Catturato il capo
del braccio paramilitare di al Fatah
Ad agosto era stato attaccato a colpi di missile
Ramallah,
arrestato Barghouti
era il ricercato numero uno
Sharon:
"Sarà processato e condannato"
RAMALLAH, - Marwan
Barghouti, uno dei leader dell'Intifada, uomo tra i più
accreditati a succedere al presidente Yasser Arafat, è
finito nelle mani dell'esercito israeliano. I corpi
speciali di Tel Aviv l'hanno preso a Ramallah mentre era
a casa di un suo parente. I soldati hanno circondato la
casa di colui che, le brigate Al-Aqsa, il gruppo che ha
rivendicato i numerosi attacchi suicidi, hanno indicato
come un loro dirigente. Un bis di due giorni fa quando le
truppe israeliane avevano fatto irruzione nella casa dei
genitori di Barghouti nel villaggio di Kobar, vicino a
Ramallah. Allora la trappola fallì, stavolta è
scattata.
Da mesi, Barghouti era nel mirino del governo di Tel
Aviv. Gli israeliani lo accusano di essere "complice
e mandante degli atti terroristici". Accuse che il
palestinese ha però sempre respinto. Il primo ministro
israeliano Ariel Sharon ha annunciato che Barghouti
"sarà processato e condannato al carcere".
Nell'agosto dello scorso anno il leader palestinese
sfuggì, miracolosamente, ad un attacco a colpi di
missile contro la sua auto. Da allora il cerchio, intorno
a Barghouti, si è fatto sempre più stretto. Per gli
israeliani è un terrorista e non hanno mai fatto mistero
di volero mettere fuori combattimento. Con le buone o le
cattive.
Il primo tentativo risale all'agosto del 2001: Barghouti
sale in macchina. Poco più avanti c'è l'altra vettura
con la scorta. Il tempo di avviare i motori che dal cielo
piomba un razzo. Sfiora la prima auto, colpisce l'asfalto
davanti al cofano. Un secondo missile centra in pieno la
macchina di scorta. Dietro, nell'altra vettura, Barghouti
resta impietrito. Ma illeso. La caccia continua.
Dopo l'attacco missilistico, all'inizio di aprile,
l'esercito israeliano attacca il quartier generale della
sicurezza preventiva palestinese a Betania, vicino a
Ramallah. Dentro ci sono una cinquantina di militanti
palestinesi. Con loro c'è Barghouti. Ma anche quella
volta il leader palestinese beffa gli israeliani e sfugge
alla cattura. In quell'occasione, per la prima volta,
Israele ammise in modo esplicito le ragioni
dell'offensiva: prendere Barghouti a tutti i costi.
Operazione che oggi può dirsi riuscita.
(15 aprile 2002)
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