Oltre il Novecento di Silvio Cinque
Sembra difficile parlare del libro di Revelli senza dover per forza imbattersi in un confronto o in un incontro con una serie di protagonisti e protagoniste della vita politica e culturale italiana di questi ultimi mesi. Il fatto è dovuto essenzialmente al carattere interlocutorio e perciò stimolante ed avvincente del libro. Un carattere che, cioè, scatena o provoca domande, distinguo, specifiche e approfondimenti.
Ed allora soprattutto nella sinistra italiana vediamo di volta in volta cimentarsi con questo libro esponenti ed intellettuali, donne e uomini che della politica hanno fatto una ragione profonda ed imprescindibile di vita e di testimonianza. Parlare dunque di Revelli, Marco (non Nuto che invece era suo padre) significa imbattersi nel gruppo storico de il Manifesto, Parlato, Rossanda, Pintor che del libro hanno dato una solenne stroncatura, ultima delle quali, allusiva ed indiretta, è stata quella apparsa sul Manifesto dell8 Aprile sulla presentazione del libro di Maurizio Zipponi Ci siamo, Mursia editore; ma significa anche ricordarne una bellissima recensione-intervista su Carta del mese di Marzo, una sorta di anticipazione della serata al Corto Circuito di Roma l11 aprile scorso; e le recensioni su Via Dogana, su lUnità e Liberazione del 13 Aprile. Ma non voglio confrontarmi con tutte queste interlocutrici e interlocutori perché occorrerebbe davvero tutto un libro su questo che parta da tutti i presupposti e li confronta . In realtà la sinistra sia quella storica, che quella sociale e trasversale (per dire solo alcuni modi di essere e fare sinistra) la sinistra da tempo va elaborando nuovi progetti e nuove analisi che permettano di capire e cambiare il tempo presente: basti vedere i progetti di rielaborazione e di studio che riferiscono a Carta, alla Rivista, alla Fondazione Rosa Luxembourg di ispirazione femminista e pacifista; basti vedere il sorgere e lo svilupparsi di nuove Riviste di analisi politica e sociale, di siti Internet nei quali affrontare queste nuove analisi e questi nuovi propositi. Basti infine vedere il sorgere di un nuovo soggetto sociale, protagonista di un modo nuovo, complesso e plurale di fare ed essere politica. Allora
parlerò brevemente, della bellissima giornata che
mercoledì 11 aprile ha visto al Centro Sociale Corto
Circuito di Roma questo momento altissimo di incontro tra
lAutore e il suo libro, Fausto Bertinotti, Nunzio
DErme e Guido Lutrario del Corto. Come al solito,
lintroduzione, la presentazione e la conduzione del
dibattito, erano curate da Geraldina Colotti da sempre
chiamata a svolgere efficacemente questo delicata
incombenza. La sala era stracolma ed attenta a
dimostrazione dellimportanza e dellinteresse.
E a ben ragione tutte queste persone convenivano per
importanza ed interesse perché il libro merita veramente
tutto questo tantè vero che in alcuni luoghi, come
al Corto, si studia il libro in seminari e gruppi di
studio. Se poi a questo si aggiunge il richiamo del
segretario di Rifondazione e linterlocuzione
dei due esponenti del Corto allora il quadro è
pressoché completo. Una giornata
intensa e piacevole dunque dove leleganza e la
bellezza della politica hanno trovato un riscontro alto
nelle argomentazioni del libro e dove la complessità e
la difficoltà dellargomento ha trovato un
attenzione ed una conduzione leggera e piacevole da parte
di tutti i convenuti: una lezione di alta politica e di
squisita cultura Libro e
giornata costruiti tutti a misura, dice qualcuno, del
segretario del partito di Rifondazione Comunista che in
questa serata ha fatto una bellissima figura. Per chi
volesse tutta la trascrizione della serata dell11
aprile la può trovare, foto comprese, nel sito
web.tiscalinet.it/silviocinque/revellotti. Il libro non
è facile e le argomentazioni del professore
di Scienza della Politica non intendevano esserlo.
Tuttavia non è nemmeno un libro impossibile da leggere o
adatto solo a specialisti di politichese. Questo ne da un
primo tratto positivo. Il successo ,
siamo gia alla seconda edizione, è dovuto anche a questa
particolarità: Revelli riesce non solo a parlarne in
maniera avvincente, ma soprattutto in maniera
comprensibile. E questo per
un libro che affronta un tema così particolare (La
politica, le ideologie e le insidie del lavoro)
è un grandissimo pregio. È certamente un libro
complesso che richiama una serie di argomentazioni e
analizza i movimenti, la storia, le storie, la politica,
le politiche, del 900. Davanti ad una analisi così
complessa tuttavia ci sono alcuni valori o riferimenti
che hanno caratterizzato ed ispirato tutto il secolo.
Questi valori hanno avuto una importanza assolutamente
fondante e per alcuni di loro hanno segnato tutta
unepoca. Per esempio la Shoa e cioè la distruzione
pianificata, razionalizzata di una popolo, eseguita con
sistematica scientifica pianificazione. Lo sterminio di
milioni di persone non poteva essere perseguito senza una
organizzazione ferrea ed efficiente: un modello
industriale che in qualche modo si riferisse
allorganizzazione del lavoro. Una organizzazione
che sembra, dopo lunghe travagliate vicende ed
evoluzioni, finire col post-fordismo e cioè
con il modello ultimo ed estremo della organizzazione
Capitalistica del lavoro Ora è
proprio sul lavoro e sulla politica che si appuntano le
considerazioni più discutibili e dunque più
riuscite del libro. Non a caso nel dibattito al Corto il
significato del lavoro e quello della politica sono stati
gli aspetti più discussi. Attraverso una serie di
capitoli Revelli traccia questa analisi precisa ed
impietosa descritta e condotta con un linguaggio
facile, ma non approssimativo, preciso, ma
non specialistico: niente che non possa essere supportato
da una serie di testi di storia (magari del
Camera-Fabietti), di politica e di filosofia. Il lavoro e
la politica trovano nel libro una collocazione definitiva
non tanto perché non si riconosce il valore ed il
significato non eludibile di queste due categorie della
vita umana, ma soprattutto perché ad essi si restituisce
una dimensione relativa. Ecco allora che il Lavoro assume
una sorta di tragica conclusione del Novecento e la
Politica perde quellaspetto dogmatico ed
universale. Uno slogan degli anni 70 diceva,
parafrasando una affermazione di Aristotile, che
tutto era politico, che il personale era politico e
viceversa riducendo tutta la critica del fare
sotto questo unico aspetto. Il lavoro assumeva il
significato fondamentale per il quale lumanità era
chiamata a compiere il suo destino e la politica era la
giusta collocazione intelligente e consapevole di tutto
questo. Il 900 si chiude con questo grande disincanto:
polverizzato, atomizzato, trasformato il lavoro in una
serie di iniziative, persa la sua
collocazione naturale nel terreno congeniale alla
politica, la fabbrica, ecco che entrambe, lavoro e
politica sembrano andare in frantumi. A questo punto il
libro sembra concludersi senza lasciare alternative. Il libro
affronta anche il tema-problema della globalizzazione con
una avvincente escursione nel mondo degli hackers e
discute brillantemente sul significato del Comunismo,
delle sue tragiche contingenze e delle sue aberrazioni
(leterogenesi dei fini), senza tuttavia rispondere
al perché dello scatenarsi non tanto e non solo della
violenza popolare o proletaria che viene dimostrato
occupare una parte trascurabile del presa del potere,
quanto di quella istituzionale, statale che vede nel
Partito, nella burocrazia, nella nomenklatura le sue
espressioni più aberranti. Da questo punto di vista, nel
dibattito riferito al Libro nero sul
Comunismo si chiariscono e si smentiscono
moltissime argomentazioni senza tuttavia venir meno alla
condanna dello Stalinismo, al burocratismo ed alla
ottusità del funzionario centrale. Il tema della
violenza di massa e quello di Stato è stato argomento
ampiamente discusso nel dibattito al Corto. Revelli e
Bertinotti si sono trovati daccordo sul carattere
non brutale né istintivo dei Dieci giorni della
Rivoluzione e sulla organizzazione del proletariato
contro, questa sì, la violenza della classe dominante.
Nel libro si sottolinea anche il significato della
violenza organizzativa dei giorni della Rivoluzione ed il
ruolo dellIntellettuale che nato dalla crescita
delle Masse ne diventa la mente e la guida
portando oltre ed organizzando i bisogni delle masse
stesse. Se manca il
valore sociale del Lavoro ed il significato della
Politica allora cosa resta del 900 e del suo
oltre? Revelli individua una nuova figura
sociale che è quella del volontario e non del militante,
ma in questo Bertinotti non è molto daccordo
perché attribuisce ancora al partito e quindi alla
militanza in esso uno degli aspetti, certo non il solo,
della trasformazione e della azione nella società. Se
tuttavia il segretario di un partito comunista riconosce
che il partito e la sua militanza non sono i soli
strumenti per la lotta e la trasformazione della
società, allora qualcosa di veramente importante è
accaduto nella sinistra grazie anche a libri come quello
di Revelli. Della figura
del volontario un bellissimo riferimento è nel libro di
David Bidussa, Il mito del bravo
italiano, Milano, Il Saggiatore,
1994 e soprattutto il capitolo: Il mito della società
civile nel libro di B.Tomai: Il
volontariato: Istruzioni per luso,
Milano, Feltrinelli, 1994 Il libro si chiude dunque con una serie di interrogativi che non trovano risposta immediata. Mancano anche
diversi aspetti del 900: uno, immediatamente
riconosciuto da Revelli, è quello relativo alla
emancipazione delle donne ed alla sua storia. Una lunga
emancipazione che percorre, in cento anni, strade ed
alternative diverse da quelle che indicano nel potere,
nella sua presa e nella sua gestione, il fine ultimo ed
essenziale. Il movimento delle donne e la loro dura,
permanente rivoluzione ed emancipazione trovano nella
pratica quotidiana lapplicazione dei saperi e delle
conoscenze. Ed in realtà un grande assenza percorre il
libro e cioè quella di Rosa Louxembourg e del movimento
spartachista, ma anche quella del Femminismo Americano. Il
sottotitolo del libro infatti non rende merito a questa
forma ideologica che ha avuto mille sfaccettature e
percorsi. Poi i
movimenti sociali scaturiti dalla lotta
allautoritarismo, alla gestione paternalistica e
militaristica della società, nati negli anni 60 e
caratterizzatisi per tutti gli anni 70 ed 80,
non solo in Italia, ma anche in Francia in Germania e in
Cecoslovacchia e cioè in quellEst da cui era
partito una visione nuova del 900. Manca poi una
analisi del socialismo terzomondista e della Rivoluzione
Cubana ed africana. Anche le
figure di Gramsci e Lenin subiscono grossi
ridimensionamenti che spiegano le critiche di esponenti
della sinistra storica. Rimane
tuttavia un libro da leggere perché offre una lettura
indicativa e significativa di come si muova la sinistra
intellettuale in Italia. Bibliografia
di Revelli Marco Presenti
nelle biblioteche di Roma: Mozart e FlaminiaLa Destra nazionale :
un manuale per capire, un saggio per riflettere.
Milano : il Saggiatore, 1996
Ostiense
Forni Mozart ; Le due
destre : la deriva del postfordismo. Torino :
Bollati Boringhieri, 1996. Mozart
Fascismo,
Antifascismo : le idee, le identità / Giovanni De Luna e
Marco Revelli. Scandicci : La Nuova Italia, 1995.
Valle Aurelia
La fiera dellEst : un imprenditore italiano nella Russia che cambia / Marco Revelli, Galliano Rotelli. - Milano : Feltrinelli, 1993 Flaminia Valle Aurelia
Fuori luogo : cronaca di un campo rom. Torino : Bollati Boringhieri, 1999. Mozart
La
sinistra sociale : oltre la civiltà del lavoro.
Torino : Bollati Boringhieri, 1997. Giordano Bruno
Storia dellEtà contemporanea / Peppino Ortoleva, Marco Revelli. Milano : Edizioni Scolastiche Bruno Mondadori, 1988. - Di David
Bidussa: Valle Aurelia
Germania
segreta : miti della cultura tedesca del 900
/ Furio Jesi ; postfazione di David Bidussa. Milano :
Feltrinelli, 1995. La nostalgia dellassoluto / Georges Steiner; traduzione dallinglese di Lucia Cornalba ; a cura di David Bidussa. Milano : Bruno Mondadori. c2000. di Stéphane
Courtois Il libro
nero del comunismo. Crimini, terrore, repressione Di Fausto
Bertinotti con Alfonso Gianni Le idee che non muoiono , Milano, Ponte alle Grazie, 2000 Siti
interessanti su Revelli: Nel sito di
ZIP- Laboratori di Società, una intervista a M.R. http://www.ecn.org/zip/revelli.htm Una recensione dell'amico Aldo Bonomi http://www.aaster.it/news/futuro.htm Una intervista in tre puntate di Federico Pace su http://www.kwlavoro.kataweb.it/cosa/interviste.shtml?fetchsez=True&fetchart=true&art_id=4755 |