Ieri incontro con il presidente Baldassarre
cui ha consegnato 5000 e-mail pro-"Sciuscià"


Santoro attacca Berlusconi
"Più pericoloso di Haider"



di ALDO FONTANAROSA

ROMA - Berlusconi è come Haider, "forse anche peggio". Michele Santoro paragona il Cavaliere al leader dei nazionalisti austriaci, il politico che, per le sue idee razziste, procurò a Vienna le sanzioni economiche dell'Unione europea. Spiega il giornalista della Rai, bersaglio regolare degli attacchi del Polo: "Il fenomeno Berlusconi ha elementi di pericolosità che intrecciano il potere dei media con la politica e, quindi, segnano un superamento dello Stato liberale così come noi eravamo abituati ad immaginarlo". Il principale rischio, per Santoro, "è che gli italiani e gli stessi europei comincino a considerare normale una situazione che non lo è: quella in cui un politico è anche proprietario di un impero della comunicazione". Proprio per sconfiggere questo senso d'accettazione, il conduttore suggerisce di tenere alta la polemica politica e l'attenzione dei media, "perché il problema non è certo la sopravvivenza delle trasmissioni di Biagi e Santoro", contestate dal centrodestra, "ma è molto più grave".

Marco Follini, presidente del Ccd, sottolinea la faziosità delle parole del cronista, "che però non deve essere il pretesto per una nostra e più accesa faziosità". Meno indulgente è il forzista Maurizio Bertucci: "Santoro agisce come un leader politico, e non come un giornalista del servizio pubblico, tenuto per definizione all'equilibrio".

Su concetti analoghi insiste anche il presidente della Rai Baldassarre, che ieri ha usato il bastone e la carota. In un'intervista al Corriere della Sera, Baldassarre critica Santoro, il suo comportamento da "agitatore politico", la "fiera degli eccessi" che non ha nulla a che fare con la democrazia. Poi, però, il presidente della Rai incontra il giornalista contestato, spiegandogli "con le buone" la sua idea di servizio pubblico. Il conduttore, a sua volta, gli consegna le centinaia di fax ed e-mail di solidarietà che ha ricevuto in queste ore. I due firmano una tregua e, dopo l'incontro, Santoro matura la convinzione di avere nel direttore generale della Rai Saccà, più che in Baldassarre, il suo avversario.

Proprio Antonio Baldassarre, oggi, sarà sentito dalla commissione di deputati e senatori che vigila sulla Rai. In commissione, dovrà spiegare perché il Tg1 trasmise in diretta l'intervento di Berlusconi al convegno della Confindustria di Parma. Ma tutte le scintille di questi giorni si riaccenderanno: le accuse del Cavaliere a Biagi, Santoro e Luttazzi di uso criminoso della televisione; il presunto veto della Rai alla partecipazione di Fazio al programma di Fiorello; le nomine dei nuovi direttori dei telegiornali e delle reti.

A proposito di nomine, oggi il consiglio d'amministrazione della Rai, titolare di questo potere, tornerà a riunirsi. Il direttore generale Saccà proverà a designare Gianfranco Comanducci per una poltrona manageriale, la Divisione 1, la stessa che Alleanza nazionale reclama per Magliaro. Azionista della Rai, il ministero del Tesoro collocherà al vertice della televisione di Stato un suo manager di fiducia, sentinella di una buona gestione economica. E' Stefano Iasi, ex responsabile Affari internazionali di Tele+ ed ex direttore di EuropWeb, la società del gruppo Luis Vuitton per il commercio elettronico.
I consiglieri d'amministrazione in quota all'Ulivo, Donzelli e Zanda, continueranno la loro azione di controllo. Le dimissioni dal consiglio, che l'ala berlingueriana dei Ds e il verde Cento reclamano da tempo, non sono previste, almeno a breve. Sull'ipotesi delle dimissioni, tra l'altro, circola un sondaggio dell'Abacus, su cui hanno a lungo ragionato i vertici della Quercia e della Margherita. Una enorme fetta degli italiani (quasi l'80%) non ha opinioni precise al riguardo. Dato che convince l'Ulivo, almeno per ora, ad accantonare l'"arma estrema" delle dimissioni.

(23 aprile 2002)