John Sullivan scopre tra gli oggetti del padre, morto trent'anni prima
in un incendio, la sua vecchia attrezzatura da radioamatore, proprio
mentre su New York e' visibile, caso rarissimo, un'aurora boreale.
Questa radio riuscira' a metterlo in contatto con il padre, pochi giorni
prima della sua morte, proprio nel periodo in cui un'altra aurora
boreale era comparsa. "Frequency" e' un rarissimo caso di metacinema
involontario: un film sui paradossi temporali che riesce a essere
paradosso temporale. E' infatti una pellicola in pieno stile anni '80,
come non se ne vedevano da anni: un thriller in cui tutti sono buoni
(beh, quasi tutti, ovviamente, senno' che thriller sarebbe?), in cui la
gente gioca a baseball, in cui i genitori amano i figli e il finale e'
talmente scontato da risultare quasi piacevole. E probabimente non e' un
caso se l'attore principale e' quel Dennis Quaid che proprio negli anni
'80 ha avuto il suo periodo d'oro. Fosse uscito 15 anni fa' sarebbe
stato un successone, oggi e' un po' ingenuo e superato. Anche se, in
fondo, il suo fascino demode' riesce a conquistare, se non altro per
contrasto rispetto ai clichet del thriller post-Seven. Non ne rimarra'
traccia, ma in fondo e' piacevole.
Ritorno al passato.