SCOPERTA MOLECA CHE SUICIDA IL CANCRO

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E' una scoperta serissima e dimostrata, ma in internet se ne parla poco, meno se ne parla e piu' le multinazionali continuano a volerci malati. piu' siamo malati e piu' loro vendono i loro prodotti è cosi' dal dopo guerra ad oggi quando scoprirono che le malattie erano una fonte di guadagno. di fatto la notizia è stata pubblicata in pochi siti internet e i grandi giornali gli hanno dato poca rilevanza, quando in realtà è serissima e ripeto importantissima.Meno attenzione diamo a queste scoperte, anche noi come cittadini e piu' le multinazionali continuano a fare il loro sporco gioco sulla nostra ignorante pelle.

Due studiosi dell'Università di Urbino  "Carlo Bo", il  dott. Mirco Fanelli ed il dott. Vieri Fusi, hanno scoperto che il "maltolo", una sostanza naturale contenuta nel malto, nella cicoria, nel cocco, nel caffè ed in moltissimi altri prodotti naturali, può essere utilizzato per lo sviluppo di una nuova classe di molecole con spiccata attivitàantitumorale.

La scoperta, pubblicata sul British Journal of Cancer e sul Journal of Organic Chemistry,  rappresenta un notevole avanzamento nella ricerca di nuove strategie terapeutiche contro il cancro tanto da avere ottenuto il brevetto nazionale, nell’attesa di quello internazionale. 

Gli studiosi hanno spiegato che il maltolo è una molecola assolutamente innocua che spesso viene usata come additivo alimentare per l'aroma e le sue proprietà antiossidanti, ma una volta modificata può dar vita a nuove molecole che prima alterano e poi costringono al "suicidio" le cellule del tumore. Il caffè e altre sostanze naturali come cicoria, malto e cocco potrebbero servire a sconfiggere il cancro.

Negli ultimi 20 anni, sono stati raggiunti molti traguardi nell’approccio a questa patologia e la ricerca scientifica ha dato la possibilità di sviluppare numerosi protocolli terapeutici che hanno visto sia ridurre la mortalità, per neoplasie prima considerate inguaribili, che di aumentare l’aspettativa di vita di molti pazienti.  Tuttavia, proprio per la sua straordinaria complessità, non è stata ancora sviluppata l’arma necessaria ad affrontare alcuni tipi di tumori particolarmente aggressivi e quei tumori che si sviluppano in seguito a trattamenti terapeutici (le cosiddette recidive).

«Negli ultimi anni –spiegano Vieri Fusi e Mirco Fanelli – la ricerca in campo oncologico sta affrontando l’intera problematica attraverso una doppia strategia: da un lato cerca di comprendere a fondo le peculiarità molecolari alla base della patologia stessa e, dall’altro, prova a sviluppare nuove molecole come potenziali farmaci (drug discovery). I due approcci non navigano necessariamente su due binari diversi ed è proprio con la scoperta dei meccanismi molecolari alterati nella cellula neoplastica che si gettano le basi per lo sviluppo di nuove molecole atte a correggere quelle alterazioni». «La problematica – ci spiegano Mirco Fanelli e Vieri Fusi – va necessariamente affrontata seguendo un iter che porta all’analisi del processo molecolare sia dal punto di vista eziopatogenetico che nella realizzazione del potenziale farmaco e/o contromisure terapeutiche».

Come afferma il dott. Vieri Fusi: "Il maltolo è una molecola innocua, che, se opportunamente modificata, può dare origine a nuove molecole con interessanti proprietà biologiche. Due molecole rappresentative di questa classe di composti sono state al momento sintetizzate e caratterizzate nella loro capacità d’indurre alterazioni della cromatina e, quindi, di condurre le cellule a rispondere in termini biologici.

Questa classe di composti è caratterizzata da interessanti proprietà chimico/fisiche che li rende capaci sia di raggiungere l’interno della cellula che di esplicare le loro funzioni nel nucleo, dove risiede il nostro genoma (e dunque la cromatina)". Continua il dott. Mirco Fanelli: "Da subito abbiamo monitorato come alcuni modelli neoplastici (in vitro) fossero sensibili ai trattamenti con le due molecole (denominate malten e maltonis): le cellule, in risposta ai trattamenti, alterano dapprima la loro capacità di replicare e, successivamente, inducono un importante processo biologico che le conduce ad un vero e proprio suicidio (denominato morte cellulare programmata). La cosa ancora più interessante è che la somministrazione delle due nuove molecole altera enormemente l’espressione genica in funzione di una risposta atta a eliminare quelle micro modificazioni che sia malten che maltonis sono capaci d’indurre all’interno della cellula".

I due ricercatori, inoltre, affermano di non poter ancora  divulgare i dettagli di questi studi, ma possono anticipare che questi composti sembrano essere tollerati in vivo ed hanno dimostrato interessanti proprietà biologiche inducendo una sensibile riduzione della massa tumorale.  Queste nuove molecole sembrano agire attraverso dei meccanismi nuovi riconducibili a modificazioni strutturali della cromatina, ad oggi mai osservato in molecole ad azione antineoplastica, che è alla base per un potenziale sviluppo di molecole che possano sfruttare strategie alternative con cui bersagliare le cellule tumorali.

Insomma, speriamo di poter sviluppare nuove armi con cui aggredire il cancro con le quali poter migliorare le attuali cure soprattutto per quei tipi di tumore ad oggi sprovvisti di terapia o derivanti da una recidiva.  E, come dichiara lo stesso dott. Fanelli spiega: "Siamo in una fase sperimentale che sta dando ottimi risultati ma ancora lontana dalla sperimentazione clinica. Mi duole dover disilludere le persone che mi chiamano chiedendomi se possiamo sperimentare le nostre molecole sulle persone a loro vicine affette da tumore. Mi duole che, con gli articoli di questi giorni, si sia alimentato un clima di false speranze. Siamo ricercatori e non è nelle nostre intenzioni vendere fumo. Le nostre molecole ad oggi sono promettenti......la futura attività di ricerca dimostrerà se sarà possibile utilizzarle nell'uomo e con quali benefici".