Il Commissarrio Pierre Niemans (Jean Reno) arriva  a Guernon, unapiccola cittadina delle Alpi sede di una lugubre università, per investigare sull'omicidio e sull'orrenda mutilazione di un
bibliotecario. Nello stesso momento il tenente Max Kerkerian (Vincent Cassel) indaga a Sarzac, a 200 km di distanza, sulla profanazione della tomba di una bambina morta 20 anni prima in misteriose circostanze.
"Fiumi di porpora" e' uno dei film piu' modaioli degli ultimi anni: per parlare di tutti gli ammiccamenti del regista al pubblico neocinefilo ci
vorrebbero pagine, ma giusto per citare qualche chicca possiamo dire che
la telecamera e' in perenne movimento circolare (l'effetto mal di mare
e' assicurato), che ci sono scene in cui il sonoro dei dialoghi viene
improvvisamente coperto dai rumori ambientali in modo da non permetterci
di sentire alcune battute, che c'e' un combattimento stile videogioco e,
peccato mortale, che l'entrata in scena di Vincent Cassel e' realizzata
col classico espediente per "stupire" lo spettatore con l'arrivo
inatteso di un'importante attore (il personaggio si vede di spalle per
un bel po', senza far capire che e' Cassel, e all'improvviso arriva
l'inquadratura in primo piano ipercelebrativa). Inoltre, soprattutto
all'inizio, la trama si sviluppa con qualche passaggio pretestuoso e mal
costruito. Tutto questo non basta pero' a bollare negativamente il film
perche' Kassovitz si dimostra ottimo regista e sfrutta tutti questi
espedienti con enorme bravura creando un film modaiolo ma perfetto,
falso ma avvincente. Sappiamo di essere manipolati, ma non ci importa,
assorbiti come siamo dalle atmosfere torbide e dai mille segreti della
pellicola. "Fiumi di porpora" non diventera' mai un film di culto come
"L'Odio", ma dimostra le indubbie capacita' di un regista tra i pochi
europei capaci di fare solidi film di genere ad alto budget senza nulla
invidiare all'America.
Misterioso omicidio a Sarzac.