Capuozzo
(Tg5): "Ce ne andremo dilaniati dal dubbio"
per la sorte di frati e suore che restano nella Basilica
Imminente
la liberazione
dei giornalisti italiani
Israele
e Anp hanno dato assicurazioni al nostro governo
E a Betlemme anche oggi si continua a sparare e a morire
BETLEMME -
Dovrebbe essere al punto di svolta, la trattativa per
"liberare" i cinque giornalisti italiani, più
il loro collega armeno, bloccati da ieri all'interno
della Basilica della Natività a Betlemme, insieme a
centinaia di miliziani palestinesi armati. Il governo
italiano ha infatti ricevuto "assicurazioni"
dalle autorità israeliane e palestinesi: gli inviati,
insomma, potranno presto lasciare la città.
Ma la situazione nella città cisgiordana - luogo santo
della Cristianità, da ieri stretta in un duro assedio,
con sparatorie e scontri che sono proseguiti anche oggi -
resta tesissima. Come hanno testimoniato proprio i
giornalisti, intervistati dai principali tg: in
particolare, Mark Innaro della Rai e Toni Capuozzo del
Tg5. "E' vero, ce ne andremo - ha dichiarato
quest'ultimo - ma lo faremo dilaniati dal dubbio". E
il dubbio riguarda la sorte degli altri
"ospiti" forzati della Basilica, i frati e le
quattro suore (tre delle quali italiane) presenti nel
complesso religioso, la cui sicurezza potrebbe essere
minacciata dalla partenza dei cronisti.
Un dubbio rilanciato da padre David Jaeger, portavoce
della Custodia in terra Santa, "La presenza dei
giornalisti - ha detto all'agenzia vaticana Fides -
costituisce una minima garanzia per la possibilità di
allertare subito l'opinione pubblica mondiale in caso di
un eventuale precipitare della situazione".
Contattato da Radio 24, uno dei francescani che vive
nella basilica della nativita, padre Bernardino, ha
affermato che di "abbandonare la basilica non se ne
parla". "L'ipotesi di andarcene - ha detto -
non è stata presa in considerazione".
"Noi andiamo avanti",
ha aggiunto. "Anche oggi abbiamo celebrato la messa.
E' difficile prevedere cosa succederà".
Per il resto, Innaro ha parlato di un "silenzio
irreale" intorno alla basilica circondata "da
un cordone di carri", silenzio interrotto a tratti
da raffiche di mitra e da esplosioni. Alcuni spari
sembravano provenire dall'interno della Basilica, diretti
verso l'esterno. Quanto ai miliziani armati, "sanno
di essere in un luogo sacro della cristianità, sperano
che gli israeliani non lo attacchino e addirittura di
poter fuggire", ha detto Capuozzo, il quale ha
aggiunto che il gruppo di giornalisti non parla da ieri
direttamente con i palestinesi, che si trovano in parti
diversi del complesso della basilica, se non tramite il
padre superiore del convento.
Intanto in queste ore, all'esterno della Basilica e in
generale in città, si è continuato a sparare. Due
persone sono state uccise sulla piazza davanti alla
Basilica dai cecchini israeliani. I loro corpi giacciono
da ore. A nessuno è stato permesso di intervenire.
Questa mattina, inoltre, le truppe con la stella di
Davide hanno fatto saltare il portone del municipio di
Betlemme (che si trova praticamente di fronte alla
Basilica della Natività) e sono penetrate all'interno
del palazzo comunale. In uno scontro a fuoco, è rimasto
ucciso un palestinese di 39 anni. Sono stati operati
anche diversi arresti. Altri palestinesi, un centinaio in
tutto, si sarebbero rifugiati nella chiesa di Santa
Brigida.
(3 aprile 2002)
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