Roma imperiale, 180 a.C.: Marco Aurelio, potente ed amato Imperatore,
viene ucciso dal figlio Commodo per impedire che nomini erede il
valoroso Maximus, generale dell'esercito. Lo stesso Maximus scampa per un pelo alla morte e diventa gladiatore, col solo sogno di riuscire un
giorno ad uccidere Commodo, nel frattempo proclamato Imperatore. Ridley Scott sono ormai anni che non dirige un bel film, surclassato persino dal fratello Tony che invece migliora anno dopo anno, e "Il Gladiatore" non e' un'eccezione. Sorta di Braveheart ambientato a Roma, il film e' girato in maniera incredibile, con combattimenti veramente realistici, e dispone di attori incredibilmente bravi: purtroppo la sceneggiatura non e' all'altezza del resto, e scade piu' volte in dialoghi imbarazzanti (quelli iniziali di Marco Aurelio con Maximus e Commodoro, quello finale tra Commodo e Maximus), in patetismi e banalita' incomprensibili, e in situazioni vagamente new-age che piu' volte sfiorano il kitsch.

Ma
quello che piu' disturba e' come non ci sia niente di nuovo: tutto
riciclato da altri 100 film simili, con le stesse situazioni, la stessa
musica (e mi chiedo perche' i film "epici" abbiano tutti musiche simili,
che siano ambientati nella Roma Antica, nel Medioevo o nello spazio),
gli stessi personaggi tagliati con l'accetta (il buono-buono, il
buono-cattivo, il traditore-suo-malgrado). Sicuramente un must per chi
adora i filmoni "storici" alla "Braveheart", da evitare come la peste
per chi odia questi revisionismi agiografici prodotti in catena di
montaggio.
Sontuoso.