porta anche la firma di McCartney, come per sdebitarsi del lavoro svolto dall'ormai ex partner per The Ballad of John and Yoko.

Il nome dell'album

La targa stradale di Abbey Road

L'appuntamento coi Beatles fu fissato il 2 luglio. L'album, ancora privo di nome, non aveva nemmeno una scaletta. Paul accarezzò l'idea di rispolverare i vecchi demo di Get Back, dar loro una ripulita ed aggiungere qualcuno dei nuovi brani. Contro ogni aspettativa il progetto pian piano decollò: furono incise in una settimana nell'ordine Her Majesty, Golden Slumbers, Carry That Weight, Here Comes the Sun e Maxwell's Silver Hammer. Si ripartì poi alla fine di luglio e vennero snocciolate Come Together, The End, Sun King, Mean Mr Mustard, Polythene Pam, She Came In Through the Bathroom Window. Arrivò agosto, fu registrato l'ultimo pezzo, Because.

Ora bisognava dare un titolo ed una copertina all'album: circolavano alcuni spunti, "Four in the Bar" e "All Good Children Go to Heaven", ma quello che alla fine sembrava essere in prima posizione era "Everest" (la marca di sigarette che fumava all'epoca il tecnico del suono dei Beatles Geoff Emerick); tuttavia la prospettiva di volare in Tibet per scattare la fotografia per la copertina non trovò consensi. Quasi per gioco, Ringo propose "Abbey Road". E così nacque l'idea del nome[5]. L'8 agosto i Beatles attraversarono le strisce pedonali poste davanti agli studi di registrazione, e la celebre copertina dell'album che immortalò la scena fornirà ai sostenitori della leggenda della morte di Paul McCartney diversi elementi a sostegno della loro tesi. Curiosamente tale data coincide con la strage di Bel Air in cui in quella notte dell'8 agosto fu massacrata l'attrice Sharon Tate dai seguaci della setta di Charles Manson di cui lui stesso ammise l'ispirazione della canzone dei Beatles Helter Skelter (tratta dal White Album) per quella insana azione demoniaca. Anche un'altra canzone scritta da Harrison – Piggies – fu ispiratrice di quel massacro dato che gli assassini scrissero con il sangue delle vittime la parola "PIG" sulla porta della villa di Bel Air. E anche Abbey Road – come era avvenuto precedentemente con Magical Mystery Tour e il White Album – richiamò le ossessioni maniacali di Manson. Il 25 novembre 1969, durante una perquisizione del ranch che costituiva il rifugio del criminale e della sua "famiglia", fu scoperto e asportato dalla polizia il pannello di un armadietto dove si leggeva "1, 2, 3, 4, 5, 6, 7, all good children go to Heaven"[6]. Si tratta dei versi di chiusura di You Never Give Me Your Money, primo brano del Medley che copre il lato B del disco.

Tutto il mese di agosto fu dedicato ai missaggi e ai vari lavori di editing. Nessuno sapeva che sarebbe stato l'ultimo album dei Beatles, tranne i Beatles stessi e le persone a loro vicine.

Gli attriti

Vi furono accese discussioni riguardo alla composizione dell'album: in parecchi nella EMI spingevano affinché si creasse un greatest hit tra l'abortita Get Back (verrà rispolverata l'anno dopo con il titolo di Let It Be e coi Beatles già sciolti) e il nuovo album, ma per una volta McCartney e Lennon erano d'accordo e furono irremovibili. L'armonia tra i due tuttavia durò poco; al momento della stesura della scaletta ci fu un accordo coatto: Lennon avrebbe deciso l'ordine dei brani e McCartney poté inserire quello che diventerà il long medley, cioè la successione senza pausa di You Never Give Me Your Money/Sun King/Mean Mr Mustard/Polythene Pam/She Came In Through the Bathroom Window/Golden Slumbers/Carry That Weight/The End. A pochi giorni dalla pubblicazione tuttavia Paul riuscì a convincere George Martin ad invertire l'ordine scelto da John (l'album avrebbe dovuto aprirsi con Here Comes the Sun e chiudersi con I Want You) e Abbey Road fu pubblicato con la scaletta definitiva, compresa l'involontaria ghost track Her Majesty alla fine di The End. Il 25 settembre Lennon entrò negli studi londinesi per urlare la sua assuefazione all'eroina in Cold Turkey, il suo primo singolo da solista; il giorno dopo Abbey Road uscì nei negozi di dischi del Regno Unito. E da quel giorno i Beatles non esistono più.

La copertina

I Beatles in attesa di essere fotografati sulle strisce di fronte agli studi EMI

Quella di Abbey Road è una copertina delle più celebri e citate della storia della musica pop[7]. È l'unica copertina di un disco dei Beatles dove non compaiono né il titolo, né il nome del gruppo. Vi compaiono i Beatles intenti ad attraversare un passaggio pedonale di Abbey Road, la via di Londra dove si affacciano gli Abbey Road Studios, nei quali i Beatles incisero per l'intera carriera. Il popolarissimo ritratto fotografico è opera di Iain McMillan, che verso mezzogiorno dell'8 agosto 1969, in bilico su una scala in mezzo alla strada, con la sua Hasselblad professionale immortalò i Beatles che andavano avanti e indietro lungo le strisce pedonali. Delle sei pose scattate la scelta cadde sulla quinta: in primo luogo perché era l'unica in cui i quattro erano ben allineati, e poi perché, considerata la fase della loro carriera, li rappresentava in marcia da sinistra a destra, cioè come se andassero via dagli studi di registrazione della EMI – il cui ingresso si trova sul marciapiede di sinistra[8].

Diversi elementi in questa foto contribuirono ad alimentare la leggenda della morte di Paul McCartney: Paul, terzo a seguire nella fila, è l'unico scalzo ad attraversare la strada (nel Regno Unito i morti vengono sepolti scalzi) e fuori passo; in testa al gruppo c'è John Lennon che dovrebbe rappresentare il gran sacerdote, ministro del culto, a seguire Ringo Starr completamente vestito di nero (da impresario delle onoranze funebri) e in ultimo George Harrison vestito tutto in jeans, come un becchino[9]; la targa LMW 281F (letta 28IF) del maggiolino parcheggiato sulla sinistra indicherebbe l'età di Paul se fosse stato in vita all'epoca dell'uscita del disco[10] (la cosa è chiaramante falsa, visto che all'epoca della celebre fotografia, scattata l'8 agosto 1969, Paul aveva 27 anni, essendo nato il 18 giugno 1942); LMW viene interpretato come "Linda McCartney Widow" (Linda McCartney vedova) oppure "Linda McCartney Weeps" (Linda McCartney piange)[11]; il fatto che Paul, mancino, tiene una sigaretta nella mano destra. Sul lato opposto un grosso furgone nero parcheggiato ricorda un "Black Maria", di quelli utilizzati dalla Polizia mortuaria negli incidenti stradali[12].

I riferimenti a questa celebre copertina in opere di altri artisti sono numerosissime. I Red Hot Chili Peppers hanno realizzato un album dal titolo The Abbey Road E.P., la cui copertina riprende i membri del gruppo intenti ad attraversare lo stesso passaggio pedonale e completamente nudi (a eccezione di un singolo calzino per ciascuno, indossato in modo strategico). Altre parodie di questa immagine si trovano in The Rutles di Eric Idle, in Shabbey Road di Bob and Tom. Nella sigla iniziale della serie televisiva Grumpy Old Men del 2006, Rick Wakeman, Tim Rice, Rory McGrath e Arthur Smith stanno attraversando il passaggio di Abbey Road quando vengono investiti da un automobilista che parla al cellulare mentre guida.

Lo stesso McCartney, con riferimento alla leggenda della sua morte, riprese l'immagine nella copertina del suo album dal vivo Paul Is Live e alla fine del video del brano Spies Like Us.

Il passaggio pedonale ripreso da quella celebre foto è oggi una vera e propria attrazione turistica, con centinaia di visitatori che ogni giorno da più di 40 anni si mettono in posa per una foto ricordo. La targa stradale Abbey Road è la più rubata del Regno Unito.