Il premier preferisce non commentare "Sciuscià"
Il conduttore: "Cercheremo di fare meglio la prossima volta"


Berlusconi: "Santoro?
Non son riuscito a guardarlo"

E sull'"uso criminoso" della Rai Cossiga propone
di rivedere le trasmissioni criticate e giudicarle



PORTOFINO - "Ne ho visto un pezzetto. Non sono riuscito a continuare". Berlusconi preferirebbe non parlare del programma di Santoro andato in onda ieri sera, ma i giornalisti non chiedono altro. Cosa ne ha pensato? insistono a Portofino, dove il premier è arrivato assieme al primo ministro rumeno Adrien Nastase accompagnato dalla moglie. "Non ne penso niente" ha tagliato corto lui. Ma non è servito: "Ha sentito il desiderio di chiamare al telefono?", "No, assolutamente" ha concluso il Cavaliere mentre, a bordo di un gozzo, si allontanava per una gita in mare assieme ai suoi ospiti.

"Cosa dobbiamo fare... - ha ribattuto stamani Santoro al 'non gradimento' del leader di Forza Italia - mi spiace, la prossima volta cercheremo di presentare qualcosa di più interessante", è stato il suo ironico commento. Il conduttore ha poi ringraziato "il pubblico e soprattutto Carlo Freccero", l'ex direttore di rete, e ha poi parlato di come è nata l'idea di cantare "Bella ciao" in apertura di trasmissione: "Ero imbarazzato a cantare perché sapevo che era una cosa azzardata e che poi avrei dovuto dare spiegazioni su come e perché avevo preso la decisione, ma le interpretazioni le lascio agli altri. Io l'ho fatto perché me lo sentivo e basta. Non era una canzone ma un canto spezzato, afono. Non è che mi sono messo a cantare, era un gesto magari preso in prestito da alcune esperienze del teatro sperimentale d'avanguardia. Insomma, non ho alcuna intenzione di fare il cantante".

Berlusconi non è riuscito a vederlo tutto Sciuscià, ma moltissimi italiani sì. La puntata intitolata "Fuori chi?", iniziata con la polemica "Bella ciao" intonata da Michele Santoro, è stata seguita da 5 milioni 966 mila spettatori, con il 23,12% di share. La settimana precedente, per avere un dato di confronto, la medesima trasmissione dedicata all"Israele Day" aveva avuto un ascolto pari a 3 milioni 336 mila spettatori con il 13,68% di share.

E sul merito dello scontro, ovvero l'"uso criminoso" che Santoro, Biagi e Luttazzi avrebbero fatto della tv pubblica, si è pronunciato anche Francesco Cossiga proponendo di ritrasmettere i programmi incriminati (comprese quelle contestate, invece, dall'Ulivo) sui canali Rai e Mediaset, facendole "poi seguire da un dibattito cui partecipino gli autori e gli offesi". In una lettera al presidente della commissione di Vigilanza sulla Rai, Claudio Petruccioli, l'ex presidente della Repubblica gli ha inoltre chiesto di prendere l'iniziativa di promuovere una "vera riforma del sistema radiotelevisivo".

Cossiga non ha dubbi sullo sbaglio commesso da Berlusconi in Bulgaria a proposito dei giornalisti Rai: "Incaute e inutili dichiarazioni - le definisce - rese per di più ancor più impropriamente all'estero". Ma se è certo, secondo il senatore a vita, che il Cavaliere debba essere "più prudente", analogo è il suo invito al centrosinistra. "Lo siano anche loro e soprattutto -scrive - quelli del centro del centrosinistra, eredi della tv del fanfaniano Bernabei, se non ricordo male, non proprio imparziale. Perché in materia di gestione del sistema radiotelevisivo pubblico, il politico più pulito ha da tempo 'la rogna'...".

E stamattina, a margine di un convegno sul terrorismo internazionale, il presidente Antonio Baldassarre ha ribadito che la Rai "non solo è indipendente e autonoma, ma è anche esterna ai poteri politici. La Rai dovrà sempre e comunque essere salvaguardata per poter svolgere nel migliore dei modi il ruolo di servizio pubblico".

(20 aprile 2002)