Berlusconi definisce "criminoso" il loro modo di fare tv
"E' dovere della nuova dirigenza non permetterlo più"


Il premier: "Via dalla Rai
Santoro, Biagi e Luttazzi"

Immediata la reazione di Santoro: "Sono le parole
di un vigliacco cha abusa dei suoi poteri"

ROMA - Basta con programmi come "Sciuscià", "Il fatto" o "Satyricon". Ad affermarlo con forza, all'indomani delle nomine Rai, è il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi: "Ho già avuto modo di dire - spiega, nella conferenza stampa conclusiva della sua visita in Bulgaria - che Santoro, Biagi e Luttazzi hanno fatto un uso della televisione pubblica, pagata con i soldi di tutti, criminoso; credo sia un preciso dovere della nuova dirigenza Rai di non permettere più che questo avvenga".

Più chiaro di così, il premier, che è anche proprietario delle reti Mediaset, non poteva essere. Ma i cronisti presenti vogliono sapere di più, e gli chiedono se ciò significa un allontamento delle tre persone in questione dall'azienda di Viale Mazzini. "Ove cambiassero - risponde Berlusconi - nulla "ad personam', ma siccome non cambieranno...". Insomma, non c'è scelta: Michele Santoro, Enzo Biagi e Daniele Luttazzi devono fare fagotto, secondo il capo del governo. Su questo punto, Berlusconi è inamovibile: e infatti, a chi gli fa notare che Santoro ha un contratto molto ricco con la Rai, e rescinderlo sarebbe anti-economico, lui ribatte così: "Non è un problema mio".

E la reazione del conduttore di
Sciuscià all'esternazione berlusconiana non si fa attendere. Il premier è "un vigliacco" che "abusa dei suoi poteri": queste le parole del giornalista. Poco dopo è il turno di Daniele Luttazzi, che definisce "non democratica" questa gestione del servizio pubblico.

Ma il premier dice anche altro sulla Rai. Ricorda, ad esempio, che nel programma della Casa delle Libertà "è prevista la privatizzazione, con il mantenimento in mano pubblica di una rete per adempiere al servizio pubblico".

Infine, un accenno alle recentissime nomine. "Finalmente - dichiara - torneremo alla televisione pubblica, di tutti, non faziosa, oggettiva e non partitica come è stata invece con l'occupazione militare da parte della sinistra".

(18 aprile 2002)