Walter Veltroni

Roma è la mia città: qui sono nato nel 1955 e qui risiedo da sempre. Sono sposato ed ho due figlie, Martina di 14 anni e Vittoria di 11.

Il mio impegno politico è iniziato molto presto; a 15 anni mi sono iscritto alla Federazione Giovanile Comunista Italiana, di cui sono diventato, in seguito, Segretario romano e membro della Direzione nazionale.

Nel 1976, a 21 anni, vengo eletto consigliere comunale a Roma, ruolo che ricopro fino al 1981.
Dal 1987 sono deputato.

Nel 1988 entro a far parte della Segreteria nazionale del Partito. Così, da protagonista, partecipo alla nascita del Partito democratico di sinistra.
Al congresso di fondazione del 1991 vengo nominato nel Coordinamento politico e mi viene affidata l'area della Comunicazione. Un ruolo che permette di occuparmi concretamente di cultura ed in particolare dei problemi dell'informazione, della telecomunicazione e del cinema.

L'interesse per la comunicazione e l'informazione, ereditato da mio padre Vittorio, tra i primi direttori dei tele e radiogiornali RAI, mi porta nel 1992, giornalista professionista, alla direzione del quotidiano l'Unità. Questa è stata un'esperienza importante ed indimenticabile per me, che si è svolta dal maggio 1992 all'aprile 1996, quattro anni in cui il giornale ha saputo rinnovarsi, pur se in una fase politica molto difficile. Le emozioni e le soddisfazioni di quegli anni, mi portano ad impegnarmi oggi, personalmente, per la riapertura di un quotidiano che ha dato molto al panorama dell'informazione italiana.

Nel 1995 la politica ritorna al centro della mia vita: l'impegno si chiama "Ulivo". Con Romano Prodi ed altri leader del centrosinistra, partecipo alla nascita ed allo sviluppo della coalizione che vince le elezioni del 1996.

Assumo la carica di Vice Presidente del Consiglio e Ministro dei Beni Culturali.

L'attività di ministro mi ha permesso di impegnarmi attivamente per salvaguardare il grande patrimonio culturale del nostro paese e di quello di Roma in particolare.
Gli importanti risultati ottenuti nella valorizzazione e nel recupero dei beni culturali, hanno fatto tornare l'Italia "nazione dell'arte", un successo riconosciuto anche all'estero, per il quale la Francia ha voluto onorarmi, insignendomi nel maggio 2000, della Legion d'Onore.

Nel 1998 sono tornato ad occuparmi a tempo pieno del Partito; dal 6 novembre sono segretario nazionale dei Democratici di sinistra.

Il 13 giugno 1999 vengo eletto deputato al Parlamento europeo, dove entro a far parte della Commissione per la Cultura, la Gioventù, l'Istruzione, i Mezzi d'informazione e lo Sport.
Seguendo sempre la mia passione per i temi della comunicazione e dello spettacolo sono anche presidente dell'intergruppo "Cinema, politica audiovisiva e proprietà intellettuale".

Negli anni ho pubblicato diversi libri, assecondando i miei vari interessi: Il Pci e la questione giovanile (1977, Newton Compton); A dieci anni dal '68, intervista con Achille Occhetto (1978 Editori Riuniti); Il Sogno degli anni sessanta (1981 Savelli); Il calcio è una scienza da amare (Savelli 1982); Io e Berlusconi (e la Rai) (1990 Editori Riuniti); I programmi che hanno cambiato l'Italia (1992 Feltrinelli).

Nel 1981 scrivo Il Sogno spezzato, sulla figura di Robert Kennedy, mentre nel 1994 dedico un libro ad un'altra figura importante per la mia formazione politica, La Sfida interrotta, sulle idee di Enrico Berlinguer, entrambi vengono pubblicati dalla Baldini e Castoldi.

Nel 1994 la mia attenzione torna la cinema, raccogliendo le recensioni scritte per il Televenerdì di Repubblica, in Certi piccoli amori della Sperling e Kupfer a cui segue, nel 1997, Certi Piccoli amori 2.

Nel 1995 la Rizzoli pubblica il libro intervista realizzato con Stefano Del Re, La Bella Politica. Nel 1997 scrivo invece per la Baldini e Castoldi il saggio Governare da sinistra.

Recentemente, la battaglia che conduco personalmente per l'azzeramento del debito dei paesi del Terzo mondo e l'impegno per far centrare l'attenzione internazionale sulle condizioni delle popolazioni sottosviluppate, mi hanno spinto a compiere un viaggio nel Continente africano. La forte impressione esercitata da questa esperienza, mi ha spinto a scrivere il libro a cui sono più legato, Forse Dio è malato, pubblicato nel 2000 dalla Rizzoli.