1 maggio 2002 1° Maggio, la riscossa
del lavoro
di Fausto
Bertinotti
Questo primo maggio è davvero
diverso. Cade nel mezzo di un scontro sociale acutissimo.
La questione dellarticolo 18, infatti, ha assunto
una valenza politica emblematica, un discrimine
allinterno del quale passa una scelta fondamentale.
Il governo delle destre, lo abbiamo detto più volte,
vuole determinare uno sfondamento sociale. A questo
tentativo occorre rispondere non solo con una opposizione
fortissima nel Paese e nel Parlamento, cosa, peraltro,
che va fatta con assoluta determinazione. Occorre reagire
con una offensiva sociale, proponendo, cioè, di
allargare, generalizzare diritti e tutele che oggi sono
negati a parti sempre maggiori del mondo del lavoro. Per
questi motivi, proponiamo una iniziativa per estendere a
tutte e a tutti (anche alle imprese sotto i 15
dipendenti) i diritti sanciti dallo Statuto dei diritti
dei lavoratori. Per questo pensiamo a una piattaforma
sociale che parli della riduzione dellorario di
lavoro a parità di salario e senza connessione
allaumento della flessibilità,
dellintroduzione del salario sociale per i
disoccupati e i giovani in cerca di lavoro, del salario
europeo come orizzonte rivendicativo per elevare salari e
stipendi che sono in Italia inferiori di un terzo di
quelli dei principali Paesi europei, di un nuovo
intervento pubblico in alternativa alle privatizzazioni
dellistruzione, della previdenza e dei principali
strumenti dello stato sociale a partire dalla sanità.
Su questi temi, il 4 maggio a Napoli avremo un primo
appuntamento nazionale. Pensiamo di promuovere una vera e
propria campagna di mobilitazione, di iniziativa
capillare nelle città e nei luoghi di lavoro, di
raccolta di firme per una campagna referendaria sui temi
dei diritti del lavoro (lestensione
dellarticolo 18 in primo luogo), di difesa della
scuola pubblica contro i finanziamenti alle scuole
private, di temi ambientali sui quali si sono sviluppati
comitati e movimenti (contro lelettrosmog, gli
inceneritori, i pesticidi), di legalità contro gli
attacchi che il governo delle destre ha portato avanti in
questi mesi (a partire dalla legge sulle rogatorie
internazionali).
Ma questo primo maggio è veramente diverso perché, per
la prima volta dopo molti anni, ritorna veramente attuale
il tema dellalternativa. Diviene attuale perché le
"magnifiche sorti" promesse da quella che
abbiamo definito la rivoluzione restauratrice del
neoliberismo hanno dimostrato la loro inconsistenza e la
crisi batte alle porte dei principali Paesi
capitalistici. Diviene attuale perché si dimostra
evidente il fallimento del centrosinistra nel tentativo
di temperare le politiche neoliberiste assunte
acriticamente come unico orizzonte possibile di governo.
Diviene attuale, principalmente, perché vi è stata
lirruzione di un nuovo movimento di contestazione
del neoliberismo, che è mondiale, e che chiede di
costruire concretamente unalternativa a quelle
politiche devastanti.
In questi anni di ubriacatura delle politiche
neoliberiste, la fatica e la difficoltà del lavoro
sembravano sparite. Eppure, i dati della strage
quotidiana (mille morti allanno) squarciavano il
velo di una condizione del lavoro resa più difficile
dalla generalizzazione della precarietà. Eppure le
statistiche sulla distribuzione della ricchezza (il
rapporto tra monte retribuzioni e monte profitti si è
rovesciato in pochi anni, passando il primo dal 60 al 40
per cento e viceversa il secondo dal 40 al 60 per cento)
mettevano in luce le conseguenze della concertazione.
Oggi, il nuovo conflitto sociale chiede di mettere in
discussione queste politiche e di costruire una
alternativa.
Dobbiamo essere capaci di raccogliere questa sfida.
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