ho letto su qualche ESPRESSO fa che ermete realacci, presidente
nazionale di legambiente, ha organizzato,servendosi della rete slow
food, tremila cene a prezzi differenziati a sostegno della campagna
elettorale di rutelli.
tutto questo continuando ad operare come niente fosse nell'associazione
di cui è presidente (a vita?).
non mi sembra che la notizia abbia suscitato particolari reazioni,
dentro e fuori il mondo ambientalista.
sono iscritto anch'io a legambiente ma a me questa sembra una delle
storie più spudorate degli ultimi tempi.
va infatti a violare quella che era sempre stata una delle prime regole
deontologiche delle associazioni ambientaliste, quella
dell'incompatibilità tra incarichi associativi e politica partitica.
regola che fino a qualche anno fa veniva richiamata dallo stesso
realacci.
immagino che realacci condivida le ricorrenti (e velleitarie) petizioni
della sinistra sul conflitto di interessi di berlusconi.
pontificare sulle compatibilità altrui presuppone però un minimo di
distinzione di ruoli in casa propria.
non pensavo che in periodo elettorale il circuito di degustazione del
piacere funzionasse come cinghia di trasmissione del piacione.

 
andrea carancini.