TRE morti, una
trentina di feriti. E' il bilancio non ancora ufficiale
dell'incidente che ha tenuto Milano e l'Italia col fiato
sospeso. Un piccolo aereo da turismo, un Piper, per cause
che saranno oggetto di inchiesta, si è schiantato contro
l'edificio sede della Regione Lombardia, il Pirellone come
lo chiamano i milanesi. Una forte esplosione si è
sentita alle 17.45 in piazzale Duca d'Aosta, a pochi
passi dalla stazione centrale.Con gli occhi alzati verso
il cielo, si è potuto vedere sulla sommità del
grattacielo Pirelli, 30 piani, fuoco, nuvole di fumo,
vetri che cadevano. "Abbiamo sentito un boato spaventoso, il grattacielo tremare, poi tutti ci siamo lanciati in fuga giù per le scale". Così un impiegato del Pirellone ha raccontato i primi istanti della vicenda dall'interno dell'edificio. All'esterno, nelle strade, testimoni oculari riferivano di aver visto un velivolo (un elicottero o di un piccolo aereo da turismo), che era già in fiamme prima di impattare contro il grattacielo. I piani alti dell'edificio detto "Pirellone", il più alto al mondo in cemento armato, hanno cominciato a bruciare. L'incendio è stato domato dai Vigili del fuoco intorno alle 18.30. Più di ottanta uomini sono stati impiegati nelle operazioni. Secondo quanto si è poi appreso, l'aereo da turismo era in avaria: il pilota, infatti, aveva lanciato l'Sos, raccolto dalla torre di controllo di Linate. Si trattava di un monomotore Piper, partito dalla Svizzera, decollato verso le ore 17:15 da Locarno. La conferma è giunta all'agenzia di stampa svizzera 'Ats' da parte dell'aeroporto di Lugano Agno. Il bilancio provvisorio dell'incidente è di cinque morti,secondo la Prefettura di Milano, uno dei quali il pilota, Gino Fasulo, italiano residente in Svizzera, 75enne. le altre vittime sono due dipendenti della Regione e due passanti. Una trentina i feriti. Lo schianto del Piper contro il Pirellone è avvenuto all'incirca al venticinquesimo piano: i cinque piani sovrastanti sono stati avvolti dalle fiamme. Detriti di grosse dimensioni si sono sparsi in un raggio di almeno cento metri dal luogo dell'incidente. Nel grattacielo si trovano gli uffici della presidenza della Regione e del presidente Roberto Formigoni, assente dall'ufficio perché in missione all'estero. Dei due piani maggiormente coinvolti nell'impatto, il 25/o era occupato dall'ufficio legale della regione, nel 26/o era ubicata la segreteria generale della giunta regionale. Negli ultimi tre piani erano in corso lavori di ristrutturazione edilizia e in questi giorni non si svolgeva alcuna attività lavorativa. "Le prime informazioni in possesso del Viminale fanno propendere per un incidente", ha dichiarato il ministro dell'Interno Claudio Scajola. Mentre accadeva l'incidente, era in corso la seduta al Senato: il presidente Marcello pera aveva subito avanzato l'ipotesi dell'attentato, poi fortunatamente rivelatasi infondata. La presidenza del Consiglio ha convocato l'unità di crisi per valutare quanto accaduto. La decisione è stata concordata tra il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Gianni Letta, e il consigliere militare del presidente del consiglio, generale Leonardo Tricarico, che presiede l'unità di crisi, "perché non c'è chiarezza sulle cause e sulla portata" dell'incidente, ha detto il generale.
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