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qualche ESPRESSO fa che ermete realacci, presidente nazionale di legambiente, ha organizzato,servendosi della rete slow food, tremila cene a prezzi differenziati a sostegno della campagna elettorale di rutelli. tutto questo continuando ad operare come niente fosse nell'associazione di cui è presidente (a vita?). non mi sembra che la notizia abbia suscitato particolari reazioni, dentro e fuori il mondo ambientalista. sono iscritto anch'io a legambiente ma a me questa sembra una delle storie più spudorate degli ultimi tempi. va infatti a violare quella che era sempre stata una delle prime regole deontologiche delle associazioni ambientaliste, quella dell'incompatibilità tra incarichi associativi e politica partitica. regola che fino a qualche anno fa veniva richiamata dallo stesso realacci. immagino che realacci condivida le ricorrenti (e velleitarie) petizioni della sinistra sul conflitto di interessi di berlusconi. pontificare sulle compatibilità altrui presuppone però un minimo di distinzione di ruoli in casa propria. non pensavo che in periodo elettorale il circuito di degustazione del piacere funzionasse come cinghia di trasmissione del piacione.
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