ED oggi l'Italia boicotta la Tv: spegnamola e accendiamo la libertà
di Federica Fantozzi


Schermi neri impacchettati in una striscia di stoffa. Teste libere di andare al cinema, leggere, ascoltare musica, scambiarsi opinioni, godersi una
pièce teatrale, mangiare in compagnia senza il sottofondo dalla tv spazzatura. Teste pensanti disposte ad alzarsi dal divano, varcare la soglia del soggiorno, uscire di casa. Per andare in cerca di qualità, creatività, pluralità di opinioni.
Domani 20 aprile in oltre trenta città d’Italia si celebra la giornata dell’OSTE -
Oscuriamo la televisione: spegni il monopolio dell’informazione e accendi la libertà. Una cura disintossicante dal «pensiero unico» lanciata dal comitato Bo.Bi (Boicottiamo il Biscione) e dal comitato parlamentari dell’Ulivo. L’idea è nata un mese fa sulla scia della sottoscrizione telematica «un euro a testa per comprarci noi la tv pubblica», ha continuato a germogliare nei giorni in cui la Rai passava di mano, ed è tuttora in divenire con adesioni in continuo arrivo. Spiega il senatore Nando Dalla Chiesa, fra i promotori: «Già prima avevamo raccolto consensi, ma dopo le nomine Rai registro una grandissima convinzione». Dietro le quinte ci sono associazioni scolastiche e culturali, deputati, una parte dei new global come Legambiente, Arci, Rete Lilliput. L’idea di base: della brutta tv possiamo fare a meno; notizie, cultura e divertimento si trovano altrove. Dove? Allo spettacolo di Marco Paolini organizzato con “Attac” a Bologna. La sera a Campo dei Fiori, nel centro di Roma, ascoltando poesie lette da Cristina Comencini, Toni Bertarelli e Anna Bonaiuto. Al documentario sui sentimenti dei detenuti di San Vittore che Davide Ferrario presenterà a Piacenza. Nelle altre manifestazioni che attraverseranno il Paese da mattina a notte: concerti, mostre, spettacoli di danza, passeggiate, cabaret. Ma anche sconti sui prezzi di libri e dischi: «Fra gli obiettivi c’è un’alleanza sociale - spiega ancora Dalla Chiesa - con radio e case editrici per spiegare al pubblico che si può essere informati anche senza tv». Già Editori Riuniti ha raccolto l’invito a promuovere i libri come sostituto intelligente del piccolo schermo. E a Milano, oltre al teatro “Pierlombardo”, anche uno dei negozi “Benetton” aderirà con un pingue sconto «per il bene della cultura». Fra le adesioni, Katia Belillo, Pino Cacucci, Dario Fo e Franca Rame, Beppe Grillo, gli scrittori Carlo Lucarelli e Marcello Fois, Occhetto, Moni Ovadia, Michele Serra, Corrado Staiano, Franco Rositi, Federico Orlando con Giuseppe Giulietti e l’associazione Articolo 21, Liberi di.
A Genova il comitato
La legge è uguale per tutti organizza un concerto con gruppi giovanili; le associazioni Insieme per Genova e Scheggia d’Africa recite nel centro storico. Tornano le bande musicali, come quella di Sestri. A Milano le Girandole invitano a portare nei locali e nelle osterie «campane, campanelli e campanacci» per «svegliare le coscienze e il pensiero». A Casalpusterlengo, vicino Lodi, un concerto di musica irlandese e animazione per bambini. Alla rocca di Manerba, vicino Brescia, il gruppo “Itaca” ha previsto «la merenda dell’Oste». A Torino la Acciarini, Novelli, Cambursano, Zancan e altri del comitato La legge è uguale per tutti avranno un gazebo in piazza Carlo Felice per volantinaggi a Mirafiori. A Verona laboratorio di cucina naturale e letture di Popper con tv vietata «in modo assoluto». Ad Adria ci sarà “Emergency”; a Lugo di Romagna uno spettacolo di Lella Costa; a Genova Vincenzo Consolo; Nada in concerto ad Ancona. Pizza collettiva ad Aversa, cinema a Isernia. Visite guidate alle mostre e ai monumenti della bella Lecce. Girotondi a Reggio Emilia in piazza Prampolini, a Milano insieme ai consiglieri comunali dell’opposizione e alle associazioni Architectura & Natura, L’altromercato, Insegnanti e presidi contro la mafia. Teatro dialettale nella cripta della cattedrale di Treia, in provincia di Macerata. Contro i nefasti effetti di programmi senza qualità, a Roma si pronuncerà un latinista. Architetto di professione, fra i pochi in Europa a parlare correttamente la lingua degli antichi romani, pronuncerà un’invettiva contro la cattiva tv. Lo applaudiranno Giovanna Melandri, Tana De Zulueta, Loredana De Petris. A Reggio Emilia andrà in scena la famiglia teledipendente media incatenata al divano, lobotomizzata dal tubo catodico, ingozzata di junk-food.
Quella di domani sarà la prima tappa di una campagna in stile Usa per attivare un movimento d’opinione. Nessun estremismo, commenta Dalla Chiesa, è un fatto di civiltà. Partendo da vicino: «Vogliamo smuovere i gusti del pubblico, insegnare le alternative a immagini prepotenti e volgari, combattere una tv che soffoca ogni affettività e scambio di opinioni». Non soltanto però: «Le opinioni manifestate dalla gente potranno convincere i politici a non frequentare certe trasmissioni». In sintesi: la logica di mercato contro il monopolio. Quel tentativo fallito dall’alto, con la morte in culla del terzo polo, riparte da basso.