L'incontro tra i parlamentari del centrosinistra e del Prc
Differenze, ma anche un sostanziale piano di unità d'azione


Ulivo e Bertinotti di nuovo uniti
"Referendum e ostruzionismo"

Presenti anche i leader dello schieramento d'opposizione
Oggi l'incontro con Mario Segni per la campagna referendaria


ROMA - E adesso qualcosa si muove nel centrosinistra dopo lo sciopero generale. Si sfrutta l'abbrivio dell'Italia bloccata per un giorno, si trovano intese impensabili fino all'altro ieri. Ulivo e Rifondazione riuniscono i loro deputati in un grande assemblea comune e studiano insieme le prossime mosse per contrastare il governo.

La novità è già nell'evento in sé. Parlano Alfonso Gianni per i bertinottiani e Enrico Letta per gli ulivisti. Nei loro interventi si possono sentire tutte le differenze, ma oggi il tentativo è trovare quello che unisce. Prc propone l'ostruzionismo parlamentare sull'articolo 18 e per farlo, con i nuovi regolamenti di Montecitorio, serve un coordinamento forte. Letta frena sull'ostruzionismo ("Vedremo"), risponde immaginando intese graduali e non accetta l'idea di un referendum estensivo dell'articolo 18 proposto da Rifondazione, chiave che può scardinare la bozza d'intesa. Rosi Bindi invece protesta per la programmazione troppo rigida della riunione: "Non ci vediamo mai e improvvisamente facciamo una cosa preconfenzionata senza la possibilità di intervenire". Ma ci saranno altri appuntamenti, garantisce Luciano Violante, la premessa per un accordo forte in vista delle amministrative del 26 maggio.

All'assemblea arrivano anche Rutelli, Fassino, Pecoraro Scanio, Marco Rizzo. Bertinotti è presente dall'inizio. I leader ulivisti sono reduci dal vertice del centrosinistra e lì si è discusso del pacchetto referendario, in breve la possibile controffensiva dell'opposizione per i prossimi mesi. Se l'intenzione è fare i referendum il prossimo anno, tecnicamente bisogna lanciare la raccolta di firme entro la fine di maggio. Sono tutti contro l'ipotesi di estendere i limiti della licenziabilità senza giusta causa come vorrebbe il segretario di Prc. Anche Sergio Cofferati ha fatto sapere al coordinamento dell'Ulivo di non essere d'accordo con questa piattaforma. E i Ds sono sulla stessa linea: non si possono tradire così le tremila piccole aziende, gli artigiani che lavorano anche nelle storiche regioni rosse. Ma sui referendum l'Ulivo vuole andare avanti, verificare il numero dei quesiti e i contenuti.

Oggi i "tecnici" del centrosinistra si riuniscono e hanno in serbo una sorpresa. All'incontro parteciperà anche Mario Segni, il vertice si terrà proprio nella sede del suo partito dove sono nate le battaglie per la preferenza unica e del maggioritario. Il leader referendario può diventare uno dei promotori della campagna dei quesiti del centrosinistra. Il primo è quello sulle rogatorie, che è anche l'unica legge approvata in via definitiva. Poi si ragiona sul conflitto d'interessi, sui temi ambientali (i Verdi propongono elettrosmog e pesticidi) e ovviamente sul lavoro. Verdi, Di Pietro e Pdci hanno già pronto il quesito sulle rogatorie e lanceranno la raccolta di firme già da domani. Un'accelerazione che potrebbe spiazzare Rutelli e Fassino, i cui motori referendari si sono appena accesi. Non c'è intesa anche sullo statuto dei nuovi lavori illustrato ieri da Amato. Alla sinistra non piace la certificazione dei lavori atipici e chiede che il protocollo sia solo un elenco di princìpi, niente di concreto.

(18 aprile 2002)