Continua
l'assedio ai frati e ai 200 palestinesi da parte
delle truppe israeliane intorno alla chiesa della
Natività
Betlemme,
ancora spari
A fuoco un'ala della basilica
Poliziotto
palestinese ucciso mentre cercava spegnere le fianmme
BETLEMME - Ancora
una notte da incubo per gli assediati (una quarantina di
frati, quattro suore e 200 palestinesi) della basilica
della Natività a Betlemme. All'alba sono stati uditi
diversi colpi di arma da fuoco e, poco dopo, le truppe
israeliane che da cinque giorni circondano il complesso
religioso, hanno aperto il fuoco contro la chiesa. I
colpi hanno centrato i bersagli, l'orologio della
basilica ha cominciato a suonare ed è scoppiato un
incendio nell'edificio della parrocchia annesso alla
basilica. Un poliziotto palestinese ha tentato di
spegnere le fiamme ma è stato abbattuto dagli
israeliani. Si chiamava Khaled Siyam, ha detto il
governatore di Betlemme, Mohammed al-Madani, che è
ancora all'interno dela chiesa assediata. Al-Madani,
raggiunto al telefono dalla Reuters, ha raccontato
all'agenzia che due carri armati dell'esercito israeliano
hanno aperto il fuoco contro la chiesa, uno da ovest e
l'altro da sud del complesso.
"Nel corso della notte - si legge in un comunicato
del portavoce militare israeliano - terroristi
palestinesi hanno aperto il fuoco e lanciato bombe a mano
dal comprensorio delle chiese a Betlemme verso due
postazioni israeliane situate nella Piazza della
Mangiatoia. Il lancio delle bombe a mano e gli spari dei
terroristi palestinesi hanno provocato un incendio in
alcuni edifici situati in quel comprensorio. L'esercito
israeliano ha allora aiutato le autopompe palestinesi a
raggiungere la zona e l'incendio è stato domato. In
seguito agli spari due agenti della guardia di frontiera
israeliana sono rimasti feriti: uno in modo grave,
l'altro in modo leggero. Durante le operazioni di
soccorso ai feriti una unità militare israeliana ha
risposto al fuoco e ha ucciso uno dei terroristi".
Nel suo comunicato, il portavoce militare nega che sia
stato usato gas lacrimogeno. Conferma invece il ricorso a
candelotti fumogeni "necessari per l'evacuazione dei
feriti, avvenuta sotto un fuoco continuato".
Un frate all'interno della chiesa contraddice questa
versione: "Gli israeliani hanno attaccato la chiesa
e dato fuoco all'edificio della parrocchia. I palestinesi
dentro la basilica hanno cercato di spegnere l'incendio,
l'esercito ha sparato e ne ha ucciso uno. La facciata
stessa della chiesa è danneggiata".
Immediata la condanna da parte di padre David Jaeger,
portavoce dei francescani incaricati della custodia dei
luoghi sacri, in questi giorni in missione a Roma:
"E' un atto di indescrivibile barbarie - ha
commentato - E' una violazione di tutte le leggi
dell'umanità e della civiltà. E' una violazione delle
esplicite, ripetute garanzie fatte ripetutamente e per
via diplomatica dallo Stato di Israele, con conseguenze a
lungo termine e imprevedibili. Noi confidiamo in Dio e
facciamo appello al mondo affinché condanni questo atto
e fermi questa azione".
Padre Jaeger ha sottolineato che ci sono state pressioni
da parte di Israele sulla Custodia in Terrasanta perché
ordinasse ai frati e alle suore di abbandonare la
basilica, lasciando campo libero all'esercito contro i
200 palestinesi asserragliati nella chiesa della
Natività: "I frati vegliano sulla grotta della
Natività da molti secoli, queste pressioni sono
un'offesa", è stata la conclusione di padre Jaeger.
Dall'interno della Natività arrivano notizie in diretta
di quello che accade grazie alle telefonate dell'avvocato
palestinese Tony Salman e dello stesso al-Madani,
entrambi parte del gruppo di palestinesi (molti dei quali
armati) entrati nella Chiesa cinque giorni fa. I
giornalisti sono lontani circa cinquecento metri e non
possono avvicinarsi di più. Dall'albergo che li ospita
vedono solo il fumo nero che si alza sulla chiesa.
Continuano, intanto, i combattimenti a Jenin e Nablus e
in altri centri dei Territori ormai completamente
occupati dall'esercito di Sharon. Secondo i dati forniti
dagli stessi israeliani, dall'inizio dell'attacco, sono
stati uccisi 200 palestinesi e 11 soldati israeliani. I
feriti sono oltre mille e cinquecento. Migliaia le
persone arrestate.
(8 aprile 2002)
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