Colloquio Fini-Berlusconi. Landolfi: spero
in un bilanciamento con le nomine ancora da fare


Vertici Rai, An scontenta
"Non si sono pesati i voti"

Bossi esulta, l'Ulivo si appella al Quirinale

ROMA - Completato il quadro dei vertici di viale Mazzini, non tutta la maggioranza esce soddisfatta dalle nomine. In particolare gli esponenti di Alleanza nazionale che aspiravano al controllo della seconda rete e che ora accusano la coalizione di affermare la pari dignità a prescindere dal consenso politico. Al centro della polemica è soprattutto la nomina di Antonio Marano, uomo di Umberto Bossi, alla dirigenza di RaiDue (contesa fino all'ultimo tra Ulivo e An) e, più in generale, l'esigua rappresentanza del partito di Gianfranco Fini. "C'è una coalizione che non fa pesare i voti al punto che, all'area della destra, sono state assegnate ben due direzioni, pari a quelle proposte dal Biancofiore, mi sembra un risultato straordinario", ha detto ironico Francesco Storace.

E proprio di questo avrebbero parlato, nel corso di una "chiacchierata" nell'emiciclo della Camera, Fini e Berlusconi. A quanto si apprende, il premier avrebbe replicato alla richiesta di spiegazioni del suo interlocutore, che non avrebbe nascosto l'irritazione per la vicenda, e in particolare per le sorti dell'attuale direttore di Rai International, Massimo Magliaro. Poco più tardi il portavoce di An, Mario Landolfi, ha detto di più: il partito, ha spiegato, attende alla prova il Cda che la prossima settimana si riunirà per completare il pacchetto delle nomine Rai. Occasione, ha spiegato Landolfi, per "colmare alcune lacune" e quindi per consentire una "valutazione più serena". In ballo, ricordiamolo, ci sono ancora poltrone importanti, come quella di direttore della potente divisione Uno.

Ma anche il centrosinistra è sul piede di guerra. Sebbene la Margherita abbia avuto due uomini ai vertici Rai (Paolo Ruffini direttore di RaiTre e Giuseppe Cereda alla Divisione 2) i Ds vicini a Piero Fassino si sono detti insoddisfatti, parlando di "occupazione dell'informazione televisiva". E tutto l'Ulivo, dopo una riunione dei vertici, ha affidato a Francesco Rutelli l'annuncio che il centrosinistra si rivolgerà alle massime cariche dello Stato e all'Europa per far presente "l'anomalia italiana": "In questo Paese il presidente del Consiglio, grazie anche alle nomine del Cda Rai, controlla il 90% dell'informazione con cinque reti su sei".

Umberto Bossi, invece, sembra proprio il vero vincitore di questa partita. Soddisfatto per aver ottenuto molto più del previsto (gli avevano detto che al Carroccio sarebbe andato qualcosa sul terzo canale), ha spiegato che è giusto che la Lega sia finalmente presente in Rai, dopo sei anni di totale esclusione.

"A me sembra che non ci sia altro che una continuità garante di oggettività e di professionalità", è stato il commento di Silvio Berlusconi. "Sono certo che questa Rai non si produrrà in quegli attacchi alla maggioranza e al governo che la Rai del centrosinistra ha sferrato in passato".

"Noi veniamo da gestioni in cui alla minoranza era riconosciuto zero - ha dichiarato a sua volta il presidente Rai, Antonio Baldassarre - come nel caso della gestione Siciliano, o solo un 10% delle nomine. Nell'ultima gestione c'è stato qualche progresso ma noi abbiamo nominato persone che fanno riferimento culturale alla minoranza, per oltre il 30-40%. E' il massimo fatto da qualsiasi Cda nella storia della Rai".

(17 aprile 2002)