INTERVISTA
D: ALLORA,
COME È AVVENUTO IL SUO INCONTRO CON JOE COLOMBO?
R: DICIAMO IN SEDE AL MOVIMENTO NUCLEARE, CHE
NOI FONDAMMO ASSIEME ANCHE AD ANGELO, ALLA FINE DEL
1951, CON MOSTRE POI CHE ABBIAMO PROMOSSO IO E
COLOMBO, NELL'APRILE-MAGGIO DEL '52. IL MOVIMENTO
NUCLEARE ERA UN MOVIMENTO CHE SI PROPONEVA IN UN
CERTO SENSO COME SPECCHIO DEI TEMPI; RITENEVAMO, COME
RITENIAMO, DI ESSERE ENTRATI NELL'EPOCA NUCLEARE E
CHE ANZI QUESTO SIA L'AGGETTIVO CHE MAGGIORMENTE
QUALIFICA, COME ANCHE IN UNA RECENTE INCHIESTA DEL
CORRIERE DELLA SERA, QUESTA NOSTRA FINE DI MILLENIO.
TUTTO DIPENDE DA QUESTA BENEDETTA ENERGIA, NEL BENE
COME NEL MALE, PERCHÉ IL NUCLEARE HA SEMPRE
RAPPRESENTATO LA SPERANZA DI ENERGIA ETERNA A COSTO
QUASI ZERO. OPPURE HA RAPPRESENTATO L'INCOMBENTE
SENSO DI APOCALISSE CHE ALL'INSEGNA POI DEL
"MILLE E NON PIÙ MILLE", L'UOMO PORTA
DENTRO CON SÉ, ALIMENTATA ANCHE DA ALCUNE BESTIE
ORRENDE CHE S'AGGIRANO PER IL PIANETA: I FAMOSI
LEVIATANI DELL'APOCALISSE, CHE PER ME SONO, DETTO TRA
DI NOI, COME HO DICHIARATO ANCHE RECENTEMENTE IN UNA
INTERVISTA A "LA REPUBBLICA", I COMPUTER, I
MONITOR. IL MONITOR È UNA COSA CHE HA UNA SUA
GRANDISSIMA UTILITÀ, MA DATO CHE NE DIVENTIAMO
DIPENDENTI E NON SAPPIAMO PIÙ FARNE A MENO, HA LO
STESSO FUNZIONAMENTO CHE HA LA DROGA, DIVENTA CIOÈ
UN MALE COLLETTIVO. SI È TALMENTE MONITOR-DIPENDENTI
CHE NON SI SANNO FARE PIÙ NEMMENO FARE LE PIÙ
SEMPLICI OPERAZIONI, DUE PIÙ DUE, O DUE PER DUE, SE
NON SCHIACCIANDO TASTINI, QUESTO VUOL DIRE UN BLOCCO
DELL'INTELLIGENZA A MONTE CHE LE PRECLUDE ULTERIORI
PROGRESSI A VALLE.
RITORNANDO AL MOVIMENTO NUCLEARE, CHE AVEVA QUESTO
SIGNIFICATO, IMPORTANTE PER NOI, DI ADERENZA
DELL'ARTE E DELLA CULTURA A FATTI DELL'UOMO, NOI, IO,
HO SEMPRE FATTO CULTURA IN UN CERTO SENSO
ANTROPOLOGICA, E RIFIUTO LA CULTURA DELLA CULTURA DEL
PRODOTTO INDUSTRIALE - E QUINDI CI AVVICINIAMO AL
FAMOSO DESIGN -; JOE COLOMBO FU UNO DEI PARTECIPI
PIÙ FANTASIOSI E ATTIVI DI QUESTO MOVIMENTO, ERA
PERCORSO DA UNA VENA DI IMMAGINARIO SURREALE,
STRAORDINARIA, COME NIENTE FOSSE RAPPRESENTAVA BIG
BANG, CAVERNE, CHE SI ORIGINAVANO DA MATERIA IN
FUSIONE E ALTRE SITUAZIONI VERAMENTE AFFASCINANTI.
APPUNTO NEL CAMPO DELL'IMMAGINARIO, DEL SOGNO, DEL
SURREALE. COSA AVVENNE? CHE L'AMICO BRUNO MUNARI,
PATITO DEL DESIGN, CHE PRECONIZZAVA E DAVA PER
SCONTATA LA FINE DELL'ARTE FIGURATIVA, OVVERO
DELL'ARTE DI IMMAGINAZIONE, PERSUASE JOE COLOMBO CHE
L'UNICA ERA DARSI AL DESIGN, PERCHÉ LA PITTURA ERA
FINITA IN UN CERTO SENSO, E DOVEVA ESSERE TRASLATA
NELL'IDEOLOGIA DELLA PRODUZIONE DEL PRODOTTO DI
MASSA, CIOÈ DELL'OGGETTO INDUSTRIALE DI USO COMUNE.
MUNARI, TRA L'ALTRO, ERA UN ASCETA, UN PURO, PERCHÉ
IL SUO DESIGN È PURIFICATO AL MASSIMO, NON SI GIOVA
DI SPLENDORI, DI PATINE DORATE, CROMATE O BRONZEE,
ANODIZZATE, DI ACCIAI E DI ALTRI SPLENDORI
DISPENDIOSI DELL'ATTUALE DESIGN, MA APPLICAVA IL
DESIGN CON UN CONCETTO DI SEMPLIFICAZIONE E DI
RAZIONALIZZAZIONE ASSOLUTA DELLE FORME, CHE ALLORA
ERANO DA APPLICARSI A PRODOTTI POPOLARI, CIOÈ NON
DEL GROSSO CONSUMISMO DEL BENESSERE SUBENTRATO NELLA
SOCIETÀ DI CONSENSO GENERALIZZATO.
SICCHÉ, UN BEL GIORNO JOE COLOMBO CI ABBANDONÒ,
ABBANDONÒ I QUADRI BELLISSIMI CHE FACEVA, E SI MISE
A DISEGNARE POLTRONE.
IO ARRIVAI UN GIORNO IN AMERICA PER UNA MOSTRA AL
MOMA. MI RICORDO ANCHE QUANDO: IL 1° OTTOBRE 1961.
FU LA DATA CHE INCONTRAI AL MOMA, MARCEL DUCHAMP, AL
QUALE POI FUI LEGATO DA LUNGA AMICIZIA E SODALIZIO, E
L'AMERICA COMINCIAVA A SCOPRIRE JOE COLOMBO; MI
RICORDO ANCHE UN TITOLO DI GIORNALE, NON SO SE DEL
TIMES I IL NEW YORKER, CHE GIOCANDO SULLE PAROLE
DICEVA "NON PIÙ COLOMBO SCOPRE L'AMERICA, MA
L'AMERICA DISCOVERS JOE COLOMBO."
D: LEI
PENSA CHE SI È PERSO UN ARTISTA E GUADAGNATO UN
DESIGNER, O ERA MEGLIO...
R: IO RITENGO CHE IL DESIGNER SIA UNA DELLE
PESTI DEL SECOLO ASSIEME ALL'AIDS, QUINDI SU QUESTO
TERRENO È MEGLIO NON CIMENTARMI. PERCHÉ IL DESIGN
DÀ PRETESA, DICIAMO ANCHE DEMOCRATICA E SOCIALE DI
PROGRESSO, E CIOÈ DI FORNIRE UN PRODOTTO INDUSTRIALE
SÌ, MA CHE NON PER QUESTO DOVESSE ESSERE BRUTTO. È
DIVENTATO UN'ARMA DELLA RAZIONALIZZAZIONE,
AUTOMAZIONE E COSTRUZIONE ROBOTICA UNIVERSALE, E
SOPRATTUTTO UN'ARMA PER INCREMENTARE I CONSUMI.
QUINDI NON TROVO PROPRIO CHE DEBBANO ESSERE
INCREMENTATI I CONSUMI DI NOI OCCIDENTALI CHE
SPRECHIAMO A MAN BASSA E SIAMO DEL TUTTO
ANTIECONOMICI, ANTI ANTROPOLOGICI, ANTI ECOLOGICI, E
CI BASTA CONSUMARE.
IO CONDANNO DUNQUE QUALSIASI FORMA DI ATTIVITÀ
UMANA, CHE CULTURALMENTE PRETENDA DI CONFERIRE UN
BELL'ASPETTO, MA IN REALTÀ, GIOCANDO SUL PURO
ESTETISMO E SULLA PURA FORMA, FA DEI DANNI
IRREPARABILI ALLA NATURA.
D: ED È
PER QUESTO CHE MUNARI NON L'HA CONVINTA A PASSARE AL
DESIGN?
R: MA CERTAMENTE, IO HO SEMPRE AMMIRATO MUNARI
PER LA SUA ESTREMA COERENZA E SEMPLICITÀ. E ANCHE
PER UN ALTRO FATTO, CHE MUNARI CONSERVÒ SEMPRE UNA
GRANDISSIMA DISPOSIZIONE VERSO L'INFANZIA E VERSO IL
GIOCO. ORA, SECONDO PLATONE, CHE MI INSEGNA MIO
FIGLIO PERCHÉ LUI SI OCCUPA DI QUESTE COSE, IL GIOCO
È UNA DELLE ATTIVITÀ PRINCIPALI DELL'UMANITÀ, NON
LA GUERRA, LA PRODUZIONE, LE COSE PESANTI E TRISTI:
IL GIOCO. MUNARI INFATTI HA SCRITTO UN MUCCHIO DI
LIBRI SIA SUGLI OGGETTI TROVATI, SIA SUI GIOCHI, I
GIOCHI PER I BAMBINI, HA SCRITTO LIBRI, HA FATTO COSE
DI... NONOSTANTE LUI NON AMMETTESSE MOLTO SPAZIO
ALL'IRRAZIONALE, FU PROPRIO UNO DEI GRANDI INVENTORI
DI QUESTO SECOLO.
D: QUAL È
IL SUO RAPPORTO CON I MATERIALI?
R: MA OTTIMO, COSA VUOLE, IO NON FACCIO CHE
LAVORARE CON I MATERIALI, CIOÈ LA PITTURA SI FA SIA
CON IL COLORE FLUIDO CHE VIEN FUORI DAL TUBETTO O DAL
VASETTO, E CHE PLASMI COL PENNELLO E DISTENDI COME
VUOI; MA SI FA ANCHE PER ASSEMBLAMENTO, ASSEMBLAGE O
COLLAGE COME SI DICE GENERALMENTE OGGI, DI MATERIALI
SOLIDI.
UNO DEI PRIMI ESEMPI DELLA PITTURA FATTA DI MATERIALE
SOLIDO, È IL MOSAICO, CHE TRA L'ALTRO
CORRISPONDEREBBE ANCHE ALLA VISIONE, LA PIÙ MODERNA,
DELLA SCANSIONE RIPRODUTTIVA DELL'IMMAGINE, PERCHÉ
IL MOSAICO È FATTO A TESSERINE COME IN UNA
RIPRODUZIONE COMPUTERIZZATA IN PIXEL. QUINDI, IL
MOSAICO AVREBBE ANCHE QUESTA VALENZA - AHIMÈ - DI
MODERNISMO O PREVEGGENZA.
DOPO AVER SPERIMENTATO TUTTI I MATERIALI POSSIBILI,
USANDOLI ABBASTANZA PERÒ IN MODO RAZIONALE, NON PER
RENDERLI NÉ PER REINTRODURRE UNA VOLONTÀ DI
RAZIONALIZZAZIONE DELLA FORMA ARTISTICA - IN QUANTO
IO RITENGO CHE DI RAZIONALISMO, AUTOMATISMO,
MACCHINISMO, GEOMETRISMO, E DI TUTTE QUESTE
DISCIPLINE, VE N'È GIÀ ABBASTANZA PER SOFFOCARE
L'UOMO - RITENGO CHE L'UOMO VADA ANCHE INCREMENTATO
NEI SUOI LATI IRRAZIONALI. INFATTI NOI RESPIRIAMO,
MANGIAMO, FACCIAMO ALL'AMORE ABBASTANZA
IRRAZIONALMENTE PER FORTUNA, SENZA CIOÈ
CORRISPONDERE AI QUADRATINI DI MONDRIAN O DI QUALCUN
ALTRO.
ALLORA, IO HO SEMPRE TRATTATO IN QUESTO MODO LIBERO,
INFORMALE, COSÌ COME L' "INFORMALE" DA CUI
DERIVO DAI TEMPI DEL MOVIMENTO NUCLEARE IN CUI LA
MATERIA ERA TRATTATA IN MODO INFORMALE, HO SEMPRE
AGITO, USATO, SENZA ESCLUSIONE DEL COLORE
TRADIZIONALE, MA HO SEMPRE USATO I MATERIALI, E
GUARDA CASO, PROPRIO PER CHIUDERE IL DISCORSO, IN
QUESTO MOMENTO UTILIZZO UN'APPLICAZIONE DUPLICE E
CONTRASTANTE, FATTA DI PEZZI DI MECCANO. IL MECCANO
È QUEL VECCHIO GIOCO FATTO PER ELEMENTI COMBINABILI,
DUNQUE BASATO SU UNA CERTA COMBINATORIETÀ, MA I
PEZZI DEL MECCANO SONO QUESTO SOUVENIR UN PO'
MODERNISTICO DA TOUR EIFFEL. IO INTRODUCO IL MOSAICO
DAPPERTUTTO, NEI MIEI QUADRI GETTO IL MOSAICO A PIENE
MANI E NE HO UNA GIOIA INFINITA. NON SOLO, NON PAGO
DI QUESTO, VADO POI DAI MAESTRI MOSAICISTI E FACCIO
ANCHE TRADURRE LORO IN MOSAICO MOLTE COSE CHE INVECE
IO HO SOLO DISEGNATO O DIPINTO.
D: QUINDI
LEI PENSA CHE IL FUTURO ABBIA BASI FORTI SOLAMENTE SE
APPOGGIA SULLA MEMORIA?
R: DUNQUE, ALL'UOMO NON RESTA CHE LA MEMORIA,
È VERO CHE LA MEMORIA DI UN COMPUTER È MOLTO PIÙ
POTENTE E CAPACE DI IMMAGAZZINARE A TUTTI I LIVELLI
UNA PROFONDITÀ E QUANTITÀ INFINITA DI DATI. MA È
ALTRESÌ VERO CHE VISTO CHE IL COMPUTER È UNA FORMA
DI INTELLIGENZA ACCUMULATIVA, MA NON PROPOSITIVA,
ECCO, NOI ABBIAMO BISOGNO DI UN FUNZIONAMENTO
MEMORIALE CHE SELEZIONI, PERCHÉ È INUTILE
ACCUMULARE DATI. UNA VOLTA IL MEDICO PALPAVA, ECCO,
C'ERA QUINDI QUESTO RAPPORTO FISICO. LA MEMORIA È
FONDAMENTALE, PENSO, IN QUANTO È UNITA ANCHE AD UN
POTERE CRITICO, DI SCELTA, DI MANTENIMENTO DI CERTI
DATI E DI REIEZIONE O SCARTO DI ALTRI, OPERAZIONE CHE
NATURALMENTE LA MACCHINA NON FA PERCHÉ LA MACCHINA,
UBBIDENDO ALL'UOMO E AI PARAMETRI PER CUI È
CONCEPITA, NON FA DISTINZIONE. QUINDI, È LA MEMORIA
CRITICA QUELLA CHE CI OCCORRE.
D: LEI
PENSA CHE CON LE SUE OPERE HA ESPRESSO ANCHE UN SEGNO
DI FINE MILLENNIO?
R: SÌ, IO VIVO IN UNA SORTA DI PERMANENTE BIG
BANG, ANCHE PERCHÉ RITENGO IL BIG BANG DISTRUTTIVO E
CREATIVO ALLO STESSO TEMPO, E PERCHÉ IL BIG BANG SI
VERIFICA ANCHE IN OGNI RAPPORTO D'AMORE.
SONO COSÌ DIFFIDENTE PER IL DESIGN E PER
L'ARCHITETTURA DALLA QUALE ESSO DERIVA, PERCHÉ TUTTO
È STATO LARGAMENTE CONDIZIONATO DA QUELLA
DEFINIZIONE DI LE COURBUSIER "MAISON MACHINE À
ABITER" LA CASA COME UNA MACCHINA D'ABITAZIONE,
ECCO, IO SINCERAMENTE ABITO NON IN UNA MACCHINA.
D: ULTIMA
DOMANDA. LEI PARLAVA ALL'INIZIO DEL MOVIMENTO
NUCLEARE, ESPRESSIONE DI QUESTO SECOLO. VEDE UN
MOVIMENTO INVECE CHE SI PREANNUNCIA, CHE SI PROPONE?
R: OGGI NOI VIVIAMO UNA CERTA INATTUALITÀ
DELL'ARTE, IO HO PROMOSSO ANCHE UNA MOSTRA PROPRIO
CHE AVEVA QUESTO TITOLO, E FU TALMENTE INATTUALE CHE
NON RACCOLSE NEMMENO NELLA STAMPA DI SINISTRA, PUR
ESSENDO ALLOGGIATA PRESSO CERTI NOTI CENTRI SOCIALI
DI SINISTRA, NON RACCOLSE NEMMENO UNA PAROLA DI
COMMENTO O DI ANNUNCIO DELLA MOSTRA STESSA, E QUESTA
FU IL MASSIMO RISUTLATO. ERA DIMOSTRATO LO SCOPO
DELLA NOSTRA INATTUALITÀ. CIÒ CHE È INATTUALE NON
È NEANCHE TANTO CONSUMATO, O FORSE RESISTE DI PIÙ
AL TEMPO. OGGI VOI PROBABILMENTE DELLA TELEVISIONE LO
SAPETE BENISSIMO, C'È UN TALE LOGORAMENTO
DELL'IMMAGINE, PER CUI SPESSE VOLTE CERTE NOBILI
FIGURE, ANCHE DI SCIENZIATI, VENGONO POI TRAVOLTI E
DISTRUTTI DA UN PRESENZIALISMO PER ESEMPIO TELEVISIVO
O FOTOGENICO, CHE SIA.
------------------------------------
INTERVISTA
A Roma unantologica di Enrico
Baj. Con un video sui generali carichi di cianfrusaglie e
sullopera dedicata all'anarchico Pinelli.
Nell'intervista lautore parla di bombe
intelligenti e di Picasso
ROMA - Circolano personaggi irriverenti, carichi
di cianfrusaglie, al primo piano del Palazzo delle
Esposizioni a Roma. Sono le figure di Enrico Baj, uno dei
protagonista di quel movimento detto della
"patafisica". Lartista milanese, con il
suo uso disinvolto e giocoso di ogni tipo di materiale
per dipinti e sculture, rappresenta una delle figure
cardine del dopoguerra e questa antologica riassume
cinquantanni di lavori a partire dal 1951. Aperta
al pubblico da mercoledì 31 ottobre (per il 77°
compleanno dellartista) al 16 gennaio, comprende i
grumi di colore bruno negli anni Cinquanta, i celebri
"generali", sberleffi neodadaisti al
militarismo carichi di medaglie, lacrilico e
collage di quattro metri per sei sui Funerali
dellanarchico Pinelli ispirato a Guernica
di Picasso, arriva ai totem degli ultimi anni. A
introdurre a questa retrospettiva di impegno civile, dove
lautore sconfina volutamente nel kitsch e non cerca
il bello, è, sulle scale, Apocalisse, un giudizio
universale con mostriciattoli, serpenti e sberleffi che
può essere montata diversamente a seconda dello spazio.
La rassegna, curata dallartista con Giovanni
Marconi, comprende circa 300 opere, si avvale di un
allestimento didattico chiaro, a tappe, è organizzata
dal Comune e dal Palazzo delle Esposizioni ed è
promossa, cioè finanziata, dal Gioco del lotto per il
quale lartista ha disegnato un biglietto della
lotteria. Il catalogo edito da Skira si chiude con un
compendio di estratti di scritti su Baj a firma, tra i
tanti, del pittore Asger Jorn, dello scrittore messicano
Octavio Paz, del padre del surrealismo André Breton, di
scrittori come Raymond Queneau e Italo Calvino, di Jean
Baudrillard, di poeti come Edoardo Sanguineti, Giovanni
Giudici, Paolo Volponi e Alda Merini, di Umberto Eco: un
semplice elenco che la dice lunga su come e quanto Baj
abbia interessato protagonisti della cultura
internazionale ben oltre i confini della critica
darte. Ed è lartista a parlare: del suo
lavoro e del mondo attuale.
Questa è unantologica di
50 anni: quali lavori ritiene più emblematici?
Le opere che mi sembrano più significative sono due. Una
è lApocalisse: è omnicomprensiva, va
avanti dal 1978 a oggi, è unopera aperta, un work
in progress e questo perché il senso
dellApocalisse è continuo, il senso di
provvisorietà si alimenta con le bombe intelligenti, gli
attentati, le polverine misteriose. Poi indicherei il
lavoro su Pinelli, che invita a una continua vigilanza.
La fine di quelluomo che non centrava affatto
con lattentato alla Banca dellagricoltura del
1969 a Milano ricorda come bisogna essere attenti
nellincolpare la gente. È un lavoro che riprende Guernica
di Picasso, unopera nata dopo il bombardamento
della città spagnola il 20 aprile del 1937. Morirono
donne, bambini, vecchi. Da quella data sotto i
bombardamenti sono sempre morti i civili. I militari
sotto questo aspetto sono privilegiati, sanno che
dallaltra parte cè lavversario. Su un
bambino piovono addosso bombe intelligenti e
basta.
Questa sua attenzione alle bombe
è legata a ricordi personali?
Sì. Avevo 19 anni quando ci fu il primo bombardamento su
Milano, durante la Seconda guerra mondiale. Ogni giorno
presero a cadere bombe. Come tanti la mia famiglia e io
sfollammo in campagna e a 60 chilometri dalla città ogni
notte vedevamo gli scoppi, gli incendi.
Ha parlato della sua
Apocalisse. Quali sono i riferimenti
figurativi di questopera?
Larte primitiva, Picasso, poi nelle figure Bosch,
Luca Signorelli, la Rinascenza, senza dimenticare gli
affreschi italiani sul Trionfo della morte. Questi sono i
riferimenti alla base dellispirazione
dellopera.
La sua arte ha una forte
componente di gioco. È così?
Accanto a una dimensione impegnata cè, sì, un
aspetto giocoso, che fa parte dellesistenza.
Luso di materiali diversi
è un aspetto fondamentale, nei suoi dipinti e sculture.
Come procede, quando crea unopera?
I materiali hanno funzione di suggeritori: non parto
dalla materia per creare un lavoro, è il materiale che
mi prende per mano, ad esempio gli specchi che inserisco
in un lavoro.
Cosa metterebbe al posto delle
Torri gemelle di New York?
Non metterei niente. Penso che lasciare il luogo così
possa riflettersi nella memoria delluomo. È il
centro del sistema occidentale che è stato colpito ed è
bene ricordarlo per evitare altre tragedie, altri
attentati, ma anche per capire che da cosa nasce cosa e
naturalmente, per gli attentati, sarebbe bene che non ne
seguissero altri. Però il mondo occidentale è pervaso
dalla violenza, per cui dobbiamo attenderci altri demoni,
altri leviatani, ce li attendiamo, i giornali sono piene
di queste notizie. Ma su cosa fare sul luogo delle Torri
gemelle di New York forse non ho una risposta.
Come giudica il processo della
cosiddetta globalizzazione?
Vedo una sorta di primitivismo inteso come evasione. I
giovani si tingono i capelli, fanno piercing, manifestano
pulsioni tribali. Ma tutto questo viene da Picasso. A
Parigi, che era una capitale del colonialismo, venivano
esposti oggetti di altre civiltà come fossero oggetti di
uomini primitivi. Per Picasso al contrario furono un
motivo di ispirazione che permise il rinnovamento
dellarte occidentale. Larte negra, oceanica,
ispirò anche i surrealisti.
Il suo lavoro è segnato da una
costante passione civile. Come vede i giovani di oggi?
Fino ai primi anni Settanta cera unattenzione
verso il mondo, cera contestazione, oggi i ragazzi
vogliono comprare le scarpe, le Nike, la moto. Certo ci
sono stati i fatti di luglio per il G8 a Genova. È
leffetto di ogni esagerazione, di una
globalizzazione speculativa, è il corollario dei
politici. Queste esagerazioni stanno ricreando
unatmosfera da maggio 68, anche se la maggior
parte dei giovani continua a essere più interessato ai
jeans e alla moto.
(Stefano Miliani)
|