Sono stati scritti numerosi articoli sulla sconfitta elettorale della sinistra avvenuta alle regionali del 16 Aprile 2000, anche perche' , per queste, il Presidente del Consiglio Massimo D'Alema si e' dimesso. Noi della redazione, non abbiamo voluto scrivere nulla a riguardo, ma aprire un dibattito ponendo due domande ai numerosi utenti delle Biblioteche di Roma e a tutti quelli che ci seguono, con meraviglioso interesse, in Internet. Lo abbiamo fatto nel tentativo di recuperare un dialogo che dagli anni ottanta e' sembrato inesistente socialmente, ma anche perche' non potevamo non confrontarci con l'intelligenza della persone, su un tema sociale che riguarda tutti e soprattutto la cultura.

Veramente....... grazie - Namir -.

 

Bibliografia.

Diventare cittadine : Il voto alle donne in Italia / Anna Rossi-Doria. - Firenze : Giunti, [1996]. - 126 p.

Maggioritario ma non troppo : le elezioni politiche del 1994 / a cura di Stefano Bartolini e Roberto D'Alimonte. - Bologna : Il Mulino, c1995. - 468 p.

Piccolo manuale per una campagna elettorale / Quinto Cicerone ; a cura di Luisa Biondetti. - Milano : Anabasi, 1993. - 93 p. ;

RAPPRESENTARE e governare / a cura di Oreste Massari e Gianfranco Pasquino. - Bologna : Il Mulino, c1994. - 240 p.

Le regole della transizione : La nuova legislazione elettorale italiana / Carlo Fusaro. - Bologna : Il Mulino, [1995]. - 179 p. ;

La rivoluzione elettorale : l'Italia tra la prima e la seconda repubblica / Renato Mannheimer. Giacomo Sani ; con contributi di Paolo Natale e Mario Rodriguez. - Milano : anabasi, 1994. - 221 p:

 

 

Dibattito

 

 

 

A.Portelli.

domanda 1 - Perche' secondo il tuo parere la destra vince in italia,
soprattutto al nord e la sinistra perde sempre piu' voti ?.


La destra vince in Italia perché propone ai suoi elettori una figura
televisiva carismatica come Berlusconi; perché è stato abbandonato il
paradigma antifascista correndo per esempio in soccorso diFini quando i
nostri partner europei hanno espresso dubbi sulla sua vocazione democratica;
perché nella misura in cui mercato, borsa, profitto, azienda sono valori
condivisi anche dalla sinistra, non si vede ragione per non votare coloro
che li rappresentano in maniera più efficace e diretta; perché la destra ha
un'ideologia precisa e connessa con precisi interessi materiali. Non vince
infatti soltanto al Nord, dato che Sicilia, Calabria, Puglia, Abruzzi e
soprattutto il Lazio sono sotto il suo controllo e che il margine nelle
regioni centrali si va assottigliando.

domanda 2 - Perche' non si va a votare ?.

Perché l'idea di cittadinanza partecipante e attiva che era prevista dalla
costituzione antifascista e messa in pratica dal sistema elettorale
proporzionale e dai partiti di massa è stata abbandonata in nome di una
cittadinanza governabile e di una delega a figure individuali (se a uno gli
chiedono, come nell'ultima campagna elettorale, di votare "un uomo e non un
partito," io non vedo molte ragioni per cui debba votare quell'uomo lì in
particolare e allora o sto a casa o voto per un uomo che è anche una una
star come Berlusconi). Nella misura in cui il valore al centro delle riforme
del sistema politico è la governabilità, nessun cittadino è più governabile
di uno che rinuncia anche a votare. In questo senso, gli astensionisti fanno
precisamente quello che i riformatori gli chiedono: si lasciano governare.

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Wanda Piccinonno.

Abitualmente ogni sconfitta promuove riflessioni sulle cause esogene o endogene che l'hanno generata, invece, i ragionieri della sinistra governativa hanno commentato la disfatta del 16 Aprile, con il consueto " disimpegno ", permeato dal funzionalismo del contesto sistemico. Paradossalmente, i post-comunisti vivono nella certezza che il reale non e' un problema, perche' sta davanti a loro nella sua muta interiorita', materia passiva e letargica, che si offre ai calcoli e si pare ai loro progetti. Per via dell'adesione incondizionata al " progressismo ", pare quasi che la storia non esiste piu' come progetto, ma solo come ordine precostituito e artificiale, manovrato da un deus ex machina, che produce un piatto provvidenzialismo. Pertanto, non puo' destare stupore che si continui a registrare il deperimento di una politica autentica e cio' e' suffragato dal fatto che si sono riaperti i giochi di palazzo e non si e' manifestata nessuna volonta' politica di analizzare il " partito " del non voto, ossia dell'astensionismo di sinistra. In questa bolla virtuale, si susseguono i riti dell'istituzione e, come in quadro a tinte fosche, emerge la figura del premier, ossia il craxiano Amato, un uomo particolarmente attivo nella demolizione della sinistra e di diritti imprenscindibili. E' evidente che la sinistra ha smarrito anima, corpo e dignita'. Da una diagnosi del tempo presente, si rileva che la realta' e' destabilizzante ed inquietante. La debolezza delle soggettivita' politiche, la trasformazione dell'arena politica in mercato, i protagonismi, un moto perpetuo di ricombinazioni instabili, la privatizzazione del mercato del lavoro, l'alto tasso di disoccupazione, la deriva dell'assetto democratico, dimostrano che in Italia esiste un centro-destra che, artatamente, si spaccia per sinistra. Siamo passati dalla statualita' clientelare alle politiche neoliberiste piu' selvagge, che escludono problemi ineludibili e azzerano lo stato di diritto tout court. Onde evitare fraintendimenti, e' lecito sottolineare che non si volgliono rivisitare i paradigmi della sinistra novecentesca, ma negare i parametri dominanti che recitano : " meno stato piu' mercato ". Preso atto che alcune categorie della storia si ripetono, sia pure in guise diverse, per comprendere la vittoria della destra sarebbe illuminante ripercorrere l'iter politico, che va dal " mussolinismo " al fascismo. Vero e' che attualmente si registrano forme di nazismo a livello internazionale, basti pensare ad Haider, ma non si puo' sottovalutare il dettaglio non trascurabile che la destra italiana e' anomala, profondamente autoritaria e ancora intrisa, nel proprio dna, dall'esperienza fascista e d'altronde la nefasta eta' delle stragi conferma, in modo evidente queste griglie interpretative. Ovviamente la vittoria della destra non e' casuale, ma e' contestuale a un processo di lunga durata, che trova il momento genetico nel regime democraxiano degli anni ottanta e, nel contempo, e' estremamente collegata alla svolta neoconservatrice internazionale. In questo contesto la sinistra, non solo ha dimostrato l'incapacita' di produrre alternative ma, attraverso un persorso tortuoso e nebuloso, che va da Occhetto a D'Alema, ha anche manifestato l'incondizionata adesione alla spinta neoconservatrice internazionale, contribuendo ad introdurre elementi di marcata americanizzazione. Se, come voleva Machiavelli, la scienza politica si basa sulla " verita' fattuale ", occorre appellarsi alla prassi, per decodificare lo status quo e per comprendere la vittoria di leader come Berlusconi, Fini, Bossi, che rappresentano le maschere della metamorfosi delle destra fascista. Spaventianamente parlando, si pone l'interrogatico : di chi la colpa ? Indubbiamente soprattutto di una sinistra, che ha diffuso forme sempre piu' marcate di plebiscitarismo, di presidenzialismo, di bipolarismo, che travolgono la rappresentanza, pilastro della democrazia moderna. Sono poi allarmanti i frequenti attacchi alla costituzione, basti pensare al caso Ocalan e alla strumentale guerra nei Balcani. Inoltre, considerato il fatto che la sinistra e' in preda alle amnesie, giova ricordale l'eclatante episodio di Pappalardo, ex presidente del Cocer e interlocutore di D'Alema. Questo ambiguo personaggio, come si evince da un documento, ha ipotizzato la fondazione di uno Stato, stile Pinochet, fortemente supportato dai Carabinieri. Ovviamente i post-comunisti hanno affermato di ignorare la manovra, anche se prove inconfutabili attestano il contrario. D'altra parte, con la legge di riordino, i Carabinieri saranno la quarta forza armata e potranno godere di maggiori poteri. Come da copione, la sinistra ha votato una legge di destra, che rimilitarizza le forze dell'ordine e cio' dovrebbe promuovere serie riflessioni sul concetto di democrazia. E' evidente che, grazie alla sinistra, si puo' intravedere una prospettiva di " un superamento all'indietro " dei sistemi democratici rappresentativi. Cio' comporta, come osserva G.Azzariti, una tendenza a sostituire una democrazia rappresentativa con un modello semplificato ed opinabile di democrazia, che si affida alla personalizzazione della politica, al leaderismo, alla esaltazione della neutralita' delle scelte politiche. In questo s'inscrive il sistema elettorale maggioritario, che impedisce ogni conflitto di identita' politiche differenziate, in nome della pacificazione, della riconciliazione unanimistica, della omologazione, si e' rimossa ogni memoria storica, ogni cultura antagonista, ogni identita' politica e cosi' la pseudosinistra si barcamena, dimostrando notevoli capacita' acrobatiche, allendosi via via con i personaggi politici itineranti come Bossi, Cossiga, Mastella ecc. Dalle osservazioni fatte, emerge un dato inconfutabile, ossia che la sinistra ha rimosso ogni etica pubblica e ha perso di vista la possibilita' di un'alternativa, aspetto quest'ultimo indispensabile, per proporre contenuti e programmi in grado di combattere monopoli e poteri manifesti e occulti. Una svolta s'impone, vuoi per la vocazione autoritaria della destra della triplice alleanza, vuoi per la recrudescenza dei nazismi anche a livello internazionale. Preso atto che il modello novecentesco risulta datato, rispetto allo sviluppo della modernita', della globalizzazione e di quella che Latousche definisce, " La tecnopoli Trasnazionale ", e' necessario promuovere un nuovo processo, che persegua come obiettivo l'autogoverno sociale. In altri termini, si dovrebbero ripercorrere i sentieri del socialismo delle origini : " Ne' di stato ne' di mercato ", con i preziosi corollari del mutualismo e del solidarismo, progettando, nel contempo, una societa' altra. Pertanto, nella consapevolezza che la sinistra e' annegata totalmente in un generico e strumentale progressismo, occorre opporre, non un tremulo distinguo, ma un progetto praticanile di alternativa, rivendicando le ragioni del lavoro vivo " Dioniso della liberta' , come momento di autentica liberazione ".

 

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Serena Sangiorgi.

1) Perche' la destra vince e la sinistra perde.

Se fosse facile rispondere il problema sarebbe gia' bello e risolto.
Nella sinistra in generale, che sia a Roma o a Trecasali di Parma, i
cervelli non mancano, e non sono stati spenti da nessuno e da nessuna
censura. Trovare soluzioni (una o piu') al problema non e' facile,
renderle operative ancora meno, tappare la falla e risalire in sella
ancora meno.
Direi che ci vorra' una generazione: tra rendersi conto delle
conseguenze e riparare il danno almeno 10-15 anni. E non e' detto che
allora sara' facile, nel frattempo strumenti e leggi potranno essere
totalmente cambiate dalla diversa gestione del potere pubblico,
sostenuta a rigor di legge dal voto effettuato.
Il cambiamento attuale a mio parere viene dall'inadeguatezza della
sinistra alla realta'.
Si e' gestita questa stagione di governo nella contraddizione tra i
vecchi ideali della sinistra storica italiana e la dura realta'
economica di una nazione indebitata dai governi precedenti, non da
questo. Questa sinistra e' stata mandata allo sbaraglio dal potere
economico, facendosi togliere le castagne dal fuoco con riforme
assolutamente impopolari ma che, provenendo da una certa parte, sono
state digerite senza scontro sociale frontale, per essere poi liquidata
e raccogliere i frutti nella parte dei "buoni".
Mi stupisce che D'Alema affermi di non aver letto il Capitale, molto
meno che Veltroni dica "il comunismo e' morto". Ha ragione: il comunismo
delle origini, il possesso dei lavoratori delle fonti di produzione, non
ha ragione di esistere nel mondo occidentale del nuovo millennio. I
sistemi di produzione sono cambiati in modo radicale, e anche la figura
del lavoratore: adesso e' molto piu' chiaro di una volta che non e' il
lavoratore ad essere pagato, non e' una entita' umana con una identita'
e problemi (il mutuo per la casa, i figli da far studiare, i genitori
anziani che non sai come assistere) ma una "unita' di forza lavoro". Che
sia un italiano o un immigrato non fa differenza. Differente e' il costo
della forza lavoro nei due casi: l'italiano cerca un lavoro fisso per
pagare tutto quello che serve per quello che da noi si ritiene un
livello di vita decente, l'immigrato in genere accetta condizioni molto
diverse per tornare a casa con quelli che per lui sono soldi (nel suo
paese in genere lo sono eccome). Ovviamente si preferisce il secondo
perche' costa meno.
Quello che io fatico a capire e' solo "a chi" si voglia poi vendere un
prodotto, se in Italia i compratori non hanno piu' i soldi per pagare
l'acquisto. I consumi stagnano? per forza. E quindi l'economia fa
fatica. E quindi si cerca forza produttiva sempre meno costosa, in una
spirale perversa ma efficacissima.
Quello di cui non ci si vuole rendere conto e' che gli anni del boom
economico non sono poi cosi' lontani: cioe' quelli sono stati i primi
anni nella storia d'Italia in cui metaforicamente "ci si e' potuto
riempire la panza" proprio da parte dei lavoratori. I quali non sono
disposti a tornare indietro, e decidono di andare dietro a chi la panza
o la tasca gliela riempie. E' logico, naturale e perfino stupido pensare
il contrario.
Questo lo sanno bene i pochi veri capitalisti, quelli che lo sono da
generazioni: e che sono ben diversi dagli odierni pescicani della
finanza, quelli che guardano solo le oscillazioni di borsa senza pensare
a come "imporle" alla borsa, non subirle. Quelli che sanno benissimo che
una Ferrari a testa non e' pensabile, ma una casa si', e per la casa ci
vuole il mutuo, e per il mutuo una busta paga fissa per la banca...che
conoscono meglio di noi di sicuro.
Quello che voglio dire e' che attualmente manca un'etica generale
dell'economia, in cui non sia il profitto immediato e bruciabile ma il
vantaggio stabile e progressivo, che sostiene l'azienda stessa insieme
ai suoi uomini, a prevalere.
Quest'etica era in un certo senso, da parte dei vecchi capitalisti, una
specie di "rimorso di coscienza dato dalla ricchezza" stessa. Se i soldi
sono solo numeri su un display di borsa anche gli esseri umani che ci
sono dietro sono solo numeri.
Non mi ricordo piu' dove ho letto, molti anni fa, una frase sul '68 che
mi e' parsa illuminante: si parlava di un film "cult" del periodo, "Il
laureato" e piu' o meno suonava cosi': "Facevamo il '68 perche' TUTTI
potessero avere una Duetto rossa come quella del film...". Ecco: la
sinistra deve occuparsi della realizzazione dei sogni. Ma i sogni della
gente, che diventa sempre meno proletaria a mano a mano che la societa'
cambia. C'e' una bella differenza tra me che faccio l'impiegata e mia
bisnonna lavandaia al fiume morta di pomonite per il freddo di un bucato
d'inverno della fine '800. In questo senso il comunismo e' morto, ma non
l'idea della sinistra, sia chiaro. Quella che e' morta e' una certa
sinistra, quella di cui fa spauracchio la destra. Quella in Italia non
esiste piu' da almeno trent'anni. Ma questa sinistra si e' trovata
scavalcata dalla realta' e non sa bene come affrontarla: il benessere
cresce, anche tra i lavoratori, che non sono mica tanto disposti a
rinunciare dopo aver raggiunto, e non gratis, certi livelli. Ci vorrebbe
probabilmente piu' tempo di quello che c'e' stato finora per gestire il
cambiamento, e' impensabile che un fenomeno come l'immigrazione si possa
"risolvere" in qualche anno, tempo per disinnescare la miccia delle
diversita' e delle incomprensioni. E' sempre "colpa" di chi e' al potere
in quel momento, e chi non c'e' e' sempre quello che ha le soluzioni in
mano...Sono assolutamente sicura che se al governo si fosse mantenuta la
destra la situazione sarebbe specularmente opposta a quella attuale.

2) Perche' non si va a votare

La gente e' stanca di essere presa continuamente in mezzo. Vedi l'abuso
dello strumento referendario. Non e' questione di scelta diretta o di
elezioni di rappresentanti, e' proprio la quantita' di volte in cui si
e' chiamati alle urne, per motivi comunali, provinciali, regionali,
statali ed europei. Il meccanismo attualmente genera solo noia e
confusione, e a volte sospetto (ma e' una vera cattiveria...) che sia
anche questo un po' voluto.
Temo che anche qui ci sia stato un vuoto formativo, un po' come (forse
nebulosamente) volevo affermare sopra: in politica non esistono fatti
acquisiti, bisogna sempre rapportarsi alla realta' (soprattutto se non
piace) ed agire di conseguenza. La generazione del '68 ha probabilmente
pensato che tutti i suoi valori fossero acquisiti e generalizzati,
mentre non e' cosi'. I fattori economici sono tanto cambiati che il
sistema di relazioni tra politica ed economia, tra il singolo e il tutto
sembrano appartenere ad un altro pianeta. Ecco perche' i giovani non
capiscono, non capiscono il 25 aprile, non capiscono il '68, ecc. ecc.
ecc. La loro realta' e' diversa e basta. Io stessa faccio riferimento a
me, alla mia storia, e mi e' incomprensibile capire come mai non
capiscono...
Come si fa a spiegare perche' e' importante votare? Per me e' talmente
evidente: devo con la mia crocetta dire "si" o "no", esprimere il MIO
parere, non brontolare in un angolino e basta. E' facile lamentarsi che
il voto non serve a niente, esprimere dissenso con l'assenteismo, e
lasciare l'azione ad altri. Il risultato coinvolge anche me! Lo
strumento e' questo, e dato che ancora la bacchetta magica non ce l'ho,
e' di questo che devo servirmi...Troppo terra terra come discorso? Puo'
darsi: ma in parole semplici non saprei come altrimenti descrivere la
cosa...

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Gordon.

 

carissimo

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> Per questo chiediamo la tua partecipazione
> e ti inviamo due domande

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domanda 1 - Perche' secondo il tuo parere
la destra vince in italia, soprattutto al nord
e la sinistra perde sempre piu' voti ?.

domanda 2 - Perche' non si va a votare ?.


Carissimi, cerco di rispondere alle vostre domande
raccontandovi alcuni miei ricordi ...



AUDIOVISIVO


Audiovisivo e' un termine terribilmente datato, soprattutto
nell'era della Rete: ora, se tu volessi, ti basterebbe
qualche click per condividere 18 buche di golf virtuale sul
percorso californiano di Pebble Beach con un tuo
sconosciuto omologo neo-zelandese.

Audiovisivo sta a multimediale come una carretta sta ad una
spider. Audiovisivo, una volta, era una sorta di forma nobile
di volantinaggio. Multimediale, direi.

Ma, prima di tutto, chi ricorda i volantini?
Dovresti commissionare un sondaggio tra i
ventenni di oggi: ... scusa, ... scusa: tu sai cos'e' un
ciclostile? Ci sarebbe da ribaltarsi dalle risate. Volendo.

Ti dice nulla il marchio Gestetner? Le collette per
comprarlo, soldi rubati alle MS. Mani sempre nere di
inchiostro, spalmato tra il silenzio generale; un rito
quasi esoterico. Era piu' difficile guadagnare dagli
anziani il permesso di inchiostrare il rullo che essere
capolista alle comunali.
Le sezioni delle citta' ricche stampavano in offset.

Dopo la scuola passavi a prendere il tuo pacco di
volantini. In sezione c'era sempre qualcuno, come nei bar
di periferia. Di solito cercavi di andare sempre alla
stessa fabbrica, dove conoscevi qualcuno e qualcuno aveva
imparato a conoscerti. Pedalavi con la foga dei tuoi
diciott'anni scarsi sbocconcellando un panino, a tracolla
la sdrucita borsa d'ordinanza zeppa di volantini.

I volantini li aveva scritti Paolino, di sicuro. Non tanto
per il vigoroso "cut & paste" (???) da volantini
precedenti, articoli tratti dal Manifesto e slogan
faticosamente concordati in fumose riunioni. Era l'incipit
ad essere inconfondibile: "Ancora una volta ...".

Lasciavi la bicicletta contro il muro. Il guardiano del
cancello ti guardava male; forse per contratto, forse no.
Ricordi come ad ogni fabbrica corrispondesse un diverso
colore delle mani degli operai? Biancastre. Verdastre.
Brunite. Piu' il colore era marcato e piu' l'assunzione in
quella fabbrica era remota.

La prima volta che Carlo e Ivano ti chiesero se quella sera
eri disponibile per un audiovisivo non avesti il coraggio
di confessare che sapere cosa fosse. Ricordi ...?

* * *
Ricordo. Ci troviamo in sede molto presto, dopo aver cenato
in fretta. Giusto il tempo di un caffe' veloce; Carlo e' un
operaio, e per una misteriosa quanto tacita convenzione e'
sempre lui a pagare il caffe' ad uno studente.

Quella sera usiamo la macchina di Mirella; una 126 di quel
colore aragosta Fiat che diventa sempre piu' opaco e
rugginoso col passare - si direbbe - delle settimane. Gli
operai che hanno malauguratamente scelto quel colore, e che
non vantano pulsioni politiche rivoluzionarie, tentano ogni
sabato di ridonare vita a quella vernice infame. Olio di
gomito ed incredibili barattoli da guerra chimica; il
tragico e' che per tutto il sabato e buona parte della
domenica sembra che l'impegno sia stato ripagato, ma
l'illusione e' destinata a spegnersi con l'alba del
lunedi'.


Sul tetto due altoparlanti grigi RCF, e via.
Carlo sceglie il quartiere avendo cura di ottimizzare il
rapporto tra audience potenziale e penetrazione dei "media" in
dotazione. In sostanza, il gruppo di palazzi che ha piu'
balconi che possono essere raggiunti dai nostri
altoparlanti.

Per strada mi spiega cosa stiamo andando a fare. Un
Audiovisivo. Si sente chiaramente la A maiuscola.

Occorrente: proiettore di diapositive; schermo con
treppiede; trasformatore; altoparlanti; amplificatore a 12
volt; registratore, microfono. Volantini a supporto; magari
due manifesti 70x100 della campagna elettorale (bisogna
pure far conoscere il marchio, no?, anche perche'
quest'anno e' un po' complicato con il mappamondo completo
di meridiani e paralleli, il pugno, la falce, il martello e
quant'altro ...).
E, naturalmente, le diapositive e le musicassette.
Autentiche reliquie provenienti da Milano, o, forse, si
sussurra, addirittura da Roma. Con i graffi di mille
battaglie politiche ed elettorali.

I palazzoni sono l'emblema di quanto abbiamo ragione.
Ca77o, se ci abiti come puoi non volere la rivoluzione?
Montiamo il treppiede bene in vista. Colleghiamo tutti i
cavi, gli altoparlanti, il trasformatore, il registratore,
l'ampli: la batteria della Mirella ha vinto ben altre
battaglie.

Prima un po' di musica. Se fossimo solo io ed Ivano
metteremmo gli Henry Cow, gli Hatfield & The North, i Pink
Floyd di Ummagumma; ad essere realisti, gli Area o gli
Stormy Six. Mi piacerebbero i Magma, ma mi rendo conto che
sarebbe poco opportuno. Ma c'e' Carlo, ed andiamo sul
classico: L'Internazionale, etc.

Intanto s'e fatto buio. Via l'Internazionale.
Sincronizziamo in qualche modo le musicassette del testo
con le diapositive; qualcuna certo sara' al contrario, ma
vabbe' dai ...
Sui balconi, incuriositi proletari in canottiera, dai mille
dialetti. Alcuni hanno cenato sul balcone. Mogli giovani ma
gia' sfatte. Il sugo che viene da giu'. L'olio buono.

Le diapositive scorrono sullo schermo sghembo ed un po'
ingiallito. Gli altoparlanti sul tetto della 126 gracchiano
il commento semismagnetizzato a trent'anni di malgoverno
DC. E stragi. Immagini di Portella delle Ginestre. Piazza
Fontana. Piazza della Loggia ... La Fiat. Cortei, bandiere.
Andreotti. Cossiga non aveva ancora la K.

Dai balconi c'e' perfino chi ascolta. Forse perche' la TV
ha solo due canali e la Svizzera.

Io Carlo ed Ivano ascoltiamo in religioso silenzio. A
vedere quelle diapositive, quelle bandiere, ci commuoviamo
ogni volta. Ma, virilmente, gonfiamo il petto
rivoluzionario, e ci guardiamo intorno come sentinelle a
presidio del futuro, scrutando l'orizzonte per avvistare in
tempo le macchine dei fasci, fosse mai che hanno
organizzato una provocazione per questa sera.

I nostri coetanei ci sfrecciano accanto impennando motorini
smarmittati.
Ma non gliene frega un ca77o di niente, a questi?

Finito tutto, l'annuncio del prossimo comizio del compagno
candidato.
Ce ne andiamo sulla nostra 126 aragosta, con il vago senso
di orgoglio di chi sente di aver fatto una cosa giusta. E
bella, anche: l'audiovisivo.

A terra rimane qualche volantino calpestato. "Ancora una
volta ..."

Secondo voi avrei dovuto farmi quaranta km sotto la
pioggia per decidere tra Formigoni e Martinazzoli? E quando ho
pensato che alfieri della sinistra erano anche Badaloni e
Nuccio Fava ...

 

 

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acqua65

 

 

 

domanda 1 - Perche' secondo il tuo parere la destra vince in italia,
soprattutto al nord e la sinistra perde sempre piu' voti ?


R: I motivi sono molteplici, i più semplici comunque risiedono nella mancata
promessa pre-elettorale del '96, di coesione politica. Anche la sinistra,
come la destra nel '94, ha dimostrato di non avere sufficiente indipendenza
da partiti meno stabili (anche se spesso più coerenti).
I cittadini che l'ultima volta hanno votato l'ulivo non hanno scelto
Mastella o Cossiga, eppure se li sono trovati nella maggioranza a dettare
condizioni.
Stessa cosa successe alle europee, quando il popolo di destra a castigato
Fini per essersi alleato con Segni.
Il popolo pur ritenuto dai politici un banale gregge da sfruttare, ha ormai
sviluppato una coscienza individuale (non sociale come alcuni hanno preteso
per anni) basata sulla ricerca di valori ormai perduti: coerenza e serietà.
Anche il più giovane degli elettori oramai è consapevole che l'unica via che
porti ad affrontare, con lo scopo di risolvere, i problemi che affliggono il
Paese, è la via della serietà. Non basta più (per fortuna) sbandierare
slogan arcaici, non serve neanche più pubbliccizzare quanto schifo faccia
l'avversario (dove siamo arrivati?).
L'elettore è sempre più convinto che la Politica (con la P maiuscola) sia
una cosa seria che non si possa affrontare con la stessa indifferenza con
cui si discute delle partite il lunedì mattina sull'autobus.
La sinistra, poi, si è sentita ancora più tradita da un governo che ha agito
come un regime, spesso in modo più ferreo di quanto non avesse mai pensato
di fare neanche la sinistra.
Per quanto riguarda il nord i motivi sono un po' più profondi. Una mentalità
maggiormente individualistica critica l'operato del governo.
Un buon imprenditore cura gli interessi dei suoi dipendenti perchè sono
questi il motore dell'azienda. I rapporti tra imprenditore/i e dipendenti
sono invece il termometro dell'azienda.
Individualismo che non va confuso con asocialità. Individualismo proiettato
a creare benessere per se stessi in modo da poter aiutare gli altri. Chi sta
bene è in grado di aiutare chi è in difficoltà, a patto che non crei il
proprio benessere a discapito di chi già è qualche gradino più in basso.


domanda 2 - Perche' non si va a votare ?.

R: Praticamente è la stessa domanda di prima. Gli elettori ormai sanno che i
nostri onorevoli e senatori (con qualche eccezzione) affrontano la politica
(con la p minuscola) in modo meschino.
Qualche rara dimostrazione di coerenza e serietà non ha conquistato la
credibilità di elettori precedentemente favorevoli e tanto meno di quelli
contrari.
Un'iniziativa utopica e provocatoria, potrebbe essere quella di creare il
partito degli astenuti. I seggi relativi alla loro percentuale verrebbe
quindi lasciata vuota. Il vantaggio, innegabile, sarebbe quello di
risparmiare notevoli cifre (stipendi, commissioni, bonus, spese vive, etc).
Di molti parlamentari non si sentirebbe minimamente la mancanza.
Oltre tutto, a parte gli scherzi, chi si astiene esprime un parere, a mio
avviso, chiarissimo: nessuno dei candidati. Il popolo degli astensionisti
ritengono di fatto che nessuno dei candidati abbia i requisiti per sedere
nella prestigiosissima poltroncina delle Camere. Posti che dovrebbero essere
ambiti per i più elevati principi morali da cui nascono: essere i portavoce
del popolo.
Migliorare la qualità della vita, sconfiggere i drammi quotidiani della
disoccupazione, povertà ed emarginazione, sono solo alcuni dei problemi per
cui un politico perda il sonno. Invece i mass-media ci dimostrano
quotidianamente come tutti i protagonisti dell'arena politica (senza
distinzione di schieramento) focalizzino la loro attività al mantenimento
dello status raggiunto ed al tentativo di estendere i vantaggi derivanti
dalla posizione ad amici, parenti, conoscenti o semplicemente
sovvenzionatori.


Due quesiti per cui servirebbero pagine e pagine di "discussione". E' bello
vedere che c'è qualcuno che si chiede seriamente il perchè di episodi che
vengono marginalizzati da tutti: diretti interessati e mass-media.

Sull'ondave ne propongo io qualcuno.
Diritto di voto:
- è sbagliato che i cittadini italiani residenti all'estero non possano
esercitarlo?
- è giusto che il personale (maggior parte dipendenti dello stato) non
possano esercitarlo nella sede lavorativa?
- con le attuali possibilità telematiche xchè non permettere di votare con
la card del codice fiscale? Tra l'altro in tal modo si potrebbe esercitare
il voto ovunque, anche in ferie, o in gite fuori porta.

Il voto:
-si vota ancora il partito (emblema, ideale, etc) o si vota la persona?
-è ottenibile un bipolarismo serio e stabile con l'attuale firmamento di
partiti?
-il presidente del consiglio eletto quale capolista di una coalizione, può
essere sostituito da qualcuno non scelto direttamente dal popolo?
-ma il popolo è ancora sovrano? o meglio, lo è mai stato? lo diventerà?

Saluti e buon lavoro

 

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Andrea Pellegrini

 

La sinistra? Quale sinistra ? Non vedo alcuna sinistra. Il parlamento
italiano e' amBIdestro.
Andrea Pellegrini

Non si vota perche' non ce ne frega assolutamente niente. Elementare.
Andrea Pellegrini

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Alessio

 

1- La sinistra ha dato l'idea di ricercare il potere, la spartizione delle
poltrone, il singolo interesse.
Ha dimostrato debolezza politica cambiando settori della maggioranza e per
tre volte capo del governo.
Non ha dato risposte convincenti riguardo la disoccupazione e la sicurezza.

2- Credo che ci sia la sensazione che, voto o non voto, la gestione del
potere sia destinata a restare sempre lontana dalle esigenze reali degli
italiani.

 

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Roberto Ferretti

domanda 1 - Perche' secondo il tuo parere la destra vince in italia,
soprattutto al nord e la sinistra perde sempre piu' voti ?.

> Perche' la destra (questa destra vince) rappresenta per me ancora un mistero.
> A parte l'allineamento dei cinque pianeti interni al sistema solare, che
> annuncerebbe immani catastrofi, non vedo altra ragione di questa vittoria di
> Berlusconi e company. So perche' la sinistra perde sempre piu' voti compreso
> il mio. La sinistra perde perche' appena e' salita al potere le prime persone
> alle quali ha voltato la faccia sono state proprio quegli ingenui come me che
> l'aveva votato perche' aveva promesso pulizia morale, trasparenza nel rapporto
> tra i cittadini e amministrazioni, riequilibrio nei rapporti di forza tra chi
> detiene le leve del potere e chi e' costretto a subire, uno stato laico e
> moderno, ecc. ecc..
>

domanda 2 - Perche' non si va a votare ?.

A questa domanda so rispondere benissimo, anche perche' sono tra quelli che non
sono andati a votare. Chi come me ha visto nel liberismo, cinico, anarcoide ed
estremista di questa destra un pericolo reale per la democrazia e si e'
ritrovato poi con una parte politica che ha dimostrato di essere inaffidabile,
voltagabbana, meschina, mediocre e incapace di realizzare uno solo di quegli
obiettivi (a parte il risanamento economico il cui grande merito va attribuito a
Ciampi e a Prodi, messi da parte dalla sinistra), come puo' recarsi di nuovo
alle urne?

 

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Calogero Martorana

 

 

domanda 1 - Perche' secondo il tuo parere la destra vince in italia,
soprattutto al nord e la sinistra perde sempre piu' voti ?.


La destra e la sinistra vincono in maniera alternante per lo meno da 10
anni a questa parte, e sicuramente dal post-manipulite.
Le ragioni di questa ciclicita' le ricercherei nel sociale, piu' che nel
politico, pur tenendo sempre ben presente una disaffezione diffusa alla
politica. Le ragioni sociali sono legate alla cronaca (quella nera
ravviva le tendenze forcaiole, le predilizioni forti, le filosofie
marziali), ai mass media (che con il loro potere mediatico veicolano
moltissimo ora un'istanza ora l'altra), all'economia (una economia
stabile potrebbe favorire la permanenza di una filosofia di destra, un
forte disagio lavorativo e sindacale potrebbe invece rinverdire una
volonta' di lotta che e' tutta di sinistra), all'arte (si sa, l'impegno
e' di sinistra, la vacuita' e' di destra), alla cultura in senso
generale. Detto cio', quando questi, e molti altri, fattori convergono
"mediamente" in una ideologia, ecco che viviamo un periodo a destra o a
sinistra. Ma sono abbastanza sicuro che tale distinzione un po' manichea
non convince piu' nessun cittadino reale; questi e' un
po' di destra e un po' no, dipende dalle situazioni che affronta,
dipende perfino dalle cose che gli capitano. Se, al momento del voto,
il cittadino vive una dimensione piuttosto che un'altra, votera' in
rapporto a quella dimensione, senza curarsi piu' di tanto della
coerenza, e men che meno delle eventuali indicazioni di partiti e
"parti" interessate.
Alle regionali ha vinto la destra perche' ha fatto una migliore
pubblicita': forse e' tutto qui il discorso. Alle politiche del 2001
vincera' di nuovo la destra, magari perche' avra' fatto vedere al popolo
che in parlamento ostacola con forza il governo.



domanda 2 - Perche' non si va a votare ?.


Un mio amico me l'ha spiegato molto bene: non voto perche' tanto (i
politici) sono tutti gli stessi.
E' vero? Non e' vero? Non importa. L'importante e' che a lui appaia
cosi'. Oramai siamo al voto "personale": non voto piu' un'idea (e dove
sta?) ma una persona fascinosa o intelligente, una persona che mi
convince, una persona che mi persuade. Questo e' molto pericoloso,
naturalmente, ed e' la politica inaugurata in epoca contemporanea da
Craxi e ereditata brillantemente da Berlusconi.
Purtroppo, la personalizzazione del voto da' ragione al mio amico: i
politici sono tutti gli stessi, perche' hanno l'unico obiettivo del
potere, della poltrona, qualcuno della lotta in se', altri
dell'autogratificazione... ma nessuno conserva l'ideale per il quale
chiede il mandato, e che poi sarebbe lavorare per la comunita' di cui si
e' rappresentanti. Al massimo si fanno un po' di opere qua e la',
qualche leggina populista, un po' di interventi al Costanzo Show, e il
gioco e' fatto. Ma mai, in nessun caso, si fa il mestiere per il quale
ics cittadini hanno espresso un voto di preferenza.
Davanti a questi semplici meccanismi, che tutti i cittadini comuni
conoscono bene e intuiscono ancora meglio, il voto sparisce, la volonta'
di esercitare questo diritto (per farsi imbrogliare) si annulla. E' una
sorta di ripicca: tu sei un cialtrone, e io non ti voto. L'effetto
politico e' disastroso, ma quello psicologico e' notevole: non votando,
non mi sento responsabile di quello che accade.


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Valeria Orani

 

 

domanda 1 - Perche' secondo il tuo parere la destra vince in italia,
soprattutto al nord e la sinistra perde sempre piu' voti ?.


Perche' oggi come ieri chi vince non e' ne la sinistra ne la destra bensi'
il centro che oscilla tra un lato e l'altro. Segno inequivocabile di un
desiderio di democrazia = tranquillita' al quale l'elettorato italiano e'
sempre teso. Nessuno ha veramente voglia di cambiare, e non sara' semplice
la metabolizzazione di una realta' che rispetto a venti trenta anni fa e'
esattamente all'opposto. Il boom economico degli anni sessanta ha creato
dopo di se uno stato di adagiatezza che difficilmente sara' superato ancora
oggi dopo quarant'anni, e cosi' il libero professionista non si sente
tutelato, il disoccupato rimane tale sino a che un contratto a tempo
indeterminato non gli si palesera' davanti. lo scarso piglio imprenditoriale
dell'Italiano in casa propria necessita da parte di chi lo vive una tutela
in piu'. Vedi cosi' che i figli rimangono sotto il tetto dei genitori il
piu' possibile, rimandando le responsabilita'. E' chiaro che una realta'
cosi' voglia sentirsi rassicurata da discorsi nazional - popolari molto
spesso intrisi di demagogia spicciola, vincenti sempre se si trovano
"contro" il normale andamento delle cose.
Per cio' che riguarda la divisione Nord/Sud anche a livello amministrativo
credo che il discorso generale si debba un attimo mirare all'argomento
'Lega'. Mentre infatti la vittoria di Storace nel Lazio puo' essere letta
come un'oscillazione di quella freccetta che sta al centro, al Nord il
fenomeno 'Lega' e' stata la vera svolta politica degli ultimi dieci anni.
Nel Nord forse e' piu' facile dare fiato alle trombe e urlare senza fiato
quello che non va, al Sud (Bassolino docet) c'e' troppo da fare prima di
concedere spazio alle polemiche.

domanda 2 - Perche' non si va a votare ?.

L'unico "non votare" che abbia un perche' e' la diserzione del popolo di
Lula, paese barbaricino dove da anni non viene eletto un sindaco. Li' il
perche' ha a che fare con una delle piu' radicate forme di anarchia 'vera' e
non utopica esistente al mondo. Infatti nessuno vota e nessuno amministra.
Se per contro vogliamo analizzare la scarsa affluenza alle urne penso che
una delle motivazioni sia data dalla delusione dell'elettorato delle
sinistre, quella parte che sicuramente si e' sentita tradita da un'attesa
durata anni e rivelatasi un flop. Un'altra motivazione e' anche lo
sbandamento delle nuove generazioni di votanti, troppo idealiste e poco
politiche. Infine un eccesso di fiducia (o sfiducia) su quello che comunque
avverra' a prescindere del proprio apporto. Molti preferiscono vivere
passivamente cio' che accadra' e se guardiamo a questo come al risultato di
quella oscillazione all'interno di un ampio centro che a destra o a sinistra
propone comunque lo stesso modo di governare, il fenomeno non si puo'
biasimare piu' di tanto. Pensiamo a chi voto' Bertinotti all'interno di una
coalizione che vede oggi un socialista a capo del governo.

 

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MAURO COSENTINO

 

domanda 1 - Perche' secondo il tuo parere la destra vince in italia,
>soprattutto al nord e la sinistra perde sempre piu' voti ?.


secondo il mio modesto parere di elettore, la sinistra sta perdendo voti
anche perchè ormai la gente è scontente di un governo capeggiato da persone
indecise, che non sanno prendere una decisione chiara, ormai gli italiani
vogliono un radicale cambiamento ( sperando in meglio). Facendo salire Forza
Italia al governo, forse la gente spera di ottenere tale cambiamento.


domanda 2 - Perche' non si va a votare ?.

Perchè ormai il popolo italiano è confuso e sfiduciato.
Confuso a causa degli svariati partiti esistenti al momento , sfiduciato
perchè i nostri rappresentanti al parlamento ci propinano sempre la stessa
zuppa e quindi si verifica tale assenteismo.

 

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nizoo

domanda 1 - Perche' secondo il tuo parere la destra vince in italia,
soprattutto al nord e la sinistra perde sempre piu' voti ?.

domanda 2 - Perche' non si va a votare ?.


risposta 1 - Io non me ne intendo di politica e non me ne frega
assolutamente niente di chi vince le elezioni

risposta 2 - Per i motivi... di cui sopra, per quel che mi riguarda.

Queste evidentemente non saranno le "migliori risposte" degne di
pubblicazione... :)

Ni.

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Alessandro Zanzani

domanda 1 - Perche' secondo il tuo parere la destra vince in italia,
soprattutto al nord e la sinistra perde sempre piu' voti ?.

domanda 2 - Perche' non si va a votare ?.


Risposta 1: non lo so
Risposta 2: perché, conta davvero qualcosa il voto che esprimono i cittadini? A
giudicare dai risultati non mi sembra piu'...


 

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Rossana

domanda 1 - Perche' secondo il tuo parere la destra vince in italia,
soprattutto al nord e la sinistra perde sempre piu' voti ?.

perche' non c'e' piu' differenza tra destra e sinistra,
e allora se si fa una politica di destra, tanto vale che venga portata
avanti da una destra, che lo fa da decenni per mestiere, ossia sa
come tutelare i propri interessi, che non sono i medesimi della
gente di sinistra.

domanda 2 - Perche' non si va a votare ?.

perche' non c'e' piu' fiducia nella politica, e in chi la rappresenta.
La domanda che il potenziale elettore si pone oggi e':
chi tutela chi?



 

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FRANCO MARIA BIANCALANA



1. Intanto non è detto che la "destra" vinca in Italia. Forse siamo
finalmente arrivati a maturare anche noi come cittadini e non identifichiamo
più in una ideologia e neppure in un gruppo di partiti la realizzazione dei
nostri ideali di vita. Ci appare intanto ovvio che sia la "sinistra" che la
"destra" debbano, ambedue, anche se probabilmente in modo diverso, risolvere
i problemi egoistici di base di questo decennio che si chiamano:
Lavoro, lavoro, lavoro.....
Sicurezza, sicurezza, sicurezza.......
Efficienza dello stato......
come elementi immediatamente percepibili dell'assalto ad un benessere della
civiltà affluente di cui, senza far molto, siamo divenuti comunque membri.
Questi elementi, duole dirlo, non contano soltanto in modo oggettivo, cioè
perché è giusto che la gente lavori e viva sicura ma anche perché chi sta
meglio degli altri non vuole grane. Anche la giustizia, se non danneggia o
premia direttamente noi, ci interessa assai poco. Tutto il resto,
statisticamente, duole dirlo, ma conta assai poco.
E allora se il governo in carica risolve questi problemi votiamo per lui,
altrimenti cambiamo sperando che ci pensi l'opposizione.
Date le premesse risulta ovvio perché il fenomeno della "destra" sia più
importante nel Nord. Tutto ciò non è forse bello ma è sicuramente europeo e
occidentale.

2. La riduzione dell'affluenza alle urne è un fenomeno comune a tutti i
paesi occidentali. Anzi gli Stati Uniti e la pacifica Svizzera sono da
decenni molto peggio di noi su questo aspetto.
I motivi sono però diversi per noi di quanto, a mio parere, siano per gli
svizzeri.
Questi ultimi non votano perché sono abituati a buoni governi, chiunque
vinca.
Noi non votiamo perché siamo un paese di provinciali e cioè perché non
capendo niente di politica, non leggendo i giornali, ascoltando qualche TG
di parte, maturiamo il convincimento, al di là dei ideali politici (che
comunque non hanno più neppure quelli di sinistra) che chiunque comandi sarà
sempre un ladrone ed un incompetente.
E, almeno sul discorso dell'incompetenza sono d'accordo anch'io. Com'è
possibile che l'amministrazione dello stato continui ad essere così carente
e addirittura, a volte, dannosa?
Ci sarà un giorno qualche partito che si proponga di far diventare
efficiente il nostro stato come ad esempio in Francia?

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Mattia Campolese

Secondo il mio parere la destra vince perchè Berlusconi è un uomo che piace come appare. Mostra spavalderia e abilità che agli occhi del popolino semplice e della massa "pecorona" appare rassicurante.
Non dimentichiamoci che chi vota a destra è colui che ha bisogno dell'uomo forte per essere comandato, ovvero colui che lo guida sempre nella vita.

Per quanto riguarda l'affluenza alle urne, il calo è dovuto a 2 motivi:

a.. la gente si stà distaccando dalla politica perchè è lontana dai problemi del paese
b.. la gente è stanca della "azzuffate" in TV
Sperando di essere stato chiaro, vi saluto.

 

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Domitian Alberto

 

domanda 1 - Perche' secondo il tuo parere la destra vince in italia,
soprattutto al nord e la sinistra perde sempre piu' voti ?


Credo che le ragioni siano svariate.
Innanzitutto, per quanto siano rozze e approssimative le generalizzazioni che si possono fare sui caratteri distintivi di un popolo, bisogna dire che gli italiani sono esistenzialmente "di destra". A parte numerose e lodevoli eccezioni, non hanno, in generale, nessun interesse nell'impegnarsi per l'interesse comune, nè per seguire le regole in nome del rispetto degli altri e del benessere della collettività; probabilmente è un carattere che abbiamo sempre avuto e che abbiamo sempre portato con noi in tutta la nostra storia, ma che è emerso con preponderanza soprattutto negli ultimi venti anni.
Non si possono spiegare altrimenti quarant'anni di Democrazia Cristiana, i successi elettorali della lega e le vittorie post-mani pulite della cricca affaristico-finanziaria e neo democristiana che aveva scopertamente appoggiato il craxismo e prosperato con il craxismo; milioni di italiani non erano "elettori", ma "clienti" e clienti volevano restare, anche se di qualcun'altro.
All'italiano (medio?) interessa se stesso, la sua vita, la sua famiglia; al limite il suo paesello o il suo quartiere, ma neanche poi troppo. Ognuno per se e dio per tutti. Era splendido quando questo popolo viveva beatamente al di sopra delle regole più ragionevoli e delle proprie possibilità economiche e si elargivano prebende a tutti coloro che avevano conoscenze (e le avevano quasi tutti); certo, abbiamo creato un debito pubblico che fa spavento solo a pronunciarne la cifra macchissenefrega, se il debito è pubblico mica è mio, o no?
La destra oggi, incarna perfettamente e bisogna dire anche con molta abilità, questo carattere: scurdammoce 'o passato, chi ha avuto ha avuto, chi ha dato ha dato; torniamo ai bei tempi, che diamine. Lavoro, pensioni e meno tasse per tutti.
La destra non ha idee, ma solo risposte calibrate sulle lamentele della gente e la gente si lamenta un sacco; gli italiani in questo momento hanno paura per se, per il proprio lavoro, per i propri risparmi, degli immigrati, dei diversi, delle troppe tasse. La destra ha la risposta impacchettata per tutti: la sua sicurezza è vuota, ma il suo vuoto da sicurezza. Ed ha una potenza di fuoco mediatica devastante (che fine ha fatto la grande bandiera da campagna elettorale del "conflitto d'interessi"? A chi è stata venduta e per cosa?).
D'altra parte la sinistra ha avuto un enorme torto: ha governato. Bene o male ha dovuto ricordare a tutti che i tempi delle vacche grasse erano finiti (anzi, che non c'erano mai stati) e che era necessario tappare i buchi col sangue e col sudore; per gli elettori storici del centro-destra, essa è rimasta sempre la stessa, comunista, impicciona e statalista. La sinistra della burocrazia e delle regole; la sinistra senza l'uomo forte, senza i "coglioni", sempre troppo complicata nelle sue risposte, sempre troppo cerchiobottista.
Per gli elettori storici della sinistra, invece, il torto è stato un altro: non era (e non è) più riconoscibile come sinistra.
Si è sputtanata con tutti, con gli ex-democristiani, con gli ex-craxiani, con la lega, con i radicali dello splendido referendum sulla "flessibilità" lavorativa, con Kossiga, con Mastella e compagnia cantando; sempre litigiosi, sempre a scendere a compromessi per una poltrona, per un ministero, per un sottosegretariato, col Cencelli alla mano. Per governare la sinistra ha dovuto travestirsi da qualcos'altro, ma incredibilmente il travestimento ha finito per cambiare la sostanza; sembrava di vedere le acrobazie della balena bianca dei bei tempi, quando per formare un governo bisognava tenere conto di tutte le correnti, correntine e refoli di vento.
Ecco, il punto è proprio questo: nella distinzione falsa e demagogica che si tende a fare tra i rappresentanti del nuovo e quelli del vecchio, la sinistra ha finito per fare la figura del vecchio regime partitocratico-burocratico-parlamentare, mentre la destra (berlusconiana soprattutto) con le sue vecchie balle rassicuranti e demagogiche, ha paradossalmente finito per fare la figura del nuovo. Parafrasando il gobbo immortale, per quanto riguarda la sinistra "il potere logora chi ce l'ha".
Come credo direbbe il vecchio e mai troppo rimpianto PPP, la sinistra non ha governato come "sinistra", bensì come avrebbe governato la Democrazia Cristiana dei vecchi tempi se ai vecchi tempi avesse avuto una coscienza; Prodi e poi D'Alema hanno governato come dei buoni governi democristiani, anche se buoni governi democristiani non ce ne sono mai stati.
Infine bisogna dire che, oltre che a rendersi irriconoscibile ai lavoratori, la sinistra di governo non è mai piaciuta ai grandi imprenditori ed alla Confindustria, che hanno sempre ritenuto (senza dubbio a ragione) che ben altra gente potesse fare realmente i loro sacrosanti interessi; ha scontentato alcune categorie di lavoratori "intoccabili" con i suoi tentativi di riforma, come i medici e gli insegnanti; non ha rappresentato per i giovani (mi si passi l'orrido e abusato termine) un modello e una apportatrice di valori nuovi o diversi.
Insomma, ha pestato i piedi a un po' troppa gente per alcuni, ed a troppo poca per altri . Gli operai di Mirafiori hanno votato a destra in maggioranza, non so se mi spiego.

domanda 2 - Perche' non si va a votare ?

La risposta è semplice: perchè "politica" è diventata una parolaccia.
La politica italiana è una notte in cui tutte le vacche sono grigie, una palude piena di miasmi e di sabbie mobili, un gioco che è appassionante solo per chi lo conduce, ma incomprensibile per chi lo osserva.
Magari si dirà che in fondo è sempre stato così e che nulla è mutato, ma rispetto a qualche anno fa, un enorme cambiamento in realtà è avvenuto: il muro di Berlino è crollato ed il mondo non è più diviso in due blocchi.
Questo significa che non ci sono più buoni e cattivi e che non è più necessario andare a votare "turandosi il naso" come invitava a fare una volta un mio illustre concittadino.
La sinistra è cambiata e non mangia più i bambini; ha voluto ed ha ottenuto il governo e per di più non sembra nemmeno più una sinistra; in compenso la destra è sempre la stessa, anche se ha perso la raffinatezza politica di una volta ed è sicuramente più rozza e sfacciata; credo che la maggior parte di noi dica a se stesso che sono tutti uguali, nessuno escluso. E allora perchè scegliere? Che se la cavino da soli, meglio andare al mare invece che a votare. Il qualunquismo è ormai il partito di maggioranza relativa. Gli editoriali dei quotidiani parlano di "scollamento" ed hanno ragione.
Una intera classe dirigente è stata fatta a pezzi (almeno così ho sentito dire), ma coloro che hanno preso il posto dei vecchi sepolcri imbiancati in fondo non sembrano poi tanto diversi, anche se sicuramente sono meno scaltri e collaudati al gioco sporco; la sensazione che secondo me prevale negli elettori è lo sconforto nel costatare come, cambiando tutto, alla fine non sia cambiato niente; a ben guardare ci sono sempre gli stessi giochetti, ricatti, compromessi, bizantinismi; quella gente lì (ed intendo tutta la classe politica di oggi) non ha la minima idea di quali siano le vere esigenze e necessità della società civile, nè si ha l'impressione che se ne preoccupi più di tanto; e d'altra parte la società civile si rende benissimo conto che può andare avanti anche senza tormentarsi a cercare di capire quale sia il senso dell'ultimo avvertimento di Cossiga a D'Alema.
La politica italiana è dunque generalmente incomprensibile, e quando anche raramente non lo è, appare mortalmente noiosa; tutti blaterano degli interessi del paese, ma le loro parole suonano inevitabilmente false, quali che siano le reali intenzioni. Chi è in grado ormai di distinguere tra uno che si fa garante del rinnovamento ed uno che invece si fa garante del rinnovamento?

Personalmente credo che sia una catastrofe: dovremmo cacciarli via tutti prima che rendano questo paese solo un'espressione geografica, prima che riducano definitivamente l'impegno civile e politico (che sono il sale della vita di una nazione) alla stregua della pornografia.
A ben guardare però, non è poi un dramma: vogliamo essere o no uno dei paesi più avanzati ed industrializzati del pianeta? Ebbene, tutti i nostri patners hanno più o meno la nostra stessa situazione, quand'anche non peggiore.
Basta guardare all'Europa. E quanti americani in realtà hanno votato per eleggere Clinton? Il 30%? Meno? Ed in Giappone?
Sembra che il progresso economico, almeno in occidente, vada di pari passo col crescere dell'indifferenza per la politica e l'impegno sociale.
Ed allora di che cosa ci dovremmo lamentare?

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Giambeppe Succi

 

domanda 1 - Perche' secondo il tuo parere la destra vince in italia,
soprattutto al nord e la sinistra perde sempre piu' voti ?.


forse perchè gli italiani cambiano sponda ogni 365 giorni?
O forse semplicemente perchè la sinistra è al governo: viceversa sarebbe
l'esatto contrario?

domanda 2 - Perche' non si va a votare ?.

io mi chiedo piuttosto perchè si vada a votare così spesso.
Cambia qualcosa?
Perchè le regionali fanno cadere i governi eletti con le politiche?
Gli umori dell'elettorato, così volubili, sono davvero così sacri?
Questa considerazione è di destra o di sinistra?
Durerà mai UN governo qualsiasi UNA legislatura, così che alla fine se ne possa
dire bene o male, si possa avere un'opinione fondata sulle cose fatte e non
fatte e sugli effetti di quelle nel lungo periodo?

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decristofano

 

Forza Italia vince perché gl'Italiani sono conquistati dall'immagine del vincente e s'illudono di poter far soldi come lui.
Quelli che non vanno a votare sono delusi dell'Ulivo che litiga e nell'immagine s'illude di recuperare consensi rendendosi troppo simile alla destra.

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ado

domanda 1 - Perche' secondo il tuo parere la destra vince in italia,
soprattutto al nord e la sinistra perde sempre piu' voti ?.



La domanda andrebbe estesa all'Europa, e richiede innanzitutto un'analisi
storica. Gli andamenti delle preferenze hanno un carattere ciclico, e i
sistemi di votazione maggiormente adottati presuppongono un'alternanza
alla guida dei governi, a meno che non si assista ad una 'età dell'oro', per
la
quale il popolo premierebbe chi nè fosse alla guida, incapace di distinguere
se sia un merito di chi lo governa, oppure della congiuntura favorevole
di quel determinato momento.
Premessa una personale apoliticità, l'esito delle ultime elezioni è un
grosso
campanello d'allarme, perchè è l'anticamera dei nazionalismi, ed indice di
insoddisfazione per i progetti promulgati dall'Unione Europea.
La congiuntura internazionale non è particolarmente rosea per l'economia
europea, visto il lievitare del prezzo del petrolio, il sensibile
apprezzamento del dollaro americano e la conseguente debolezza dell'euro, il
risveglio dell'inflazione, ed i problemi irrisolti della disoccupazione
giovanile e delle forti migrazioni verso i Paesi dell'Euro, male
regolamentati soprattutto nel
nostro Paese, e destinati a provocare grossi squilibri sociali a partire da
questo
primo decennio del nuovo secolo. E' soprattutto quest'ultimo problema,
spesso sottovalutato, e male gestito, ad avere influito sul voto, unito alla
lentezza
con la quale partono i lavori pubblici soprattutto al nord, nel quale le
infrastrutture (soprattutto le vie di trasporto: strade, autostrade,
ferrovie, aeroporti) richiedo urgenti ammodernamenti per tenere il passo
della globalizzazione e per contrastare la concorrenza degli altri Paesi.
Personalmente credo oltremodo ad una crisi di valori etici e sociali,
l'intolleranza
è dilagante, i nuovi miti e le nuove mode prendono piede a macchia d'olio
(ultima fra queste internet), sparisce sempre più il senso critico e
l'indipendenza
di pensiero, che lascia spazio a un preoccupante uniformarsi di vedute e
posizioni indotte da chi gestisce ad hoc la comunicazione e la trasmissione
di
informazioni. Il materialismo conduce ad una ricchezza effimera, fugace e
fuorviante, ma essenzialemente siamo tutti poveri.
Sono appena tornato da un viaggio in Aceh (isola di Sumatra - Indonesia).
Lì la felicità esiste negli occhi e nei sorrisi delle persone, negli "hello
Mister"
sistematici di migliaia di bambini incrociati, pronunciati allegramente da
tutti,
indistintamente. La felicità esiste nella povertà, che poi povertà non è,
perchè
i sorrisi spontanei sono indice di ricchezza interiore. I veri poveri siamo
noi, poveri di spirito: un mondo dominato dai beni materiali, con tutte
facce cupe,
tristi, serie, stressate, incapaci di spontaneità e di essere sè stessi,
incapaci di
salutare gli sconosciuti che passano per strada. Mi ricordo lo facevo da
bambino, salutavo tutti indistintamente col sorriso spontaneo sulle labbra,
ero
quasi come i bambini indonesiani, ero come i 'grandi' che lo fanno
ugualmente.
Quì da grandi non è più possibile, si sarebbe una voce fuori dal coro,
occorre
essere seri per essere credibili, occorre conformarsi e standardizzarsi,
uniformarsi alle facce cupi, tristi, insoddisfatte, lamentose, capricciose,
polemiche, stressate, tese, indifferenti a chi scorre accanto.
L'individualismo ed
il materialismo, che piaga invisibile, nessuno se ne rende conto: basta
avere
l'e-mail ed il telefonino ultimo uscito.





domanda 2 - Perche' non si va a votare?

La benzina è troppo cara per muovere la macchina, e andando a piedi
o in bicicletta si respirerebbe troppo smog.


 

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Marco "Amos" Sicco.


domanda 1 - Perche' secondo il tuo parere la destra vince in italia,
soprattutto al nord e la sinistra perde sempre piu' voti ?.


perchè almeno la destra fa davvero la destra, mentre la sinistra fa finta di
fare la sinistra

domanda 2 - Perche' non si va a votare ?.

perchè, piuttosto che esser costretti a scegliere fra due(o più)destre, è
meglio non andare a votare, e poi non è così triste far parte del maggior
partito italiano (quello dei non-votanti).

Ciao!


 

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Cristiano Sadun

 

domanda 1 - Perche' secondo il tuo parere la destra vince in italia,
soprattutto al nord e la sinistra perde sempre piu' voti ?.


Due cose: primo, da un governo progressista ci si aspetta di piu' che il
solito vivacchiamento: ci si aspetta progresso. Visione, apertura mentale, e
volonta' di migliorare la situazione per tutti, unitamente ad una buona dose
di piedi per terra. L'esperienza Ulivo-e-dopo, almeno dall'esterno, e' parsa
il solito coro di galline, in cui qualche gallo ogni tanto urla un po' piu'
forte giusto per far vedere che c'e', non per costruire qualcosa di
realmente nuovo.

Secondo, l'armamentario mentale, politico e comunicativo della sinistra
italiana e' spesso vecchiotto, e quando non lo e', non ha spesso la forza di
concretizzarsi in azioni efficaci. Gli italiani vedono che in molti paesi
esteri si puo' aprire una societa' in mezza giornata e con
cinquantamilalire, si puo' *provare* a reinventarsi e reinventare la
societa' - migliorandola, ad esempio creando posti di lavoro - senza finire
ingarbugliati in burocrazie e fisco. Il governo di sinistra non ha cambiato
questo di una virgola, anzi, talvolta ha frenato piu' che accelerare - un
po' come una nonna indignata da una minigonna prova a vietarne l'uso
protestando col sindaco. Paradossalmente, sembra che nella sinistra ci sia
troppo conservatorismo dove servirebbe innovazione, e troppo fumo fuori dal
mondo dove servirebbero i piedi per terra. I pochi principi che dovrebbero
essere difesi ad ogni costo (assistenza medica, rifiuto dell'interferenza
religiosa, rifiuto di postulati sessisti e discriminatori, libero pensiero)
sono annacquati e trascurati - mentre talvolta si ostacolano riforme
pragmatiche e pratiche che renderebbero la vita migliore. La vita *di
tutti*.

Inoltre, da un uomo di sinistra ci si aspetta (io mi aspetto) che viva un
minimo all'altezza dei valori che propaganda. Se D'Alema mangia allo stesso
ristorante con Buttiglione, ci scambia pacche sulle spalle e barzellette...
semplicemente, non e' piu' credibile. Perde rispetto, e con lui tutta la
sinistra.

Quindi gli italiani tornano a destra - dove gli promettono di andare in
questa direzione. Che probabilmente e' un miraggio, ma come fanno a saperlo?

domanda 2 - Perche' non si va a votare ?.

Perche', per quanto sopra, pare non ci sia granche' differenza tra
centrosinistra e centrodestra, ed entrambe le ali sono impresentabili. Se
devo scegliere tra il razzismo fascista/leghista e l'idiozia fuori dal mondo
di chi - dopo l'URSS e con l'economia globale - crede ancora che si possano
irrigimentare persone e societa', rifiuto di giocare. E se quel che resta e'
un'indistinta area che e' "moderata" in quanto non decide nulla e non ha ne'
principi, ne' ideali, e quindi nemmeno una politica vera.. che scelta e'?

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MARCO GAGGIOLI

 

La sinistra non vince perchè si comporta da destra.


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Carlo Catalano

domanda 1 - Perche' secondo il tuo parere la destra vince in Italia,
soprattutto al nord e la sinistra perde sempre piu' voti


credo che la sinistra (credendo di evolversi) si stia troppo adagiando sulle
poltrone dei salotti, abbandonando gli spazi piu' consoni: le strade e le
piazze.
Questa analisi è confortata da due fatti avvenuti dopo i risultati del voto:
due regioni che hanno una grossa percentuale di voti a sinistra sono, la
Campania che ha premiato Bassolino che è una figura che usa immergersi tra
la gente.
L'altra regione è l'Umbria dove, non essendo bagnata dal mare, la nave di
Berlusconi non ha potuto attraccare e non poteva convincere (e forse
illudere) le classi socialmente più svantaggiate.
Invece altrove si sono illusi che avere un capo del governo ricco
significasse ricchezza per tutti!

domanda 2 - Perche' non si va a votare ?.


credo che in seguito ai risultati delle regionali chi sta al governo non
voglia.
Anche il capo dello stato per quanto super partes è sempre un uomo e avrà
considerato migliore una pausa di riflessione dei cittadini,
Forse non ho capito:
non si va a votare perchè la gente si disinteressa della politica ma è
comprensibile: non vede dei risultati diretti ed è fortemente indecisa su
chi preferire allora non sapendo chi scegliere preferisce non scegliere!

 

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