Dopo le dichiarazioni del presidente del Consiglio
l'intervento del capo dello Stato sull'informazione tv


Ciampi: "Alla Rai servono
autonomia e pluralismo"

Berlusconi: "Sono d'accordo ma confermo ciò che ho detto ieri"

ROMA - "Autonomia editoriale e pluralismo" invoca il presidente Ciampi per la Rai dopo la richiesta di allonatanamento di Biagi, Santoro e Luttazzi dalla tv di Stato fatta dal presidente del Consiglio. "Sottoscrivo", ribatte Berlusconi che però poi aggiunge: "Confermo tutto ciò che ho detto", ovvero che i due giornalisti e il comico hanno fatto un uso criminoso della Rai sostenuto, in questo, dal 70 per cento degli italiani, come assicura un sondaggio.

L'appello alla moderazione partito dal Quirinale era stato chiaro: "La qualità delle trasmissioni garantita dall'alta professionalità dei protagonisti dell'informazione deve essere assicurata dall'autonomia editoriale che, al pari del pluralismo del sistema radio-televisivo, è elemento fondamentale per la vita di una moderna democrazia".

Ciampi, ovviamente, non fa riferimenti diretti alle polemiche scatenate dalle dichiarazioni del premier, eppure nelle sue parole si legge un appello all'indipendenza dell'informazione rispetto all'esecutivo. "Sottoscrivo" dice Berlusconi riferendosi alle parole di Ciampi, ma poi aggiunge una postilla: "Diffamare, fare processi a chi non si può difendere e ribaltare la verità non è informazione". Dunque il premier ribadisce: "Confermo tutto ciò che ho detto". "Quello che è successo è una cosa indegna per un Paese civile", ha detto ancora Berlusconi ricordando che da certe trasmissioni televisive, "che andrebbero riviste" per far capire bene come sono andate le cose, derivò una perdita di 17 punti nella fiducia per il candidato di opposizione, "grazie all'uso criminoso della tv di Stato pagata con i soldi dei cittadini". "Ciò che è accaduto nei due mesi precedenti alle elezioni è stato infame".

Berlusconi questa volta non smentisce, però puntualizza: "Non ho fatto liste di epurazione ma ho detto all' opposizione: 'non faro' a voi quello che voi avete fatto a noì". In sostanza il premier ritiene che la sua presa di posizione "rappresenti una garanzia in più" e non certo un tentativo di "epurazione".

Continua dunque la polemica e continuano ad arrivare le reazioni politiche. Ad esempio, quella di Luigi Castagnetti della Margherita: "E' un'intimidazione, non solo nei confronti di Biagi, Santoro e Luttazzi, ma nei confronti dei giornalisti, quelli che ancora non sono nelle liste di epurazione, che sono avvertiti". Franco Giordano di Rifondazione spiega invece che "bisogna battere l'arroganza padronale e proprietaria dell'intero sistema informativo di Berlusconi".

Quanto ai protagonisti del duro j'accuse del presidente del Consiglio - "il loro modo di usare la tv è criminoso", aveva detto - oggi Michele Santoro fa sapere di aver cambiato il titolo della puntata odierna di
Sciuscià: è diventato "Fuori chi?", in riferimento al caso Berlusconi. Un argomento di cui, ovviamente, si parlerà in studio.

(19 aprile 2002)